La bellezza dei vari media, specie a partire dagli ultimi decenni, è la loro capacità di mescolarsi, influenzarsi e reinterpretarsi vicendevolmente. Ed il principe di questa pratica è con molte probabilità
il medium videoludico, in quanto capace di unire ad un’
esperienzialità sensoriale anche
una certa interattività (
variabile di caso in caso).
Proprio grazie a queste caratteristiche, abbiamo visto nascere nel corso degli anni
tie-in (
trasposizioni più o meno riuscite di film in videogames, principalmente di blockbuster),
titoli fortemente “cinematografici”,
pellicole ispirate al mondo dei videogiochi o a titoli ben precisi (
e su questi ultimi possiamo stendere un bel velo pietoso, almeno per quanto proposto sino ad ora), ma anche
giochi dedicati al mondo dei fumetti, a quello dei cartoni animati o ad opere letterarie di stampo classico.
Non stupisce quindi come, nel corso del tempo, i titoli su licenza abbiano acquistato sempre più spazio nel mercato di settore passando da semplici operazioni promozionali a giochi ben curati ed autonomi, capaci di accattivare l’utenza non solo grazie alla nomea del
brand di riferimento ma sopratutto per via di una qualità intrinseca del prodotto stesso. È il caso della serie
Arkham di
Rocksteady che vede come assoluto protagonista
Batman, degli innumerevoli titoli dedicati a
Dragon Ball e
Naruto o, ancora, del recente
Mad Max.
In quest’ottica abbiamo quindi deciso di proporvi una lista in cui sono stati racchiusi alcuni dei nostri sogni proibiti,
dieci titoli su licenza realizzati da altrettanti sviluppatori che, in un modo o nell’altro, riteniamo essere i più adatti ad esaltare le caratteristiche di un determinato brand in un determinato modo.
Warhammer 40K – Bioware
Il brand creato dal colosso di giochi da tavolo
Games Workshop non è di certo una new entry nel mondo dei videogiochi, e di certo quest’anno in particolare non mancheranno titoli ispirati alla guerra infinita, fantasy o sci-fi che sia. Tra
strategici (
sia a terra che nello spazio),
sparatutto in prima persona,
action,
MMO,
scontri su una scacchiera e titoli mobile ce ne sarà davvero per tutti i gusti.
Quello che forse realmente manca è un gioco di ruolo di ampio respiro e di stampo occidentale. E chi se non i ragazzi di
Bioware potrebbe assumersi una così delicata responsabilità? Grazie alla loro esperienza con saghe come
Dragon Age e
Mass Effect e con un passato legato a Guerre Stellari, di certo saprebbero come rendere giustizia nel campo dei
GDR ad un prodotto di così vasto respiro. I fan della fantascienza potrebbero essere più propensi a vederli impegnati in un progetto legato alle guerre tra
Space Marines,
Orki,
Eldar,
Chaos e tanti altri ancora, ma è indubbio che, se venisse loro affidata la guida di un titolo dedicato al Warhammer “
classico“, saprebbero comunque destreggiarsi senza alcun problema.
Doctor Who – TellTale Games
Anche il caro signore del tempo non è nuovo al mondo dei videogames; purtroppo, però, nonostante la sua indiscutibile fama (
che da qualche anno sembra godere di una seconda giovinezza grazie al lancio della nuova serie), il buon Dottore non ha mai ricevuto il giusto trattamento in questo campo (
eccetto forse per la capatina in Lego Dimensions). Vista la natura seriale del brand (
e la caratterizzazione del Dottore, uomo d’azione ma non violento), le sue avventure risultano essere perfette per un trasposizione videoludica nel campo delle avventure grafiche contemporanee.
A dire il vero, anche in questo caso si tratta di una strada già battuta in passato, ma con discutibili risultati. Sarebbe quindi necessario un team esperto, magari l’apripista della rivoluzione del genere, che ha saputo imporsi sul mercato contemporaneo. E chi altri, dunque, se non
Telltale Games? Una squadra perfetta per dar vita ad un’avventura che possa coinvolgere una o più incarnazioni del viaggiatore dello spazio-tempo e che possa risultare fresca, brillante, accattivante ed in definitiva ben realizzata, capace di rendere giustizia a questa figura emblematica che ha influenzato in maniera significante la cultura Pop e Geek contemporanea.
Kill la Kill – Platinum Games
Forse qui stiamo un po’ barando. Insomma siamo stati battuti sul tempo.
Fino a un mese e mezzo fa circa, infatti, l’accoppiata
Kill la Kill e
Platinum Games non sarebbe certo stata degna di un vero genio, ma avremmo comunque ottenuto numerosi, se non unanimi, consensi per la nostra proposta. Ora invece è saltato fuori che il poliedrico team che ha ormai le mani in pasta un po’ ovunque (
Transformers, Star Fox, TMNT, Metal Gear, solo parlando di prodotti su licenza)
sarebbe davvero interessato a realizzar un prodotto basato sulle folli avventure di Matoi Ryuko. Sul serio, non riusciamo a pensare a nessun altro (
forse un team in realtà c’è, ma ci arriveremo più avanti) che possa rappresentare al meglio tutte le bizzarrie, la tamarraggine, l’azione al cardiopalma della serie realizzata da quel pazzo di
Hiroyuki Imaishi e dai suoi compagni di merende dello studio
Trigger meglio di quella banda di svitati giapponesi. Ovviamente, tutta questa stravaganza va però gestita con perizia, ma crediamo proprio che con Platinum Games al comando potremmo dormire più che serenamente.
