Non mi sono mai piaciuti gli Avengers.

Ho un rapporto problematico con il Dottor Banner, io non gli piaccio e lui non mi piace, per non parlare della catchphrase più odiosa della storia: HULK SPACCA. Fortuna vuole che i videogiochi siano per me un’enorme zona franca e sicuramente non mi lascerò influenzare dai miei gusti di bambino nella scelta di cosa aggiungere alla mia libreria.

Iron Man spara il suo uniraggio verso la camera

Non un tie-in

Nutro un grande rispetto per Crystal Dynamic: il loro reboot di Tomb Raider al netto di qualche incertezza (per la maggior parte di dissonanza ludonarrativa, vi consiglio di fare qualche ricerca) è stato sicuramente un ottimo gioco da cui far ripartire la saga, sono stato sicuro fin dall’annuncio che se avessero avuto la libertà di cui avevano bisogno non avrebbero deluso noi giocatori neanche in questo caso.

Qualcuno forse lo hanno deluso fin dall’inizio, cambiando le fattezze di Tony Stark e soci in modo che differissero dalla saga cinematografica del MCU. E per fortuna vorrei aggiungere, riuscite ad immaginarvi l’ennesimo pessimo tie-in dove il 90% del budget viene investito solo nel cachet degli attori che devono prestare il proprio volto? Io sì e vi assicuro che sarebbe solo un altro pessimo tentativo di rifilarci un gioco senza anima, sono sicurissimo che non sarei neanche qua a parlarvi con questi termini.

Non sarei neanche qui a parlarvi con questi termini

Dopotutto non dimentichiamo che fu proprio un tie-in a far crollare il mercato nel lontano 1982. Senza contare, poi, che questo non è che l’ultimo di una lunga serie di videogiochi tratti da quel pozzo infinito che è la Marvel, tra le quali vorrei ricordare quelle piccole perle che uscirono durante l’era PS2 e che sicuramente la saga cinematografica più redditizia di sempre non ha bisogno di un videogioco a supportare la sua campagna marketing, avendo anche chiuso la parte “principe” più di un anno fa.

La sceneggiatura non si discosta troppo dallo stile che i fan dei film hanno imparato ad amare, devo dire che non mi è affatto dispiaciuta nonostante partissi con entrambe le sopracciglia alzate.
Cosa volete che vi dica, un giorno qualcuno disse che i film della Marvel sono come gli hamburger: diciamo pure che non si vive di solo gourmet ed il gioco ne è l’ennesima riprova.

I film della Marvel si differenziano da tutto il resto con una prerogativa quasi dogmatica: la spettacolarità. Esplosioni enormi, giochi di luci, palazzi che crollano e robot giganteschi. Non dimentichiamo però ciò che rende un film un vero appartenente alla serie, quella particolarità che negli ultimi dieci anni ha raggiunto qualunque film girato dalla Disney, ovvero il plot twist. Personalmente amo i film che offrono un buon colpo di scena sul finale, quel qualcosa in grado di farti cambiare punto di vista e ribaltare la situazione, peccato che sia diventato un evergreen e quando sai che ci sarà non avrà mai lo stesso effetto, senza contare che sono molto spesso telefonati.

Pellegrino in terra straniera

Metto le mani avanti da ignorante del fumetto quale sono: non so quanta aderenza alla parte cartacea ci sia nella storia, a partire dai personaggi che non conoscevo come Ms. Marvel ed il villain. Da povero inetto che ha visto solo i film e si li è goduti, come tutti tra alti e bassi, ho trovato una forte aderenza con quello che è stato e continuerà ad essere il Marvel Cinematic Universe. Ci sono state alcune missioni, ovviamente scriptate ma molto molto spettacolari, che ho gradito e che probabilmente rivedrò.

Durante le prime ore di gioco mi sono sentito come un pellegrino spaesato in terra straniera. Facevo fatica a non sentirmi in imbarazzo per le battute della giovane Kamala Khan, mi veniva da piangere ogni volta che chiedeva qualcosa ad Hulk ed ogni combattimento mi sembrava tirato fuori da un musou di supereroi. Penso di poter aver contratto quella malattia che su internet tutti chiamano “cringe”.

