Recensione Yoshi’s New Island

Uno dei terreni videoludici più fertili per Nintendo è quello del platform, genere che nonostante qualche “incursione” da parte di altri sviluppatori (che siano indipendenti oppure abbiano alle spalle un budget più o meno importante) è quasi monopolizzato dal colosso dell’intrattenimento di Kyoto. Negli anni la forza di Nintendo è stata quella di riuscire ad sfornare prodotti per tutte le fasce di appassionati del genere, accontentando i “malati della difficoltà” grazie a serie come Donkey Kong Country ma non dimenticando di sfamare quella fetta di pubblico interessata a tipi di intrattenimento diverso, diversificando l’offerta con prodotti più bilanciati come i vari Super Mario o più “morbidi”, rispolverando Kirby e Yoshi. Ed è proprio con Yoshi’s New Island che, ad otto anni di distanza dal capitolo per DS,  Nintendo (affidandosi al giovane team Arzest, classe 2010) riprova ad accontentare questa fazione degli appassionati. Saranno riusciti i nuovi sviluppatori a riportare in auge le avventure del dinosauro verde?

Un deja vu che ha inizio tanto tempo fa

 L’incipit della storia riprende in gran parte quello visto nel primo capitolo della serie: una cicogna sta trasportando Baby Mario e Baby Luigi dal “luogo magico e coccoloso dove nascono i bambini” alla casa dei loro genitori, mentre ripensa alle avventure passate vissute con i due fratellini. Una volta giunta a destinazione si accorge però di aver sbagliato indirizzo, e si rimette dunque in viaggio alla ricerca della mamma e del papà dei pargoli, venendo però intercettata durante il volo da Kamek, il Magikoopa (e balia di Baby Bowser) che ha già tentato in precedenza di rapire i due futuri idraulici. La cicogna e Luigi vengono catturati, mentre il piccolo Mario precipita sull’Isola Uovo, nuova residenza del clan Yoshi e per combinazione anche villeggiatura vacanziera di Baby Bowser. Lo scopo dei dinosauri sarà quindi quello di accompagnare Mario alla ricerca del fratello, sfruttando la “connessione tra fratelli” che permette al piccolo di sapere istintivamente la posizione del castello in cui Luigi e la cicogna sono tenuti prigionieri.

Non chiamateli pupini

Dal punto di vista delle meccaniche Yoshi’s New Island si mostra come un parente stretto dei precedenti capitoli: i controlli di base rimangono virtualmente immutati, sfruttando le frecce direzionali (o la levetta analogica) per muovere Yoshi , mentre i tasti A e B vengono utilizzati rispettivamente per il salto, che mantenendo la pressione sul tasto permette di fluttuare per un breve tratto, e per mangiare con la lingua i nemici, digeribili e trasformabili in uova premendo poi la freccia giu. Il gameplay è ancora una volta basato sulle uova, che una volta “fabbricate” possono essere lanciate secondo tre schemi di controlli (selezionabili dalle opzioni). Lo schema “calmo” è quello del primo capitolo, che una volta attivata la modalità di lancio premendo sul dorsale destro lascia viaggiare il mirino finché l’uovo non viene lanciato (premendo di nuovo R) oppure bloccato tramite il dorsale sinistro. In modalità lancio uova “rapido” invece il lancio avviene non appena viene rilasciato il dorsale, consentendo comunque di bloccare la mira con L. La modalità “giro” è invece più precisa, permettendo di orientare il mirino a piacere sfruttando l’accelerometro della console piuttosto che lasciarlo libero e bloccarlo quando necessario. A completare il moveset dei dinosauri c’è la possibilità di eseguire il classico “schianto a terra” della serie Mario saltando e premendo la freccia giù in aria, utile per eliminare i nemici quando si è a corto di “munizioni” e il semplice salto sulla testa non basta. Dal primo capitolo è ripresa anche la gestione della “salute” di Yoshi: quando il giocatore verrà colpito Baby Mario volerà via in una bolla, e si dovrà recuperarlo prima che un timer (inizialmente settato a 10 secondi, ma espandibile raccogliendo alcune stelle nel livello) raggiunga lo zero comportando la perdita di una vita. Qualora il tempo scendesse sotto la soglia dei 10 secondi verrà ripristinato a questo valore una volta riacciuffato il pargolo, scelta che è il principale colpevole del basso livello di sfida che caratterizza il prodotto ed in generale ha sempre contraddistinto la serie.

