Cinema e videogames sono sempre stati due linguaggi che, in un modo o nell’altro, sono stati capaci di influenzarsi a vicenda. In un periodo cinematografico dove Hollywood è in una grave crisi creativa, i videogames (come i fumetti) si stanno dimostrando uno dei pochi appigli ai quali aggrapparsi nella speranza di conquistare lo spettatore. A sua volta il mercato videoludico, negli ultimi anni, ha preso di peso il linguaggio del cinema e lo ha compresso all’interno delle nostre console (o dei nostri Pc, per non essere razzista) nel tentativo di ricreare quella magia narrativa e di avvicinare il più possibile i due medium. Tutte queste cose le analizzeremo nel corso di questo articolo che ci siamo decisi a scrivere dopo l’arrivo nelle sale italiane di Hardcore!, un film girato totalmente in prima persona e che, senza ombra di dubbio, deve del tutto la sua nascita ai videogames. Non perdiamo altro tempo e gettiamoci subito nella mischia, ma non prima di avervi ricordato ancora una volta che questi articoli servono per creare una discussione e che qualsiasi opinione espressa rispecchia i miei gusti e non quelli di tutta la redazione (quindi prendetevela con me, nel caso dovessi offendere il vostro titolo preferito :D). Si comincia!

DAI VIDEOGAMES AL CINEMA: ANDATA
Esistono adattamenti per il cinema di videogames riusciti? Io penso di si!
Diciamolo chiaramente sin da subito: i videogames sono sempre stata una fonte d’ispirazione per il cinema. Il motivo può essere ricercato non solo all’interno del portafogli delle numerose case di produzione, ma anche nella ricerca stilistica di alcuni prodotti che, se trasposti al cinema, avrebbero potuto appassionare i fan e stupire coloro che si avvicinano per la prima volta al film/videogame di turno. Certo, tutto questo è vero se non sei il film di Super Mario (che avrebbe potuto essere difficilmente accettabile anche con un altro nome) o Uwe Boll (regista di cose abominevoli come Far Cry o Alone in the Dark), ma questa è un’altra storia. Nonostante non siano mai stati fonte di grande incasso, di film tratti da videogames ne sono usciti in modo continuativo nel corso degli ultimi anni e tra la miriade di progetti ci teniamo a ricordare titoli come la saga Resident Evil (che, tra alti e bassi, è ormai giunto alla sua sesta incarnazione) e Tomb Raider, forte della partecipazione di un’attrice come Angelina Jolie. Ovviamente potremmo elencare una sfilza di titoli che hanno ricevuto una trasposizione cinematografica e per quanto gran parte di loro non riuscissero a spiccare particolarmente, ci siamo trovati di fronte anche a produzioni ben riuscite come Silent Hill o Prince of Persia: le Sabbie del Tempo. Nonostante il successo altalenante di questo tipo di produzioni, le case di produzione non sembrano avere intenzione di arrendersi e da anni si rincorrono voci di film dedicati a Metal Gear Solid, a Devil May Cry e, più recentemente, di una serie tv ambientata poco prima degli eventi di Resident Evil. I videogiochi possono quindi essere un buon investimento da parte del mercato del cinema? Certamente! L’importante, come per quando si adatta un fumetto al grande schermo, non è quello di essere fedeli in ogni singolo dettaglio, ma quello di mantenere l’atmosfera dell’opera originale (hai capito, Mr. Boll?).

DAL CINEMA AI VIDEOGAMES
è inevitabile: I videogames di oggi devono molto al mondo del cinema e gli sviluppatori assomigliano sempre più a dei registi
A nessuno è mai fregato nulla di dove si nascondesse la principessa di Super Mario e a nessuno è mai fregato nulla del perché Bowser sentisse il bisogno di rapirla ad ogni episodio del baffuto idraulico. Erano altri tempi e la narrazione all’interno di un videogame era un elemento di secondaria importanza. Col passare del tempo, però, si fece sempre più attenzione al comparto narrativo e, passando da videogames con l’inquadratura fissa a produzioni con una vera e propria regia, siamo arrivati, nel 2016, ad avere opere che nulla hanno da invidiare al mondo del cinema. Titoli come Heavy Rain, Beyond, Life is Strange e Metal Gear Solid sono solo alcuni esempi di come il linguaggio del cinema possa essere trasferito all’interno di un opera videoludica. Siamo arrivati ad un punto, ormai, dove anche le produzioni più mainstream (come può essere un Call of Duty o un lavoro basato su altre licenze come, ad esempio, un Batman: Arkham Asylum) sono accompagnate da un impianto narrativo, stilistico e produttivo di un vero e proprio film. Ecco un esempio molto stupido per farvi capire il concetto: se una volta due personaggi che dovevano parlare tra loro erano inquadrati da una telecamera fissa, al giorno d’oggi si preferisce usare continui cambi di inquadratura per rendere le scene più dinamiche e per valorizzare la “recitazione” dei personaggi. Piccolo Off Topic: uno dei motivi per il quale i videogames non vengono considerati arte alla stregua di un libro o di un film è proprio dovuto alla totale ignoranza del pubblico su questo argomento. Molte persone (e tra questi, purtroppo, ci sono i media generalisti italiani) sono ancora convinti che videogames sia uguale a Pac-Man o, per i più colti, a Fifa. Mancano persone che sappiano diffondere ad un pubblico più vasto l’importanza e la qualità di cose come, ad esempio, la sceneggiatura di un Metal Gear Solid, la colonna sonora di un Life is Strange, l’atmosfera di un Alan Wake e lo stile narrativo di un Quantum Break. Proprio quest’ultimo titolo può essere un esempio di come il cinema (e le serie tv) abbiano influenzato il mondo dei videogiochi, spingendo una software house come Remedy a realizzare un prodotto che ibrida alla perfezione le due cose e ci mostra come, nel corso del tempo, i videogames siano cambiati e si siano evoluti.

