Per questa festa della donna abbiamo dato la parola alle nostre giocatrici

L’8 marzo è la Giornata internazionale dei diritti della donna, una ricorrenza che con la sua forza mediatica interessa molti ambiti e settori, compreso quello dei videogiochi. Come ogni festeggiamento si pensa subito all’aspetto consumistico, anche se quest’anno in molti, per la paura del Coronavirus, preferiranno la casa al ristorante. Ma in realtà c’è molto di più, non è solo quella che comunemente viene chiamata festa della donna. Non mi riferisco al solo aspetto storico della ricorrenza, altrettanto importante per capire la lotta e il sacrificio di molte donne per la causa dell’uguaglianza e della parità dei sessi. La giornata internazionale dei diritti della donna è una giornata in cui tutti si devono fermare e riflettere sull’importanza e sul significato di certi valori.

giornata internazionale della donna nei videogiochi
#JoinTheRebellion: il gruppo per chi si è stufato della Game Critic
Anche se siamo nel 2020 la lotta per l’uguaglianza e la parità dei sessi è ancora in corso. Le donne, al pari dell’uomo, si sono riuscite ad affermare in molti campi, e alcune di loro vengono tuttora ricordate nei libri di storia. Non essendo un letterato, uno scienziato, uno storico e un critico d’arte, mi muovo nell’unico ambito che conosco abbastanza bene, quello dei videogiochi. Attraverso il gruppo telegram della Ribellione (se volete iscrivervi siamo molto felici e il capo non mi frusta), ho chiesto alla quota rosa di raccontarmi che cosa per loro rappresenta il mondo dei videogiochi e come la figura femminile si interfaccia con questa realtà. Hanno risposto all’appello Ilarr, KrisaChan, Mytra e Karma, raccontando il loro punto di vista su un medium che riesce ad abbattere tutte le forme di disuguaglianza. Onestamente me la immaginavo come una classica intervita. O almeno così era nata.

Collazionando i loro pensieri e la loro voce ho capito che in realtà esiste un mondo che io non posso vedere, una realtà il cui accesso mi è inibito. Io vi ringrazio. Il vostro contributo per me, per noi gamer maschietti, è una preziosa mod per la nostra build incentrata sulla consapevolezza e l’importanza di un medium che riesce a unire, eliminando superflue esclusioni e diversità. Ho parlato troppo, adesso la scena è vostra: ecco la loro personale giornata internazionale della donna nei videogiochi.

Anche se siamo nel 2020 la lotta per l’uguaglianza e la parità dei sessi è ancora in corso

Oggi si celebra la giornata internazionale dei diritti della donna, ricordata da molti come la festa della donna. Qual è la parola che meglio rappresenta il significato di questa ricorrenza?

Forza

Karma
Rispetto, a prescindere dal contesto

Mytra
Banalmente, superficialità. Ogni anno torniamo sugli stessi discorsi che infiammano i social per mezza giornata, e poi rimane tutto uguale: una mimosa fetente presa al baracchino sulla tangenziale, e il volantino di qualche serata disco con ragazzetti unti in primo piano. Amò, il femminismo lo si studia e pratica giorno dopo giorno.

KrisaChan

Rabbia. Vedo nella rabbia quella scintilla che ha dato il via a tutto, quel motore che aiuta a mantenere vivi gli ideali che questa giornata vuole ricordare. “Festa della Donna” è un modo popolare per indicare la Giornata internazionale dei diritti della donna, una giornata che, per quanto dicano gli amanti dei baci perugina che “festeggiano la donna ogni giorno”, serve. E molto anche. Giornate così sono un punto fermo che aiuta a non perdere di vista tematiche importanti. Basta terribilmente poco per minimizzare la violenza e la discriminazione, fino a considerarle parte della normale quotidianità (e su innumerevoli aspetti è ancora così).

Ilarr
giornata internazionale della donna videogiochi hellblade
Rabbia, forza, rispetto, superficialità: ecco cosa provano le nostre giocatrici nella giornata internazionale della donna dei videogiochi

Voi, come me, amate i videogiochi. Qual è l’aspetto che più ti colpisce in un videogioco e rapisce il tuo interesse?

Lore, aspetto generale dei pg, capacità di mantenere attivo il mio interesse (espansioni, aggiornamenti, DLC).

Karma

Amo l’aspetto narrativo. Guardo molto la trama, il come viene raccontata anche da elementi non verbali, e i personaggi, il come sono caratterizzati, i loro dialoghi, le sfumature psicologiche.

Ilarr

Principalmente la storia, poi il gameplay ed infine grafica e design. Solitamente vado a “colpo di fulmine” dal trailer, poi se mi ispira da li guardo in ordine i 3 elementi precedenti da video o articoli vari.

Mytra

Altrettanto banalmente, il comparto artistico: sembra un manga in movimento? Un dueddì uscito dalla mente di un pasticcere? Pochi pixel, ma organizzati così bene da sembrare un mosaico? Raffinate illustrazioni da libro di fiabe illustrato? Gommosi pupazzetti stile cartoon? Arcobaleni a sorpresa? Costumi caleidoscopici? Bene, signor gioco: potrebbe essere rilevante per i miei interessi.

KrisaChan
bayonetta festa della donna
Bayonetta è un simbolo perfetto per festeggiare la giornata internazionale della donna nei videogiochi

La quota rosa nel mondo del gaming sta progressivamente aumentando e questo succede soprattutto in Italia. Come vedi la situazione dal tuo punto di vista?

Mero marketing. L’universo videoludico e in generale “geek/nerd” esiste da anni decenni. Il boom è da associare a una possibilità di riscuotere consensi/soldi in una maniera tristemente sbagliata.

