Pietro Iacullo

Speciale Speciale Fiere: Paris Games Week 2015

Avvertenza: nel corso dell’articolo verrà ovviamente dedicato dello spazio ai titoli che mi è stato possibile provare durante la manifestazione. Visto che però nella stragrande maggioranza dei casi di questi è già presente nel nostro archivio un’anteprima ad-hoc (scritta da me o dai colleghi che la settimana prima sono stati alla Milan Games Week) ho preferito trattare il tutto con un piglio più personale. Per delle considerazioni più “istituzionali” vi rimando quindi agli appositi articoli, dove presenti.
 

Penso che possiamo tranquillamente saltare tutta la trafila che dal pieno di una frazione dell’entroterra veneziano (parto da quello che sarà pure un avamposto nel nulla, ma almeno rispetto all’avamposto nel nulla dove mi risveglio abitualmente la mattina è a soli 20 minuti dall’aeroporto) mi porta al Parc des expositions di Porte de Versailles, Parigi, dopo un’oretta di aereo, qualche fermata di autobus e una decina di minuti in tram. Fortunatamente il 27 Ottobre la Paris Games Week è aperta da mezzogiorno in poi per i soli addetti ai lavori (giornalisti, espositori e brutta gente come per esempio noi), per cui dopo un rapido pit-stop in albergo ci sono circa tre ore di tempo da occupare visitando gli stand prima di andare alla conferenza Playstation, main event della giornata.

 

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Nemmeno il tempo di entrare che Nintendo ti ricorda subito che ormai i borseggiatori sono obsoleti, ci pensano direttamente loro a fregarti tutto il contante disponibile grazie agli Amiibo. Tra l’altro gran bello quello di Shovel Knight (seconda fila dal basso a sinistra)

 

La prima tappa obbligata è l’enorme area dedicata a Playstation, dove oltre allo stand dedicato a Rigs (chiuso, ma uno degli addetti ti suggerisce di ripassare il giorno dopo) e a quello, di fronte, dove si può provare Playstation VR su appuntamento, tra le altre cose c’è una sezione a tema Star Wars Battlefront. Decidi di occupare la mezz’ora che hai a disposizione prima di poter provare il visore di Sony qui, provando la modalità cooperativa ad orde disponibile: l’impressione è sicuramente buona (dopotutto DICE non è esattamente l’ultima arrivata in fatto di sparatutto) e il tempo dedicato a difendere la navetta indicata dall’HUD dalle forze imperiali e dalle loro occasionali incursioni a bordo di AT-ST riesce a farti ingannare buona parte dell’attesa.

 

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Un AT-AT in salotto effettivamente sarebbe di impatto

 

Per una serie di incastri cosmici fortunati la demo di Playstation VR che riusciamo a provare non rientra tra quelle portate alla Games Week milanese: il nostro scopo, nei panni di un ragazzino catapultato su una piattaforma popolata da robot ostili, è quello di procedere nell’esplorazione risolvendo i vari puzzle ed enigmi che incontriamo sulla strada (cose come usa la manopola del vapore per “intrappolare” un nemico, sali su una gru per abbattere gli ostacoli che bloccano il passaggio eccetera). Nulla di particolarmente eclatante sotto l’aspetto ludico, ma presa come tech-demo delle potenzialità del visore (cosa che effettivamente voleva essere) da un assaggio di quelle che possono essere le possibilità del prodotto. Di certo a questo punto la determinazione a provare Rigs la mattina successiva guadagna un bonus di qualche punto. Prima di uscire dall’area Sony per andare a vedere il più possibile adesso che le code sono ridotte al minimo c’è l’occasione di notare un’area con diversi schermi spenti che sembra dedicata ad un certo cacciatore di tesori. Vuoi vedere che…?

 

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Ingolosisciti pure, che tanto per adesso ti devi accontentare dell’area dedicata alla Nathan Drake Collection.

 

HTC ti risponde per il momento picche (ti fai fissare un appuntamento per le 18.00 del giorno dopo, visto che la Realtà Virtuale la stai più o meno aspettando da quando avevi 5 anni), Square Enix invece non ti dice di no e dopo aver un po’ invidiato chi è passato per la Milan Games Week riesci a rifarti provando finalmente un po’ di Just Cause 3. L’idea che ti fai è quella di qualcosa di molto simile al secondo capitolo con qualche limatura a far funzionare un po’ meglio il tutto (il rampino di Rico per esempio adesso si può usare anche per eseguire uno scenico calcio volante contro il nemico di turno), anche se bisognerà vedere all’uscita quanto c’è di “more of the same” e quanto invece è stato aggiustato.

