Luca D'Angelo

Speciale I giochi per cellulare: vi ricordate Snake?

Oggi vi basta più che mai un cellulare per avere i giochi del momento

Si dice in giro che i giochi per cellulare non esistano più – e ce ne vuole di coraggio per ammetterlo. Nel 2020 più che mai il mobile gaming è una punta di diamante per l’industria videoludica al pari delle console e dei PC. Soltanto che si sente parlare più spesso di alcuni giochi che di altri – e quindi, che interpretazione si dà a questo fattaccio? “I giochi per cellulare stanno morendo”. “Il mobile gaming presto ci lascerà”. In quanto giocatore assiduo tanto di console quanto di giochi mobile non riesco a credere che davvero nessuno si sia accorto di come stanno le cose – intendo, nessuno fuori dal campo. Eppure è così: a volte il mobile gaming è considerato defunto dai più.

Vivete ancora in un mondo di solo Snake?
Non Snake di Metal Gear. Il gioco: quello con il serpente che inghiotte topi e diventa sempre più grande, fino a non poterlo nemmeno più controllare (poco inclusivo e un velato insulto a chi di buona forchetta, mia ironica opinione). Una buona descrizione di cos’è oggi il mobile gaming. Mi ricordo quando tenevo in mano quel Mjöllnir di un Nokia 3310, che già vedere qualcosa su quello schermo era prova di forza. Passavo da Snake all’editor di toni, poi di nuovo a Ginevra – il gioco con l’astronave. E poi mi prendevo pure le sbroccate di mia nonna per averle toccato il telefono. L’evoluzione del mobile gaming me la sono vista tutta, da Snake a Splinter Cell mobile e The OC visual novel (sì, “anowanauè“) vissuti tra i banchi di scuola. Arriva poi l’iPod Touch del ’15/’18, consumato da Sir Lovalot – pace all’anima sua – e un MMORPG che mi aveva preso da morire, The World of Magic (giusto il tempo di ricordarlo che l’ho scaricato di nuovo).

Ma lo avete mai aperto il Play Store? (o App Store)

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I “giochini” Tutti a chiamarli così, eppure il tempo ce lo spendete
Se non avete mai studiato a fondo cosa contiene lo store del vostro telefono, questo articolo per voi sarà un’epifania. Facciamo subito un paio di nomi ben noti: Candy Crush, Football Manager, Angry Birds (di cui per qualche motivo si è sentito il bisogno di fare un film). Questi tre li avete quasi sicuramente almeno sentiti nominare, re di una categoria di “giochi-passatempo” per chi ha voglia di svagarsi senza troppo impegno. Con giusto l’impegno che basta, diciamo. Candy Crush in particolare è un best seller tra i giochi mobile.

Ma c’è molto di più. Certo, parlo anche di Pokémon GO, che se parliamo di best seller dei giochi mobile sta subito dietro a Candy Crush (secondo Statista). Forse non il primo, ma sicuramente il portabandiera dei giochi che sfruttano la realtà aumentata, popolando una mappa reale del mondo in cui viviamo con i celeberrimi mostriciattoli tascabili GameFreak. “GO”, uscite e giocate, con l’attenzione di cui c’è sempre bisogno nel mondo reale ma per ottenere benefici diversi dal semplice svago: passeggiate, nuovi incontri, e così via. Un’idea rivoluzionaria che va ben oltre la realtà aumentata, tramite cui il gioco invade la nostra vita e la supporta.

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Dall’Oriente con furore…
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OP Treasure Cruise Il best seller dei giochi mobile gacha (in Giappone)
Dal Giappone poi arriva una categoria particolare, quella dei gacha. Monster Strike, Puzzle&Dragons, One Piece Treasure Cruise: veri e propri franchise che nel Sol Levante fanno la fortuna delle software house. I gacha devono il peculiare nome a un’onomatopea giapponese. Avete presente la versione in miniatura degli “ufo catcher” detti “l’Artiglio” – colui che decide chi va via e chi rimane? Quella in cui inserite un euro, girate la manopola e scende la capsula con il giochino? Ecco, quel rumore è “gacha” (o gasha) in giapponese. Che dire, non potrebbe essere più azzeccato vista la meccanica su cui si basano. Nei gacha games infatti otterrete personaggi o oggetti di gioco avviando una ricerca casuale tramite un apposito pulsante, e una schermata in cui dovrete effettuare azioni come tirare verso di voi. Sì, c’è chi ci spende soldi – ma prima di criticare pensate che ne hanno la libertà.

La fortuna che i gacha hanno raccolto in Giappone ha portato alcuni di questi giochi anche nel nostro occidentale cellulare. Non giochi simili, proprio questi: alcuni, appunto, hanno una versione “globale” – per il resto del mondo – sebbene con una buona guida e poche micche si possa usufruire anche direttamente delle versioni giapponesi. Anche Dragon Ball ha i suoi gacha: Dokkan Battle e Legends sono nomi molto conosciuti in terra nostrana.

I giochini giapponesi terrorizzano anche l'Occidente

Se non avete mai giocato Pazudora o Monsto, come piace chiamarli ai giapponesi, non c’è da farvene una colpa. Sappiate però che le meccaniche proprie dei gacha sono molto più usate di quanto pensiate nei giochi mobile occidentali. Laddove i parenti nipponici mungono fino a seccarli i franchise dei loro cartoni animati, la nostra fantasia sembra sfogarsi in questo campo. Durante un video YouTube vi saranno capitate pubblicità di Raid Shadow Legendsdai, non posso essere l’unico – o di Clash Royale. Questi sono giochi nati dal nostro lato del mondo, e in molti è sfruttato un sistema di ottenimento casuale di personaggi o oggetti (le lootbox).

