Bello il nome Planimal però.

Voglio iniziare questa recensione di Monster Harvest dicendovi che il titolo che leggete sopra non è clickbait. Io credo davvero che questo prodotto abbia una buonissima idea dietro e che abbia le potenzialità per diventare un gioco ben confezionato su cui spendere ore. E questo apre un problema sia logistico che etico, perché ad oggi il gioco non è che un Early Access venduto come gioco completo e io mi trovo a imprimere su queste pagine un giudizio che potrebbe invecchiare in pochissimi mesi.

Con le giuste implementazioni, il gioco non dico che potrebbe diventare un capolavoro, alla fine si tratta di un titolo molto semplice nella sua struttura, ma sicuramente potrebbe essere un consiglio per gli acquisti per tutti gli amanti sia dei grinding game, sia dei giochi con creature collezionabili da far picchiare a sangue. Comunque, lasciandovi con la promessa che alla fine vi dirò qualcosa in più su questa situazione scomoda in cui mi trovo, vi lascio il trailer e vi parlo un po’ del gioco.

Seminare

Vi giuro che la splash art che avete visto nel trailer non rende per niente giustizia alla grafica in gioco, che è forse l’unica cosa che si salva di tutto il titolo. La pixel art, infatti, è davvero carina e molto espressiva sia durante i combattimenti tra mostri, sia nell’overworld con le stagioni che cambiano e le piante che crescono o appassiscono. Certo, non stiamo parlando di chissà quale innovazione, è sempre quel livello medio che tiene il gioco all’interno della fascia “Si, cioè, ci sta”. Fa il suo, insomma.

Liquidata la parte grafica, passiamo a tutto il resto che si può riassumere con un sonoro: “tutto qui?”. Non ci sta molto da dire su Monster Harvest, devi fare esattamente quello che dice il nome: coltivare mostri. Grazie a degli slime di diverso colore, le nostre piante cambieranno aspetto e diventeranno Planimal: mostri aggressivi da portare in squadra o da vendere per fare soldi. Il resto è tutto uno spacca le pietre, abbatti gli alberi, gestisci la fattoria facendo Planimal mucche, Crea un pollo blu da cavalcare… Insomma, le solite cose dei gestionali. Più la fattoria cresce, più saliamo di livello, più soldi possiamo fare e più cose si possono costruire. In aggiunta, potremmo sfruttare i Planimal per esplorare il dungeon a nord della città e, oltre a grindare oro e titanio come dei pazzi, scoprire come mai gli slime sono impazziti e sono usciti dalla caverna invadendo le città.

Figata, se non fosse che ogni singola cosa dura pochissimo deludendo qualsiasi aspettativa.

Un esempio? Il dungeon che nasconde i segreti più oscuri della città, con tanto di sottotrama collegata ai sospetti membri della SlimeCorp, dura 5 livelli. Poi basta. Sconfiggi il boss e finisce lì. Ti bastano una decina di Planimal morti, che ti permettono di potenziare il suolo e quindi di aumentare il livello di quelli successivi, e il gioco è fatto. Altro esempio? Ci sono tre stagioni in totale e 4 possibili semi da piantare a stagione. Quindi un numero piccolissimo di Planimal disponibili. Giusto per rigirare il dito nella piaga, ne volete un altro? Ogni singolo Planimal ha a disposizione massimo 3 mosse e non ne può imparare di nuove.

Mi sembra che il quadro sia abbastanza chiaro. Ogni volta ero lì con l’acquolina in bocca pronto a scoprire chissà quale nuovo strumento per la mia fattoria o chissà quale segreto, e poi la batosta. Una mazzata tra capo e collo che mi ha lasciato stordito e deluso. Tutto qui. E il problema è che se questo fosse un Early Access le cose andrebbero più che bene. Basterebbe davvero poco per renderlo più accattivante. Nuovi mostri, nuovi livelli nel dungeon, nuovi strumenti. Tutte cose che so per certo che arriverebbero se il gioco fosse un EA. Ma ad oggi è sotto la dicitura “gioco completo” e come tale va giudicato ed analizzato.

Tutto qui. Questa recensione dura quanto il gioco e, immagino, sia deludente allo stesso modo

Raccogliere

Come promesso, in chiusura di questa recensione di Monster Harvest voglio prendermi un po’ di spazio per spiegarvi la situazione scomoda in cui si trovano tutte quelle persone che giudicano un prodotto nell’era di internet. Con questo non voglio scagionare né me né chiunque altro, ma portarvi a riflettere, anche solo per un momento, sulle recensioni e il numerino che leggerete in fondo a questo articolo. Con la possibilità più che ottima di aggiornare un titolo che presenta bug, cattivo bilanciamento o contenuti mancanti, chi scrive o crea contenuto volto a dare un giudizio sul titolo, si trova a dover mettere le mani avanti per evitare che una sua stroncatura legittima si trasformi in un cataclisma se il gioco dovesse diventare un capolavoro.

Il caso più emblematico è quello di No Man’s Sky. Il titolo era una truffa a mano armata e praticamente chiunque lo stroncò, marchiando a fuoco il proprio voto su Metacritic. Ad oggi No Man’s Sky è un capolavoro del medium e nessuno si sognerebbe mai di dare un giudizio negativo al titolo. Ad oggi però, a circa 5 anni di distanza dalla sua uscita. Eppure i voti su Metacritic sono sempre quelli. Questo perché mentre il gioco si aggiornava trasformandosi in un prodotto valido, le recensioni sono rimaste lì nascoste sotto un cumulo di altri articoli. Recensioni che potrebbero essere aggiornate e che, secondo me, andrebbero rimaneggiate, ma che purtroppo rimangono incastrate nel ghiaccio; un po’ per il poco tempo a disposizione, un po’ perché parte del pubblico monitora qualsiasi cosa tu faccia pur di creare casino.

Bene, quindi come si risolve il problema? Io non ho una soluzione in realtà. Posso dirvi che dovete prendere qualsiasi recensione non come il vangelo, ma come un’analisi soggettiva, quindi critica, di chi l’ha scritta nel momento in cui è stata scritta. Avete tutti gli elementi: data di pubblicazione, nome dell’autore, data di uscita del gioco, gameplay di quel periodo. Tutte informazioni che potete sfruttare per farvi un’idea personale del titolo che può tranquillamente cozzare con quella dell’autore. E va bene così. Non dovete per forza essere concordi, anzi, io sono sicuro che lì fuori c’è qualcuno che ama Monster Harvest e che troverà questo pezzo spazzatura. Buono, vuol dire che si è fatto una sua idea.

Quindi per chiudere, io spero davvero che Monster Harvest diventi un gioco completo. Lo spero, anche se trasformerà questo articolo in non più che dati inutili.

Voi, però, fatevi una vostra idea e non date sempre retta ai numeri.

Voto e Prezzo
5.5 / 10
7€ /17€
Commento
Monster Harvest è un gioco con una buonissima idea di fondo ma che ha ancora bisogno di crescere. Ad oggi l'esperienza è a malapena sufficiente e carica di delusione.
Pro e Contro
Bella idea
Pixel art carina
Buone le musiche...

x ... Anche se facilmente dimenticabili
x Trama pressoché inesistente
x Dura pochissimo e quel poco stanca subito

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