Quinto Posto: Uncharted 4 : Fine di un Ladro
 Uncharted 4 può vantare la nomea di “sicurezza dell’anno”
Fra i titoli del 2016, Uncharted 4 può vantare la nomea di “sicurezza dell’anno”. Naughty Dog sembra non sbagliare un colpo e con l’ultima avventura di Nathan Drake riconferma questa tendenza, confezionando una delle migliori avventure dell’emulo di Lara Croft. Uncharted 4 ha tutto: azione, divertimento, sentimenti, in un mix ben riuscito che chiude nel migliore dei modi questa grande saga. Non mancano nemmeno le novità come sezioni open world o nuovi strumenti per aiutarci nella nostra missione (un agile rampino per effettuare spostamenti aerei degni di un novello Spider-Man), ma nel complesso il feeling è quello classico della serie e da amanti non potremmo essere più che contenti.

 

Come detto questo capitolo chiude un’era, permettendo a Naughty Dog di concentrarsi su altri progetti (Last of Us parte 2 per dirne uno), ma con un DLC in arrivo dedicato alla storia, la speranza per il futuro è quella di rivedere prima o poi Nathan in nuove avventure, magari con un nuovo capitolo dedicato a (SPOILER SPOILER SPOILER, ma se ancora non l’avete giocato attaccatevi) sua figlia.

Quarto Posto: Tokyo Mirage Sessions #FE
TMS ha dalla sua le atmosfere tipicamente giapponesi
Nel 2016 c’è stato il rinvio di un altro titolo che aspetto da anni. Persona 5. Nonostante la morte nel cuore e un ennesimo posticipo al prossimo Aprile non mi sono fatto prendere troppo dallo sconforto, concentrando tutte le mie energie un altro progetto Atlus che vede la serie di Shin Megami Tensei incrociare il suo cammino con quella di Fire Emblem, in un improbabile crossover che fino a qualche mese prima della sua presentazione ufficiale potevamo ritenere vaporwere. Tokyo Mirage Sessions #FE appare più come versione alternativa di Persona che non dello stesso Shin Megami Tensei, del quale pesca a piene mani dall’universo di gioco alcuni degli elementi caratteristici, mentre da Fire Emblem prende in prestito i suoi protagonisti storici. Sorvolando su una storia che si concretizza prevalentemente nella parte finale, TMS ha dalla sua le atmosfere tipicamente giapponesi fra Idol, attori di serie sentai e musica JPOP, nonostante l’annosa questione delle censure nintendiane che quest’anno ha colpito più forte che mai. Oltre a ribadire che il genere dei JRPG è più vivo che mai, TMS è forse la sintesi perfetta di questo 2016 in ambito ruolistico, dimostrando che non basta chiamarsi Final Fantasy o avere “il graficone della madonna” per riuscire ad emergere in un genere amato e seguito come quello dei giochi di ruolo giapponesi.

 

Terzo Posto: Pokémon Sole & Pokémon Luna
Sole e Luna puntano su una storia finalmente degna di questo nome
3 anni fa con Pokémon X & Pokémon Y, Game Freak riusciva nell’impresa di ravvivare la serie di Pokémon con l’introduzione di una nuova generazione, nuove meccaniche (che abbracciavano il metagame del competitivo) e in generale un’assestata alle economie del gioco, proponendo due titoli ben confezionati come non succedeva da tempo. Dopo una pausa con i remake dei primi due capitoli dell’era Game Boy, la settima generazione ha debuttato, facendo ulteriori passi in avanti, soprattutto su uno dei punti critici che da sempre affligge la serie: la trama.
Con Sole e Luna l’aspetto RPG che li caratterizza da sempre riesce ad emergere maggiormente, puntando su una storia finalmente degna di questo nome, un cast di cattivi realmente cattivi e una nuova generazione di Pokémon che nella celebrazione del ventesimo anniversario, reimmagina alcuni dei Pokémon storici nella nuova forma “Alola”. Ma non solo. Anche i ritmi di gioco più sostenuti, meccaniche più equilibrate e una rifinitura ai vari aspetti del gameplay contribuiscono a creare uno dei capitoli migliori di questi ultimi anni, rendendo insostenibile già da ora l’attesa del rumoreggiato capitolo per Nintendo Switch.

 

Secondo Posto: Gears of War 4
GOW4 è un treno in corsa
Se Uncharted è stata la certezza dell’anno, Gears of War 4 rappresenta la grande scommessa di Microsoft e il primo capitolo dopo la gestione di Epic Games. Dopo aver testato il terreno con la remastered del primo storico Gears of War, i COG tornano ad affrontare un nuovo nemico sullo sfondo di un’imminente guerra. Su Gears of War 4 gravava anche il peso di un eredità, il cambio generazionale di eroi e un nuovo ciclo di avventure. Fortunatamente l’attesa è stata ripagata con un titolo esplosivo e tremendamente divertente, sia da soli che con la collaudata modalità cooperativa,

 

In GOW4 ho ritrovato molti parallelismi con Star Wars Episodio VII: Il Risveglio della Forza, un titolo che riprende molti aspetti del capostipite, ma al tempo stesso riesce ad andare oltre ed avere una sua identità ben definita. GOW4 è un treno in corsa, in tutti i sensi, e nelle sue ore non ci concede un attimo di pausa, offrendo alcuni dei momenti più coinvolgenti dell’intera serie. Torna alla grande anche il comparto multigiocatore, rivisto nell’ottica dell’eSport e del competitivo, optando per una formula del “tutto compreso” già intrapresa a suo tempo da Halo 5 e da molti altri titoli votati all’online (vedi Titanfall 2) offrendo un’esperienza completa e in grado di mantenere vivo nei giocatori l’interesse nei mesi successivi grazie agli eventi dedicati e contenuti aggiuntivi gratuiti.

