Recensione Dead Nation (PS Vita)

Negli anni Housemarque si è senza dubbio prima affermata e poi confermata come software house capace di sfornare titoli interessanti anche con budget relativamente modesti alle spalle. Il terreno più fertile per i ragazzi di Helsinki è senza dubbio quello degli shoot ‘em up dalla forte vocazione arcade, che li ha resi famosi grazie alla serie Stardust e più recentemente li ha fatti apprezzare su PS4 con l’ottimo Resogun. Vocazione comunque mai del tutto tradita nemmeno in produzioni come l’originale Dead Nation, uscito nel 2010 su PS3 e recentemente riproposto sulla nuova ammiraglia in Apocalypse Edition, pronto adesso a sbarcare anche su PS Vita con una conversione ad opera di Climax Studios. Quale sarà il risultato di questa riduzione portatile delle gesta di Jack McReady e Scarlett Blake?

Highway to HFIL

Come si diceva in apertura, Dead Nation non tradisce la vena arcade a cui Housemarque ci ha abituati. La trama è ad esempio veramente un mero pretesto per poter impersonare uno dei due protagonisti e massacrare zombie: ad un anno dallo scoppio dell’epidemia che ha trasformato l’umanità in morti viventi il protagonista (immune alla contaminazione che, attingendo a piene mani dagli stereotipi del genere, si trasmette mediante il morto) è sul punto di abbandonare il suo rifugio per andare alla ricerca di cibo ed acqua. Non mancheranno i grandi classici del filone, come la ricerca del “paziente 0” (il primo uomo infettato dal virus) e lo scienziato alla ricerca di una cura per debellare l’infezione.

Mangiatori di cadaveri

Sul fronte gameplay Dead Nation si presenta come uno sparatutto dual stick con visuale a volo d’uccello. Come nelle due versioni per home console la levetta sinistra viene utilizzata per spostare il proprio personaggio, lasciando allo stick destro l’onere di occuparsi di tutto quello che concerne la mira. A differenza di quanto si è visto negli altri dual stick della casa svedese qui il fuoco non viene però gestito in parallelo alla mira, e questo excursus portatile della serie non fa eccezione affidandosi al tasto dorsale destro per sparare, mentre il dorsale sinistro controllerà l’utilizzo delle armi secondarie (granate, mine, bengala per distrarre gli zombie e quant’altro). Il resto dei comandi è localizzato sulla pulsantiera principale di PS Vita, con il tasto X a gestire gli scatti, cerchio ad azionare il corpo a corpo e quadrato dedicato alla ricarica delle armi, selezionabili tramite le frecce direzionali. Il risultato è quello di un gameplay che si riconferma soddisfacente ed assuefante anche in questa terza incarnazione del gioco, che miscela perfettamente l’approccio survival dell’esperienza con aspetti arcade come classifiche e punteggi.

L’arte della sopravvivenza

Durante le 10 missioni che compongono l’avventura principale (che si traducono in una longevità che spazia dalle 6 alle 10 ore, a seconda della difficoltà) lo scopo del giocatore è quello di spostarsi da un punto all’altro della mappa, stando attento a razionare le scorte a disposizione ed essere parsimonioso, oltre che con le munizioni in dotazione, anche nell’utilizzo di alcuni elementi presenti sullo scenario come le automobili (dalle quali è possibile raccogliere denaro per potenziare e rimpinguare l’inventario, oltre ad azionare l’allarme per attirare i non morti e farle poi esplodere per eliminarne un buon numero) o i distributori, capaci di ripristinare parte della salute perduta combattendo.  Il denaro recuperato dalle macchine o accumulato ammazzando gli zombie potrà poi essere utilizzato, una volta raggiunto un check-point o all’inizio di ogni livello, per potenziare le varie armi a disposizione o per acquistare munizioni e armi secondarie. È possibile esercitare inoltre un certo controllo sulle statistiche vere e proprie del personaggio agendo sulla corazza indossata da questo per resistere all’aggressione delle creature: i parametri con cui “giocare” riguardano la forza degli attacchi corpo a corpo, la velocità dei movimenti e la resistenza ai morsi e agli attacchi degli infetti.

Tra luci ed ombre

Se l’opera di adattamento dei controlli è nel complesso riuscita, si registra qualche passo indietro per quanto riguarda il comparto tecnico del prodotto, a causa di modelli poligonali tendenzialmente più “sporchi” e meno dettagliati ma soprattutto di un sistema di illuminazione meno riuscito di quello proposto su PS3 e ulteriormente limato su PS4. Da segnalare anche qualche saltuaria incertezza a livello di framerate, fortunatamente arginata anche dalla scelta di presentare meno non morti a schermo sia per venire incontro al problema che per adattare al meglio il prodotto al display da cinque pollici della console.

Verdetto
7.5 / 10
Brains!
Commento
Lo sbarco su Playstation Vita di Dead Nation è complessivamente un’operazione riuscita. Nonostante qualche passo indietro sul sistema di illuminazione e qualche incertezza di natura tecnica l’adattamento sul fronte controlli, complice anche un genere che ben si adatta alla portatile Sony, regala un gameplay che è ancora divertente ed assuefacente quanto lo era all’uscita della versione PS3. La presenza del cross buy (sia per quanto riguarda il gioco che l’espansione Road of Devastation, che a dire la verità ci sarebbe piaciuto però vedere compresa nel pacchetto) fa il resto, lasciando come unica controindicazione una mancanza di novità che, alla terza edizione, potrebbero pesare a qualche giocatore.
Pro e Contro
Ottimo adattamento dei controlli
Il gameplay è sempre a rischio assuefazione
Cross Buy con la versione PS3 e con Road of Devastation...

x ... Ma quest’ultimo poteva essere tranquillamente incluso
x Qualche passo indietro sul fronte tecnico
x La mancanza di novità potrebbe pesare a qualcuno

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