Pietro Iacullo

Speciale Waiting for E3: Pietro Iacullo

Continua il toto-E3 dello staff di ILVG in attesa dell’inizio della fiera videoludica più importante dell’anno. Aspettative? Sogni? Delusioni annunciate? Ecco cosa aspettarsi.

 

Waiting for E3:

E per rimanere sempre informati su tutte le novità dell’E3 2015 non perdete la Guida pratica all’uso e la nostra copertura completa dell’evento.

 

Permettetemi (come se poi fosse una novità, ma fa figo esordire parlando in prima persona con chi sta leggendo o si presume lo stia facendo) di parlare chiaro senza girare tanto attorno alla questione: oggi è venerdì, questa rubrica è partita lunedì e di conseguenza il mio sarebbe il quinto articolo sullo stesso tema. Direi che possiamo anche fregarcene del format e, invece che sciorinare una lista di roba che magari annunciano o magari no, parlare piuttosto di cose che mi piacerebbe vedere davvero, lasciando più o meno fuori dalla porta tutti i discorsi relativi alla fattibilità o meno degli annunci.

Bethes-dai c***o!
Fallout 4? Banale. Doom? Già confermato. E allora perchè non Quake?
Troppo facile tirare in ballo Fallout 4 dopo che l’annuncio ha fatto partire il trenino della conga su Internet (ah, se per inciso sei uno dei geni che è sceso in piazza per il downgrade di The Witcher 3 e poi si è messo a gridare che “la grafica non è tutto” dopo il summenzionato trailer complimenti, hai vinto un applauso. Rigorosamente in faccia). Piuttosto, dando per assodato che si veda finalmente qualcosa di sostanzioso a tema Doom mi piacerebbe che facesse la sua ricomparsa anche il terzo della “santissima trinità” di ID Software, Quake. Potrebbe far fatica a ritagliarsi un suo spazio sul mercato? Si, è un po’ la croce di tutti i prodotti spinti dal punto di vista del multigiocatore online, però qualcosa si può e si deve provare a farla (voglio dire, Epic con il nuovo Unreal si butterà sul free-to-play con tutti i rischi del caso, quando ti chiami Bethesda e ti ritrovi tra le mani Quake qualche idea te la puoi benissimo far venire).

Microsoft: vogliamo Kamiya ubriaco sul palco
Hideki Kamiya non è infallibile, ma nonostante il “rischio MadWorld” tanto hype per Scalebound
Avete presente tutti i propositi di non-banalità con cui vi ho ammorbato poco sopra? Ecco, fate finta di niente: potrei riesumare qualche titolo semi sconosciuto dall’epoca della prima Xbox o andare anche più indietro e sparare qualche nome classico della Rare dei tempi che furono, giocare sul sicuro tirando in mezzo un’altra trinità videoludica (Halo-Gears of War-Forza Motorsport) o riprendere il discorso dei feticci ludici e sparare qualche accoppiata improbabile ma suggestiva… Però sul palco di Microsoft molto probabilmente dovrà salire Scalebound e quando leggo Platinum Games la mano sale automaticamente sul cuore manco fosse partito l’Inno di Mameli. Intendiamoci, Hideki Kamiya all’anagrafe fa appunto Hideki Kamiya e non Re Mida e quindi non scatta in automatico il capolavoro, però anche quando le cose hanno detto male (leggasi: MadWorld ed in parte anche Vanquish) ci si diverte in ogni caso, anche se magari le leopardiane sudate carte lasciate sul bancone del negoziante di fiducia fanno partire qualche non molto leopardiana bestemmia. Disgraziatamente poi quel tipo di action è il mio genere preferito, per cui Scalebound con la sua promessa (magari da marinaio visto che s’è visto poco) di essere una versione “bayonettizzata” di Monster Hunter non poteva non ritagliarsi una menzione d’onore in questo articolo. Poi oh, dovessi pensare a tutti i costi fuori dagli schemi butterei li l’idea di un sequel per il mai troppo citato Jet Set Radio Future (leggasi: miglior OST di sempre anche se uscisse in questo momento Singstar Michael Jackson).

 

E3

Ridi ridi, che se non compri nemmeno Scalebound te lo do io il “Directly to you”

 

Uscendo dall’ottica videoludica poi, da bravo smanettone, qualche boutade a sfondo Windows 10 non mi farebbe assolutamente schifo. Anche perché ormai tutti (Nintendo inclusa) ti permettono di giocare “strimmando” su un altro schermo quando il televisore viene precettato dai loschi figuri con cui dividiamo la nostra esistenza, quindi qualche informazione da questo punto di vista che vada oltre il “oh su Windows 10 potrete giocare in remoto i vostri titoli Xzozzi” sarebbe gradita.