Dredd – Machine Games
Dredd è un altro di quei personaggi che non hanno mai ricevuto il giusto trattamento in ambito videoludico. Stessa cosa accaduta, almeno in sala (
tornando a nuova vita grazie al mercato dell’home video), al
reboot cinematografico del
brand.
Abbiamo quindi deciso di focalizzarci su questa nuova versione del giudice più
bad-ass di sempre piuttosto che sulla classica figura dei fumetti scimmiottata goffamente nell’ormai lontano 1997 dal film
Dredd – La legge sono io! con protagonista il re delle mandibole storte,
Silvester Stallone.
Quello proposto nella nuova pellicola è un Dredd che resta fedele a certi canoni del personaggio (
Karl Urban non si toglie mai una volta il casco dalla testa per tutto il film, ad esempio) ma che allo stesso tempo sentiamo più vicino, più affine ad una visione contemporanea del mondo. E quindi via il misticismo ed il design spesso bizzarro di luoghi e personaggi in favore di uno sci-fi più sporco, contemporaneo e, in qualche misura, più decadente di quello già di per sé non roseo delle avventure cartacee.
Per portare in vita questa versione “
Commando Urbano” di Dredd abbiamo quindi pensato ad un team che abbia dimostrato di saper gestire marchi di peso, fornendo il giusto tributo al nome che avevano tra le mani non rinunciando però ad inserire il tutto in un contesto videoludico moderno e fresco. Stiamo parlando di
MachineGames, software house che lavora sotto l’ala di
Bethesda e che recentemente ci ha regalato
Wolfenstein: The New Order e la sua espansione stand alone “
The Old Blood“. Il pensiero è corso immediatamente a loro proprio perché non siamo in grado di immaginarci un gioco dedicato a Dredd se non come un FPS vecchia scuola focalizzato sul single player che possa fornire un’azione caciarona, variegata e ricca di una violenza sporca e contemporaneamente sopra le righe.
Pacific Rim – From Software
Speriamo che la maggior parte di voi conosca
Pacific Rim come un ottimo Blockbuster ma che in pochi sapessero, prima di quest’articolo, dell’esistenza di un
tie-in videoludico della pellicola. Perché? Perché è semplicemente un insulto all’intelligenza umana. Ma vista l’enorme mole di contenuti a malapena accennati all’interno del film, tra mondi lontani, passaggi spazio-temporali e sopratutto Robot e Mostri giganteschi che si gonfiano di botte non capiamo come il medium videoludico non possa rendere giustizia al brand.
L’action in terza persona è con molte probabilità il genere più adatto a fornire i giusto peso ai nostri colossali attanti. Ma a chi affidare l’arduo compito?
Forse i più giovani o i meno esperti non coglieranno al volo la proposta, ma i conti torneranno molto presto. Per un titolo su licenza dedicato al colosso di Del Toro, abbiamo pensato ai giapponesi di
From Software. Se, infatti, al giorno d’oggi la software house è conosciuta come la casa che ha rivoluzionato il genere dell’action-rpg grazie alla serie
Souls, in passato il loro brand di punta era la saga Mecha
Armored Core. Abbiamo
perciò pensato di unire alcuni degli elementi di entrambe le serie per fornire il giusto tributo ad uno dei migliori lavori di Guillermo Del Toro.
Partiamo da uno dei punti più cari ai fan di Dark Souls: la Lore. Il lieve accenno a quel che può offrire l’universo narrativo di Pacific Rim può dare al team di Miyazaki e soci una quasi totale libertà sulla creazione di una storia che possa risultare convincente e che allo stesso tempo possa spingere i giocatori a scoprire sempre nuovi dettagli legati ad essa attraverso documenti scritti, audio e video.
Ovviamente non vanno dimenticati i cardini della produzione. La personalizzazione dei robot, in un titolo del genere, deve essere messa al centro dello sviluppo, ed in questo From Software è maestra. Ma lo è altrettanto nella creazione di creature e mostri che, con lo scorrere degli anni (specie per quanto visto con Bloodborne) si sono sempre più avvicinati ad un immaginario quasi Lovecraftiano. Prendendo quindi spunto da questo, e miscelandolo con la cultura nipponica che ha dato vita mostri iconici come Godzilla, si potrebbero ottenere senza alcun dubbio dei Kaijou indimenticabili.
Il tutto ovviamente supervisionato dall’occhio vigile e sapiente del grassoccio regista messicano. O meglio, Guillermino caro, tu sta’ pure a casa, ti vogliamo bene ma porti un po’ di sfiga.
#LiveTheRebellion