Disney e videogiochi sono stati un’accoppiata spesso vincente, e lo sappiamo benissimo. Noi stessi ci siamo spesso occupati di questo eccellente binomio, che ha dato vita, soprattutto tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del nuovo millennio a titoli che possiamo definire veri e propri capolavori videoludici. In passato abbiamo infatti ricordato le mirabolanti avventure di Tarzan del 1999 oHerculespubblicato due anni prima proprio da Disney Interactive Studios, titoli questi a scorrimento laterale che hanno scritto la storia della prima mitica PlayStation. Ma accanto ai giochi appena citati, potremmo inserire (nuovamente, perché sì, lo abbiamo già fatto) una lista infinita di titoli da far girare la testa ancora oggi ai videogiocatori di tutto il mondo… e tra questi, inutile a dirsi, c’è un certo Toy Story rilasciato proprio tra il 1999 e il 2000 per quattro differenti console.
Per chi non lo sapesse (ma teoricamente dovreste essere massimo due-tre in tutto il mondo) Toy Story è un film capolavoro d’animazione Disney Pixar edito nel 1995 in tutto il mondo. Giocattoli parlanti, giocattoli che hanno vita e che provano vere e proprie emozioni. Tom Hanks e Tim Allen nella versione inglese, ma anche Fabrizio Frizzi e Massimo D’Apporto in quella italiana furono eccezionali e diedero un tocco in più a un film con una trama eufemisticamente bella. Purtroppo però, dal punto di vista videoludico il titolo non funzionò più di tanto. Il titolo a scorrimento laterale, rilasciato il 25 aprile del 1996 in Nord America, Giappone ed Europa infatti consisteva in 17 livelli (anch’essi a scorrimento laterale) con il mitico cowboy Woody che non deve far altro che evitare gli avversari legandoli con la sua corda lungo le vari missioni da affrontare. Il punto è sempre lo stesso però: i videogiochi non erano ancora quel fenomeno di massa che cominciarono a essere pochi anni dopo, forse proprio con l’avvento di PlayStation, ed è anche per questo che il titolo, rilasciato per Windows PC, Super Nintendo, Mega Drive e Game Boy, non ha oggi quell’aura che invece molti titoli della seconda metà degli anni ’90 hanno.
Saving Woody…
I giochi principali dedicati all’universo di Toy Story sono ben quattro. Del primo se n’è già parlato abbastanza, e il terzo non ha comunque avuto successo, soprattutto perché si distacca dalla saga principale, essendo dedicata alla serie animata dedicata a uno dei protagonisti e ai suoi scontri con l’imperatore Zurg – Buzz Lightyear of Star Command. L’ultimo, Toy Story 3, meriterebbe invece un discorso a parte, essendo stato rilasciato a tanti anni di distanza dai precedenti. Tra i primi due titoli si colloca il capitolo videoludico più famoso Toy Story 2: Buzz Lightyear to the Rescue.
Il gioco riprende completamente la trama del secondo capitolo della trilogia, e ci metterà nei panni del mitico Buzz alla ricerca dell’amico Woody, venduto per sbaglio in un mercatino tenuto dalla madre di Andy, desiderosa di sbarazzarsi delle vecchie cose. Nei panni del mitico giocattolo venuto dallo spazio, ci muoveremo in differenti stage che varieranno dalla casa di Andy fino al negozio di giocattoli in cui il protagonista troverà il suo alterego. Ma meglio procedere per gradi.
Verso l’Infinito e Oltre
Livelli ampi e ricchi di particolari
Nei panni di Buzz Lightyear dovremo semplicemente riuscire ad arrivare fino all’ultimo livello, dove riusciremo a salvare finalmente Woody (scusate lo spoiler). I vari livelli sono inoltre intramezzati da cut scene tratte dal film d’animazione originale che danno senso alle nostre azioni, in quanto dal punto di vista del giocato, non sempre avremo a che fare con personaggi e missioni che il protagonista affronterà in Toy Story 2. I livelli sono infatti standardizzati e ognuno di questi comprende determinate azioni da compiere, un boss da affrontare e oggetti da collezionare. I luoghi nei quali i livelli sono ambientati sono inoltre molto ampi e ricchi di particolari, e stimoleranno continuamente la curiosità del videogiocatore: iconico in questo senso è il primo livello di gioco, ambientato nella casa di Andy, dove i giocattoli vivono. All’interno di questo spazio infatti potremo correre e “cadere con stile” dalle mensole, dalla scrivania, o dal famoso letto del ragazzo, presente in una delle prime scene del primo film d’animazione (insomma, chi non ha tifato per Woody quando le lenzuola del cowboy vengono sostituite da quelle di Buzz?).
Girovagare per la casa, così come per gli altri set, non sarà però cosa da poter fare tranquillamente. Ci troveremo infatti continuamente attaccati da altri giocattoli pronti a metterci i bastoni tra le ruote e a far scaricare la batteria di Buzz, simbolo questo della sua salute, che potrà aumentare grazie alle batterie che troveremo lungo tutti i livelli. Tranquilli però, perché il nostro Buzz potrà sparare con il suo laser e incenerire chiunque gli si pari di fronte, mentre ci godremo il suo faccione sorridente a pieno schermo. A rendere tutto più interessante saranno i potenziamenti che otterremo da Mr. Potato riportandogli i pezzi del suo corpo: Scudo Cosmico, Lancia dischi, Stivali a reazione e Sparagancio.
Pizza Planet – ed è subito magia
Cinquanta monete da collezionare
Tutti questi livelli hanno uno schema ben preciso che si ripetono dall’inizio alla fine. Per poter accedere infatti ai vari mondi successivi, i giocatori dovranno collezionare i gettoni Pizza Planet (ma non vi viene da piangere solo a sentire questo nome?), e per farlo dovremo affrontare cinque diverse sfide: la prima è quella di collezionare le cinquanta monete sparse per tutto il livello: una volta riportate tutte al mitico porcellino salvadanaio Hamm, ne otterremo una. Il secondo dovrà invece essere guadagnato su pista, in quanto sfideremo a una gara di corsa diversi avversari, ben noti agli amanti del film. La terza sarà invece ottenibile trovando i sosia dei famosi giocattoli e infine battendo il “boss finale”. Sì, ne manca una, ma l’obiettivo per sbloccarla è segnalato da un punto interrogativo e varierà da stage a stage.
Toy Story: Buzz Lightyear to the Rescue è uno di quei videogiochi che malgrado una trama non originale (riprende praticamente quella del film) e un gameplay alla lunga leggermente ripetitivo, entra a far parte di quel gruppo di titoli della fine degli anni ’90 che tutti dovrebbero giocare ancora una volta. Poter muovere quello che è stato un vero e proprio mito di quel lustro era, per un bambino di quegli anni, un’esperienza tutta da vivere; se poi nel gioco trovano spazio anche quei personaggi secondari che fanno sentire la loro presenza… Beh siamo di fronte a un titolo da libidine, come da marchio Disney di quegli anni.
#LiveTheRebellion
Privacy & Cookies Policy
Privacy Overview
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these cookies, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may have an effect on your browsing experience.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.
#LiveTheRebellion