Recensione My Friend Pedro, il lato folle di un platform

Arriva su console PS4 My Friend Pedro, un gioco che ha attirato a se, come una calamita, una nostra rece-guida. Questo gioco lo conosco abbastanza bene, motivo per cui decido di abbandonare le vesti di articolista semi-serio e raccontarvi la mia personale esperienza di gioco. È il classico gioco che “sento mio”. Superata l’età del gaming selvaggio, la voglia del classico giochino dell’ultimo quarto d’ora si fa sempre sentire. Quello che dopo un’intensa sessione di gioco con Resident Evil 3, ti fa diminuire i giri prima di andare a dormire. Non commettete il mio stesso errore, My Friend Pedro non è “quel giochino”, anche se io ero convinto che lo fosse.

Eppure, quando ci giocai per la prima volta, riusciva a esserlo. All’epoca, nel 2014, quando si chiamava MFP: My Friend Pedro, ed era concepito come un browser game scritto in Adobe Flash, riusciva in questo suo intento. In 6 anni sono cambiate molte cose. DeadToast Entertainment e Devolver Digital portarono questo videogioco, prima su PC, e poi su Switch e Xbox One, fino ad arrivare oggi su PS4. Gameplay e grafica maturarono, anche grazie all’utilizzo di Unity. Questo graphic-engine lo conosco bene e so benissimo cosa è in grado di fare. Mosaic e 7th Sector sono state, per me, delle belle dimostrazioni del reale potenziale di Unity.

Ho ripreso il pad in mano, con quel ricordo di quando giocavo a MFP nei ritagli di tempo libero, (stra)convinto di essere assalito dalla nostalgia e dai ricordi. Mi sono ritrovato, invece, in una spirale di follia adrenalinica in pieno stile Wanted. Violenza gratuita, fiumi di pallottole e tanto sano bullet time. Ah, dimenticavo la banana, che vince l’oscar come attore non protagonista. Ogni tanto il nostro protagonista mascherato l’ascolta come se fosse la sua coscienza. In realtà, tra i due, è difficile distinguere chi sia quello sano di mente.

Blood. Bullets. Bananas.

Una vera e propria carneficina

Lo slogan la dice lunga su quelle che sono le tematiche che si affrontano in gioco. Della banana già ve ne ho parlato. Questa appare al nostro protagonista fornendo dei consigli utili anche in chiave gameplay. Oltre a guidarci nel tutorial, ogni tanto ci porta in un mondo immaginario, quasi come se fosse un tipico bonus level di un classico platform. L’originalità di questa personificazione, per quanto folle, è riuscita a fare breccia nel mio cuore, per l’ennesima volta. Concentriamoci, per qualche istante sulla parola “Blood”. My Friend Pedro fa della violenza gratuita il suo asse portante. Ogni livello è una vera e propria carneficina.

Questo è un po’ il marchio di fabbrica del videogioco e non conosce in alcun modo la parola “censura”. Anche se a volte ci sono delle vere e proprie sequenze “simil splatter”, lo stile narrativo è sempre improntato sull’ironia. Il salto nel vuoto per uccidere Babbo Natale, per esempio, la dice lunga sul significato di questa parola.

my friend pedro recensione guida rece-guida
Arriviamo al terzo e ultimo termine, “Bullets”. I proiettili rappresentano la componente fondamentale del gameplay di My Friend Pedro. Per mettere in atto il vostro folle piano (che ancora oggi non ho capito benissimo) dovete prendere le vostre armi e creare la vostra sinfonia. Pistole, mitra, fucili a pompa e mitragliatori pesanti saranno solo alcuni dei vostri strumenti musicali. Andando avanti con i livelli, diverrete sempre più bravi, riuscendo a creare delle melodie perfette. Ricordatevi solo di eliminare le note stonate. Un bravo compositore fa sempre un lavoro pulito.

Ne esiste, però, un’altra di parola che voglio inserire. Inizia sempre con la “B” ed è “Ballet”. Questa prende in esame lo stile di gioco, influenzato dalla presenza del “Bullet Time”. L’ultima volta che ho visto questa modalità in un videogioco è stato con Max Payne. Anche se il gameplay era diverso, c’è molto di quella spettacolarità. Anzi, in My Friend Pedro, il vostro personale balletto acrobatico, fatto di capriole e tuffi nel vuoto, funziona da moltiplicatore di punteggio. Più ucciderete i nemici in modo spettacolare e tanto più alto sarà il vostro voto a fine livello.  

L’obiettivo è sempre quella maledetta “S”.

Platform o sparatutto?

