Analizziamo i rumor che parlano di un possibile accordo tra Sony e Konami: Metal Gear Solid Remake è una possibilità concreta?

Un rumor divulgato online da Jack Of All Controllers parla del fatto che Sony sia intenzionata ad un accordo per comprare i diritti di alcuni franchise di Konami. Le teorie dei fan sono state tante, e c’è chi teorizza addirittura l’arrivo di Metal Gear Solid Remake. Partiamo da un presupposto: i rumor sono dicerie. Internet ne è pieno, e se è vero che spesso i publisher li utilizzano come cavalli di Troia per sondare le volontà del pubblico, molto spesso sono voci di corridoio messe in rete per generare click. Detto questo, analizziamo le voci che hanno fatto esplodere internet e proviamo a vederci chiaro.

I termini dell’accordo tra Sony e Konami

Da quando Hideo Kojima ha cominciato a lavorare con Sony in seguito allo scisma con Konami, le voci su un possibile interessamento della casa madre di Playstation all’acquisizione di certe IP di Konami si sono fatte sempre più insistenti. Era lecito pensarlo, dopotutto Konami stessa ha dimostrato di non aver più interesse nello sviluppo di titoli Tripla A e ha lasciato morire le proprie serie di punta senza battere ciglio. Ad oggi, però, le voci si sono fatte più insistenti. Ma di cosa si parla?

Il primo passo l’ha fatto il portale di Rely On Horror, che ha parlato del fatto che Sony avesse già cominciato a lavorare su due titoli: da una parte il reboot di Silent Hill ad opera di un team composto dai membri di Team Silent e Project Siren, mentre a Kojima Productions sarebbe stato affidato lo sviluppo di Silent Hills. Oggi la posta si è alzata, e la voce che circola è che Sony sia interessata ad acquistare le IP migliori di Konami. Si parla, nello specifico, di Castlevania, Silent Hill e Metal Gear Solid, di cui i fan chiedono a gran voce reboot e remake. Sia chiaro: si parla di possibili intenzioni, non di un accordo già definito e chiuso.

C’è un collegamento forte tra Kojima Productions e Silent Hill

P.T. fu un fulmine a ciel sereno. Kojima era al lavoro su un nuovo capitolo di Silent Hill, al fianco di Guillermo Del Toro, Norman Reedus e Junji Ito. Konami sembrava ancora intenzionata a sviluppare nuove iterazioni delle sue IP storiche e sembrava ancora puntare forte sul suo uomo di punta. Poi arrivò il 2015 ed esplose il Kojimagate e arrivarono una lunga serie di report che raccontavano la situazione disumana che si era creata negli uffici di Konami. Hideo Kojima e il suo team erano stati ostracizzati, demansionati e separati dal resto dello staff dell’azienda, il suo nome rimosso dalla copertina di MGSV e i suoi colleghi puniti nel caso avessero fatto trapelare la notizia all’esterno degli uffici. Fu uno dei periodi più neri della storia recente del medium.

Kojima Silent Hill
Il Team Silent nel 1998
Kojima passò sotto l’ala di Sony, portandosi dietro gran parte del proprio team, con cui fondo Kojima Productions. Tra i dipendenti del nuovo studio ci sono alcuni membri dell’ex Team Silent, gli ideatori di Silent Hill che hanno lavorato alla serie fino al quarto capitolo. Le connessioni tra Kojima e Silent Hill però non finiscono qui: parte di Team Silent, in seguito allo scioglimento imposto da Konami, entrò a far parte di SIE Japan Studio, lo studio first party di Sony a cui fanno riferimento team importantissimi come Team Ico e Project Siren. Project Siren, nello specifico, si occupò di Forbidden Siren, erede spirituale di Silent Hill. Keiichiro Toyama, direttore di Project Siren e direttore di Japan Studio altri non è che il director del primo Silent Hill, e ha esordito lavorando proprio assieme a Kojima come graphic designer per Snatcher.

Sony può davvero acquistare le IP di Castlevania, Silent Hill e Metal Gear Solid?

È quindi lecito pensare che un eventuale reboot di Silent Hill possa passare da Japan studio, mentre Silent Hills finisca nelle mani del suo creatore.
Ma in tutto questo, Konami è davvero d’accordo?

