La prossima sarà sicuramente una generazione di rottura e novità nell’esperienza dei videogiocatori.

Non è difficile intuirlo, e il profumo di questo vento di rivoluzione arriva per primo da Sony, con la sua nuova e fiammante PlayStation 5. Stavolta però le sue fiamme non sono fuochi fatui dal passato, ma sono fuochi d’artificio che festeggiano il futuro. Ne è testimone la sua filosofia, i suoi giochi e tutto quello che la compagnia nipponica ha deciso di trasmettere con le sue presentazioni.

Ormai il mercato dei videogiochi è diventato una certezza, una forza nel mondo e nella vita di molte persone. Sony ne è convinta, ed è per questo che la sua idea di next-gen è precisa, forte e coerente in tutte le sue scelte.

Il filo conduttore dietro a PlayStation 5 non è altro che l’innovazione, un velo bianco che ricopre, come nel peculiare design della console, il suo passato.

Il suo prezzo è ragionevole?

Partiamo quindi dalla questione più scottante: Sony non arriva impreparata per quanto riguarda il prezzo della propria console. È vero che 500 euro potrebbero sembrare pochi, e in verità lo sono. Non è però niente di nuovo sotto il sole, è infatti pratica comunque vendere le console in perdita per poter ricavare sui videogiochi in sé, sulle royalties e sui diversi accessori.

In un mondo in cui il marketing è infatti diventato così imponente all’interno del mondo economico non è strano vedere un’operazione del genere. 500 euro sono i soldi che la maggior parte delle persone spenderebbe per una console del genere, e appare un prezzo onesto, tanto da essere già stato rispettato in passato.

Solo PlayStation 3 potrebbe essere citata come controesempio, ma c’è da considerare il contesto in cui è stata rilasciata. Si tratta infatti di un mondo che non aveva ancora sofferto la crisi economica del 2008, e mediamente ognuno di noi si trovava con più soldi in tasca.

Ora, invece, non solo viviamo dopo la crisi ma tra di noi girano ancora i sintomi del COVID, che avranno palesi effetti sull’economia nel prossimo futuro. Non sarebbe in alcun modo una buona idea alzare il prezzo ulteriormente. Lo è invece quella di rilasciare una console con un prezzo minore ma senza lettore, per incentivare a passare al solo digitale.

Non solo per noi come utenti, ma anche e soprattutto per le compagnie. Il motivo di questa scelta è presto detto: il margine di guadagno è sicuramente maggiore se i giochi sono acquistati con il digitale.

Dopotutto, il futuro è all-digital; non c'è verso di negarlo.

Solitamente, ciò che Sony perde nella produzione delle sue console lo riguadagna grazie alle proprie royalties, cioè una tassa che prende circa il 30% dei giochi venduti per la propria console. Questa percentuale è uguale sia su un gioco digitale che fisico, tuttavia è palese che vi sia una grossa differenza a livello di costi di produzione. In sostanza, produrre un disco costa di più che generare un codice online.

Il prezzo di PlayStation 5 è giustificato quindi sia dal guadagno ottenuto da questa percentuale, sia dalla riduzione dei costi nel caso si acquisti la sua versione all-digital. Però non è una sola questione di prezzi, c’è molto di più nella strategia della casa nipponica.

PlayStation 5 e le esclusive: Giochi a fuoco lento

Il primo cavallo di battaglia di PlayStation 5 è uno dei suoi punti forti più storici. Le esclusive che tanto hanno segnato l’attuale generazione di console sono diventate un marchio di fabbrica di Sony, e non sono altro che il motivo per cui PlayStation 5 esiste.

Sia per Microsoft che per Sony ormai il centro non sono le console, ma i giochi. Le console sono ora dei modi diversi per vivere i giochi, per esplorarli, per averne un’esperienza specifica.

Dopo esperienze incredibili come quelle di The Last of Us, Horizon: Zero Dawn, God of War e tanti altri, è palese che il fulcro dell’intera idea dietro a PS5 è l’esperienza personale e intima dei videogiochi. Narrazioni forti, coerenti e, in particolare, single-player e a fuoco lento.

Non è una questione di quantità, ma di qualità dei singoli giochi, per cui vengono spesi sempre più soldi e che danno sempre di più al giocatore. A differenza della sua rivale Xbox, Sony ha deciso di rimarcare ancora una volta la sua posizione, senza però lasciare indietro quello che poteva essere migliorato.

Lo riconferma facilmente la filosofia della casa nipponica, che cerca di dare più strumenti possibili agli sviluppatori, a partire dal suo focus su SSD e comparto audio della propria console.

