Recensione Thumper

Quando una software house attribuisce al proprio titolo descrizioni altisonanti, spesso dietro c’è un non so che di pretenzioso che il più delle volte finisce in una bolla di sapone. Thumper è uno di questi casi, un gioco musicale accompagnato da un vistoso “A RHYTHM VIOLENCE GAME” scritto a lettere cubitali nei trailer d’accompagnamento e nella home page del sito ufficiale. Parole che in un modo e nell’altro riescono però ad accendere subito la curiosità e la voglia di metterci mano il prima possibile, ancora di più una volta che il gioco ottiene la compatibilità con il neo-arrivato PlayStation VR, il visore di realtà virtuale di Sony. Dopo averlo reso disponibile dallo scorso 13 Ottobre sullo store digitale di PlayStation 4 per 19.99€, saranno riusciti i ragazzi di Drool a mantenere le promesse di questo “violento” rhythm game?

Versione Testata: PlayStation 4/PS VR

 

Con il dilagare della realtà virtuale e l’arrivo sul mercato di titoli pensati per essere giocati tramite l’uso dei visori, è doveroso fare una precisazione sul metro di giudizio delle recensioni.
Nonostante siano realizzate come sempre con la massima obiettività, il voto non può non essere influenzato dall’esperienza soggettiva (in questo caso del recensore), decisamente più personale rispetto ai titoli classici, e sopratutto dal modo in cui questa può variare da persona a persona, facendo entrare in ballo elementi di disturbo come il motion sickness e stanchezza visiva. Scendono in campo poi valori come l’immedesimazione e l’efficacia dell’esperienza stessa, che meritano un’attenzione maggiore rispetto al passato e diventano un plus non da poco in questa tipologia di giochi.
Fatta questa premessa, vi lasciamo alla recensione augurandovi buona lettura.
 

RHYTHM VIOLENCE GAME
Il concept di Thumper si basa su semplici elementi di gameplay
Di rhythm game ormai ne abbiamo testati a bizzeffe. Dai classici Guitar Hero e Rock Band, ai toni giocosi e umoristici di Rhythm Paradise (disponibile da pochi giorni la versione Megamix su Nintendo 3DS) e alle atmosfere J-Pop e “kawaii” di Hatsune Miku e dei Vocaloid, passando per i titoli di casa Harmonix ritornati da poco sulle scene con un nuovo capitolo di Amplitude. Ormai, riuscire a proporre qualcosa di originale e al tempo stesso divertente da giocare non è impresa da poco; a provarci, oggi, è il team di Drool, piccola software house dalle grandi ambizioni nella quale militano ex membri di Harmonix, fattore non da sottovalutare che dona a Thumper tutta un’altra aura.

Il concept di Thumper si basa su semplici elementi di gameplay, che richiedono al giocatore colpo d’occhio e un buon tempismo per rispondere ai comandi e superare i vari stage. Al comando di un curioso scarabeo cromato, saremo lanciati a tutta velocità all’interno di una pista che si snoda in maniera tortuosa all’interno di uno spazio non ben definito, in una sorta di versione futuristica (e a base di insetti) del Bob, il famoso sport invernale.

Noi, in qualità di piloti, dovremo aiutare lo scarabeo a completare il percorso, anticipandone le curve tramite una specie di derapata, distruggendone o evitandone gli ostacoli presenti in pista ed effettuando salti in grado di recuperare anche delle gemme bonus sospese qua e là. Tutto potrà essere fatto utilizzando praticamente un solo tasto – X – che, abbinato ad una delle direzioni della croce digitale (o dello stick analogico), permette di effettuare una delle azioni descritte. Sempre con X, dovremo attivare delle zone luminose disseminate sul percorso che durante il gioco avranno vari scopi, dal conteggio delle combo (e quindi moltiplicatori del punteggio) a chiavi d’accesso per lo sblocco di alcune porte. Il tutto da effettuare sempre con il giusto tempismo, evitando distrazioni che potrebbero costare care. Ogni stage (circa una trentina per livello) si sussegue all’altro con una velocità disarmante che, via via che progrediremo del gioco, andrà aumentando. Dopo aver superato il primo livello di introduzione ai comandi, quel “RHYTHM VIOLENCE” inizia ad assumere un peso più concreto. Ogni errore commesso influirà in maniera tangibile, portando al riavvio dello stage non appena effettueremo il secondo e lanciando il giocatore in uno stato ansiogeno dove sbagliare, il più delle volte, significa fallire. C’è modo di ripristinare la “salute” dello scarabeo, riuscendo ad esempio a completare lo stage in maniera perfetta o eseguendo una determinata azione sulle zone luminose, ma il margine d’errore è talmente basso che spesso, nel tentare di recuperare la situazione, si incappa in morte certa. Il trial & error diventa un mantra, e il ripetere incessante di certi passaggi dalla difficoltà apparentemente sovrumana è una necessità quasi vitale per superare determinati livelli.