Karma

Che potrei risponderti con un “non hai mai visitato un sito di fanfiction, vero?” Ci siamo sempre state, ben prima dei social e di Twitch, ma questo importava a qualcuno? Ma, soprattutto: perché lo chiedi a una che il panorama italiano non lo bazzica?

KrisaChan

Questa è difficile….trovo che tante usino la parola “gamer” a sproposito, giusto come acchiappa like per video, streaming, profili social come instagram…se giochi lo fai perché ti piace, non per alimentare il tuo ego facendo gara su chi ha più like. Ovviamente ci sono ragazze gamer brave e capaci sul serio che si gestiscono anche canali propri, ma sono la minoranza. Altre ancora usano il fatto di essere ragazze per aver vari vantaggi in game, ad esempio oggetti rari o farsi portare a fare contenuti più difficili nonostante la poca skill (su World of Warcraft ne ho viste XD).

È successo anche a me di essere portata in contenuti più impegnativi, nonostante non avessi il giusto equip o non conoscessi la zona, e mi sono sentita “viscida” perché era una cosa che non avevo neanche chiesto, dato che sono una che va per gradi e prima di fare un contenuto impegnativo devo prepararmi non bene, ma di più. Eppure tante non si fanno nessun problema ad essere “viziate”, soprattutto negli MMO (beate loro…io già mi sento una merdina XD).

Mytra

Allora. Domanda complessa. Riduco all’osso. L’aumento di personaggi femminili, con ruoli di primaria importanza, all’interno dei videogiochi non può che farmi piacere. Piano piano la donna, da mero strumento decorativo di sfondo, dove non le si faceva fare altro se non essere il più svestita possibile e rispondere con risolini e frasi prive di senso ricche di immotivata infatuazione, ha iniziato a essere mostrata con una certa complessità (anche se, a onor del vero, noto che in generale ci sia un aumento della qualità nella struttura dei personaggi, sia maschili che femminili. Anche i protagonisti maschili – pur rientrando sempre in aspetti stereotipati di mascolinità – stanno diventando più complessi).

Abbiamo donne che combattono, che affrontano le difficoltà e le violenze con i loro mezzi, senza astrusi meccanismi (penso a Ellie di The last of Us, a Lara Croft, o a Lightning di FFXIII); abbiamo donne che soffrono, sia emotivamente che fisicamente, e sopportano il dolore con tenacia (come non pensare a Senua di Hellblade, dove è proprio la sua psicosi la protagonista del gioco, e il dolore che prova e la sua capacità a sopportarlo e a gestirlo sono parte integrante del gameplay e della narrazione). Per un/una adolescente che, giocando assiduamente, fa dei videogiochi uno dei suoi principali mezzi di apprendimento e di sperimentazione, la presenza di personaggi complessi e non stereotipati è cruciale.

Certo, personaggi del genere, soprattutto femminili, sono ancora tremendamente rari se consideriamo la vastità del panorama videoludico, ma si stanno facendo passi enormi.

Ilarr

abbiamo donne che soffrono, sia emotivamente che fisicamente, e sopportano il dolore con tenacia

Cosa pensi della rappresentazione della figura femminile nei videogiochi?

Sono classe 89. Non mi scandalizzo per una bikini/armatura che trovo oggettivamente sexy. Sicuramente non sarà un ammasso di pixel a denigrare la figura femminile

Karma

Credo che la parte di ragazze gamer “oneste” si tenga abbastanza defilata da profili social, streaming, ecc…vuoi per la timidezza o proprio per una questione di orgoglio personale, perché credo che ci sia ancora troppa strumentalizzazione del corpo, quando invece in un gioco conta di più la skill personale, non se sei maschio o femmina.

Mytra

La rappresentazione femminile può essere positiva anche se ipersessualizzata, assolutamente. Non è che le figure positive siano solo quelle, diciamo, create con un fisico più vicino alla realtà e che rigettano qualunque riferimento alla sessualità. Mi viene in mente Bayonetta: una donna forte, sicura del proprio corpo e a cui piace usarlo, ammiccando spesso al giocatore. C’è consapevolezza in lei, non è una semplice bambola dalle forme esagerate.

Ilarr

C’è sempre stato di tutto per tutte, basta saper cercare. Bayonetta, così irruente e sensuale anche nel mezzo di un massacro, è afflitta da una solitudine perenne che le pesa più della costante minaccia di morte. Rinoa Heartilly, dolcissima e spiritosa anche quando un continente intero la dichiara nemico pubblico, è una forza della natura anche senza i poteri da strega. Flonne, con una fiducia inesauribile, ha visto oltre le diversità tra angeli e demoni e ha tirato fuori il meglio di Laharl, che senza la sua amicizia non richiesta sarebbe rimasto il moccioso irritante dell’inizio di Disgaea.

Nico, col suo genio ingegneristico e l’ironia graffiante, è il sole che illumina Red Grave nel suo momento più buio. Shiki Misaki, consumata da una gelosia squisitamente adolescenziale, arriva a rinnegare sé stessa in quei sette giorni da fantasma per Shibuya. Non preoccupatevi, poi si ripiglia! E potrei continuare all’infinito a parlare di fanciulle videoludiche in quel di nippolandia, ma… chi mi paga l’articolo?

KrisaChan
Abbiamo contattato delle giocatrici, in questa giornata internazionale della donna all’insegna dei videogiochi. E il quadro che ne emerge è, va detto, più positivo di quello che si potrebbe pensare: se un anno fa la nostra voce videoludicamente scorretta parlava di iprocrisia, oggi vediamo che non necessariamente un’immagine sessualizzata è al 100% percepita come sessista.

Buon segno o semplice coincidenza?

#LiveTheRebellion