Durante le prime ore di gioco mi sono sentito come un pellegrino spaesato in terra straniera

Avete presente Dynasty Warriors? L’effetto era quello. Nonostante fin dai primi momento il gioco si prodighi nello spiegare le possibili combinazioni effettuabile da ogni eroe che sblocchiamo, non è che alla fine se ne senta questo grande bisogno. Mi sono trovato a ripetere quadrato quadrato triangolo un’infinità di volte, senza dimenticarsi del caro spam della schivata, per mietere file e file di poveri robot ignari di cosa stava accadendo. Ovviamente dobbiamo tener conto che ho giocato a difficoltà normale, ogni prima run merita di essere provata con tutti gli elementi che i developer hanno preimpostato per chi ne usufruisce.

Nota di merito, la difficoltà può essere cambiata prima di ogni missione andando anche ad aumentare o diminuire la rarità dei premi che otterrete alla fine di essa. Fatta questa precisazione, se inizialmente ero divertito dallo strapotere dei protagonisti, ben presto ho iniziato a provare una certa noia per la varietà di situazione che andava creandosi. Ogni missione ha luogo in una macroarea completamente esplorabile, passando dalla gelida tundra ad afosi deserti rocciosi, per arrivare all’interno di laboratori ultra tecnologici ed addirittura lo spazio. Peccato solo che dopo qualche missione molte aree sapranno un po’ di già visto e che gli enigmi ambientali (premi determinati pulsanti, rompi un muro, ecc.) non aggiungano chissà cosa ad una formula che rischia fin da subito di essere ripetitiva.

una formula che rischia fin da subito di essere ripetitiva

Fortuna vuole che, in una missione molto carina che non andrò a spoilerare, la situazione cambi ed a mio parere si faccia molto più interessante. I nemici iniziano ad andarci pesante e lo spam di due tasti non basterà a farvi avere la meglio, è necessario ponderare i colpi e la finestra d’azione sarà molto limitata. Il gioco introduce sin da subito malus ambientali e modificatori di missione che, se nelle prime ore di gioco potevate bellamente ignorare, renderanno necessaria una buona pianificazione nei momenti avanzati.

Menzione d’onore per le abilità uniche di ogni eroe, potenti mosse ad uso singolo gestite da un cooldown che, se durante le fasi iniziali mi sembravano solo mosse esageratamente tamarre e sbagliate, andando avanti si riveleranno la vostra unica ancora di salvezza durante le battaglie più complesse. Nota dolente le boss fight, spettacolari ma niente di che, tolto l’effetto “sono al cinema e sto guardando l’ennesimo capitolo di una saga che non vuole proprio finire”, vi assicuro che le ho trovate scialbe dal lato ludico, niente di nuovo sotto al sole dunque. Quindi sì, il gameplay si è rivelato a suo modo interessante, pur non inventanto niente di nuovo ed al netto di qualche incertezza ma ci vorrei tornare sopra più avanti.

GAaS

Quella dei Game As a Service è una di quelle etichette non troppo amate dalla community dei videogiocatori di tutto il mondo. Certo, vorrei puntualizzare che sono ben poche le etichette “universalmente” apprezzate, ed anche quelle che riuniscono la maggior parte della community troveranno qualche parola di disprezzo tra i commenti di un sordido blog nascosto nei meandri dell’internet.

Un buon GAaS solitamente deve riuscire ad offrire spunti al giocatore, motivazioni per continuare a giocare nonostante le attività di gioco, volente e nolente, offrano una certa ripetitività di fondo sul lungo andare: Destiny ha avuto una certa fortuna, a differenza del suo seguito Destiny 2, o anche Anthem. Al di là di quelle che possono essere le mie opinioni sul modello di business, perché di questo si tratta, vi rimando direttamente qui dove potrete capire meglio di cosa parlo quando dico GAaS.

Un buon GAaS solitamente deve riuscire ad offrire al giocatore motivazioni per continuare a giocare

La domanda è la seguente quindi: questo Marvel’s Avengers funziona come gioco stand-alone o è semplicemente un assaggio di quello che potrà essere un giorno lontano? Più nello specifico, possiamo considerare la campagna come propedeutica a quello che ci aspetta online o regge il confronto con altri giochi squisitamente single player?

