Recensione Tokyo Mirage Sessions #FE

Il 2016 si sta rivelando un anno caldo per i giochi di ruolo di stampo giapponese, e in questi mesi sono state molte le uscite interessanti che hanno riguardato sia il mondo delle console fisse che delle portatili. E al giro di boa di questi 366 giorni sono ancora diversi i titoli su cui gli amanti dei JRPG devono mettere  le mani, a partire da uno dei più chiacchierati degli ultimi tempi a causa di alcune censure apportate nella versione occidentale: stiamo parlando del cross-over fra due delle più amate e storiche serie ruolistiche giapponesi, Tokyo Mirage Sessions #FE, che vede la fusione dell’universo di Shin Megami Tensei con quello di Fire Emblem.
Disponibile dal prossimo 24 Giugno in esclusiva su Nintendo Wii U, scopriamo insieme l’ultima fatica di Atlus e Intelligent System nella recensione di Tokyo Mirage Session #FE.

Henshi/Transormation
tanti sono stati i dubbi su quello che potesse nascere fra la fusione tra SMT e FE
Nell’immaginario collettivo, per chi conosce a menadito le due serie di SMT (con relativi spin-off) e Fire Emblem, sa che all’annuncio di questo fantomatico cross-over, tanti sono stati i dubbi su quello che ne potesse nascere fra due universi così diversi e distanti. Dubbi che sono andati via via aumentando quando, dopo la presentazione nel fatidico Nintendo Direct che ne svelò l’esistenza, il gioco sparì dai radar facendo supporre ad una sua cancellazione. Invece il progetto era più vivo che mai e dopo un “reset” delle idee iniziali, ci troviamo a conoscere i protagonisti di Tokyo Mirage Sessions #FE.

 

Ambientato in una Tokyo dei giorni nostri, la storia segue le vicende di alcuni ragazzi, in particolar modo Tsubasa Oribe, giovane aspirante idol e Itsuki Aoi, suo compagno di scuola. I due rimarranno vittime di un attacco da parte di potenti entità sovrannaturali, i Mirage, il cui scopo è quello di rubare loro i Performa, ovvero l’energia vitale racchiusa negli esseri umani. Nel tentativo di salvare l’amica, Itsuki finirà nell’Idolasphere, una dimensione parallela popolata dalle più svariate mostruosità. Qua, quando il loro destino sembrava ormai segnato, i Performa di Itsuki e Tsubasa entreranno in risonanza con quello di Chrom e Caeda, due Mirage provenienti da un mondo lontano, risvegliandone lo spirito e dando così vita alla Carnage Form, una trasformazione che permette di fondersi con i Mirage e sprigionare incredibili poteri. Una volta riportata alla normalità la situazione, Itsuki e Tsubasa verranno avvicinati da Maiko Shimazaki, presidentessa della Fortuna Entertainment, un’agenzia che opera nel mondo dello spettacolo e copertura per indagare sulla sempre più dilagante invasione di Mirage, che chiederà ai due ragazzi di unirsi al suo entourage e contribuire alla causa con i loro poteri. Per Tsubasa sarà l’occasione perfetta per coronare il suo sogno di idol, e scoprire la verità sulla scomparsa di sua sorella, avvenuta 5 anni prima in circostanze misteriose, sempre per mano dei Mirage. Perché i Mirage stanno attaccando l’umanità? Chi sono Chrom e Caeda? Che fine ha fatto la sorella di Tsubasa? Solo giocando a Tokyo Mirage Sessions #FE sarà possibile trovare una risposta a tutto.

Reincarnation
TMS#FE tira fuori tutta la sua giapponesità
Se nello stile e nelle ambientazioni la nuova coproduzione Atlus/Intelligent System ricorda in tutto e per tutto quella di una delle ultime iterazioni di Persona (anch’esso nato da una costola di SMT), le somiglianze nascono e muoiono esattamente nei primi momenti di gioco. Se è vero che l’ambientazione moderna, la forte influenza culturale e i temi trattati viaggiano su binari paralleli, i due titoli prendono strade diverse nel modo di raccontare la storia e approcciarsi ad essa. Mentre con Persona 4, il titolo incriminato, ci troviamo di fronte ad uno slice of life, dove il racconto verrà cadenzato in base ai ritmi della vita scolastica, con attività legate ad essa e situazioni alla stregua di un date-sim, in TMS#FE le vicende sono affrontate con un altro spirito, con un racconto più inquadrato e sostenuto, senza troppi momenti morti o situazioni che esulino dal contesto nel quale ci troviamo. Anche le tematiche affrontate, spesso già trattate nelle altre produzioni di SMT, vengono presentate con toni meno drammatici e più spensierati.

