La community ha accusato Square Enix di aver alterato la trama di Final Fantasy 7 Remake ricorrendo alla censura.

A neanche un giorno dall’uscita della demo sul Playstation Store la community di Resetera ha cominciato subito a farsi sentire. Alcuni utenti hanno accusato Square Enix di aver modificato la trama di Final Fantasy 7 Remake applicando una forma di censura sottile ma drastica. La scena incriminata vede Cloud e Barret piazzare una bomba nel reattore 1 di Midgar per farlo esplodere e danneggiarlo in maniera irreversibile.
Nel titolo originale la bomba esplode distruggendo il reattore e causando una serie di danni collaterali gravissimi, che portano alla morte di tantissimi abitanti innocenti. Final Fantasy 7 Remake e la sua demo hanno subito questa nuova ondata di critiche perché questa scena, apparentemente, è stata cambiata. Non è più la bomba dell’Avalanche a causare l’esplosione, ma un sabotaggio della Shinra stessa, che vuole far ricadere le colpe dell’accaduto sul gruppo di ecoterroristi guidato da Barret.

L’accusa principale rivolta a Square Enix è quella di aver voluto ripulire in qualche modo la coscienza dei protagonisti. Se davvero la distruzione del Settore 1 di Midgar è opera della Shinra, allora Cloud e gli altri membri di Avalanche non sono davvero degli assassini di innocenti. Per i fan, Final Fantasy 7 e in particolare la demo meritano queste le critiche perché Square Enix starebbe cercando di adottare un approccio revisionista simile a quello adottato da Disney con i remake dei propri titoli classici. La scelta di sollevare Cloud e compagni dalla responsabilità di ogni possibile crimine commesso, accusando solo la Shinra della strage, è sembrata troppo politically correct. Alcune testate sono arrivate a teorizzare che questo stravolgimento potrebbe portare a modifiche ancora più profonde. C’è chi teme che “un certo personaggio potrebbe avere un epilogo diverso“.

Ma è andata davvero così? Una riflessione sui videogiochi tra morale e polemica

La verità è che no, Final Fantasy 7 Remake non ha subito nessun tipo di censura. Chi ha criticato la nuova narrazione dell’attentato al Reattore 1 molto probabilmente non ha prestato la giusta attenzione ai dettagli dell’opera originale, o molto semplicemente non se la ricorda abbastanza.
Purtroppo, la stampa di settore ha cavalcato l’onda delle polemiche limitandosi a ribattere la notizia.
La vicenda non è stata approfondita e analizzata, ma solo riportata in maniera parziale.

Final Fantasy 7 è tra i videogiochi che riflette meglio sulla morale dei suoi protagonisti, sapendo che il loro operato può davvero ricevere più di una polemica. Tutto questo è ben chiaro sin dall’inizio.

Sono costretto ad informarvi che il prossimo paragrafo conterrà qualche piccolo spoiler sull'inizio di Final Fantasy 7

Square Enix non ha alterato la storia di Final Fantasy 7, ha solamente modificato il modo in cui viene narrata. Bombardando il Reattore 1 Avalanche non ha mai voluto compiere una strage. L’intento di Barret è sempre stato quello di distruggerne il motore principale, non quello di farlo esplodere. Dopotutto Avalanche è un’organizzazione ambientalista che celebra la vita in tutte le sue forme, non sarebbe mai arrivata ad uccidere dei cittadini innocenti. L’esplosione del reattore è sempre stata opera della Shinra; l’unica differenza è che in Final Fantasy 7 lo scopriamo più in là nel tempo, mentre nel Remake ci viene svelato subito

Final Fantasy 7 Censura - videogiochi importanza di seguire le tendenze
Jessie non voleva assolutamente causare una strage.
La verità stava nei dettagli.
Non a caso, in seguito all’incidente del reattore, è possibile interagire con Jessie nel covo dell’organizzazione. È stata lei a costruire la bomba, ma guardando il telegiornale è devastata dal senso di colpa. È convinta di aver fatto un errore di progettazione, e non riesce a perdonarsi per i danni collaterali del suo operato. In una delle scene successive veniamo informati che la Shinra teneva sotto stretto controllo l’Avalanche, e che stava sfruttando il loro operato a proprio vantaggio.
È il trucco più vecchio del mondo: far ricadere le proprie colpe sull’avversario per screditarlo agli occhi dell’opinione pubblica. I dubbi di Jessie, di Barret e la successiva strage ad opera della Shinra raccontano che l’Avalanche non ha mai avuto davvero intenzione di coinvolgere degli innocenti. Il coinvolgimento dell’azienda nell’esplosione del suo Reattore 1 è sempre stato implicito, il remake sembra averlo solo chiarito una volta per tutte.

Certo, anche i videogiochi hanno compreso l’importanza di seguire le tendenze. A conti fatti quella di rendersi fruibili a più persone possibili è a tutti gli effetti una tendenza molto importante per il mercato, basti pensare a quello che sta facendo Disney con i remake dei propri film. Avrebbe infastidito moltissimo anche me se fosse stato eliminato un dilemma morale come quello rivendicato dalla community, ma non è questo il caso.
Inoltre Final Fantasy 7 Remake è, al momento, solo una demo, ed è un po’ insensato sommergerlo di critiche con basi così poco solide.

