Pietro Iacullo

Speciale Ma alla fine Microsoft ha davvero vinto l’E3?

Che l’E3 2018 sia stato vinto – per quanto riguarda il giudizio della critica – tendenzialmente da Microsoft lo sappiamo tutti. E potremmo anche essere d’accordo… Ma è più interessante cercare di capire il sentire comune: chi ha vinto l’E3 2018 secondo l’Internet?

Chi ha vinto l’E3 2018?

I tempi cambiano, è cambiata la nostra stessa industria e siamo sicuri che da qui ad altri cinque anni verrà stravolta ancora. E di conseguenza cambiano anche le manifestazioni di settore, le conferenze, il modo di rivolgersi al pubblico che le software house utilizzano. L’Electronic Entertainment Expo non è più l’unico evento macroscopico a tema videogiochi e forse non è nemmeno più il più interessante, ma è ancora il più importante.

Per una settimana chiunque faccia informazione e/o critica parla dell'E3, di chi ha vinto e di chi ha perso. Noi al solito siamo in controtendenza

E3 2018: chi ha vinto?

Copertina a cura di Gianmarco Bizzotto – in esclusiva per I Love Videogames

 

Anche nel suo piccolo, chi vi scrive ha notato in questi cinque anni di violenza psicologica su presunti collaboratori militanza nella pseudo-editoria online, che in questo periodo dell’anno più o meno chiunque si ricorda che non si vive solo di informazione. Tradotto: più o meno chiunque si mette a fare critica. Più o meno chiunque vuole scrivere un editoriale su chi ha vinto l’E3. Un po’ per anticonformismo, un po’ – anzi, direi soprattutto – perché che palle leggere l’ennesima analisi delle conferenze di quest’anno, in questi articoli andiamo a vedere chi ha vinto, ma secondo il pubblico.

 

Seguono quindi grafici, tantissimi dati e un po’ di chiacchiere sulla libera interpretazione di questi numeri, su gentile concessione di Brandwatch (per quanto riguarda i grafici “a caldo”), Synthesio e Twitter – che ha l’indubbio vantaggio di poter sfruttare i Big Data, ma il contro di prendere dati solo dalla propria piattaforma.

 

Duopolio Microsoft-Ubisoft?

 

Microsoft e Ubisoft davanti a tutti. Ma al solito, occhio
E anche Brandwatch è implacabile. Microsoft quest’anno ha fatto il botto, e il 25% delle menzioni totali sui canali sociali va a Redmond. Un quarto del volume totale. Non è il 44% dell’anno scorso (d’altronde 365 giorni fa si battezzava Xbox One X, qua si è detto “ah si, stiamo lavorando alla prossima Xbox”), ma è comunque un risultato abbastanza indicativo. Poi è chiaro, come al solito non basta per dire chi ha vinto – perché non tutte le menzioni sono da ritenersi positive. Quest’anno, forse non basta nemmeno a decidere chi ha perso, perché fondamentalmente la concorrenza diretta di casa Sony aveva ampiamente anticipato come si sarebbe mossa sul palco di Los Angeles e ha mantenuto la parola, sganciando anche qualche sorpresina. E riscontrando una certa crescita rispetto al volume di menzioni smosso l’anno scorso, con un +5% a carte scoperte che è decisamente un messaggio positivo. Però a guardare il grafico a torta qui sopra, a vedere che lo spicchio di Nintendo è fermo al 9% (davanti solo ad una deludente EA e a una Square Enix che ha portato il pezzo forte in casa di altri), c’è il leggittimo sospetto che sia proprio la Grande N, ad uscirne con le ossa rotte, nonostante poi nel complesso durante la settimana dell’E3 risulti la casa che ha generato più tweet (prima per menzioni su Twitter, e con l’hashtag #SuperSmashBros terzo in questa classifica). Il perché è presto detto, visto che guardando oltre al dato nudo e crudo anche il cosiddetto sentiment, ovvero cosa hanno suscitato queste reazioni, Nintendo è davanti solo ad Activision e Bethesda. Sì, anche dietro Electronic Arts, una compagnia che spesso e volentieri viene votata come la peggiore in America e negli ultimi mesi è stata turbolenta (a dir poco).

 

 

L’harakiri di Nintendo
Zoom sui dati relativi all’andamento della conferenza e verrebbe da dire che ci si è azzeccato, e che anzi è stato proprio Reggie a non azzeccarci per niente. L’idea di accendere i riflettori praticamente solo su Smash Bros. Ultimate è stata suicida, perché se è vero che c’è stato un picco quando si è iniziato a parlare del titolo poi l’interesse è crollato di colpo. Perché diciamolo, le chiacchiere frame-by-frame su ogni personaggio sono roba da smanettoni, e in una manifestazione rivolta essenzialmente ad un pubblico generalista (come è in genere l’E3) è quasi follia. Indubbiamente ha fatto gasare all’inverosimile tutti gli appassionati storici della serie e i fondamentalisti di casa Kyoto, ma per tutti gli altri?