 

Trovandoci di fronte ad un gruppo di ragazzi volenterosi di sfondare nel mondo dello spettacolo, sia come idol che come attori, le problematiche proposte ruoteranno principalmente sui temi dell’amicizia, dell’apparenza o sull’incapacità di farcela grazie alle proprie possibilità. Il tutto con uno spirito leggero e spesso scanzonato, ma senza scadere però nel banale o in situazioni troppo stucchevoli. Ed ecco che entreranno in scena, oltre a Itsuki e Tsubasa anche Touma, aspirante attore desideroso di diventare la star di una serie Tokusatsu (una sorta di Super Sentai), Elli, anch’essa ricca di ambizioni e vogliosa di sfondare ad Hollywood, la giovane Mamori, idol nascente dalla personalità ancora acerba e l’enigmatico Yashiro, cuore di ghiaccio e idolo delle ragazze. Ognuno con i propri problemi, ai quali nel corso dell’avventura dovremo dare una mano, risolvendo i loro drammi e spronandoli a dare il meglio possibile, sempre e comunque. Saranno proprio queste missioni secondarie, disponibili in determinati momenti della storia principale, a delineare un cast di protagonisti altrimenti scialbo o poco incisivo. Infatti nel corso del gioco, la trama non si concentrerà particolarmente sui propri personaggi, lasciando molte ombre su alcuni di loro, che agli occhi di un giocatore poco attento, appariranno come banali macchiette all’interno di un intreccio narrativo che di per sé non brilla di certo per originalità.

Intendiamoci, la storia è piacevole e riesce a farsi apprezzare in tutta la sua durata, ma è grazie alle trame secondarie che riesce a catturare veramente. Inoltre la vicinanza con il mondo dello spettacolo ha permesso agli sceneggiatori di imbastire diverse situazioni che ben si sposano con lo spirito del gioco, in particolar modo facendo la gioia degli amanti delle idol e dei live-action giapponesi, con concerti Live o stralci di programmi tv nei quali reciteranno i nostri protagonisti. Da questo punto di vista TMS#FE tira fuori tutta la sua giapponesità, riuscendo a convincere laddove altre produzioni nipponiche, più o meno importanti, hanno fallito (un esempio lampante rimanendo in tema idol è quello di Omega Quintet).

 

Introduzione interessante, che rispecchia quanto la società di oggi sia profondamente influenzata da internet e dai social, è quella del Topic. In maniera non troppo dissimile ad un emulo di Whatsapp (o del giapponese Line) potremo rimanere in contatto con i membri del party e alcuni NPC, che ci manderanno numerosi messaggi ogni qualvolta ci saranno sviluppi di trama, si renderanno disponibili nuove missioni secondarie o potremo accedere a nuovi equipaggiamenti. Per rendere il tutto più interattivo saremo chiamati ad usare il GamePad come una sorta di smartphone, che utilizzeremo per tenere traccia dei progressi fatti, rispondere ai messaggi o utilizzarlo per accedere alla mappa. Se per la storia principale e le quest legate ai personaggi del party ogni aggiornamento verrà prontamente segnato, non troveremo traccia delle missioni secondarie minori, obbligandoci a sforzi mnemonici per ricordarci le condizioni per portarle a termine o la posizione delle stesse. L’utilizzo del Topic, e quindi del GamePad, sebbene sfrutti in maniera massiccia il GamePad porta con se un grosso contro, ovvero l’impossibilità di giocare sfruttando l’Off-TV Play, data l’assenza di un opzione per switchare i due schermi e continuare la partita sul piccolo display del controller.

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