Certo, potrebbe farlo, il problema però è convincere Konami a rinunciare alle sue IP storiche. Sono anni che Konami non rilascia un titolo Tripla A e che non presenta nuove IP sul mercato. I suoi franchise più famosi sembrano esser stati abbandonati ad un’obsolescenza imposta dall’alto. La verità, però, è che Konami continua a guadagnare milioni dallo sfruttamento di quelle proprietà intellettuali: basti pensare ai pachinko a tema Silent Hill o alla serie Netflix di Castlevania. Parliamo di un’azienda ricchissima e storicamente contraria allo sfruttamento delle sue proprietà da parte di terzi: anni fa arrivò a negare la distribuzione amatoriale di una patch inglese per Policenauts perché avevano già concesso a Data Discs i diritti per la pubblicazione della colonna sonora in vinile.

È altamente improbabile che Konami arrivi a Vendere la proprietà intellettuale di Silent Hill e Metal Gear Solid, così come sembra lontana l’ipotesi che voglia fare dei Remake o che abbia in cantiere nuove uscite riguardanti le sue IP. L’unico spiraglio possibile per vedere un ipotetico Metal Gear Solid Remake è che Konami dia licenza a Sony di sviluppare i suddetti titoli, continuando a guadagnare dalle royalties che ne deriverebbero. Non serve essere degli economisti per capirlo: Konami guadagnerebbe molto di più in questo modo che rinunciando ai diritti sui propri franchise di punta per una cifra prestabilita. Sarebbe un guadagno meno immediato ma estremamente più fruttuoso sul lungo periodo.

Inutile girarci attorno, Konami è una zaibatsu e le interessa trarre il massimo profitto dalle sue IP

Le opportunità di Sony tra Metal Gear Solid Remake e i film tratti dai videogiochi

Arriviamo al punto: perché Sony dovrebbe essere interessata alle IP di Konami? La risposta non è così scontata. Fra tutte, l’idea che appare più sensata è quella di riesumare Silent Hill visto che la serie è orfana di successo da più di un decennio. Metal Gear Solid è un’IP fortissima che gode dell’amore di una fetta di pubblico enorme, acquisirne i diritti avrebbe senso in ottica di sviluppare un remake del primo capitolo. È improbabile che Kojima voglia davvero rimettere mano alla saga che l’ha reso una rockstar del videogioco, dopotutto ha dichiarato più volte di essere stato in qualche modo costretto a portare avanti la serie quando avrebbe preferito sviluppare altro.

In questo caso, infatti, l’ipotesi più concreta è che Sony voglia impossessarsi della licenza per poi affidare Metal Gear Solid remake a Bluepoint Games, che peraltro ha lasciato intendere più volte di essere interessata all’idea di lavorare sul primo capitolo della saga uscito su Playstation. Il ruolo di Hideo Kojima, in questo caso, sarebbe più di facciata: potrebbe esserne “solo” produttore esecutivo e supervisionare i lavori mantenendo la libertà di dedicarsi ai suoi progetti principali. Per Sony sarebbe un’investimento sicuro, visto che Metal Gear Solid Remake sarebbe un titolo che venderebbe milioni di copie in tutto il mondo senza neanche avere bisogno di una campagna marketing.

Un’altra strada – possibile ma assolutamente improbabile – sarebbe quella di un remake dei primi due capitoli di Metal Gear usciti originariamente su PC-88 ed MSX2. The Phantom Pain è riuscito nel difficile compito di canonizzarli definitivamente, e sono i due titoli meno conosciuti oltre che i più anziani della saga. Un eventuale coppia di remake sarebbe interessante ma, come già detto, davvero poco probabile.

Metal Gear Solid Remake
Metal Gear

E se a Sony interessassero più i film dei videogiochi?

Ammettendo che i rumor siano fondati, stiamo comunque dando per scontato che Sony sia interessata all’acquisto delle IP di Konami per trarne dei videogiochi. E se non fosse così?
Solo un anno fa Sony ha creato Playstation Productions, un’etichetta cinematografica pensata per portare sul grande schermo i personaggi delle saghe e dei franchise più amati dell’azienda. Si parla da anni di un film di Uncharted e si vocifera anche di una pellicola dedicata a Twisted Metal. C’è però un film in particolare che i fan richiedono a gran voce da più di un decennio: Metal Gear Solid.

