Recensione Gal*Gun: Double Peace

Il numero di titoli che arriva da noi dal Giappone sono un’infinitesima parte di quelli che in realtà escono ogni anno e che per un motivo o per l’altro, leggi barriere culturali o costi troppo altri per adattamenti fallimentari (in termini economici), rimangono relegati nella loro terra d’origine. Esistono poi dei publisher coraggiosi che, volendo supportare una determinata utenza, si impegnano nel far arrivare sulle nostre console giochi che altrimenti non vedremmo mai. È oggi il caso di PQube che porta in Europa il secondo capitolo di Gal Gun, rail shooter dalla spiccata verve fanservice di Inti Creates. Scoprite con noi la recensione di Gal*Gun: Double Peace, disponibile su PlayStation 4 e PS Vita dallo scorso 22 Luglio.

Versione Testata: PlayStation 4

What is love
La storia di Double Peace ci vedrà impersonare Houdai Kudoki, un ordinario e anonimo studente, la cui noiosa vita verrà stravolta dall’arrivo di un angelo dell’amore, Ekoro (che abbiamo avuto il piacere già di conoscere come personaggio giocabile in Mighty Gunvolt), che nel tentativo di superare un esame metterà nei guai Houdai. Il compito di Ekoro è quello di aiutare il giovane a trovare l’amore della sua vita, ma nel momento esatto di iniziare l’esame, Ekoro noterà che Houdai è stato preso di mira da un demone. Colta dal panico colpirà il ragazzo con le sue pistole settate alla massima potenza, scatenando l’inevitabile: Houdai diventerà così il bersaglio di tutte le ragazze della scuola che impazziranno per lui dichiarandogli il proprio amore. Al tempo stesso avrà solamente tempo fino alla fine della giornata per trovare la persona amata e, in caso di fallimento, sarà costretto a vivere una vita fatta di solutudine, odiato da tutto il genere femminile. Presa coscienza della situazione Houdai dovrà respingere le orde di ragazzine innamorate a colpi di Pheromone Shots, proiettili in grado di placare la loro euforia e riportarle alla normalità. A cavallo tra uno sparatutto su rotaie e un date sim, sarà proprio questo secondo aspetto a condizionare gli esiti delle nostre partite.

Dopo aver scelto il tipo di personalità, che veicolerà successivamente alcuni dialoghi a scelta multipla, superati i primi stage introduttivi saremo posti di fronte ad un bivio, un punto di svolta che ci farà scegliere con quale delle ragazze protagoniste del gioco iniziare una “romance”. All’inizio saranno disponibili solo un paio di scelte, fra Shinobu e Maya, sorelle e cacciatrici di demoni, amiche d’infanzia di Houdai. Solo completando entrambe le route e raggiunto un grado di affinità che permetta di ottenere un True Ending sarà possibile intraprendere altre strade che porteranno la storia a sviluppi inaspettati con altre protagoniste, tra cui la stessa Ekoro o Kurona, il demone che ha scatenato tutti gli eventi iniziali. Per quanto il racconto sia basilare, se mettiamo da parte l’eccessivo fanservice che alegga su tutta la produzione, ci troviamo di fronte ad un titolo che si lascia godere tranquillamente da tutti gli amanti di un certo genere di intrattenimento, che ammicca non troppo velatamente all’ecchi, in maniera non molto dissimile da quanto già visto con giochi del calibro di Akiba’s Trip o Senran Kagura. Anche il fatto che ad arrivare da noi sia solamente il secondo capitolo non è un ostacolo: al di là della leggerezza della storia, sebbene siano presenti chiari riferimenti o personaggi del Gal*Gun originale, Double Peace  è fruibile senza troppi problemi.

House of the upskirt
Gal*Gun: Double Peace fa riscoprire un genere ormai estinto, quello degli shooter su rotaie, tanto in voga alla fine degli anni ’90 che videro nei vari House of the Dead e Time Crisis i loro cavalli di battaglia. Qua, in completa leggerezza, fra il fanservice e situazioni abbastanza esplicite dovremo barcamenarci fra i corridoi della scuola di Houdai, accerchiati da decine di ragazze che spunteranno fuori dai luoghi più impensabili. Lo spostamento del personaggio sarà automatico, a noi spetterà il compito di muovere il puntatore a video per mirare la ragazza turno e inibirla. Ogni studentessa avrà un punto debole che se colpito ci farà segnare un Ecstasy Shot, mettendola istantaneamente fuori gioco. Sarà possibile anche effettuare uno zoom, per raggiungere i bersagli più lontani o colpire item o bonus sparsi qua e la nello stage. Zoomando, oltre a guadagnare in precisione , avremo la possibilità di vedere attraverso gli oggetti (e ammirare l’intimo attraverso i vestiti), per scovare segreti o analizzare le misure delle ragazze, che andranno a riempire un database contenente varie informazioni sulle studentesse.

Ultimo, ma non meno importante l’opzione di effettuare un attacco speciale, il Doki-Doki Mode, con il quale riempiendo un apposito indicatore a schermo potremo coinvolgere fino a 3 “nemici” contemporaneamente in una sorta di minigioco, dove “toccando” le ragazze nei punti giusti scateneremo la loro euforia riportandole alla normalità. Alcune saranno poi “possedute” da dei demoni che aleggiano intorno a loro, e per essere sconfitte dovremo prima liberarci dell’ospite indesiderato che altrimenti schermerà i nostri colpi.
Nel corso del gioco avremo a che fare con svariate tipologie di innamorate, da quelle pronte a confessarci il loro amore consegnandoci delle lettere a ragazze più audaci che ci afferreranno per basciarci o ci urleranno contro per farsi notare. Nel caso il nostro intervento non sia tempestivo la nostra barra di energia calerà, e una volta svuotata si finirà inevitabilmente in game-over, a patto di spendere parte dei punti guadagnati per ripartire da dove il gioco si è interrotto. Questo però capiterà di rado, anche selezionando il livello di difficoltà più alto disponibile, la sfida proposta rimarrà sempre abbordabile, anche grazie ai potenziamenti che si possono acquistare nello shop del gioco, fra i quali sono disponibili oggetti per il l’incremento della difesa e l’aumento dell’energia.

