La digitalizzazione sta cambiando il mondo sotto ogni punto di vista, il periodo di quarantena ha accelerato la morte dei videogiochi fisici.
“Abbiamo visto un’accelerazione nel passaggio dal fisico al digitale, ed è una cosa buona. E’ probabile che tra, più o meno, due o tre anni i giochi fisici spariranno, probabilmente questo periodo ha accelerato i tempi.”David Braben, Fondatore e CEO di Frontier Developments
Sono le parole di David Braben, fondatore e CEO di Frontier Developments, un professionista del settore durante l’evento GamesIndustry.biz Investment Summit Online. Le sue parole si riferiscono in particolare al periodo del COVID-19. Periodo in cui molte persone si sono trovare chiuse in casa e nel quale l’industria videoludica ha prosperato molto più di altre appartenenti al settore dell’intrattenimento. Era ovvio che il digitale la facesse da padrone data la situazione, addirittura da velocizzare il processo della morte dei videogiochi fisici, stando alle parole di Braben. Questo riguarda principalmente il supporto, infatti c’è stato un aumento considerevole di console vendute, stando ai dati forniti da NPD (mercato americano) e GfK (mercato inglese) delle vendite di Aprile 2020, analizzate da Christopher Dring di GamesIndustry.biz .
“Siamo molto fortunati ad essere in un settore davvero eccezionale in cui, da un punto di vista finanziario, le cose stanno andando davvero bene. Le vendite sono aumentate così come il numero di giocatori, guardando il lato positivo”David Braben, Fondatore e CEO di Frontier Developments
Chiaramente l’industria vede il lato positivo di questo periodo. Un trend che si era già notato in Cina qualche mese prima, dove il numero di giocatori era enormemente aumentato grazie alla quarantena. Il dato che fa riflettere è che molte persone hanno comprato una console per la prima volta. Andando ad aumentare la domanda di software, che viene distribuito principalmente in maniera digitale. Quindi è solo il mercato dei videogiochi fisici ad attraversare un periodo di crisi.
“E’ comprovato il fatto che una volta diventati giocatori è molto probabile si resti tali”David Braben, Fondatore e CEO di Frontier Developments
Questi nuovi giocatori usufruiscono del digitale, non sono cresciuti soffiando nelle cartucce del super nintendo. Motivo per il quale il videogioco fisico per loro non è il punto di riferimento. Si trovano a loro agio negli store e nel mondo del digitale, i dati mostrati da Take-TwoInteractive (publisher di Rockstar Games, 2K, Private Division e Social Point) ne sono la prova. Il publisher ha registrato vendite nette per un totale di $ 729 milioni, in crescita del 49% su base annua. Il 92% proviene da vendite digitali, cresciute del 60%. Anche lo stesso Strauss Zelnick, CEO di Take-Two, ha confermato le parole di Braben, riguardo l’accelerazione del processo di morte dei videogiochi fisici, ma aggiunge anche “non ci aspettiamo che i supporti fisici spariscano del tutto. Né tanto meno vorremmo che questo accadesse”.
La morte lenta dei videogiochi fisici è ineluttabile
Il periodo di quarantena dovuto al COVID-19 ha solo velocizzato questo processo, la morte dei videogiochi fisici è sempre più vicina. Ma questo non significa che non c’è speranza, essendo un mercato deve sottostare alla regola fondamentale: finché esiste una domanda esisterà anche un’offerta. Le speranze sono in publisher minori che producono il formato fisico anche a molti giochi nati solo in digitale, sto parlando dei videogiochi indipendenti.
Esistono delle aziende che acquistano i diritti di pubblicazione della copia fisica, ad esempio la collector di Hollow Knight pubblicata da Fangamer.com oppure la 505 games che pubblicò la versione fisica di Hellblade Senua’s Sacrifice, Daymare 1998 Black Edition ne è un’altro esempio. Questi casi mostrano come alcune aziende ignorino la possibile crisi del mercato dei videogiochi fisici affidandosi ai collezionisti. Questo perché al giorno d’oggi esiste ancora una fetta di pubblico che chiede ildisco, la deluxe edition, la collector, le action figures, i funko pop, le steelbook, la limited, la ultra super mega raga edition.
Per i reduci del fisico resta quindi sempre qual barlume di speranza di poter aver la possibilità di vedere la copia sullo scaffale, appesi a quel filo di romanticismo che ci lega ad un semplice oggetto.
appesi a quel filo di romanticismo che ci lega ad un semplice oggetto
Il videogioco fisico detta il mercato della nostalgia
Le Major (Sony, Nintendo, Microsoft) cavalcano l’onda del digitale con i servizi in abbonamento e cloud gaming, mentre strizzano l’occhio al fisico puntando principalmente sul fattore nostalgia. Infatti negli ultimi anni pare vada molto di moda riesumare il passato con delle versioni mini delle console storiche. Perfino SEGA ha annunciato il ritorno del Game Gear in formato tascabile (ma era già un console mini ??? ndr.). Non solo, anche il riportare antichi splendori (e non) alla ribalta con remake di altissimo livello, fa parte dello stesso fenomeno.
Questo significa che probabilmente il pubblico che vuole a tutti i costi i videogiochi fisici ha una certa età, che probabilmente va dalla classe 80′ alla 90′ anno più, anno meno. Creando così un mercato di nostalgici e romanticoni legati al (videogioco) fisico. A cui non interessa se il mercato dei videogiochi fisici sia in crisi o meno, interessa solo avere il prodotto. Se, come me, fai parte di questa decade hai un certo legame con la tattilità dell’oggetto. Potrebbe proprio essere questo il mercato di riferimento delle copie da scaffale dei giochini.
Un mercato orientato al sentimento che ci lega ad un determinato rito: aspettare che il disco arrivi a casa (non ci credo che non lo comprate in modo digitale, Amazon ndr.), probabilmente al day one; fare una foto per i social; inserire il disco nella console (aspettare che la parte digitale venga scaricata ndr.); riporre il cd nella sua custodia una volta completato e metterlo sullo scaffale/libreria per lasciarlo li in bella vista, ma senza giocarci più nella maggior parte dei casi.
L’intrattenimento e il contenuto del videogioco non cambia dalla forma in cui lo possedete. L’avventura, l’adrenalina, la storia e le emozioni del gioco, sono e saranno sempre le stesse sia che lo avete in formato fisico che in formato digitale.
Non importa se ho il disco o no, quello che importa è il videogioco.
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