Quello è un elicottero!

Se, come detto, quest’ultima incarnazione di Yoshi non si distingue per l’impegno richiesto “in prima lettura” per il completamento, le cose cambiano quando si gioca per completare il gioco al 100%. In ogni livello sono disseminati tre tipi di collezionabili (30 stelline, 20 monete rosse e 5 margherite) che vanno raccolti, non necessariamente nella stessa giocata, e portati fino al traguardo: la sfida sta appunto in quest’ opera di raccolta, dato che i collezionabili sono posizionati in modo strategico e spesso capita che siano nascosti e vadano “stanati” a colpi di uova (o di nemici) oppure vada rischiata una delle vite a nostra disposizione, o ancora si abbia una sola possibilità di prenderli e in caso di fallimento sia necessario ricominciare il livello. Altro pepe all’esperienza viene aggiunto dalle novità introdotte da Arzest, con le uova giganti che permettono di distruggere “pezzi” di scenario per proseguire e/o raccogliere i citati collezionabili (e accumulare vite nel caso si totalizzi un certo livello di distruzione con un singolo colpo) e le sezioni in cui lo Yoshi di turno si trasforma in un mezzo di trasporto (elicotteri, slittini, mongolfiere…) controllato tramite l’accelerometro e deve superare la zona entro il tempo limite, sempre tenendo un occhio sui fiori, monete e stelle. Al completamento di ogni livello verranno elargite delle medaglie a seconda della prestazione, e accumulandone 30 nello stesso mondo si otterrà l’accesso ad un livello interamente basato su queste forme “alternative” del dinosauro. Un ulteriore livello nascosto verrà sbloccato completando al 100% tutti i livelli della zona.

Classico è lo stile che mastico

Lo stile visivo con cui è confezionato il prodotto richiama immancabilmente alla memoria l’originale Yoshi’s Island, complice l’effetto “a pastello” sfruttato per i fondali e per i personaggi in primo piano. Attivando il 3D della console il risultato è simile a quello che si ha davanti ad un libro pop up, con gli elementi principali portati in primo piano ed il fondale lasciato “indietro”, idea riuscita e sicuramente azzeccata dato il taglio  visivo dell’opera. L’unico neo da questo punto di vista va registrato nei primi mondi proposti, un po’ sottotono  e spogli rispetto a quanto si può vedere nel resto del gioco. Peculiare la scelta anche a livello sonoro, con una sola traccia “di base” che viene ri-arrangiata a seconda dell’ambientazione del livello che si sta giocando, col risultato di essere sempre omogenea  a quanto viene mostrato a schermo.

Verdetto
8 / 10
Alla faccia di chi gli vuole male
Commento
Yoshi’s New Island riesce a far approdare in modo riuscito Yoshi su 3DS, confezionando un titolo in linea con la tradizione della serie che però non si lascia mancare l’occasione di aggiungere qualcosa di (più o meno) personale. Un prodotto divertente e sicuramente in grado di soddisfare gli amanti della serie ed in generale gli amanti del genere, sapendo che comunque la “vera sfida” non consiste tanto nel finire il gioco quanto nel completare al 100% tutti i livelli presenti.
Pro e Contro
Divertente e estremamente rigiocabile
Puntare al 100% in ogni livello da soddisfazione...
In linea con la tradizione, senza farsi mancare qualche novità

x ... Ma “in prima battuta” non è particolarmente difficile
x I primi mondi sono un po’ sottotono

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