Tempo al tempo, per carità

I videogiochi, l’importanza di seguire le tendenze e di restare al passo con la modernità

Ne abbiamo già parlato nell’audio anteprima in podcast: Final Fantasy 7 Remake ha la fortuna di uscire in un momento in cui è contemporaneamente un ricordo del passato e un videogioco al passo coi tempi. Il suo sottotesto ambientalista è sempre stato molto marcato, e il remake ha aggiunto dei dettagli che ne sottolineano l’importanza. Gli stessi corpi dei soldati nemici, una volta morti, tornano al pianeta sotto forma di lifestream.

Come ogni prodotto mediale, anche i videogiochi possono andare incontro a delle modifiche che riflettano l’evoluzione dell’etica e della morale della propria epoca. Lo abbiamo visto da poco con il caso dei dialoghi modificati in Persona 5 Royal, che vanno ad assecondare un occidente sempre più attento alla discriminazione di genere.
Final Fantasy 7 era un titolo pieno di temi maturi e spinosi: il terrorismo, come abbiamo già visto, si affianca all’abuso sessuale, alla bioetica e al lutto. Lo abbiamo già detto: anche i videogiochi subiscono l’importanza di seguire le tendenze e di adattarsi ai cambiamenti dell’etica, ma il rispetto per l’opera originale messo in mostra da Square Enix non fa presagire uno stravolgimento nella trattazione dei suoi temi cardine.

I videogiochi e la differenza tra significante e significato

Qual’è stata la vostra prima reazione di fronte alla demo di Final Fantasy 7 Remake? Io non ero seduto lì con voi, ma se siete tra i giocatori che hanno consumato i tre dischi dell’originale forse posso azzardare un’ipotesi. È stato come la prima volta, ma allo stesso tempo terribilmente diverso. È stato come giocare l’upgrade di un felice ricordo d’infanzia, probabilmente idealizzato. Su Final Fantasy 7 Remake non si è abbattuta la censura, sono i nostri ricordi imprecisi a fare da filtro. Parliamo pur sempre di videogiochi, un prodotto audiovisivo in cui è importante tenere a mente la differenza tra significato e significante. L’upgrade tecnico e tecnologico di Final Fantasy 7 Remake ha cambiato il rapporto tra i due; cambia il significante, ma il significato rimane lo stesso, anche se ad alcuni non sembra.

Mi spiego meglio.
Il messaggio, la trama e le interazioni fra i personaggi di Final Fantasy 7 erano veicolate da un solo tipo di significante: il testo.
Tutto veniva espresso tramite box di testo, e buona parte di quelle interazioni venivano triggerate manualmente dal giocatore. Era dunque lecito che alcuni dialoghi “opzionali” non venissero mai scoperti dai giocatori più frettolosi. Questo remake arriva a tre generazioni di distanza, la tecnologia si è evoluta e i videogiochi non devono essere costretti entro i limiti di un CD. È ovvio che quello che una volta poteva essere espresso solo a parole oggi può affidarsi a nuove forme espressive come video e dialoghi recitati. In breve: stesso significato espresso da diversi significanti.

Ma perché ci sembra tutto così diverso? Semplice: è cambiato il rapporto tra videogiochi e fantasia

Per quanto all’epoca il passaggio dalla pixel art ai modelli poligonali ai nostri occhi sembrò incredibile, Final Fantasy 7 era un titolo che lasciava moltissimo spazio all’immaginazione. I videogiochi e la fantasia avevano bisogno l’uno dell’altro per raggiungere la massima espressività.
Quella che ci veniva fornita era una traccia; il mondo lo ricostruiva il nostro cervello, a partire dagli ambienti fino ad arrivare ai volti e alle voci dei personaggi. Quello stesso rapporto che c’era tra videogiochi e fantasia oggi è cambiato. Gli sviluppatori possono mostrare sempre di più e possono farlo in maniera sempre più spettacolare e articolata. Questo non significa che i videogiochi non necessitino più della nostra fantasia, sia chiaro. Dall’altra parte dello schermo ci siamo comunque noi con il pad in mano, siamo sempre noi a decidere come muoverci.

Per concludere quindi no, Final Fantasy 7 Remake non è andato incontro a nessuna forma di censura. Almeno per il momento.
Si è solo mostrato in una veste nuova, moderna, forse addirittura migliore sotto certi aspetti. Serve tempo per capire quanto sarà cambiato e in che modo. Per chi scrive di videogiochi, invece, serve l’onestà di riportare le notizie nel modo giusto, senza voler per forza cavalcare i trend dei social.
Perché no, nessuno ha mai detto che Red XIII non sarà giocabile nel remake, ma solo nel primo episodio e no, non ci sono gli estremi per pensare che la storia di Aerith possa venir cambiata.

E manca ancora un mese al lancio.

#LiveTheRebellion