L’immersione negli occhi di Sony e nel corpo di PS5

L’immersione è quello che nello scontro ideologico di questa nuova generazione ha deciso di impugnare Sony. I suoi giochi devono offrire qualcosa al giocatore, comunicargli sentimenti e toccarlo profondamente.

Ed è allora che le palline che nella presentazione di PlayStation 5 e del suo particolare design fanno capire al giocatore che i mondi che partiranno su questa console saranno quasi tattili, sotto il loro naso, o forse dovrei dire nel loro orecchio.

Tempest Engine è il nome della sua macchina dei sogni: si tratta di una serie di algoritmi che si adatterà direttamente al giocatore per poter ricreare suoni tanto vicini al giocatore quanto le esperienze dei giochi first-party della compagnia. Seguendo una filosofia plug-and-play, infatti, anche dal semplice speaker della TV della casalinga di Voghera i suoni saranno tridimensionali. Questo ci permetterà di immergerci ancora di più in storie come l’incredibile Hellblade: Senua’s Sacrifice e chissà quanti altri in futuro.

Si tratta di una decisione chiara, netta: PlayStation 5 vuole dare agli sviluppatori la possibilità di rendere il salotto dei giocatori la giostra dei loro racconti videoludici.

La storia dell’SSD: A cosa servono i caricamenti super-veloci?

Vi sarete forse stufati di sentirlo, ma anche da parte della componentistica della console, Sony ha deciso di fare dei chiari miglioramenti. A parte il prevedibile potenziamento di CPU e GPU, infatti, quello su cui anche Mark Cerny ha spinto molto nella presentazione tecnica della console è stata la sua SSD.

Stavolta però, a differenza del puro scopo di marketing dietro ai TERAFLOPs, l’SSD di PlayStation 5 è un potente strumento in mano agli sviluppatori per usare la potenza in modo intelligente piuttosto che bruto. Non è più una semplice questione di muscoli, ma anche di cervello.

Seppur per ora la lineup di lancio di Sony non sembra così invitante, con annunci alle volte timidi e troppi titoli cross-gen, sono comunque stati capaci di far vedere di cosa la console è capace. Dietro Ratchet & Clank, ad esempio, c’è un grosso studio che ha portato a un utilizzo molto studiato dell’SSD. I portali di questo gioco riescono a trasportarvi in mappe completamente diverse con un click.

Come spiegato nella conferenza tecnica diretta agli sviluppatori, quindi, questo sarà uno strumento incredibile per chi fosse interessato a sviluppare titoli su PS5. Non per nulla l’intenzione è quella di permettere a chi vi lavora di avere una grande libertà creativa.

Lo scontro di due filosofie: Console War secondo Sony

La situazione che vedremo nella prossima generazione di console sarà abbastanza definita. Da una parte, Sony con il suo focus sui giochi come esperienza, dall’altra Xbox con il suo focus sui servizi e sulla rapida e facile fruizione di tanti giochi diversi.

Due modi di giocare diversi, due vie diverse per entrare e per godere dello stesso mondo. Eppure, le attitudini delle due parti sono molto diverse, sia a livello di utenza che a livello delle due aziende in sé.

La casa di Redmond cerca di spingere molto di più verso una visione positiva della questione, forse addirittura troppo pacifista. Sono note le dichiarazioni di Phil Spencer in favore di PlayStation, quasi come se le due aziende non fossero in diretta competizione tra di loro.

Da Sony invece l’approccio è gelido, distaccato, quasi supponente. Dopo la presentazione di PlayStation 4 nel 2013, non c’è infatti molto altro da aggiungere: era una chiara dichiarazione di guerra, in cui Xbox One è stata completamente distrutta da ciò che offriva la rivale.

La divisione sembra quindi quasi netta tra le due rivali, e anche il pubblico sembra voler ricominciare una Console War che sembrava essersi fermata dopo alcuni anni nella scorsa generazione. A rinforzare questi sentimenti negativi e infantili è la stampa tradizionale, non capendo la diversità degli strumenti e delle due aziende.

Penso che infatti sia importante capire entrambi i punti di vista, e i due approcci che vi sono dietro. Per farlo, non c’è modo migliore del capire chi gioca sulle due console, a partire proprio da PlayStation 5.

PS5 e la retrocompatibilità: ma a cosa giochiamo?

Come ho detto prima, una console esiste per i suoi giochi, ed è qui che arriva l’altra mossa intelligente di Sony. Se anche il suo design comunica novità, dall’altra comunica la sua egocentricità.

