Dati i problemi di drifting col DualSense della PS5, il portale iFixit ha sezionato minuziosamente il joypad della nuova console Sony. Quello che ne è venuto fuori? Solo tanta perplessità.
Sembra che la nuova PS5 abbia dei problemi di drifting con il controller DualSense. Il noto portale iFixit ha preso un DualSense, lo ha smontato, pezzo per pezzo, in modo da valutare il problema. Secondo l’autore del video, un problema del genere era prevedibile. Le levette del DualSense, infatti, sono costruite con materiale Off-the-Shelf, reperibili sul mercato a basso costo.
Il tecnico, nel video, cita i dati tecnici del produttore delle levette, la Alps. Nelle specifiche si legge che il ciclo di vita delle levette si attesterebbe intorno ai circa 2.000.000 cicli. Il cd. “clic“, la pressione del tasto centrale della levetta, avrebbe, invece, un ciclo di vita di pari a 500.000 cicli. La questione ruota attorno a problemi derivanti dal potenziometro, una resistenza a tre terminali con un contatto scorrevole o rotante che consente al joystick di muoversi liberamente.
In seguito a questa analisi, iFixit stima che la durata di un DualSense per PS5si attesti attorno alle 417 ore, prima di mostrare problemi di drifting. Ovviamente, questa è da considerarsi una stima, ipotizzata su un uso prolungato del joypad. In ragione di questo, non serve allarmarsi. Trattandosi di una stima, potreste incappare in questo problema anche tra molti mesi, o non presentarsi affatto.
Cos’è il Drifting?
Abbiamo parlato del problema di drifting, ma in molti potrebbero non sapere cosa sia. Per drifting si intende quando le levette analogiche, in assenza di input, ne percepiscono erroneamente uno non ricevuto. Confusione?! Facciamo un esempio pratico. Immaginate di giocare e di appoggiare il controller su una superficie piana, senza toccarlo. Ora se il controller presentasse questo problema, vedreste il vostro personaggio o telecamera, muoversi da soli. Quindi, senza tanti giri di parole, avreste un movimento involontario. Potrebbe essere un problema di poco conto, ma nei giochi online competitivi è un difetto da non sottovalutare.
Il drifting si presenta per due motivi: il primo potrebbe essere un problema legato alla polvere che si accumula nel controller, sotto il cappuccio di gomma che dovrebbe proteggere le parti interne. Il secondo problema, come riportato da iFixit, è legato all’usura della plastica presente all’interno dell’analogico. È possibile, però, che nessuna di queste due “teorie” sia veritiera. È capitato, a una buona fetta di giocatori, che il drifting si presentasse anche con joypad nuovi. Infatti, già dai primi di gennaio, dopo l’uscita della PS5, sono iniziate a circolare le prime segnalazioni di questo problema. A memoria, non è l’unica console che ha presentato questo problema, visto che anche la famosa Nintendo Switchne ha sofferto.
Non solo DualSense: il caso Joycon
La storia ci insegna che i problemi di drifting non sono un’esclusiva Sony. Una delle tante console che ha sofferto di questo problema è stata NintendoSwitch. La nota console ibrida dei genitori di Super Mario, nel suo passato ha riportato un importante problema di drifting con il controller Joycon.
E parliamo di 1 console su 5 che presentava questa “piaga”. Nintendosubito è corsa ai ripari, dando assistenza “gratuita” a chi ne soffriva. Gratuita per modo di dire, dato che le spese di spedizione erano a carico dell’acquirente.
Vista l’estensione del problema, ilJoycon vinse il premio di prodotto più fragile, oltre a varie class-action per obsolescenza programmata. Corsi e ricorsi storici, visto che un nuovo capitolo del controller drifting inizia con il DualSense PS5. E la class-action spunta all’orizzonte, questa volta per condotta fraudolenta e garanzia non rispettata.
La questione, però, non dovrebbe farvi “storcere il naso”. La maggior parte dei gamepad utilizza materiali a basso costo. Compresi quelli che vengono definiti “pro”. Il perché di questa scelta è presto detto: contenere i costi di produzioni. Non parliamo, quindi, di obsolescenza programmata, utile per giustificare un secondo acquisto. Parliamo di strategie di mercato, quelle che fanno vendere il prodotto a un prezzo vantaggioso per il consumatore.
Una Class-Action destinata a fallire
Possiamo anche predire che la class-action verrà vinta da Sony. Le motivazioni per condotta fraudolenta sono deboli. Le componenti Off-the-Shelf, infatti, devono seguire un rigido controllo di qualità, per quanto siano dei componenti a basso costo. La spiegazione vive nel fatto che anche agenzie come la Nasa li utilizza.
Le varie agenzie degli standard di qualità, hanno diramato dei protocolli da seguire prima della commercializzazione di un prodotto. Lo standard Mil-Std-202, per esempio, definisce un insieme di metodi di prova comprendente tre classi di test, relativi alle caratteristiche ambientali, fisiche ed elettriche. In caso di non conformità, questi componenti non vengono forniti ai produttori.
Ultimamente, le class-action sembrano che siano diventate una caccia alle streghe. E’ un bene che esistano modi per difendere gli acquirenti. Ma come in questo caso, o quello del Joycon, rischia di diventare solo “fumo negli occhi”. Anche perché, una volta sorto il problema, i produttori si sono subito appellati alla “garanzia”. Certo, se il prodotto è fallato, anche le spese di spedizione dovrebbero essere a carico di chi il danno lo ha creato. Briciole, sicuramente, ma che rientrano in un discorso di onestà intellettuale, oltre che rispetto del consumatore.
Una class-action poteva funzionare solo se Sony o Nintendo si fossero girate dall’altra parte, evitando il problema. Ma dal momento in cui esistono degli standard qualitativi “da rispettare”, si fa solo rumore per nulla.
Con la speranza di non sentire mai il rumore del nostro amato DualSense, in procinto di esalare il suo ultimo respiro, o driftata, giusto per restare in tema.
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