Primo Posto: Rez Infinite
Può un titolo del 2001 essere gioco dell’anno del 2016?
Può un titolo del 2001 essere gioco dell’anno del 2016? Rez torna grazie all’avvento di PS VR con una nuova versione che riadatta il gioco e aggiunge un nuovo livello pensato proprio nell’ottica della realtà virtuale. Grazie al visore Sony, Rez Infinite acquista una nuova prospettiva, evolvendo l’esperienza originale in qualcosa di ancora più profondo ed appagante. Il titolo di Tetsuya Mizuguchi dimostra di essere ancora dopo tanti anni un titolo visionario, un trip acido che stordisce fra luci stroboscopiche e musica elettronica, in un mondo virtuale che non ha nulla da invidiare a Tron. In questa nuova versione anche l’approccio cambia, con un gamepay che sfrutta direttamente il visore per compiere le nostre azioni e i PS Move per le nostre mosse, come estensione del nostro corpo abbattendo le barriere fra il gioco e il giocatore e guadagnandosi il titolo di gioco VR doc.
Adesso che Rez Infinite ha fatto il suo debutto, non possiamo che desiderare di rivedere anche Child of Eden, suo riuscitissimo seguito e perché no, magari anche un nuovo capitolo che sfrutti a dovere le potenzialità del visore.


 

Flop 2016: Final Fantasy XV
Fino all’ultimo ho cercato di trattenermi, di evitare di parlare male di Final Fantasy XV nonostante avessi già sprecato tempo e voglia sui vari social o nelle chiaccherate con gli amici. Invece non ho resistito ed eccomi qua a bollare il “caro” Fantasia Finale Quindici come flop del 2016. Non c’è una sola cosa che mi sia andata giù (vabbé dai, salvo la OST, ma tanto valeva ascoltarmi il CD) a partire dagli sviluppi di trama pressoché insignificanti ai tremendi plot hole che affliggono la storia peggio di un Emmental svizzero, o ancora il simpatico “quartetto” di amici che riesce a rendere tutto irritante: l’assenza di appeal di Noctis (protagonista), il fastidio provato nel sentir parlare ogni 2 secondi Prompto che si lamenta di qualsiasi cosa o vuole “spararsi le pose” in qualche selfie, e il carisma di Ignis e Gladio, pari a quello di un soprammobile. Il tutto nella cornice del mondo di Eos, un mondo tanto bello quanto vuoto, dove la noia è rappresentata da interminabili viaggi in macchina, mille fetch quest o dal product placement buttato qua e là senza una reale giustificazione, solo fumo negli occhi per distrarci dal fatto che non sono riusciti nemmeno a finire quello sgorbio di trama, che verrà completata chissà quando “grazie” ai futuri DLC, CHIARAMENTE a pagamento (perché tanto i giocatori sono stupidi e non si accorgeranno mai che nella storia c’è qualcosa che non quadra. MAI).

Poi c’è lui, il portentoso sistema di combattimento monotasto (che non puoi chiamare monotasto perché sennò la gente si offende), dove grazie all’uso smodato del tasto Cerchio “faremo cose”, mentre una telecamera sbarazzina ed impertinente immortalerà il tutto in maniera SPETTACOLARE, a patto di non trovarsi in un luogo chiuso, o vicino a un muro o all’aperto in presenza di boscaglia, o dietro una roccia. Praticamente il 99% del gioco. Tanto per farvi capire il mio livello di disagio con questo sistema di combattimento, vi basti pensare che dopo le prime ore di gioco (ma era bastata già la demo, ma anche lì non si poteva dire nulla sennò la gente si offende perché è solo una demo) stavo già rivalutando in positivo quella ciofeca di Final Fantasy XIII, e il che la dice lunga. Ma il problema più grosso non è tanto con il gioco in sé, del quale potrei far finta di nulla e cancellare dalla memoria le innumerevoli ore fatte, ma con le persone che lo difendono a spada tratta per chissà quale ragione, esaltandone aspetti come “la bellezza della trama” o “i migliori personaggi di sempre” o ancora “il gameplay è così ricco e vario che potrei stare ore a giocare” (facendo poi cosa non si sa, ma vabbé), a dimostrazione che, se ti è piaciuto Final Fantasy XV, in realtà non hai mai giocato un gioco bello in vita tua.
Concludendo, il mio flop 2016 va a “Le persone a cui è piaciuto FFXV”. Buon Anno!

 

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