Che sia un fenomeno sociale o semplicemente il naturale seguire l’aria che tira, è sempre curioso osservare come il fenomeno del momento attiri, con o senza meriti, tutto il globo terracqueo a concentrarsi su di esso, per poi il più delle volte sfumarsi lentamente fino a un declino inesorabile di noia e abbandono.
Che sia questo il caso? Sinceramente, non lo credo. Fatto sta che l’aggregatore di statistiche Steam Database sta facendo segnare record da urlo per Resident Evil Village ma in generale per tutta la saga Capcom. In data odierna siamo a quota ben 106.631 giocatori simultanei su Steam.
Perché la gazza è attratta da ciò che luccica?
Il trend del momento. Quante volte sentiamo questa frase? Praticamente ogni giorno, e l’abbiamo sostituita al concetto di moda, di quello che è in a differenza di quello che è out.
Il concetto statistico ha finito per esulare, per estensione, dall’ambito economico per finire poi a simboleggiare un andamento sociale. Questo luccichio a cui le gazze accorrono è un prisma con varie sfaccettature. Prima tra tutte l’emulazione. Perché è notorio, si fa quello che fa l’altro, si accorre dove tutto il gregge si concentra.
Anche e soprattutto nel mondo dei videogiochi questo concetto è sempre presente. Spesso anche in maniera antipatica. Citando il beffardo aforisma “il potere logora chi non ce l’ha” spesso a logorarsi è il videogiocatore che, per un motivo o per l’altro, non possiede il titolo del momento. Lo brama, e prova invidia verso tutti coloro che lo giocano, lo nominano, quotidianamente. Anche il caso odierno del record di Resident Evil Village.
Ma quindi tutto questo fa bene all’industria? Ha una connotazione positiva? Sì e no.
Questo luccichio a cui le gazze accorrono è un prisma con varie sfaccettature. Prima tra tutte l'emulazione
When the Saints Go Marching In
How I want to be in that number. Quello che tutti gli attuali non possessori di Resident Evil Village staranno pensando. La serie ha raggiunto un nuovo traguardo, superando largamente i numeri dei due Remake: 74.227 per Resident Evil 2 e 60.000 per Resident Evil 3. Un record per Resident Evil Village che assume un valore ancora più importante.
Innegabile è anche il fatto che l’industria videoludica sia veicolata da un fattore volubile, ovvero i videogiocatori. Basti pensare che solo nel passato prossimo (2017) Resident Evil 7 Biohazard fosse considerato un titolo ostico non da tutti, attraendo solo un picco di 20.000 utenti simultanei. Quel mordente mancato è servito però a ribaltare il triste risultato del 6.
Quindi, come si diceva, tutto questo ha una connotazione positiva? Non in senso stretto, ma per il gioco assolutamente sì: un fuoco che si alimenta da solo, aggregando sempre più persone dal suo ardore. E gli sfortunati che non possiedono il gioco, bruciati da quello stesso fuoco così come dall’invidia, spinti sempre di più ad acquistarlo e a provarlo.
Ma il fatto di parlare tanto di un gioco appena uscito per poi spegnere i riflettori? È il male del giornalismo di settore, che punta la telecamera sul fattore novità e notizia, quando il mondo dei videogiochi dovrebbe essere un flusso continuo: un puzzle di connessioni con quello che è stato precendentemente.
Ma questa volta tutti gli onori al merito di Village, titolo che ha saputo catturare con la sua ambientazione travolgente e intrigante. Catturare da ben prima dell’uscita, con un carisma dell’antagonista principale fuori dal comune, concausa sicura della tanta attenzione che i videogiocatori stanno dedicando all’ottavo capitolo della serie. Solo la verve di Lady Alcina Dimitrescu basta a pagare il prezzo del gioco, in un trend (per restare in tema) dell’industria dove si sta piacevolmente dirigendosi verso una maggiore caratterizzazione di personaggi icone, veri e propri simboli di curiosità e stimolo videoludico.
Si spera che un titolo di questa caratura continui a macinare successi e a navigare su questa lunghezza d’onda, per continuare a regalarci ore di terrore quanto di fascinazione.
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