Da uno scoppio di colori con i contorni netti e definiti si salta ad altri mondi (sempre fantastici) con un impegno quasi paradossale sulle texture, e che a distogliere un attimo lo sguardo non si capisce se si sta ancora guardando il gioco o il giardino di casa. Salta subito all’occhio come il concetto di giochi mobile sia profondamente diverso in Giappone rispetto all’Occidente (o viceversa). Se in Occidente si sviluppano per puro celodurismo giochi come Infinity Blade, in Giappone sono molto popolari titoli dalle meccaniche stile pinball (come Monster Strike). Ma a volte i due mondi collidono, come dimostra il buon Mobius Final Fantasy di Square Enix.

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Apriamo per qualche riga un breve necrologio.
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I Bitmap Books Non possiamo dimenticare un videogioco
Giocando Mobius per la prima volta mi venne un colpo a scoprire che anche i giochi per cellulare potevano avere una bella grafica. Quelli più “realistici”, intendo, non in stile cartone animato. Se la saga di Final Fantasy è famosa per i picchi di grafica, Mobius non si fa parlare dietro – tanto più che ne è stato realizzato un porting per Steam. Unito alla storia di un Final Fantasy che raccoglie in sé anche le vecchie leve della saga, dispiace abbastanza che alla fine il producer per qualche motivo abbia deciso di chiudere i server. Pur non avendo io giocato granché a Mobius.

Perché è finita? Evidentemente il gioco Square Enix poteva non essere così di successo. Ad esempio perché come gli altri implementa un sistema di microtransazioni, ma più costoso dei suoi parenti – al punto che forse la software house non ha più potuto o voluto sostenerlo. Ai posteri l’ardua sentenza, si suol dire, e non possiamo che speculare come appena fatto sul perché dell’azione. Certo è che di fronte a molte storie di successo risaltano di più gli insuccessi, specie considerando che Square Enix di successi mobile ne ha avuti molti. Uno di questi è Kingdom Hearts Unchained X, un gioco inizialmente online per PC poi trasferitosi su cellulare, evolutosi infine in Kingdom Hearts Union Cross. Entrambe saghe di cui Square Enix tiene a sottolineare l’importanza, arricchendole constantemente di novità perché il pubblico non le dimentichi.

Anche il mobile gaming è una valvola di sfogo della fantasia.

Una grafica spettacolare è forse l’elemento più distintivo dei giochi mobile occidentali – anche se, come prova Dragon Ball Legends, nemmeno i giapponesi si fanno sfuggire l’occasione. Dicevamo che se in Giappone si prediligono i colori vivaci, i developer dell’ovest prediligono una grafica iper realistica e più vicina possibile a quella di una console. Call of Duty, il famoso FPS, è uno dei nomi più importanti ad aver piantato bandiera nei cellulari nostrani, ma il roster conta anche Tekken e Mortal Kombat. E c’è anche Fortnite, dio solo sa come quel gioco fa a far sempre parlare di sé.

Di Pokémon GO ho già parlato, ma non fa mai male sottolineare l’impegno di Niantic nel promuovere la cooperativa come nuova modalità multiplayer. Da ricordare poi che la compagnia è stata in prima linea nell’aiutare i giocatori ad affrontare la quarantena, rimodellando quasi da zero il concept dietro il suo pargolo. Ultima importante considerazione su GO, il produttore Niantic offre i suoi strumenti di sviluppo ad esterni nell’ottica di premiare i lavori migliori.

Tirando le somme, una piattaforma di tutto rispetto.
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Mondo Minecraft Qualcuno lo usa per diplomarsi durante la quarantena
Seppur con dei limiti molto ristretti rispetto alle console anche i nostri smartphone ospitano numerose perle, chiamando a sé addirittura grandi nomi dell’industria. Basti pensare al recente annuncio dell’arrivo di SINoALICE, dallo stesso sviluppatore di NieR: Automata. No, i giochi per cellulare non stanno morendo – e anzi non sono mai stai più fiorenti e c’è solo l’imbarazzo della scelta. Sono quasi tutti gratuiti, e gli sviluppatori sono sostenuti da un sistema di microtransazioni interne che genera ovviamente non poche discussioni. È giusto murare i migliori item del gioco dietro un pagamento? È giusto che chi paga soldi reali non venga premiato, e che anzi spesso sia il “free to player” a ottenere di molto meglio? Argomenti scottanti e sempre aperti, e tra l’altro abbastanza discutibili da uno o dall’altro lato.

Il mobile gaming non sta morendo, se lo sentite dire è solo perché qualcuno rosica di aver speso soldi per ottenere qualcosa di diverso da ciò che sperava. Qualcosa di ottimo, magari, ma non quello che sperava – e quindi in cuor suo si augura che il gioco che lo ha ferito venga boicottato, e che qualcuno perda il lavoro per questo (seems legit). Non date ascolto a ciò che non avete visto coi vostri occhi, e non fatevi influenzare troppo: aprite quel c***o di store del cellulare. Pensate che dietro a ogni gioco c’è una mente, e che gli strumenti di alcuni possono addirittura farvi diventare la mente. Ma anche se questo non vi interessa, non ci pensate. Cosa vi piace di più? Lo sparatutto? Il picchiaduro? Il gacha stile giapponese, la visual novel?

Finché voi non vi staccate dal telefono, i giochi per cellulare non saranno morti.

#LiveTheRebellion