PlayStation sa di essere PlayStation, ed è qui per ricordarvelo, sia nel vostro salotto che mentre vi giocate.

Perché quel 5 di fianco al logo non è lì solo per scena: è lì per ricordarvi che è un marchio di storico. E tutta la storia, alla fine, parla anche di noi.

Per farlo, Sony ha usato due strumenti, che alla fine sono uno solo: i suoi giochi, sia con la retrocompatibilità che con la PlayStation Plus Collection. E, a parte la strana scelta di mettere Persona 5 e non la versione Royal, non è qualcosa da prendere sottogamba. È una mossa che ricorda a tutti quelli che sono cresciuti con PlayStation che quella stessa console è ancora con loro.

Nonostante il fatto che molti ancora ripetano che Sony renderà retrocompatibili solo 100 giochi di PS4, è stata lei stessa a confermare che la compatibilità sarà pressoché completa. E non è da escludere che anche i dischi delle altre PlayStation non possano trovare posto su PlayStation 5.

È quindi assicurato che la loro storia non sarà dimenticata, e che sarà invece uno dei marchi del loro nuovo prodotto. Cercano la qualità, sia nel futuro che nel passato. Con la superficie bianca che ricopre quella nera delle scorse PlayStation, inoltre, garantiscono anche di poter tirare fuori il meglio dai loro titoli precedenti e di sfruttare pienamente la console.

Quello che invece non convince è il fatto che una delle poche vere esclusive mostrataci da Sony in questi mesi e l’unica prevista per il Day One della console sia un remake di un gioco di PlayStation 3! Per quanto Demon’s Souls Remake rinforzi l’idea del rispetto per il proprio passato, non soddisfa invece le aspettative dei nuovi giocatori.

Se la forza di Sony sono appunto i suoi giochi, non è possibile che vi si ritrovi impreparata. Sul versante dei servizi è infatti palese che la vittoria sia di Microsoft, quindi l’unica soluzione è combattere sul proprio terreno. Questa mancanza rappresenta quindi una zappa che Sony si sta buttando sui piedi.

Un’idea precisa di come rappresentare i videogiochi

Nonostante i dubbi, però, PlayStation 5 è una periferica che capisce bene a chi si rivolge e l’idea di videogioco che vuole mostrare. La console di Sony riesce a vedere il passato, come dimostrato con la tanto attesa retrocompatibilità, e allo stesso modo abbraccia pienamente il futuro.

Di certo il suo design ha stranito molti, con le sue particolarità e stranezze. Io, personalmente, ho pensato di star guardando di qualcosa quasi retro-futuristico, un’idea di futuro già vista e superata. Eppure, le scelte fatte per questa console parlano chiaro: il futuro sta arrivando, ed è qui. Seppur l’industria abbia i suoi problemi, come ad esempio l’aumento dei prezzi dei giochi, la casa nipponica ha deciso che è ora di andare avanti.

Lo si nota anche dalla sua decisione di proporre un modello senza il lettore dei dischi: il futuro è all-digital, in fondo. A garantirlo sono servizi come il suo PS Now ma anche semplicemente con i videogiochi in digitale.

L’ideale che si è scelto di perseguire è quello di essere coerenti ed è palese che Sony sa come presentarsi all’arrivo della prossima generazione. E non bastano rumor su una mancanza di scorte a fermala, anche se è palese il problema che si è creato con le mancanze di copie preorder. I videogiocatori sembrano ancora volere PlayStation, dopotutto.

Che posizione rappresenta PlayStation 5 nella next-gen?

Le scelte di Sony non sono altro che mosse strategiche per posizionare intelligentemente la sua console sia a livello di filosofia del gioco che a livello di comunicazione con il pubblico. Molte delle sue decisioni sono coerenti e offriranno agli utenti ciò che hanno apprezzato da PlayStation 4, stupendoli con nuove esperienze esclusive.

Guarda sicuramente il futuro e per quanto non abbia ancora probabilmente presentato tutte le carte che ha in serbo sembra avere un’idea chiara del loro futuro durante la nuova generazione di console. La loro filosofia si mostra anche nel design delle loro console e così nella loro componentistica, offrendo tanti strumenti per gli sviluppatori.

Non stupisce poi la confidenza che ha dimostrato in tutte le sue presentazioni, nonostante gli scivoloni di turno. Quello che invece è sicuro è che, finalmente

Hanno capito che è tempo di cambiare

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