DAI VIDEOGAMES AL CINEMA: RITORNO
Nonostante le speranze che il film rimanga un progetto isolato, posso anticiparvi che a me Hardcore! è piaciuto davvero un sacco!
E così i videogames sono cambiati e il cinema è cambiato con i videogames. Ma cosa ha da offrire ancora il mercato videoludico al grande schermo? Ci sono ancora un sacco di storie da raccontare, questo è vero, e l’arrivo sul mercato di vari dispositivi per la realtà virtuale potrà contribuire non poco all’immedesimazione da parte dello spettatore, creando nuovi progetti che mescoleranno ancora di più i due medium. Ve lo immaginate? Un film dove, tramite un visore VR, sarà possibile guardarsi attorno come fossimo all’interno della storia. Dateci un pad in mano ed ecco che la fusione sarà completa. Dopo averci già provato in una scena di 5 minuti in Doom (che potete trovare poco sotto), l’arrivo sul mercato di Hardcore! è il nuovo tentativo per unire i due tipi di linguaggio mediatico che tanto amiamo. Per chi non lo sapesse si tratta del primo film girato totalmente in prima persona e, chi lo ha visto, saprà quanto si tratti di un prodotto derivativo. Non che questo sia un difetto, anzi, ma si tratta di un’opera che in ogni singolo dettaglio ci sbatte in faccia le sue origini videoludiche (dal cattivo stereotipato fino alla boss fight finale, passando per il classico momento “difendi la posizione dalle ondate nemiche”). Personalmente, da grande amante del genere action, sono uscito dalla sala estremamente soddisfatto e nonostante abbia trovato la prima metà del film leggermente troppo caotica e ripetitiva (forse era solo questione di abituarsi), posso tranquillamente definire gli ultimi 40/50 minuti come estremamente divertenti, adrenalinici e capaci di gasarmi non poco. Tirando le somme: ci è piaciuto? Assolutamente si. Vorremmo rivedere più spesso ibridazioni del genere? Non necessariamente. Nonostante un’ora e mezza passata in allegria, non posso certo dire che questo nuovo tipo di regia sia destinata ad affiancarsi a quella di un film “standard”. Lo so, forse sono di parte in quanto, anche all’interno di un videogame, ho sempre preferito la terza persona rispetto alla prima, ma credo che Hardcore! funzioni proprio come esperimento e che saturare il mercato con altri film di questo tipo potrebbe non essere una mossa vincente. Guardate Blair Witch Project. È un film, in fin dei conti, abbastanza mediocre, ma girato con grande maestria. Da allora l’idea di vedere un film dagli “occhi” di una telecamera è stata ripresa numerose volte negli corso degli ultimi anni, riempendo il mercato degli horror di film insipidi che fanno del loro punto di forza una regia che non è più innovativa dal 1999. L’unica cosa da fare è sperare che un film particolare come Hardcore! non faccia la stessa fine.

Tante (troppe) parole per dire cosa? Per dire che i film hanno numerosi spunti da prendere dai videogiochi (anche solo sulle storie, per esempio), che i videogiochi hanno catturato lo spirito del cinema, adattandolo al proprio stile e che, con l’arrivo di Hardcore!, il cinema ha tentato di utilizzare lo stesso meccanismo per utilizzare l’essenza di un vidoeogames e portarla al cinema. E voi avete visto Hardcore!? Che ne pensate? Quali sono i film tratti dai videogames che vi sono piaciuti di più e quali di meno (fatemi una top3 e una flop3)? Personalmente in top metto Silent Hill, il primo Resident Evil e Mortal Kombat; mentre in flop direi senza dubbio Far Cry, House of the Dead e Resident Evil Retribution. Ancora una volta vi ringraziamo per l’attenzione e sottolineiamo come questi articoli, che non hanno la pretesa di insegnarvi/rivelarvi nulla, servano soprattutto per creare un dialogo tra noi appassionati di videogames e, visto il tema dell’articolo, di film. Perché #amemipare che ormai i due mondi siano sempre più vicini (pericolo di incursioni MODE ON ← citazione solo per i True Believers).

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