Recensione Stealth Inc. 2: A Game of Clones

Uscito durante il luglio dello scorso anno, Stealth Inc: A Clone in the Dark è stata una delle sorprese indipendenti del 2013 che più ci avevano convinto. La commistione tra lo stealth ed il platform a due dimensioni (condita da un livello di sfida che potremmo definire “bastardo”) riusciva ad intrattenere il giocatore e ad ogni camera completata regalava tanta soddisfazione. Con Stealth Inc 2: A Game of Clones Curve Studios cerca di espandere l’esperienza aggiungendo aspetti tipici del Metroidvania e, data la natura in esclusiva per Wii U, di sfruttare le caratteristiche della macchina Nintendo quando si tratta di giocare in due giocatori in locale. Usciremo soddisfatti dalle PTi Indistries anche questa volta?

Il clone di spade
Il carattere della produzione è sempre irriverente e canzonatorio
I tratti salienti del capostipite della serie rimangono immutati anche in questa seconda uscita: dopo aver canzonato le serie Metal Gear Solid e Alone in The Dark ad essere presa di mira nel sottotitolo è questa volta la saga delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, mentre per il resto rimane tutta la carica sarcastica del character design (questa volta gli sviluppatori si sono anche sbizzarriti con una serie di caschi e costumi indossabili da raccogliere sulla mappa) e dei livelli, che continuano ad essere caratterizzati da testi sui muri che rompono la quarta parete e prendono in giro il giocatore. Dal punto di vista dell’impostazione invece la narrazione ricopre un ruolo maggiore (con tanto di cutscene di intermezzo), e racconta alcune vicende interne alle PTi Indistries e ai suoi dipendenti.

 

Cloni esploratori
Le fasi Metroidvania fanno da collante tra una stanza e l’altra e aprono ad aspetti esplorativi
Come detto, le premesse di questo secondo capitolo avevano fatto parlare di una nuova impostazione Metroidvania per il titolo: in realtà queste sezioni dove l’esplorazione è più marcata (ad esempio, i vari costumi indossabili dai cloni si raccolgono proprio in questi spezzoni) più che a sostituire l’approccio “vecchio” dei livelli fini a se stessi lo affianca, legando le varie camere di test tra di loro e non scordandosi nemmeno del backtraking tipico del genere che incentiva a rivisitare le zone già affrontate una volta in possesso di nuovi gadget (che, come nel primo titolo, permettono all’esperienza di adottare nuove soluzioni e scongiurano il pericolo ripetitività). Per evitare l’abuso di questi oggetti, in luogo del limite imposto dalle batterie nel primo capitolo, questa volta potranno essere utilizzati liberamente solo al di fuori dei test, mentre durante queste sfide si potrà al massimo fare affidamento sul solo gadget proposto automaticamente dal gioco. Quanto nelle camere tanto che sulla “mappa principale” non mancano poi nemici a complicare la vita di chi gioca, ripescando dal cast del primo capitolo e aggiungendo anche qualche nuovo acquisto (come le “bombe intelligenti” che si innescano nelle vicinanze del giocatore e prendono ad inseguirlo fino alla detonazione).

 

In due è più divertente
Grossa aggiunta è il multiplayer a 2: veramente divertente e riuscitissimo
Altra grossa novità di questo sequel, resa possibile dall’esclusività su Wii U e dalle particolarità del troppo spesso snobbato GamePad della console, è quella del multiplayer locale a due: come visto in altre situazioni si gioca “uno schermo ciascuno” con un giocatore (quello armato di Wiimote e di Controller Pro e ai comandi di un clone) impegnato sul televisore mentre l’altro, il cosiddetto “hacker”, utilizza lo schermo del GamePad. Questa impostazione ha permesso la realizzazione di una modalità cooperativa veramente cooperativa, in cui ad esempio per hackerare un terminale e sbloccare una porta è necessario che il clone si metta davanti alla tastiera di questa e comunichi il codice che compare (una cifra alla volta) sullo schermo, che verrà poi digitato dall’hacker. In generale tutti gli aspetti dei livelli (inclusa le sezioni Metroidvania) si adattano al multigiocatore, che può essere attivato in qualunque momento dal menu di pausa: alcuni nemici ad esempio saranno visibili solo su GamePad e andranno “toccati” per apparire (tornando invisibili una volta lasciato il tocco), mentre i gadget si adatteranno in modo più mutevole richiedendo un certo livello di collaborazione e coordinazione per essere attivati o consegnando nelle mani dell’hacker il controllo di alcuni elementi dello scenario. A conti fatti, si tratta di un’aggiunta di rilievo che ben si adatta alla piattaforma di destinazione e costituisce un notevole extra, riuscito e in definitiva molto divertente (vista anche la possibilità dell’hacker di uccidere, più o meno involontariamente, il clone).

In forma, panzetta del clone a parte
Dal punto di vista tecnico, eccettuata qualche incertezza nelle sezioni Metroidvania quando si passa da un’area all’altra, l’esperienza va avanti fluida e senza particolari problemi, anche alla luce di un comparto tecnico ben realizzato ma sicuramente non spaccamascella (il livello visivo è del tutto paragonabile a quello del primo capitolo).

Verdetto
8.5 / 10
Così si usa il GamePad!
Commento
Stealth inc 2: A Game of Clones in definitiva prende tutti gli aspetti positivi del primo capitolo e li rilancia, potenziando la varietà di soluzioni ludiche grazie ai gadget e (sopratutto) ad una modalità a due giocatori dannatamente riuscita e conendo il tutto con un approccio Metroidvania che aggiunge una certa componente esplorativa e lega assieme le camere di test.
Pro e Contro
Sfida appagante
Ottimo utilizzo del GamePad
Multigiocatore a 2 riuscitissimo

x Qualche rallentamento passando da una stanza all'altra

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