Dopo anni di promesse, cancellazioni e ritrattazioni, finalmente è stato annunciato che il film di Metal Gear Solid si farà, e che il regista Jordan Vogt-Roberts lavora a stretto contatto con Hideo Kojima per la sua realizzazione. A dicembre 2019 Vogt-Roberts ha annunciato di aver spedito una bozza della sceneggiatura a Sony Pictures, che sembra quindi essere coinvolta direttamente nel progetto. Non è detto, ma è possibile che Sony sia interessata all’acquisizione dei diritti dei titoli di Konami per sfruttarli in più ambiti, in primis al cinema.

E Castlevania?

Le informazioni divulgate da Jack Of All Controllers parlano specificatamente di un reboot della serie in stile Bloodborne, anche questo affidato a SIE Japan Studio e a cui dovrebbe collaborare Koji Igarashi in persona. Nonostante i metroidvania siano tornati prepotentemente di moda nell’ultimo periodo (basti pensare al successo di Hollow Knight, Blasphemous, Ori e Bloodstained) è difficile pensare che Sony possa essere realmente interessata allo sviluppo di un Castlevania in 2D. La pista di un reboot della serie con dinamiche action adventure è decisamente più probabile perché appetibile ad una fascia di pubblico più ampia. Anche in questo caso, però, è impossibile non pensare alla nuova vita che sta vivendo Castlevania sulla piattaforma di Netflix. La serie dedicata alla storica IP di Konami ha raggiunto la terza stagione e sta riscontrando un enorme successo commerciale (anche se chi scrive ha ben più di qualche riserva a riguardo).

Sony potrebbe essere stata attirata dalla serie anime, che ha ampiamente dimostrato che Castlevania può funzionare bene anche oltre i videogiochi. Ciò che però rende poco probabile l’ipotetico accordo tra Sony e Konami è il fatto che Konami, in particolare nell’ultimo periodo, ha dimostrato un certo interesse nei confronti di Castlevania. Non si parla di nuovi capitoli della serie, ovviamente, ma è da tenere in considerazione il fatto che giusto qualche giorno fa è stata rilasciata ufficialmente una versione mobile di Symphony of the Night, mentre l’anno scorso sono stati rilasciati su PS Store sia Castlevania Requiem che Castlevania Anniversary Collection.

I rumor confermano che le versioni di Symphony of the Night e Rondo of Blood uscite su PS4 siano state richieste da Sony stessa, che ne ha affidato il porting a degli studi interni in pieno accordo con Konami.

Cosa non torna?

Il problema principale, al momento, è che il passato di Konami ci indica quanto l’azienda sia fortemente ancorata alle sue proprietà intellettuali. Inoltre è difficile credere che a soli cinque anni dal caos generato dallo scisma con Hideo Kojima i dirigenti di Konami vogliano fare dietrofront e concedergli di tornare al lavoro su Silent Hills o, peggio, su un ipotetico Metal Gear Solid Remake. Il tutto senza nemmeno monetizzarli al 100%.
Certo, la separazione tra Kojima e Konami ha avuto ripercussioni enormi solo sull’immagine dell’azienda, e una riappacificazione potrebbe risultare estremamente positiva in questo senso. Il problema è che Konami è un’azienda giapponese, e quando si tratta di aziende giapponesi ci si va a scontrare sempre con il loro orgoglio e la loro testardaggine. La loro cultura aziendale e lavorativa, purtroppo, funziona così.

È altamente improbabile che un’azienda chiusa come Konami possa cedere alle avances di Sony, soprattutto ora che Kojima lavora proprio nei loro uffici.
L’altra faccia della medaglia mette invece in mostra una Sony interessata più che mai a preservare le saghe che l’hanno fatta prosperare in passato. Ci auguriamo tutti che questo accordo tra Sony e Konami vada in porto, in modo da poter vedere il ritorno di alcune delle serie che hanno fatto la storia di Playstation e del medium stesso, ad oggi prigioniere delle assurde logiche aziendali di chi ne detiene i diritti.

C’è da andarci coi piedi di piombo: al momento siamo di fronte ad un semplice rumor. Certo, possiamo specularci all’infinito, e lo stiamo facendo perché sotto sotto saremmo tutti curiosi di vedere finalmente il ritorno di Silent Hill, Castlevania e Metal Gear Solid, ma solo il tempo potrà diradare tutti i dubbi che abbiamo a riguardo.

Sognare, però, non costa nulla.

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