This is for the Prayers
Da Sony ci aspettiamo quello che ci ha sempre dato: i suoi team migliori al lavoro per spremere PS4
Conferenza che è più un atto di fede sia per colpa dell’orario che per le performance dei due ultimi anni, che trollate di Jack Tretton a parte sono abbastanza lontane dai livelli delle conferenze di qualche anno fa. Ad ogni modo al netto di eventuali nuove remastered (piuttosto di God of War 3 avrei riproposto titoli meritevoli ma tristemente snobbati, come i due inFamous o Starhawk) mi aspetto che Sony faccia su PS4 quello che ha fatto una generazione fa su PS3: fuori i team più di talento, che quando si tratta di spingere l’hardware lo fanno davvero alla grandissima, possibilmente buttando in mezzo qualche nuova Proprietà Intellettuale. Il fantomatico Horizon di Guerrilla (magari lasciando Killzone nelle mani di Guerrilla Cambridge, che con Mercenary su PS Vita aveva fatto un lavorone)? Qualche notizia da parte di Sucker Punch? Senza dimenticare le seconde e le terze parti, dove mi aspetto qualcosa a tema Hellblade (su cui, seguendo Ninja Theory da quando si chiamava Just Add Monsters e pubblicava Kung Fu Chaos su Xbox, ho grosse aspettative) e magari qualche sorpresa da parte dei già citati Platinum, visto che hanno pubblicato esclusive già su Wii U e One.

PS Vita? #Credici
Sul fronte Playstation Vita, viste anche le ultime dichiarazioni, mi aspetto quello che purtroppo avevo profetizzato dopo la Gamescom dell’anno scorso: un esodo di progetti e Proprietà Intellettuali verso la console casalinga, Gravity Rush in testa (anche se gli sviluppatori avevano dichiarato il contrario ma si sa, anche se “twitta manent” abbiamo tutti la memoria un po’ corta). Triste? Si, soprattutto perché basterebbe davvero poco per cercare di ridare impulso alla base installata, tipo un bundle tattico con Playstation TV e/o dare la possibilità di collegarci Dualshock 4 per giocare in remoto, magari vendendo una cover ad-hoc a parte.

 

Poi sicuramente finirà che si parla per un’ora di Project Morpheus, però almeno questa volta siamo moderatamente sicuri che i fratelli Wachowski non possono mandare a meretrici il tutto. In compenso c’è sempre David Cage dietro le quinte che non vede l’ora (per quanto scherzi a parte un titolo Quantic Dream per Morpheus ha una certa suggestione).

 

Pillola azzurra, fine della storia: ti mostriamo la solita tech demo figa e andiamo tutti a dormire. Pillola rossa, resti nel paese delle meraviglie, e vedrai quanto è lunga la pausa cannetta coi navaho

Pillola azzurra, fine della storia: domani ti sveglierai in camera tua, e crederai di aver visto la solita tech demo figa tipo quella di Kara. Pillola rossa, resti nel paese delle meraviglie, e vedrai quanto è lunga la pausa cannetta coi navaho

Nintendo: Prepare for trouble, make it double
Non c’è bisogno che dica a Nintendo come produrre giochi. C’è bisogno che però qualcuno gli spieghi come venderli al grande pubblico
Chiudiamo con la conferenza della casa con cui ho il rapporto meno salubre: Nintendo è per me quella casa che lancia Mario Kart 8 su Wii U dimenticandosi per strada che per venderti Wii U hanno fatto leva soprattutto sulle promesse del GamePad ed è quella casa che ha aspettato di rilasciare sul mercato 2DS prima di tirare fuori due titoli come Kirby Triple Deluxe e A Link Between Worlds che hanno nel 3D stereoscopico un vero valore aggiunto. Però è anche quella casa che con Mario Kart 8 ti confeziona un pacchetto ludico impressionante sotto quasi tutti gli aspetti e che, mentre tutti gli altri chiudevano la porta infaccia a Hideki “Fantozzi” Kamiya si prendeva il rischio di sovvenzionare, pubblicare e distribuire Bayonetta 2. Dei veri e propri artisti del software capaci ancora nel 2015 di osare, che però riuscirebbe a perdersi dentro un bicchiere d’acqua anche se ci fosse la particella di sodio a dargli le indicazioni. Quello che mi aspetto da loro quindi non è tanto il software dove son sicuro di essere in una botte di ferro (ecco, se proprio proprio avanzano due soldi per tirare fuori un Kirby “principale” per Wii U invece dell’ultimo capitolo che forse era meglio destinare a 3DS…), quanto un deciso cambio di rotta nei modi con cui il software ti devono convincere a portarlo a casa. Certo, hanno iniziato da un po’ a muoversi bene da questo punto di vista (vedasi soprattutto l’E3 dell’anno scorso, con uno delle intro più belle mai vista in una conferenza e l’ideona del Treehouse), però adesso bisogna iniziare a fare i fenomeni su scala globale, non solo quando ti rivolgi agli appassionati che non si perdono mezzo “Please Understand” durante i Nintendo Direct che 9 su 10 l’obolo lo caccia in ogni caso (a patto che sulla scatola ci sia scritto Mario però, altrimenti ciupa).

Ad ogni modo di una cosa possiamo essere sicuri: Amiibo per tutti con probabilmente Reggie che aggiunge subito un “sold out” direttamente dopo l’annuncio. Poi ci chiediamo perché la gente decida di giocarci a Payday e assalti i camion che li trasportano nei negozi.

 

Quello che facciamo tutte le sere Satoru: tentare di conquistare il mondo vendendo l'amiibo di Mario d'oro

Quello che facciamo tutte le sere Satoru: tentare di conquistare il mondo vendendo tutti gli Amiibo tranne quello di Bayonetta

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