Recensione One Finger Death Punch 2: chi ben comincia…

Dal Canada con furore.

Kung Fu. Una parola che nell’immaginario collettivo evoca una miriade di significati. Una filosofia, uno stile di vita, ma anche e soprattutto un insieme di arti marziali (cinesi ndr). Dall’inventiva di Silver Dollar Games, un piccolo studio indie canadese, già 6 anni fa nacque l’idea relativa al primo “capitolo” di One Finger Death Punch 2. Tanta sostanza e pochi fronzoli su un simil-picchiaduro a scorrimento 2D, con protagonista uno stickman, intento a fronteggiare orde di suoi simili a suon di kung fu.

Addiction is the way.

Solitamente i più grandi capolavori videoludici sono frutto dell’unione tra una pregevole dimensione narrativa e un gameplay degno di questo nome. Quando per ragioni di scelta artistica (o di budget) uno dei due viene a mancare, diventa obbligatorio concentrarsi sulla realizzazione impeccabile dell’altro. E per un titolo action basato sull’utilizzo di due soli tasti, tale aspetto diventa ancor più determinante. One Finger Death Punch 2 (da qui OFDP 2) ci riesce così egregiamente da creare dipendenza, con un salto di qualità rispetto al primo capitolo degno di un Borderlands 2.

Come dichiarato (in un’intervista) da Jonathan Flook, uno dei membri del team, l’ispirazione per il concept del titolo proviene da vari film di arti marziali. Oltre a quelli storici di Bruce Lee, una scena in particolare pare aver ispirato il tutto, ovvero quella finale da The One (2001). Un vigoroso Jet Li, intrappolato in solitaria sulla cima di una prigione, mette k.o uno dopo l’altro un gran quantitativo di nemici in arrivo da tutte le direzioni. Il nostro stickman, lievemente personalizzabile (novità rispetto al primo capitolo), se la vedrà anche peggio, pur essendo “soltanto” due le direzioni da tenere sott’occhio.

Kung fu certo, ma non solo calci e pugni. In una lotta per la sopravvivenza, tutto fa brodo.
Uno, nessuno e centomila
Uno, l’obiettivo, cioè sopravvivere. In ogni livello è presente un numero diverso di nemici da fronteggiare, ma si parla comunque di centinaia. A patto di non essere sconfitti, la durata di un singolo, classico stage è abbastanza limitata. E non è un difetto, in questo caso.

Nessuno, il contesto di cui tener conto. Zero ammennicoli, ma solo botte da orbi in quantità. Serve forse altro? Una breve successione di mini-livelli che fungono da tutorial, per familiarizzare con le svariate meccaniche di gioco, e subito nella mischia.

Centomila, la somma di armi, modalità, livelli, tipologie e numero di nemici da affrontare. OFDP2 è questo, puro gameplay. Pur non lasciando nulla al caso, perchè la cura è notevole, soprattutto nei dettagli. Perfino a livello audio, con una soundtrack strepitosa e calzante oltre che appaganti suoni quali il fragore dei colpi, il vibrare dei fendenti e via discorrendo.

Costo modico (meno di 5 euro a prezzo pieno) ma non per questo scarsità di contenuti e idee ben realizzate. OFDP2 è l’ennesima dimostrazione del fatto che per realizzare un’esperienza di gioco coinvolgente non occorrono grafiche fotorealistiche e budget stratosferici.

Quanto e cosa si può esprimere con una figura che tutti possono disegnare? Mai sottovalutare uno stickman.

Parola d’ordine: molteplicità.

Alcuni dati. 1000+ animazioni possibili, 26 abilità da sbloccare e oltre 400 livelli da affrontare. Più 4 “torri” di livelli survival (con nemici infiniti) e altre modalità competitive.

La scala di difficoltà è graduale, con la velocità degli stickmen avversari che aumenta “avanzando” nel livello, ma che tiene comunque conto dei risultati ottenuti e si regola di conseguenza. Ti ritrovi a partire, in un nuovo stage, già con una velocità esagerata (che non farà che aumentare)? Un piccolo trucchetto sta nel farsi sconfiggere deliberatamente qualche volta, così da portare la velocità nemica, e quindi la difficoltà, a un livello ragionevole. Ciò non vale ovviamente per la modalità survival, che darà fondo a tutte le energie, con un grado di sfida crescente che raggiungerà livelli epici.