 

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Spero che non intendano farmi giocare al Grande Fratello con Vive

 

Nell’area dedicata a Bandai Namco noti vari cartelloni e materiale simile inneggianti a Dark Souls 3 e, anche se devi ancora finire il primo e passare al secondo capitolo, decidi che tanto provare il terzo è comunque gratis (a parte il costo dell’aereo. E dei mezzi pubblici per arrivare in fiera. E l’albergo. Ritiro la precedente affermazione va). Dopo un paio di morti abbastanza evitabili che ti vedono nell’ordine cadere da un’altura e farsi fregare da un cavaliere dotato di spada e scudo qualunque ti viene il dubbio che forse sia il caso di fare un attimo più sul serio e ti vendichi abbattendolo con un paio di attacchi alle spalle e giocando un po’ con schivate e parate. Una quindicina di minuti dopo esci, scavalcando i ragdollanti cadaveri dei nemici abbattuti, relativamente certo che Dark Souls 3 sarà quantomeno un parente molto prossimo ai primi due capitoli della serie, e che ad ogni buon conto impersonare dei personaggi così “pesanti” non fa esattamente per te. Speriamo che qualcosa di vagamente riconducibile a Bloodborne a Miyazaki sia rimasto appiccicato.

 

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You must defeat Sheng Long to stand a chance (si, non c’entra un nulla ma volevo fare una citazione da giocatore vecchio)

 

Circa 40 minuti e 17 fermate di tram dopo, accompagnati da alcuni stuart che per tutto il tragitto in tram hanno tenuto sospesi in aria alcuni palloncini con i simboli X, Cerchio, Quadrato e Triangolo arriviamo sul posto scelto per la conferenza Playstation: l’Espace Grande Arche. Sbrigate le dovute pratiche burocratiche per la registrazione ci prepariamo per la presentazione, mentre sul palco a rotazione si possono vedere dei titoli in azione (tra gli altri Fat Princess Adventures, Shadow of The Beast ed il surreale What Remains of Edith Finch). La conferenza, non trovi altro modo per descriverla, è dannatamente “forte”: data di Street Fighter V (molto divertente il siparietto tra Ono ed Harada di Tekken, salito sul palco subito dopo), trailer inedito del già citato Star Wars Battlefront (che ti suscita un po’ di tristezza quando nessuno ride al “non succederà di nuovo” di Boba Fett), Harada che proprio nel ventennale di Playstation promette finalmente di spiegare qualcosa sul clan Mishima e sul Gene Devil, Horizon giocato in presa diretta… Insomma, faccio direttamente prima a indirizzarvi alla pagina dedicata agli annunci fatti. Le uniche note negative riguardano un certo abuso di “etichette” del tipo “First on Playstation”, che se da una parte sicuramente sulla scatola renderanno immediatamente chiaro la situazione del titolo (esclusiva, esclusiva temporale o solo sul piano dei contenuti) dall’altra permettono di mescolare dialetticamente le carte quando si sale su palchi di questo tipo, limitandosi a parlare di esclusiva senza poi andarne a dettagliare il tipo. Ma se questa è una questione semantica (di cui mi rendo conto che magari frega anche poco) abbastanza più condivisibile penso sia il fastidio per il rinvio di No Man’s Sky a Giugno. Un altro rinvio e tra l’altro si è ancora visto pochino a parte l’aspetto artistico del tutto.

 

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Il palco della conferenza a due nanosecondi dall’inizio

 

Tornati alla Games Week per l’After Party organizzato da Sony c’è modo, confermando i sospetti della mattinata, di toccare con mano il multigiocatore di Uncharted 4, che riassumendo al massimo l’esperienza sembra finalmente aver trovato il suo posto nell’economia dell’offerta ludica. È vero che senza dubbio era una componente che si lasciava giocare già prima, ma (personalmente) prima era un semplice riempitivo, quasi una cornice all’esperienza principale, mentre adesso il potenziale per rappresentare qualcosa in più c’è tutto. Riesci a mettere le mani, avventurandoti lungo una sorta di corridoio di fianco all’area di Battlefront, anche su Gravity Rush Remastered (che beh, è Gravity Rush rimasterizzato, non c’è moltissimo da dire… Visivamente sembra ancora dannatamente ispirato), Alienation (in buona sostanza Dead Nation sotto steroidi e decisamente più frenetico. In attesa di vederci più chiaro su Matterfall, mi piace) e Shadow of the Beast, con a sorpresa il CEO di Heavy Spectrum (Matt Birch) che ti intercetta dopo la prova per chiederti delle tue impressioni. Mentre chiami a raccolta tutte le conoscenze d’Inglese per non fare una figuraccia ti passa per la mente la considerazione che, indipendentemente dalla lingua, dal posto o da quello che fai nella vita, scambiare due chiacchiere tra appassionati di videogiochi è banalmente sempre un piacere.

 

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Lo stilosissimo caricabatterie presente sui tavoli della saletta stampa

 

La giornata si conclude con una presentazione a porte chiuse dedicata a Gravity Rush 2, che sicuramente sei contento di poter finalmente vedere arrivare sul mercato anche se la cosa ribadisce, una volta di più, quello che avevi ipotizzato già un anno e mezzo fa dopo la conferenza Sony della Gamescom 2014. Lasciando da parte queste considerazioni (e sperando che le promesse fatte sul fronte dei contenuti vengano mantenute) le aspettative qui non possono in ogni caso non essere alte.

 

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Il layout QWERTY è per i deboli

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