Angeli o demoni
Per guadagnare più punti, oltre a quelli ottenibili giocando normalmente (valutati in base al tempo impiegato/colpi subiti/precisione) all’interno degli stage sono presenti alcune missioni secondarie, solitamente incentrate sul ritrovamento di oggetti smarriti. L’accumulo di punti extra si rivela importante anche per lo sblocco di un’ulteriore route amorosa con la gestrice del negozio, Uno Aoi (personaggio già presente nel primo episodio).

Durante i capitoli capiterà inoltre di trovarsi a che fare con alcuni minigiochi che coinvolgeranno le nostre protagoniste in situazioni imbarazzanti, come rimanere intrappolate in una finestra durante una fuga, o appiccicate in una trappola cattura demoni. Qua l’azione si sposterà sul corpo delle ragazze, sul quale agendo in determinati punti faremo crescere la nostra affinità con loro. Questi momenti coinvolgono anche l’uso delle funzioni touch del DualShock 4 (nel caso di PS Vita del touch screen): agendo sul touch pad andremo a simulare le azioni descritte a video, da semplici tocchi e carezze ad altre più complesse come “spingere” o massaggiare. Purtroppo non sempre la precisione del riconoscimento dell’azione effettuata viene colta, rischiando di non farci superare la prova e a sua volta di non riuscire ad ottenere l’affinità necessaria per il true ending.

Non mancano neppure gli scontri con i boss di fine livello, solitamente creature dotate di molteplici tentacoli (qualcuno ha parlato di tentacle rape?) che terranno in ostaggio le nostre amate e spetterà a noi liberarle, sparando nei punti giusti prima che il boss compia le sue azioni o contrattaccando i suoi proiettili. Anche in questo caso, la difficoltà degli scontri viaggia su livelli veramente bassi e non sarà mai troppo impegnativo sconfiggere il nemico di turno.
Se nel primo capitolo su PlayStation 3 era possibile usare il PS Move, replicando la pistola del gioco, guadagnandone sicuramente in immedesimazione e praticità, in questo nuovo seguito tale opzione sparisce completamente. Ed è un peccato, nonostante la poca diffusione della periferica e del suo utilizzo, avrebbe reso i controlli più immediati velocizzando non poco l’azione di gioco.

Una volta completate le varie relazioni amorose, il gioco non offre altri grandi spunti d’intrattenimento (considerando che ogni route è completabile in massimo un paio d’ore), lasciandoci liberi di dedicarci allo Score Attack, modalità pensata per riaffrontare i vari stage e migliorare i punteggi ottenuti. Gal*Gun: Double Peace mette a disposizione anche una pratica opzione di condivisione del salvataggio nel caso si possiedano entrambe le versioni del gioco, così da passare indifferentemente da una all’altra e continuare la nostra partita.

Cupid 2.0
Tecnicamente Gal*Gun: Double Peace fa il minimo indispensabile, sia sul piano grafico che sonoro. Sorvolando sulla pochezza poligonale a schermo pur sfruttando l’Unreal Engine, a conti fatti tutto risulta funzionale, pulito e colorato. Buona la realizzazione dei modelli poligonali delle protagoniste, rigorosamente realizzate in cel-shading, mentre risulta più anonima e ripetitiva quella delle studentesse della scuola, con modelli riciclati in più di un occasione. Anche la colonna sonora che ci accompagnerà per la durata delle nostre partite soffre di monotonia, proponendo allo sfinimento i pochi brani presenti. Come è lecito aspettarsi, troviamo solamente il doppiaggio originale giapponese, supportato da un adattamento dei testi in inglese. Testi che non sono purtroppo sempre presenti, lasciando alcuni momenti (specie quelli durante i minigiochi con le protagoniste) scoperti, probabilmente una sorta di “censura” leggera per non caricare eccessivamente certi passaggi.

Verdetto
6.5 / 10
e che vuoi verdettare? ( ͡° ͜ʖ ͡°)
Commento
La serie di Gal*Gun debutta in Europa con Double Peace. Il titolo di Inti Create ci trasporta nel mondo dei rail shooter, con una storia leggera e piacevole, infarcita di tanto buon fanservice. Messo da parte l'aspetto narrativo, destinato ad un utenza che cerca determinati elementi (il fanservice, appunto) ci troviamo di fronte ad un gioco basilare, nei primi minuti anche divertente, ma che dopo qualche ora esaurisce la sua efficacia, vuoi per un gameplay troppo abbozzato o una difficoltà praticamente inesistente, lasciando il compito di intrattenere proprio alla parte speudo date-sim. Se avete apprezzato sia Senran Kagura che Akiba's Trip, in Gal*Gun: Double Peace riuscirete ad apprezzare anche l'ultima fatica di Inti Creates, al contrario se al solo pensiero dell'eccessiva dose di fanservice vi viene l'orticaria, beh il nostro consiglio è quello di starne il più lontani possibile.
Pro e Contro
Storia leggera e piacevole
Curioso mix rail shooter/date sim
Se amate il fanservice
Gameplay semplice...

x ...pure fin troppo
x Se odiate il fanservice
x Difficoltà pressoché inesistente
x Completata la modalità principale resta poco da fare

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