Come gli appassionati sapranno, il kung fu non riguarda solo il combattimento corpo a corpo con calci e pugni. In OFDP 2 non mancano infatti fior di armi tradizionali tra cui nunchaku, tonfa e spade e bastoni di varie tipologie. Oltre a dare spettacolo a suon di animazioni, tali armi ci permetteranno di ottenere un range maggiore entro cui attaccare i nemici in arrivo. Come si suol dire, si va ad unire l’utile al dilettevole, pur non mancando consistenti dosi di ironia. Tra cui stickmen avversari armati di scope o suppellettili. Strano ma vero.

In un famoso film, Indiana Jones sconfigge un baldanzoso guerriero armato di sciabola con uno “sportivo” colpo di pistola. In OFDP 2 non mancheranno occasioni di questo tipo.

one finger death punch 2 screenshot
A che serve il kung fu, quando puoi impallinare i nemici? Arco e frecce, pistole, fucili. A volte capiterà di usare armi a distanza. Alla faccia del fairplay.

Le sfide non sono mai troppe.

Oltre alla “campagna”, con centinaia di livelli diversi da affrontare, vi sono anche diverse tipologie di survival. Tolta quella classica, non mancano modalità differenti atte ad aumentare la difficoltà, come la blind survival, dove i nemici saranno privi delle indicazioni che si rinvengono di solito giocando (tasti da premere in sequenza ndr). Essa ci costringerà a imparare a memoria le tipologie di stickmen avversari, ognuno con un pattern differente; e un colore identificativo. Senza contare vari mini-boss, la cui sconfitta richiederà molto più impegno (e tasti) rispetto ai nemici ordinari.

OFDP 2, una simbiosi tra serietà e ironia
Pur essendo caratteristiche nominalmente antitetiche non è escluso che un’opera, in questo caso videoludica, possa essere di valore in entrambi i sensi. OFDP 2 omaggia il kung fu pur facendone una parodia al tempo stesso. La scelta, grafica e concettuale, di creare un titolo di soli stickmen intenti a darsele di santa ragione si rivela ingegnosa, oltre che originale. Un’esperienza di sfida immediata e accattivante, facilmente fruibile ma non per questo poco competitiva. Una perla tra gli indie, e una soluzione eccelsa per quando ci si prospetta di giocare per brevi periodi. Perchè se da una parte una lunga sessione renderebbe il gioco inevitabilmente ripetitivo, dall’altra esso si presta a una rigiocabilità estrema.

Dopo una breve parentesi con altri titoli di nulla o poco conto, Silver Dollar Games è riuscita a migliorare un diamante grezzo (il primo One Finger ndr) limando alcuni aspetti e introducendo sensibili migliorie e aggiunte. Si denota inoltre una grande attenzione e supporto da parte degli sviluppatori. Ad appena una settimana (o quasi) dall’uscita, già vi sono state diverse, piccole patch atte ad aggiustare delle piccole imperfezioni. Senza contare le modeste aggiunte chieste dalla community, con l’obiettivo di migliorare l’interfaccia e la giocabilità in generale del titolo. Bene, ma non benissimo.

Ecco la modalità “No Luca no”. Una figura felina intenta a ridurre il campo visivo??? Tutto normale. Almeno su OFDP 2.
Verdetto
9 / 10
Stickmen do it better. The Kung Fu, of course.
Commento
Di giochi rinvenibili a poco prezzo non ci sono soltanto triple A usciti da qualche anno, ma anche e soprattutto indie. Alcuni dei quali veramente eccezionali: One Finger Death Punch 2 è uno di questi. Costa quanto un pacchetto di sigarette, ma fa molto meno male. Almeno in teoria. La sfida è molta, così come il divertimento, con i livelli che "tireranno" uno dietro l'altro come delle ciliegie. Rispetto al primo capitolo svariati sono gli elementi di novità così come le migliorie, che contribuiscono ad elevare questo secondo capitolo alla soglia del capolavoro. Un titolo imperdibile per gli amanti del genere arcade, e non solo.
Pro e Contro
Difficoltà "calibrabile"
Tanti contenuti di rilievo
Costo irrisorio

x Interfaccia migliorabile
x Alla lunga ripetitivo

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