Il nuovo capitolo di Ratchet & Clank presenta opzioni per una maggiore accessibilità. Il punto della situazione ad oggi.
Ultimamente l’industria sta prendendo a cuore una parte nascosta dell’utenza. O forse quella che non aveva mai preso in considerazione. Ma la maggior parte degli sforzi degli sviluppatori è nel rendere il proprio prodotto accessibile alle persone con disabilità. Lo abbiamo visto con The Last of Us: Parte 2 e nei mesi a seguire. Persino i The Games Awards hanno dedicato un premio a questa categoria. E su tale onda, Sony si è spinta per includere queste opzioni nel nuovo gioco in uscita a giugno. Nell’ultimo State of Play è infatti stato annunciato che Ratchet & Clank: Rift Apart avrà opzioni per l’accessibilità.
Il titolo presenterà un menù dedicato con le varie opzioni. Tra questi figurano l’auto mira, una UI migliorata e la mappatura dei tasti personalizzata. Oltre alle opzioni base, come il filtro per il daltonismo, i dev hanno anche messo opzioni sulla difficoltà. Oltre a ciò, è stato inserita un’opzione in cui, durante le sessioni più concitate, si potrà rallentare il tempo. Ciò è dovuto per rendere i tempi di risposta degli utenti più tempestivi. Insomma, hanno cercato di rendere il gioco accessibile a tutti.
Data questa notizia, bisogna però fare anche il punto della situazione. L’industria si sta dando un gran da fare, e le cose sono cambiate di molto. Fino a non molti mesi fa erano pochi i titoli che presentavano queste opzioni. Ora quasi tutti i giochi contengono opzioni atte a rendere il gioco fruibile a tutti. La next-gen non è solo data dalla grafica o dalla potenza dalla macchina. È caratterizzata anche dal voler renderla fruibile a tutti. Ovvio sarebbe meglio se si trovassero maggiori scorte delle console di ultima generazione. Ma per il momento possiamo essere contenti di questo traguardo.
Una next-gen a misura d'uomo
Certo, è una vittoria di Pirro quella che stiamo vedendo, ma pur sempre una vittoria. Purtroppo, c’è da dire una cosa. Lato software si stanno prodigando molto per mettere le opzioni di accessibilità. Ma dal lato hardware si sta facendo ben poco. Esiste un solo joypad, costruito da Microsoft, che permette alle persone con disabilità di giocare, per il resto invece nessuno ha creato più periferiche. Inoltre, il joystick di Redmond non è compatibile con tutte le console. Quindi per i giocatori con disabilità, bisogna ricorrere a soluzioni custom. Data la domanda bassa, i prezzi sono anche alti. Questo è un vero peccato dato che si sta discriminando una parte dell’utenza.
Quindi sì, spero che questa next-gen porti nuove periferiche anche ai giocatori con disabilità. Voglio che la prossima generazione non sia solamente grafica pompata al massimo. Sony ha rivelato al mondo il Dualsense come periferica per la prossima generazione, ma non ha pensato a una ad hoc per chi ha una disabilità. Ovvio che sono felice per quanto riguarda il lato software, ma bisogna continuare a supportare anche dal lato hardware. Al momento molti giocatori che soffrono di malattie come la distrofia muscolare o altre patologie non possono approcciarsi al medium o, se lo fanno, non hanno pieno supporto.
Quindi si spera che, anche se queste parole rimarranno su queste pagine, in un futuro possano essere ascoltate. O quanto meno che anche altri possano scrivere su questi temi e poter sollevare la proprio voce. In America già esistono alcune realtà che lo fanno, ma in Italia queste realtà non esistono. Se ci sono, invece, sono relegate molto in basso o nascoste.
Vorrei quindi una next-gen a misura d’uomo, non a misura delle macchine.
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