Se avete letto l’articolo fino a questo punto, avrete visto che al netto di qualche incertezza la campagna regge benissimo il confronto con altri blasonati single player. Le 16 ore da me impiegate per raggiungere la fine non sono che la punta di un iceberg composto da missioni secondarie e ricerche di equipaggiamenti sempre più potenti. Come ho già scritto in precedenza la verticalità della curva di difficoltà rende ogni equipaggiamento utile e persino la ricerca dei tanti odiati collezionabili acquista un senso, in quanto anche essi garantiranno boost alle statistiche dei propri personaggi: ogni supereroe ha infatti uno skill tree dove potremmo cambiare al volo i perk, un sistema di level up ed un punteggio “potenza” dato dalle statistiche degli oggetti equipaggiati, permettendo la realizzazione di varie build e set up, sia in modo da trovare quella più congeniale al proprio stile di gioco sia per trovare la build in grado di farci superare con facilità quella missione che non riuscite proprio a superare.

la campagna regge benissimo il confronto con altri blasonati single player

Se in un gioco single player tutto questo può diventare fine a se stesso, relazionato ad un sistema multiplayer online che vedrà sicuramente uno sviluppo nel corso del tempo acquista un valore aggiunto, dato che anche tutte le missioni della campagna saranno affrontabili in compagnia di amici o di giocatori trovati con il matchmaking. Il futuro del “Servizio” infatti si preannuncia già roseo, in un Ask Me Anything su Reddit gli sviluppatori hanno rivelato diverse modalità in arrivo, tra qui i tanto adorati raid di massa. Gli amanti degli MMO troveranno pane per i loro denti più di quanto sia riuscito a fare io stesso, da scafato giocatore di single player il quale sono.

Conclusione

Marvel's Avengers
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Marvel’s Avengers è senza dubbio un prodotto riuscito, almeno ad una prima impressione, rivolto ai fan della saga americana tanto quanto è rivolto agli amanti dei giochi puramente action. La campagna è ben fatta, ricca di momenti narrativamente riusciti e che saprà tenervi impegnati per un soddisfacente numero di ore. Nel caso siate giocatori amanti del grinding sfrenato o vogliate passare qualche serata in compagnia di amici a fare a pezzi robot l’acquisto è ugualmente sensato: per come è strutturato il gioco non siamo che agli inizi di un percorso che andrà a rendere i contenuti sempre più coinvolgenti e soddisfacenti, arrivando a solleticare i palati di molti anche sulle console (il supporto per Xbox One Series X e PS5 è già stato confermato) di nuova generazione.

Ci tengo solo a ribadire che il mio è un giudizio in qualche modo parziale, dato che non può che migliorare (difficilmente è possibile un peggioramento date le buone basi, ma non totalmente escludibile) con i contenuti già annunciati che arriveranno a breve, come i Raid o Hawkeye nuovo personaggio giocabile, ed i contenuti che spero verranno aggiunti se la community verrà ascoltata da Crystal Dynamics ed Eidos Montréal.

Certo, esistono action migliori ma questo Marvel’s Avenger merita sicuramente una possibilità in attesa di uscite più succose su next gen. Se non altro ho imparato ad apprezzare anche quel povero omone verde, rozzo ed incompreso.

Verdetto
8 / 10
Mai avrei detto che parte di me sarebbe riuscita a provare qualcosa oltre al cringe che già provavo per Hulk. Buona la prima.
Commento
Marvel's Avenger è uno di quei prodotti che ha bisogno di pazienza e tempo per essere capito appieno. Chi lo abbandona sullo scaffale perché la faccia di Tony Stark non è quella di Robert Downey Jr. non merita commenti. Chi vorrà provarlo e, perché no, perdersi con amici tra ricchi loot e minacce meccaniche non avrà molto di cui pentirsi.
Pro e Contro
Campagna ottima
Vi terrà impegnati per un bel po'
Gameplay tutto sommato interessante...

x ... che purtroppo non inventa niente di nuovo
x Lo spettro della ripetitività si sente
x Tanto grinding

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