Final Fantasy 7 Remake potrebbe non essere una banale speculazione sulla nostalgia dei fan, ma il primo vero passo verso la rinascita di Square Enix
Dopo mesi di rumor ed indiscrezioni, finalmente è uscita la demo di Final Fantasy 7 Remake, che va ad allietare l’attesa dei fan divorati dalla nostalgia.
Dopo polemiche, accuse e lamentele per la nuova struttura ad episodi, Final Fantasy 7 Remake torna a far parlare di sé.
Lo fa raccogliendo pareri positivi praticamente ovunque, tra l’altro.
Inutile negarlo: è una boccata d’aria importantissima per Square Enix e per tutto il franchise, sommersi di critiche costanti (spesso giuste, va detto) da tanti anni a questa parte.
Quanto mostrato dalla demo appena pubblicata, però, ha messo in chiaro quanta cura sia stata riservata all’operazione.
Final Fantasy 7 Remake ci rimetterà davvero nei panni dei personaggi che lo hanno reso un titolo
storico per il medium, cambiando la formula. A prescindere dai malumori dovuti alla suddivisione in capitoli, questo remake ha dimostrato una volta per tutte che, quando vuole,
Square Enix è capace di cose incredibili.
Chi scrive è un ex innamorato della casa di
Shinnjuku: so bene quanto male si sia mossa
Square nell’ultimo decennio. Eppure, di fronte a questo remake, la sensazione è che ci sia davvero qualcosa di più.
Forse
Final Fantasy 7 Remake non è solo una banale
operazione nostalgia.
Era davvero il caso di fare un remake ad episodi di Final Fantasy 7?
In una parola?
Si.
Leggo sempre più persone infuriate con
Nomura e soci per aver scelto di dividere il gioco in più episodi. Il problema, però, è che
Final Fantasy 7 è, al pari di tanti altri
JRPG, un gioco
enorme.
Non parlo delle dimensioni del mondo, ma della
densità di eventi, minigiochi e contenuti per certi versi
secondari che hanno contribuito a renderlo il gioco
amatissimo che è oggi. Vedete, il problema delle polemiche rivolte a
Final Fantasy 7 Remake, molto spesso, è che sono generate dalla
nostalgia stessa che proviamo per l’originale.
Non possiamo pretendere che tutto cambi rimanendo uguale
Square Enix ha fatto una scelta. Molto coraggiosa, tra l’altro.
Ha scelto di costruire
Final Fantasy 7 Remake capitalizzando su quella nostalgia, ma con un rispetto enorme per le aspettative dei fan e dell’opera stessa. Poco importa se davvero toccherà comprare a prezzo pieno ogni singolo capitolo.
La qualità ha un prezzo, e a giudicare dalla demo pubblicata ieri la qualità è
davvero alta.
Certo, si può e
si deve obbiettare sull’ancora poca chiarezza della comunicazione di
Square sul numero degli episodi di cui sarà composto
Final Fantasy 7 Remake. Ma per un’azienda così grossa e che
sbaglia quasi tutto da un decennio non è semplice rimettersi in piedi così in fretta. Tempo al tempo.
Il nuovo Old Style nei videogiochi
Questo remake mette in chiaro da subito la strada che si è voluta percorrere con lo sviluppo.
Final Fantasy 7 è cambiato,
è cresciuto. Quello che emerge dal primo impatto con la demo è che il team di sviluppo ha voluto modernizzare l’opera senza esagerare. Ci siamo trovati di fronte ad un titolo decisamente più
action, ma che allo stesso tempo rimane
fedele alla propria anima di
JRPG duro e puro.
Final Fantasy 7 Remake sembra voler essere l’araldo del nuovo old style nei videogiochi. Niente
button mashing, ma un approccio tattico che ricorda
da vicino le dinamiche dell’originale, il tutto incastonato in una direzione artistica
sopraffina.
Final Fantasy 7 Remake ha un’anima old school in un titolo moderno ed evoluto, che dialoga benissimo coi nostri ricordi appannati dalla nostalgia.
Dopotutto il cervello è un supporto inaffidabile.Cloud e soci sono quelli di una volta, ma a risoluzione più alta. Il mondo attorno a loro è diventato sensibilmente più grande, e Midgar non è mai stata così bella e affascinante. Ad essere diverso è “solo” il combat system, che flirta con il
lato action dei JRPG e che si mette in pari con l’evoluzione del genere stesso.
Lo dimostra la nuova ondata di videogiochi action rpg che hanno invaso gli scaffali e che mescolano vecchia scuola e nuova scuola. Voglio dire,
Zelda Breath of the Wild lo abbiamo ben presente tutti quanti, no?
Per quanto io stesso sia un amante del sistema di combattimento a turni non riesco a disprezzare questo lato action che si è insinuato tra i titoli più rappresentativi dei
JRPG moderni.
Spero davvero che Square Enix torni ai fasti di un tempo
Lo spero sul serio.
Fino a qualche tempo fa non mi sarei
mai aspettato di trovarmi per l’ennesima volta a sperare che
Square Enix potesse riprendersi.
Da amante
tradito e ferito nel profondo avevo ormai perso la forza anche solo di arrabbiarmi.
Questa demo
però mi ha ridato un po’ di fiducia: se questa è la strada che ha intenzione di percorrere l’azienda allora ha la mia attenzione e il mio supporto, anche se non incondizionato.
Se fino a ieri ripetevo
ossessivamente che questo remake non lo avrei comprato al lancio, oggi sto
scendendo a patti con l’idea che quello che ho visto merita il mio sostegno.
Certo, i dubbi su cosa succederà
dopo rimangono. Come verranno gestite le parti successive a
Midgar? Quanti episodi avrà
Final Fantasy 7 Remake? Come verrà ampliata la storia, tenendo conto che alla scrittura c’è
Tetsuya Nomura? Non lo so, e prima di riacquistare la mia fiducia,
Square deve ancora dimostrarmi molto.
Quello che so è che ad oggi
Final Fantasy 7 Remake non sembra in nessun modo un’operazione basata solo sulla nostalgia.
Ti prego, Square Enix, dimmi che hai ancora un phoenix down per rimetterti in piedi.
Ho bisogno di credere.
#LiveTheRebellion