 

 

L’equivalente ludico di una mattonata sulle palle. Non valeva letteralmente nemmeno la pena lamentarsi, a giudicare dal crollo di traffico…

 

Ci si riprende solo quando si scopre che alla fine il roster includerà tutto lo scibile mai messo a disposizione nei precedenti capitoli, ma diremmo che è sotto gli occhi di tutti che quando ti ruba la scena il porting di Fortnite – che è un vero e proprio fenomeno globale, ma è disponibile da eoni dalle parti della concorrenza – le cose sono andate male. Molto distanti dalla formula stile Sony dei tempi d’oro dell’anno scorso, con tante promesse da marinaio ma che con una sola scritta su schermo nero catapultavano Metroid Prime 4 giusto dietro Assassin’s Creed Origins come impatto sul pubblico.

 

 

#BE3 quest’anno è uno stile di vita
Ne è la riprova Bethesda, che infatti chiude con una manovra molto simile e ci fa solo annusare The Elder Scrolls VI, ma basta per fare il botto alla fine e per far parlare davvero tanto (e sul nulla) i giocatori. Del dopo-Skyrim si è parlato più di Beyond: Good and Evil 2 – di cui si è visto l’ennesimo filmato, ma sempre e solo fumo senza arrosto -, più del remake di Resident Evil 2, addirittura più del ritorno in pompa magna di Devil May Cry. E guardando in generale ai giochi più discussi, Fallout 76 svetta su tutti, anche su quel Kingdom Hearts 3 che più di qualcuno aspetta da una generazione e mezza. Se poi si può fare lo stesso discorso fatto per The Elder Scrolls anche per il prossimo Doom (ci rivediamo al QuakeCon, ma almeno sappiamo che esiste)… Peccato che per l’ennesima volta bisogna riscontrare che di Prey alla fine non importa a nessuno, visto che il lancio a tradimento di Mooncrash non desta il minimo scalpore nel sismografo dei social. E come si diceva più su, peccato per il sentiment: Bethesda risulta la casa con la peggior reputazione durante la settimana dell’E3.

 

 

Una gara a tre quindi quest’anno, con in lizza Microsoft, Bethesdadoveroso, visto il discorso di cui sopra – e Ubisoft, visto che se la gioca testa a testa con Bill Gates e compagni per i volumi spostati.

 

È a questo punto che è il momento di tirar fuori il già citato grafico dei giochi più menzionati, per capire chi si è mosso meglio al di fuori delle sue conferenze.

 

Ed è a questo punto che ci tocca assegnare a Ubisoft solo la medaglia di bronzo, nonostante tutto.

 

 

Un E3 2018 mai così combattuto
The Division 2 e Assassin’s Creed Odyssey sono andati forte, ma quest’ultimo paga il paragone scomodo con Origins – che l’anno scorso era il titolo più chiacchierato della settimana ed entrambi comunque stanno dietro non solo a mostri sacri come Fallout e Kingdom Hearts, ma anche ad una insospettabile sleeper hit come Jump Force (ma tipo li avete giocati gli ultimi boh, 4 titoli del genere? C’è il rischio concreto sia robetta…). È un terzo posto sul filo di lana, intendiamoci – come d’altra parte c’è poca differenza, a opinione di chi scrive, tra la seconda e la prima posizione – ma bisogna riconoscere agli altri due inquilini del podio un certo valore aggiunto, quest’anno.

 

L’unica nota stonata in casa Microsoft è che di Halo Infinite si è parlato pochino (meno di un ormai imminente Spider-Man) e che le altre due esclusive siano Missing in Action

 

Per il resto, il dominio dei titoli presentati sul palco di Xbox in questo E3 2018 è sotto gli occhi di tutti, ed il fatto che durante la conferenza ci sia stato anche un certo picco dalle parti di Battletoads è assolutamente positivo. Rispondendo alla domanda che ci facevamo nel titolo quindi… Si, possiamo dire che l’E3 2018 se lo porta a casa Microsoft, anche se non si è trattato di un dominio incontrastato. Mai come quest’anno è stato difficile, dati alla mano, trovare il bandolo della matassa, e sicuramente partendo dai dati raccolti si può anche arrivare a sostenere la causa di Bethesda… Dopotutto Fallout 76 è stato chiacchieratissimo (anche su Twitter) nonostante un reveal ampiamente anticipato e il teaser di The Elder Scrolls VI è nella top 3 dei momenti che hanno generato più tweet. Il risultato è un po’ controverso dal punto di vista delle reazioni, ma la conferenza è stata ben gestita (il grafico qui sopra è eloquente) e nel complesso diverse altre case hanno fatto peggio.


Fonte

#LiveTheRebellion