Il direttore di Yakuza Toshiro Nagoshi, loda il lavoro di Sucker Punch con Ghost of Tsushima. Inoltre si sbilancia sul futuro della serie Yakuza.

Toshihiro Nagoshi, il direttore della serie Yakuza, ringrazia Ghost of Tsushima. Per quanto possa sembrare un titolo clickbait, la verità sta nei fatti. In una recente intervista il direttore ha lodato il gioco, dicendo di come gli sviluppatori giapponesi siano usciti sconfitti da un gioco occidentale. Anzi rincara di più la dose affermando che sembra strano che un gioco del genere non sia uscito da uno studio del Sol Levante.

Ad essere onesti, noi siamo stati battuti. Chi ha perso siamo noi. Onestamente penso che un gioco del genere doveva essere prodotto in Giappone.

Toshihiro Nagoshi – Direttore della serie di Yakuza
Nagoshi ha lodato la direzione artistica del gioco. Ha parlato di come Ghost of Tsushima abbia fatto scoprire parte della cultura Orientale a quella Occidentale. Ed è proprio per questo che il direttore di Yakuza ringrazia il prodotto dei Sucker Punch. D’altronde, parte dei fan si sono sentiti talmente legati all’opera tanto da far partire un campagna Kickstarter per la ricostruzione di un monumento sull’isola dopo il passaggio di un tifone. Coloro che hanno giocato il prodotto si sono sentiti legati a una cultura non appartenente a loro.

L’appropriazione debita culturale

Gli occidentali che solleticano la fantasia dei Giapponesi, più dei Giapponesi sono semplicemente… fantastici. C’è un pregiudizio di fondo di come gli occidentali non capiscano le cose riguardo al Giappone, ma questa ipotesi è totalmente sbagliata, no?

Toshihiro Nagoshi – Direttore della serie di Yakuza
Con queste ultime parole, Toshihiro conclude la sua intervista. Annunciando inoltre che è grazie a Tushima se due capitoli della serie Yakuza potrebbero arrivare in Occidente. Parliamo di due titoli che non sono mai arrivati da noi, ovvero Kenzan e Isshin. Il motivo è presto detto. Il gioco contiene scene ambientate in bordelli orian e in alcuni casi tratta di prostituzione minorile. Anche il setting della storia ha fermato il rilascio da noi.

Il fantasma di Tsushima in posa inginocchiata con la spada sguainata
I due spin-off della serie Yakuza, Kenzan e Isshin, sono ambientati nel periodo feudale giapponese. Viste le parole di Nagashi, si presuppone che la collocazione storica sia stata il motivo che non ha permesso l’embargo in suolo europeo e americano. Ma il successo di critica e vendite di Ghost of Tsushima avrà spinto Sega a pensare che è giunto il momento che questi prodotti arrivino da noi.

Oltre a dover festeggiare per un futuro rilascio di questi prodotti – di cui vi invito a recuperare la serie partendo proprio dall’ultimo capitolo – ciò che ci dovrebbe far riflettere è come Nagoshi non stia parlando di appropriazione culturale.

La lunga via del samurai

Penso che Ghost of Tsuhima debba essere un esempio di come un videogioco stia accomunando un sacco di persone. Le lamentele di appropriazione culturale, che accompagnarono l’uscita del gioco, sono risultate sterili. Talmente infondate che i due direttori del progetto sono stati promossi anche ad ambasciatori culturali dell’omonima isola.

Ed è questa la tematica più bella, di come un mondo virtuale sta interconnettendo più persone nel mondo reale. Perché è più facile vedere un prodotto solo dalla copertina, rispetto a vedere che messaggio ci vuole trasmettere quel gioco.

Se solo potessimo fare più divulgazione invece di criticare, il mondo sarebbe un posto migliore.

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