L’universo creato da Gearbox Software è ormai prepotentemente entrato a far parte del pàntheon videoludico. E a 10 anni dall’uscita del primo titolo della serie, diventato nel frattempoBorderlands GOTY, continua imperterrito a fare sempre più proseliti. Con l’annuncio del tanto atteso terzo capitolo, le cui voci al riguardo si stavano trascinando ormai da anni, è stata colta l’occasione per ridare lustro ai vari titoli della serie, confluiti da tempo nella Handsome Collection. Che tuttavia non comprende il primo Borderlands, la cui versione GOTY “originale”, venduta separatamente, è disponibile solamente su PC, PS3 e Xbox 360.
Da qui si sviluppa la principale nota dolente: Borderlands GOTY rimasterizzato, chiamato Enhanced su PC, è stato rilasciato gratuitamente ai possessori dell’originale (datato 2009) su Steam.Agli utenti di PS4 e Xbox One viene invece venduto al prezzo di lancio, pari a circa 30 euro: nessuna agevolazione, dunque, per i possessori della Handsome.
Ma il gioco vale comunque la candela? Cosa ha compiuto Gearbox nel concreto?
Abilitazione a texture in 4K, introduzione del filtro anti-aliasing FXAA, supporto all’HDR (per i detentori di console) e varie migliorie grafiche per Borderlands 2 e Borderlands: The Pre-Sequel. Per il primo capitolo si denota inoltre l’introduzione di elementi (prima assenti) consolidati negli altri titoli, tra cui raccolta automatica di denaro, kit medici e munizioni a terra, minimappa e una gestione dell’inventario più profonda e intuitiva. Aggiunte a prima vista banali, ma la cui mancanza nel Borderlands originale rendeva l’esperienza di gioco decisamente meno scorrevole.
Essenza intrinseca e orizzonte mentale.
Il loot & shoot per eccellenza, ma non solo.
Come gli aficionados sapranno, la serie targata Gearbox non eccelle solamente nel gameplay. Oltre che col suo umorismo divenuto praticamente iconico, la dimensione narrativa di Borderlands si distingue inoltre per la profondità e la cura del contesto, capaci di (im)porre l’universo di Pandora e circondario nell’immaginario collettivo degli utenti. Non solo gag e riferimenti (videoludici e non) più e meno colti, ma anche una pregevole caratterizzazione dei personaggi. I protagonisti, come i vari cacciatori della cripta che si sono susseguiti per i vari capitoli. I comprimari, come il mercante Marcus o il Dr.Zed, veri e propri habituè senza i quali diventerebbe impossibile immaginare un Borderlands, al pari di un Batman privato del suo Alfred.
Più che l’ambientazione o la trama stessa, sono infatti i personaggi a costituire l’anima della serie: un’anima multiforme, indissolubilmente e inevitabilmente legata al cuore e alla memoria di milioni di giocatori.
Tra i tanti personaggi memorabili ce n’è uno in particolare, legato a doppio filo con tutte le nostre avventure su Pandora (e sulla luna di Elpis nel caso di The Pre-Sequel). Colui che rappresenta una vera e propria costante, accogliendoci ad ogni inizio di una nuova avventura. Irriverente e chiassoso, irritante ma bonario: la mascotte riconosciuta di Borderlands. Si sta naturalmente facendo riferimento a uno dei robot più famosi della storia videoludica, ovvero CL4P-TP, più semplicemente conosciuto come Claptrap.
Ed è con Borderlands GOTY che tutto ha inizio. Una volta scelto il nostro cacciatore della cripta, è proprio lui ad accoglierci nella desolata cittadina di Fyrestone, per darci i primi rudimenti sull’interfaccia di gioco e su alcune meccaniche basilari. Un po’ come una mamma, con la differenza che tra una danza dubstep (sua grande passione) e l’altra Claptrap non esita a chiamarci affettuosamente “tirapiedi” o “scudiero”. Per chi come il sottoscritto si è approcciato all’universo di Borderlands col secondo capitolo, giocare il primo costituisce una piacevole retrospettiva. Per approfondire la trama certamente, ma anche per conoscere i primordi dei personaggi ai quali, nel caso, ci saremo già affezionati nei titoli successivi.
