Come ogni anno lo staff di I Love Videogames seguirà da vicino l’E3 2016, offrendovi una copertura completa dell’evento videoludico dell’anno. In attesa dell’inizio dell’edizione 2016 della kermesse losangelina, vi proponiamo una serie di speciali, nei quali andremo ad analizzare cosa aspettarci dalle conferenze di quest’anno, facendo il punto della situazione in base ai vari rumor usciti in questi mesi:

Aspettando l’E3: Speranze e Paure

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Sperare per il meglio e prepararsi per il peggio. Questo è sempre stato, forse, il modo migliore per prepararsi all’E3 di ogni appassionato Nintendo. Da anni la fiera losangelina distribuisce ai fan della grande N momenti di vera gioia e di pura disperazione in percentuali variabili ed imprevedibili. Basti pensare all’E3 2004 con il pubblico in lacrime dopo lo spettacolare trailer di annuncio di The Legend of Zelda: Twilight Princess, oppure all’E3 2008, con l’imbarazzante performance di un certo Ravi Drums, salito sul palco non si sa bene se a dare una dimostrazione di Wii Music o ad esibirsi nella simulazione di un attacco epilettico. Da un paio d’anni la casa di Kyoto ha preso la controversa decisione di non tenere una conferenza dal vivo in occasione della fiera, affidandosi ad un format costituito da un Digital Event, una sorta di Nintendo Direct sotto steroidi, e Nintendo Treehouse, uno streaming nonstop dai padiglioni della fiera, dove i dipendenti del dipartimento Treehouse danno dimostrazioni di gameplay dei giochi in prova, commentandoli assieme a sviluppatori ed ospiti speciali. Una formula anche questa con alti e bassi: ha funzionato molto bene nel 2014, mentre lo scorso anno ha portato ad uno showcase per certi versi deludente.

Less is More?
tocca amaramente constatare come Nintendo abbia deciso di diminuire ulteriormente la sua presenza
Quest’anno si cambia nuovamente, e tocca amaramente constatare come Nintendo abbia deciso di diminuire ulteriormente la sua presenza. Nessun Digital Event, solo due giornate piene di streaming Treehouse, seguite da un evento interamente dedicato a Pokémon. La grande N ha deciso di portare un solo gioco sullo showfloor di Los Angeles, il nuovo The Legend of Zelda per Wii U ed NX, in versione giocabile Wii U. I giornalisti presenti in fiera potranno provare una demo del gioco piuttosto corposa, visto che sono stati avvertiti di riservare dai 60 ai 90 minuti solo per questa. Zelda sarà protagonista del primo giorno di streaming Treehouse, il 14 Giugno alle ore 18:00, che ad eccezione di un breve segmento dedicato a nuove informazioni su Pokémon Sole e Pokémon Luna, sarà interamente riservato al canto del cigno di Wii U. Il 15 Giugno alle ore 19:00, invece, Nintendo Treehouse ci mostrerà una manciata di titoli in dirittura d’arrivo su 3DS e Wii U: Monster Hunter Generations, Dragon Quest VII: Fragments of the Forgotten PastTokyo Mirage Sessions #FE, oltre che una sessione di Q&A con gli sviluppatori di Pokémon Go. Il 16 Giugno alle ore 16:00, infine, avremo un’evento speciale interamente dedicato al mondo Pokémon, su cui i dettagli ancora scarseggiano.
Nintendo NX

L’ombra di NX sull’E3 di Nintendo
Che dire? Per quanto sia alto l’interesse per i titoli previsti, grande è la delusione per un programma così scarno e soprattutto povero di novità. A meno di sorprese dell’ultimo minuto (ci speriamo, ma non ci contiamo), Nintendo non farà alcun nuovo annuncio a questo E3 2016. Se è bello vedere così tanto spazio dedicato ad un titolo dal pedigree altissimo come Zelda e la confidenza che Nintendo ha nel proporlo come unico titolo in prova, dall’altro lato il rischio è che passi l’idea di una casa ormai rinunciataria nelle sue politiche, poco votata al futuro e sul viale del tramonto. In realtà sappiamo che non è così.

All’E3 2016 di Nintendo il convitato di pietra è chiaramente NX
All’E3 2016 di Nintendo il convitato di pietra è chiaramente NX, la nuova console, presumiamo casalinga, che dovrebbe venir lanciata nel Marzo 2017. Questo E3 poteva essere l’occasione perfetta per presentarla a stampa e pubblico, e forse Nintendo ha anche valutato quest’opzione. Probabilmente la console non è però ancora pronta per essere svelata, e ciò ha costretto la grande N a cambiare i piani in corsa. Con NX in sviluppo è presumibile che gran parte dei team della casa giapponese siano già al lavoro sui giochi di lancio, abbandonando Wii U e 3DS. La scelta di mostrare soltanto Zelda, alla fine, è stata l’unico ripiego possibile in questa situazione.

