La Software House cerca uno psicologo per dare vita al gameplay del futuro.
I videogiochi potrebbero abbracciare sempre di più la psicologia o almeno, questa sembrerebbe l’idea di Valve, la famosa azienda americana. L’annuncio, riguardante la figura di uno psicologo, è stato pubblicato proprio recentemente online con una descrizione estremamente dettagliata. Gli sviluppatori cercano infatti qualcuno che li possa aiutare a capire le ragioni per cui una persona si comporta in quel determinato modo. Comprendere le motivazioni e le necessità del come e del perché un individuo compie determinate azioni e includere tutto ciò all’interno del loro prossimo videogioco.
Si tratta di un processo ambizioso che potrebbe settare nuovi standard per il gameplay dove l’aspetto psicologico avrà un peso fondamentale. Forse parleremo
di totale immersione del giocatore nella testa del protagonista. Sentire e percepire le sue emozioni come solo il cinema e la tv hanno fatto. Un processo di immedesimazione molto affascinante che però ha già avuto alcuni test brillantemente riusciti in questa generazione di console.
Hellblade, la psicologia nei videogiochi.
Ninja Theory, nell’agosto del 2017, pubblica
Hellblade Senua’s Sacrifice, un lavoro molto intimo che racconta una storia d’amore, di psicosi e mitologia norrena. Durante il viaggio per riportare in vita il suo amato,
Senua deve fare i conti con le
Furie, voci che percepisce dentro la sua testa a seconda delle emozioni che prova. Queste perenni presenze accompagneranno durante l’avventura anche il giocatore che per poter godere appieno del videogioco, deve necessariamente utilizzare le cuffie. La ragione è molto semplice:
la nostra mente deve sentire le stesse voci, le stesse sensazioni della protagonista.
Un’esperienza sensoriale e psicologica unica, sviluppata accuratamente nel videogame. Questo perché
Ninja Theory si è rivolta a neurologi e ad enti di ricerca come la
Welcome Trust. Fondazioni ed individui esperti che hanno potuto raccontare la psicosi e i suoi drammi, anche
per far conoscere a più persone possibili cosa comporta questo disturbo psichiatrico. E così il nostro viaggio sarà frutto delle proiezioni, dei dolori e delle
emozioni di Senua. Un’immedesimazione completa tra giocatore ed eroina virtuale.
Hellblade tratta in maniera delicata e toccante la
psicologia, ponendo le basi per l’idea di Valve per la prossima generazione di console.
Red Dead Redemption 2: una cavalcata tra le emozioni.
Le serie televisive hanno un pregio unico, la possibilità, grazie al format per stagioni,
di prendersi tutto il tempo per far evolvere i propri personaggi. Analizzano i comportamenti umani, cercano di darne una spiegazione, costruendo episodio dopo episodio
un protagonista che non rimane mai statico nell’arco narrativo – temporale. Per quanto Red Dead Redemption 2 abbia tantissime
similitudini con un film, possiamo trovare un riscontro anche in alcuni aspetti della televisione contemporanea.
Arhur Morgan è l’eroe
Byroniano per eccellenza, dotato di emozioni contrastanti, innamorato, passionale ma spietato e sempre in bilico tra il bene e il male. Tutte queste sfaccettature della sua personalità hanno una
loro naturale e progessiva evoluzione durante tutta la storia del capolavoro Rockstar. Affrontando i diversi capitoli di questo western, notiamo il cambiamento del braccio destro di
Dutch Van Der Linde, dovuto a una serie di eventi che alterano la sua sfera affettiva ed emotiva con un piacevole plus: noi decidiamo i suoi
comportamenti. Quindi in un certo senso è il giocatore che agisce per Arthur,
determinando le sue azioni e soprattutto il finale.
Red Dead Redemption trasferisce la nostra personalità, il nostro codice d’onore e le nostre emozioni nel suo protagonista,
un’immedesimazione tanto bella quanto unica.
La ciliegina sulla torta?
L’ultima cavalcata di
Arthur verso il suo destino, dove le voci di alcune persone fondamentali della sua vita rimbombano nella sua mente, donandoci uno dei momenti, se non
il momento, più toccante della storia videoludica.
La psicologia costituirà le fondamenta dei prossimi videogiochi.
Gameromancer consiglia: giocate con il cuore e non con le mani!
Il videogioco si è evoluto con il tempo, andando a toccare in profondità le
sfere emotive dell’individuo, attraverso storie che hanno un peso sempre più importante sul lavoro finale. Il giocatore si immedesima nel suo alter ego virtuale,
pronto a soffrire e a provare empatia nei suoi confronti.
Una connessione forte che lega chi sviluppa, chi gioca e i protagonisti delle storie.
Esistono tanti altri titoli che lavorano sulle nostre emozioni, sui nostri comportamenti e sulla nostra psiche, oltre a quelli citati. Ci mandano dei messaggi unici insegnandoci ad affrontare
il dolore e la perdita. Altri raccontano di personalità distanti che si congiungono, sfociando in amore
tra padre e figlio. E infine, ci sono quelli che ci fanno
ridere e divertire, capaci di cambiare in positivo la nostra giornata.
Valve ha messo già le cose in chiaro per i prossimi anni a venire. Studieremo ancora di più i comportamenti dell’uomo,
perché vogliamo realizzare qualcosa di superlativo, che vi farà provare sensazioni irripetibili.
La psicologia renderà unici i videogiochi.
#LiveTheRebellion