Quando si parla di un videogioco il nostro cervello ci costringe a farlo rientrare in un genere ben definito. Molto probabilmente questo fa parte della nostra build da gamer. Questa ci impone di capire logiche e meccanismi di gioco prima di giocare. A volte, però, quando si è di fronte a delle “ibridazioni” questo processo entra in crisi. Non sono d’accordo se far rientrare My Friend Pedro in un genere ben preciso. La prima volta in assoluto che ho giocato a MFP ho fatto un pensiero folle, che, a distanza di anni, ricordo ancora nitidamente.

Cavolo sembra che Super Mario si sia rotto le palle di mangiare funghetti e dare testate ai muri. Incazzato come una bestia con il mondo, si è messo una maschera e ha deciso di scatenare il finimondo.

Io, la prima volta che ho giocato a MFP: My Friend Pedro
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non solo muscoli e violenza, ma anche un po’ di cervello

Per quanto assurdo sia stata quella mia considerazione, ancora oggi la ritengo valida. My Friend Pedro riesce a far dialogare gli elementi tipici di un platform e quelli di sparatutto. In realtà questi vengono piegati al suo volere, si “mixano” ma non si danno mai fastidio. Il level design è tipico di un platform. DeadToast Entertainment, per ravvivare la situazione ci ha inserito anche dei piccoli enigmi e puzzle. Non solo muscoli e violenza, quindi, ma anche un po’ di cervello. Il design delle ambientazioni, anche se a livello grafico abbiamo visto di meglio, riesce a essere, talvolta, anche originale.

Se il platform è il guscio, quello dello sparatutto è il cuore del videogioco. Anche se possiamo girarci attorno, usando delle frasi sofisticate, alla fine conta solo una cosa in My Friend Pedro: sparare e uccidere. Il come lo si mette in atto è la vera “figata” del videogioco. È difficile entrare nel vortice della ripetitività con My Friend Pedro. L’IA dei nemici migliora di livello in livello per cui bisogna sempre trovare il modo di uscire da situazioni complicate. Le vostre acrobazie, una volta attivato il bullet time, diventano quasi ipnotiche.

Uccidere sì, ma con stile

Come vi abbiamo detto prima, l’elemento dello “sparatutto” è il cuore del gameplay di My Friend Pedro. Ma non si tratta del semplice corri-salta-spara, tipico dei platform shoot-em-up. DeadToast Entertainment costruisce una vera e propria filosofia di gioco, che richiede creatività ma anche strategia. Partiamo da un primo assioma: l’inquadratura e la visuale di gioco non sono fini a se stesse. Se si passa da uno zoom a un grandangolo il videogioco vi sta dicendo qualcosa. Vi vuole dire qualcosa sul level design e i sui nemici che affronterete di lì a poco.

In questo preciso momento dovete decidere il da farsi.

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uccidere anche una questione di stile

Vedete in quanti modi diversi ho rotto la stessa finestra. Dietro c’è un ragionamento che tiene conto del numero dei nemici, delle loro e delle mie armi, dell’ambiente circostante e degli oggetti che posso utilizzare. Oltre a sparare dovete anche saper schivare le pallottole. La presenza del bullet time, oltre a essere spettacolare, è utile per ridurre i giri e ragionare sul da farsi. Per quanto la strategia e la creatività siano importanti, queste devono anche tenere conto, anche, dello stile delle uccisioni. Il come si mette in atto la propria sinfonia della morte fa parte integrante del gameplay.

Non è un caso che, mentre fate incetta di nemici, appare in alto sulla destra un moltiplicatore delle combo. Se siete rapidi e veloci a ripulire il livello verrete gratificati con un bel punteggio. Io, per esempio, mi pongo delle sfide personali per ottenere a fine livello un voto sempre più alto e far apparire la tanto ambita “S”.

Vedete perché My Friend Pedro non può essere considerato un giochino dell’ultimo quarto d’ora?
Capite cosa è realmente diventato quel browser game uscito nel 2014?
Verdetto
8 / 10
Follia platformica
Commento
In principio era un browser game e ora e su console. Di strada ne ha fatto My Friend Pedro e ora, come allora, riesce ancora a divertire con la sua ironica follia. Unity aiuta il gameplay, caratterizzato da una vena action e frenetica. Gli elementi che compongono il level design si distinguono per originalità e stile. La presenza della modalità bullet time aiuta ad apprezzare le folli acrobazie, utili al moltiplicatore delle uccisioni. Il porting su PS4 è, dal punto di vista grafico, poco sfruttato. Armatevi di creatività, ne servirà parecchia.
Pro e Contro
Level design originale
Gameplay folle e ipnotico
Il bullet time amplifica il divertimento

x Porting grafico poco sfruttato
x Non localizzato in italiano

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