Una grande responsabilità
il team di Aonuma dovrà saper dimostrare di essere in grado di rendere Zelda nuovamente rilevante
Ma il peso sulle spalle del nuovo Zelda non è solo quello di dover segnare il goal della bandiera in una partita altrimenti persa a tavolino. A distanza di 5 anni da Skyward Sword, e dopo numerosi rinvii, il team di Aonuma dovrà saper dimostrare di essere in grado di rendere Zelda nuovamente rilevante nel mondo videoludico. Pur mantenendo un livello qualitativo molto alto, è innegabile che gli ultimi capitoli 3D del franchise abbiano sofferto una certa stagnazione. Salvo poche modifiche, la formula degli Zelda 3D è sempre la stessa dai tempi di Ocarina of Time. Sono passati ben 18 anni dal capolavoro Nintendo 64, e quel design mostra i segni del tempo. In realtà li mostra già da qualche anno, gli sviluppatori hanno dimostrato di essersene accorti e tentato di porvi rimedio, con alterno successo, con Skyward Sword. Ma il nuovo Zelda dovrà fare di più del capitolo Wii della saga. Con gli anni, episodio dopo episodio, la serie è sempre più passata dall’essere un action-adventure ad un puzzle-adventure. Nulla contro i puzzle, visto che Skyward Sword ha dato dimostrazione di grande creatività, riuscendo a non riciclare praticamente mai gli enigmi dei precedenti capitoli, ma per rendere il gioco più coinvolgente e più vicino allo spirito delle origini il combattimento dovrebbe tornare ad avere un ruolo primario, non solo come livello di sfida, ma anche restituendo dignità alle varie armi secondarie. Negli ultimi capitoli casalinghi sono sempre più state utilizzate con funzione di “chiave” piuttosto che di arma. I giochi di Zelda funzionano dando al giocatore l’illusione dell’esplorabilità dell’overworld. In realtà, tutte le strade apparentemente possibili sono eventualmente bloccate da ostacoli di varia natura, ad eccezione di una. Così il giocatore viene forzato a seguire il percorso pianificato dagli sviluppatori fino al dungeon successivo, dove troverà una nuova arma od oggetto che gli permetterà di accedere ad una nuova area precedentemente bloccata. Negli ultimi Zelda le armi hanno avuto proprio questa funzione, limitando la loro utilità solo al dungeon in cui vengono rinvenute ed alla successiva sezione dell’overworld, finendo poi nel dimenticatoio col dungeon immediatamente successivo. Sarebbe bello uno Zelda in cui le armi secondarie non hanno questo ruolo “usa e getta“, ma sono integrate in maniera significativa nel corso di tutta l’avventura.

the legend of zelda

 

Fixing Zelda
La struttura dell’overworld è il secondo grande problema: spesso troppo grande e vuoto, solo falsamente open world. Skyward Sword dava una soluzione radicale ed originalissima a questo problema, a suo modo davvero brillante. Prendeva la linearità mascherata degli Zelda e la rendeva esplicita, trasformando l’overworld in una serie di percorsi, corridoi e stanze che portano al dungeon successivo, diventandone difatti un’estensione.

Il nuovo The Legend of Zelda sembra aver intrapreso la strada opposta, con un vero open world
Il nuovo The Legend of Zelda sembra aver intrapreso la strada opposta, con un vero open world. In questo caso il rischio di cadere nei vecchi vizi riemerge, ma se il mondo di gioco venisse davvero realizzato bene, non vuoto ma vivo, pulsante, con piena libertà al giocatore e tante cose da fare, ci troveremmo di fronte ad un titolo in grado di stare fianco a fianco con i vari The Witcher 3, Fallout 4, perfino lo Xenoblade Chronicles X della stessa Nintendo. L’ultimo problema che il nuovo The Legend of Zelda dovrà risolvere è il cosiddetto handholding, il prendere per mano il giocatore come se fosse un bambino. Presente in tutti i capitoli della saga, Twilight Princess e Skyward Sword ne sono maggiormente colpevoli. In entrambi i capitoli il gioco ci mette ore ad ingranare, diluendo le fasi di gameplay con spiegazioni lunghe e prolisse ed introduzioni poco interessanti. Non c’è capitolo moderno di Zelda, poi, che non presenti un invadente sidekick di Link pronto ad informarlo di ogni minima cosa. Troppi spiegoni, troppe interruzioni del flusso di gioco, e soprattutto scarso rispetto per l’intelligenza del giocatore. Spesso è più divertente essere lasciati liberi di sbagliare: sperimentare, fallire, capire da soli è molto più interessante che sorbirsi la solita interruzione della Navi di turno che spiega per filo e per segno dove andare e cosa fare. Questi tre problemi storici di Zelda sono le sfide che il team di Aonuma è chiamato ad affrontare. Se sarà riuscito a farlo in maniera adeguata, allora sì che potremo dire che The Legend of Zelda ha salvato l’E3 2016 di Nintendo.

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