Rispetto al primo, il 2 è ambientato 5 anni dopo: The Pre-Sequel, invece, 5 mesi. Per chi è totalmente estraneo alla serie giocare Borderlands GOTY costituisce conseguentemente l’approccio migliore. Certo gli anni si fanno sentire, ma la rinnovata veste grafica e meccanica ha comunque reso il titolo più “fluido” e meno vetusto. Soprattutto se comparato alla versione del 2009, che per i giocatori avvezzi ai soli titoli più “moderni” sarebbe qualcosa di comparabile al retrogaming.
Sarà che li ritroveremo nei capitoli successivi, ma i “primi” quattro cacciatori della cripta sembrano obiettivamente quelli caratterizzati più nel dettaglio, anche a livello umano. Nel corso della serie si ha modo infatti di conoscerne il carattere (e i gusti) , ma anche i tratti del legame di amicizia/rispetto (e nel caso di Lilith e Roland, qualcosa di più) che intercorre tra di loro. Per chi ha all’attivo la totalità dei Borderlands, questo aspetto risulterà probabilmente decisivo nell’atto di affezionarsi maggiormente a questo primo roster di personaggi selezionabili.
Se nei capitoli successivi sembrano poco più che conoscenti, su Borderlands GOTY i cacciatori della cripta appaiono davvero come una squadra.
Borderlands GOTY, al pari degli altri titoli della serie, offre una delle esperienze videoludiche in co-op migliori di sempre. “Goziliardi” di armi, nemici e scontri attendono i novelli cacciatori della cripta, che in questa remastered saranno anche lievemente personalizzabili: nulla a che vedere con le possibilità offerte dai capitoli successivi, ma come si suol dire, meglio di un calcio nei testicoli. Non mancherà qualche nuova arma leggendaria “farmabile” e un restyling generale per il capostipite della serie, che soffre tuttavia di una minore varietà nelle quest e di una maggiore linearità nello svolgimento della trama e nelle ambientazioni.
Di certo qualche novità sarebbe stata davvero gradita, in stile Age Of Empires 2, che a oltre 10 anni dall’uscita ha avuto ben 3 nuovi contenuti aggiuntivi, per la versione HD. Tuttavia, al pari della GOTY originale, questa edizione rimasterizzata di Borderlands comprende tutte e 4 le espansioni.
Alla luce di tutto questo, vale la pena comprare il gioco per i possessori di console di ultima generazione?
La risposta è ni. Per coloro che hanno avuto modo di giocare la versione PS3/Xbox 360, 30 euro potrebbero comunque essere troppi per una simile remastered, buona ma non eccellente. Viceversa Borderlands GOTY diventa un ottimo investimento per gli estranei alla suddetta versione originale: una ghiotta occasione per iniziare dal principio il percorso che porterà quasi sicuramente ad amare il brand. In attesa dell’agognato terzo capitolo.
Verdetto
8 / 10
Dove tutto ebbe inizio. Ma in 4K, volendo.
Commento
Negli ultimi anni siamo stati abituati a un gran numero di remastered, molte delle quali obiettivamente inutili (perchè magari cronologicamente vicine ai titoli originali). Tuttavia non è questo il caso; Borderlands (2009) necessitava non poco di un ammodernamento, di una messa a punto anche tramite l'innesto di meccaniche introdotte nei capitoli successivi ma inspiegabilmente mancanti, in precedenza. Delle piccolezze che, sommate, riescono in ogni caso a fare una differenza notevole in termini di user experience. In vista del terzo capitolo, la scelta di svecchiare i capitoli precedenti si rivela oltremodo lungimirante. Nel complesso bene, ma non benissimo.
Pro e Contro
✓ Le origini di Borderlands! ✓ Svecchiato al punto giusto ✓ Gratis...
x ... Ma solo su PC x Ottimizzazione non eccelsa x Tendenzialmente ripetitivo
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