 


Per approfondire:
Amplitude
 

Firestarter
I ritmi di Thumper sono serratissimi
Thumper ha dei ritmi serratissimi, che vengono scanditi da una musica elettronica d’atmosfera dal retrogusto fantascientifico, che riesce ad immergere il giocatore alla perfezione nel mondo di gioco: suoni che vanno in loop nel corso del livello, spesso alienanti, che martellano sul nostro cervello e lo stimolano a reagire agli input visivi. La sola OST però da sola non basta, perché la magia avviene proprio giocando, con l’interazione dello scarabeo in pista: ogni suono, ogni pattern musicale che si genererà eseguendo le varie mosse si andrà ad unire con le musiche del gioco, creando una nuova melodia ancora più corposa e profonda. La velocità crescente di Thumper renderà sempre più difficile seguire l’azione, con le immagini a schermo che sembrano quasi distorcersi a causa della rapidità che è in grado di raggiungere la scena. Ciò, chiaramente, influisce sui tempi di reazione, e se non bastasse ci pensa anche la visuale del gioco, che ci piazza con la telecamera poco dietro le spalle dello scarabeo, abbassando la prospettiva fin quasi a filo della pista.

E una volta presa dimestichezza con il gioco, questo andrà ad introdurre nuovi elementi di disturbo, con una cattiveria quasi sadica, mescolando a seconda dell’occasione tutte le variabili disponibili in combinazioni letali, sia per la difficoltà richiesta nell’affrontarle sia per la durata di quest’ultime (spesso sfiancanti) nelle quali l’errore è all’ordine del giorno.

Per chiudere in bellezza troviamo anche dei Boss, di metà o fine livello, che chiederanno uno sforzo maggiore per essere abbattuti e procedere oltre. Qua il commettere errori pesa ancora di più, e non capiterà di rado di dover ricominciare una fase per uno sbaglio commesso quasi alla fine. La difficoltà generale è un aspetto da tenere in considerazione se si decide di affrontare un viaggio all’interno di Thumper. Nei 9 livelli che compongono il gioco, sono molte le situazioni borderline a cavallo tra la frustrazione e l’appagamento che nasce dal superamento di una sfida, ed è facile per chi ha poca pazienza (o è poco avvezzo a certe esperienze estenuanti) sfociare nella prima delle due alternative, rischiando di non apprezzare a pieno Thumper.

Una volta completati tutti gli stage, il gioco non offre molto altro. Gli unici stimoli legati dalla rigiocabilità arrivano dalla classifica online e al miglioramento dei nostri punteggi, che spingeranno gli amanti dei record e delle sfide a rigiocare più volte gli stessi livelli pur di migliorare le proprie performace.

 

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Speed of sound

tramite PS VR c’è un netto miglioramento nel modo di giocare
Ma non dimentichiamoci che Thumper è uno dei titoli che supporta PlayStation VR fin dal suo lancio, un valore aggiunto non da poco. Una volta infilato il visore, l’esperienza generale a livello di gameplay resta sostanzialmente la stessa, guadagnandone però in immersione. Pur potendo visualizzare il mondo di Thumper nella sua interezza, l’area di gioco rimarrà focalizzata sullo scarabeo e sulla pista, e, nonostante la percezione della velocità aumenti esponenzialmente (tanto da dare l’impressione di muoverci veramente), gli effetti negativi dovuti alla chinetosi (e quindi al motion sickness) sono quasi del tutto assenti. Grazie a PS VR i ritmi di gioco sembrano diventare ancora più serrati, e il tutto viene “sparato” direttamente nel cervello e nelle orecchie grazie alle cuffie e all’audio 3D, frastornando il giocatore fin dai primi minuti di gioco. Rispetto alla visione classica, tramite PS VR c’è un netto miglioramento nel modo di giocare, forse dovuto proprio alla totale immersione nel mondo di Thumper o all’isolamento sensoriale garantito dal visore, che permette di liberare la testa dai pensieri e concentrarsi unicamente sui gioco. Fatto sta che, una volta provata la versione VR, difficilmente vorrete ritornare indietro, e ciò basta a dare un chiaro esempio di come la realtà virtuale, applicata a modelli di gameplay classici, possa in alcuni casi migliorare l’esperienza originale (vedi anche quanto provato con Rez Infinite).

Verdetto
8.5 / 10
Siamo sicuri che non causi danni gravi al cervello?
Commento
Thumper è una sorpresa su più livelli, e uno dei migliori titoli disponibili al lancio di PlayStation VR. Un'esperienza audiovisiva estrema che grazie al visore guadagna in immediatezza ed immersione, senza però portarsi dietro alcuni problemi di motion sickness riscontrabili in altri giochi pensati per la realtà virtuale. Il suo gameplay così semplice garantisce immediatezza e divertimento, anche se in più occasioni alcuni passaggi dalla difficoltà fin troppo sopra le righe rischiano di mettere a dura prova i vostri nervi. Ma, se partirete consci di questo aspetto e pronti a superare una sfida che saprà darvi solamente tante soddisfazioni, troverete in Thumper una delle esperienze ludiche più interessanti di questo 2016.
Pro e Contro
Comparto audiovisivo intrigante
PS VR migliora ogni aspetto del gioco
La sfida è veramente alta...

x ...a tratti fin troppo frustrante
x Certi passaggi ripetitivi
x Qualche livello in più non guastava

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