Quinto posto: Danganronpa Another Episode: Ultra Despair Girls
Il mio amore verso certe visual novel è esploso negli ultimi anni e culminato l’anno scorso con la serie di Danganronpa. L’uscita di un nuovo capitolo, uno spin-off che si va a collocare fra i primi due episodi, rispondendo e facendo luce su alcuni eventi lasciati in sospeso ha attirato da subito la mia attenzione. Pur proponendo un gameplay totalmente differente (del resto in ambito di spin-off tutto è lecito), Another Episode è un titolo che funziona (sorvolando sulla macchinosità dei controlli e della gestione della telecamera), riuscendo a riproporre perfettamente le atmosfere e le tematiche tipiche di Danganronpa. Unica nota stonata, una certa lentezza complessiva, specialmente nelle fasi finali, che denota quanto certe scelte stilistiche funzionino maggiormente nella formula originale, dove la partecipazione attiva del giocatore coinvolge maggiormente rispetto ad un “normalissimo” filmato.

 

Quarto posto: Lost Dimension
Una delle sorprese di quest’anno l’ho avuta con Lost Dimension, JRPG con elementi tattici dalle tematiche che ricordano (più o meno vagamente) serie come Danganronpa e Zero Escape. Lost Dimension è un titolo senza troppe pretese, impegnativo quanto basta e con un buon battle system, che basa tutto il suo fascino su un sistema che prevede l’uso combinato di più personaggi tramite il loro posizionamento sul campo. Ed è proprio questo, unito ad una storia interessante non priva di misteri (che necessita però di una seconda run per poter essere assaporata a pieno) ad aver catturato il mio interesse ed avermelo fatto apprezzare fino in fondo, aiutato forse, anche da una release in pieno periodo estivo, dove l’assenza di titoli di rilievo e la possibilità di giocarlo su PS Vita hanno contribuito a questo meritato successo.

 

Terzo posto: Monster Hunter 4 Ultimate
E poi c’è lui, l’hunting game per antonomasia. Non c’è storia che tenga, si può avere uno scivolone con uno dei tanti “cloni” ma ogni volta che Capcom sforna un nuovo capitolo di una delle sue serie di punta non ce n’è per nessuno. Sono centinaia (e per vergogna eviterò di dire quante) le ore passate su Monster Hunter 4 Ultimate, da solo, ad affrontare finalmente una storia degna di questo nome, o in compagnia di amici e sconosciuti online pur di salire di rank e sbloccare nuovi equipaggiamenti. MH4U poi va ad introdurre numerose novità, come i salti acrobatici legati ai personaggi, ora capaci di attaccarsi ai mostri ed infierire ulteriori danni, un level design più verticale o le nuove armi, su tutte il Falcione Insetto, un amore a prima vista. MH4U è uno di quei titoli che puoi mettere da parte, ma sul quale torni sempre con piacere, magari ogni qual volta esce un nuovo DLC (sempre gratuiti, sia chiaro) giusto perché introduce qualche nuova arma o qualche set tematico (combattere nei panni di una sexy Samus Aran indossando la Zero Suit non ha prezzo). Ed ora, a quasi un anno dalla sua uscita, son qua che bramo senza sosta il nuovo capitolo, Monster Hunter X, che promette di essere un punto di svolta per la serie.

 

Secondo posto: The Legend of Zelda: Tri Force Heroes
All’annuncio di Tri Force Heroes, non nego che le sensazioni provate sono state contrastanti: da un lato i piacevoli ricordi di quanto “vissuto” con Four Swords, dall’altra una preoccupazione verso un titolo prevalentemente dedito al multiplayer, in un campo, quello dell’online ancora fin troppo acerbo per Nintendo (anche se abbiamo visto che Splatoon è l’eccezione che conferma la regola). Una volta arrivato il gioco però si è rivelato una droga, grazie allo spirito “zeldoso” che si respira e al sistema dei costumi che ampliano le possibilità di ogni giocatore, anche se con le dovute precisazioni. In singolo è una vera tortura, ed è impensabile decidere di affrontare alcune sfide in solitaria facendosi carico di tutto. Dove invece Tri Force Heroes da il meglio di se è proprio in più giocatori, dove ognuno ha la sua parte e il suo ruolo, e la collaborazione sarà la chiave per il successo. Anche qua non son tutte rose e fiori però. Triforce Heroes ti obbliga moralmente a ricorrere a degli amici fidati (vero Guido?) perché ogni volta che ci si affiderà a qualche sconosciuto tramite il matchmaking, sistematicamente ci troveremo a che fare con incompetenti patentati che non hanno la minima idea di cosa fare, quitter desiderosi di andarsene poco prima del boss del dungeon e maniaci della chat tramite icone (categoria della quale aimè appartengo) che esprimono tutto il proprio malessere sociale in maniera fastidiosa, spammando Link armati di pon pon a profusione. Scremato del disagio online e trovate le persone giuste è difficile trovare un motivo per staccarsi dal 3DS, e il divertimento che ne scaturisce non è secondo a nessuno, tanto da renderlo una delle migliori esperienze cooperative dello scorso anno.

 

Primo posto: Mario & Luigi: Paper Jam Bros.
Le fantasie dei giocatori più incalliti possono riguardare le più svariate perversioni. Una delle mie è da sempre vedere le due serie ruolistiche di Nintendo dedicate al suo idraulico baffuto unite in un unico titolo. E il 2015 ha visto avverarsi questo sogno. Dopo l’ottimo Dream Team Bros le aspettative per un nuovo capitolo di Mario e Luigi erano altissime. Con questo crossover, che vede la partecipazione di Paper Mario, la serie riesce a bissare con un altro episodio che fa dell’umorismo demenziale il suo cavallo di battaglia. Mario e Luigi: Paper Jam è un gioco dalle meccaniche ormai collaudate che sa farsi amare per la sua genuinità a tutto tondo. Ora ignaro di quello che potrebbe riservare il futuro, continuo a sognare, magari un Paper Mario che ricambi il favore e ospiti i due fratelli. Nintendo assumimi come uomo delle idee geniali, su!


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