Recensione Borderlands 2 (PS Vita)

Fin dall’annuncio alla Gamescom di Colonia dello scorso anno, attorno alla versione per Playstation Vita di Borderlands 2 si è manifestato un certo interesse. Vuoi perché si parla comunque di una serie che con “appena” due capitoli ed un nugolo di DLC alle è riuscita a raccogliere tanto sia sul fronte critica che su quello pubblico, vuoi perché Sony stessa con un prodotto come Killzone Mercenary ha inevitabilmente alzato il tiro e definito una sorta di standard per quanto riguarda i first person shooter portatili o vuoi perché la curiosità attorno al team Third Party Production aperto dal colosso giapponese per l’occasione era palpabile sulla “scampagnata” portatile di Jack il Bello e dei Cacciatori della Cripta pareva pendere quella maledizione causata dall’hype che condanna un titolo a dover convincere. A distanza di quasi un anno dall’annuncio e giunti finalmente al momento di debuttare sul mercato, eccoci quindi arrivati alla prova con mano dell’ultima versione del titolo Gearbox, sviluppata dai ragazzi di Iron Galaxy Studios.

L’importanza della libertà

Tralasciando tutte le considerazioni formulabili a proposito della trama (che oltre a fungere da mero pretesto per le vicende è già stata analizzata nella recensione della versione home console) e quelle esprimibili sul cast di personaggi (che potremmo riassumere con l’espressione “di alto livello” anche solo per la presenza ed il carisma di Jack il Bello) uno degli aspetti sicuramente più interessanti da approfondire quando si parla di porting da macchine diverse è quello dell’adattamento a livello di controlli. Da questo punto di vista Iron Galaxy ha lavorato alla grande: se nella configurazione standard gli unici nei riguardano la scelta di relegare al touchpad le funzioni di scatto e corpo a corpo (laddove Killzone Mercenary con più lungimiranza utilizzava un solo angolo del “retro” della console e attivava l’input dopo un doppio tap) gli sviluppatori hanno lasciato una libertà quasi totale al giocatore per quanto riguarda la personalizzazione dei comandi, permettendo di assegnare ad un qualunque tasto o aria del touchscreen/touchpad la funzione che più si preferisce, seguendo un politica che di fatto annulla una delle questioni più controverse che riguarda le versioni PS Vita di altri titoli.

L’enciclopedia di Pandora

Per quanto concerne il pacchetto ludico, questa versione portatile della creatura più famosa di Gearbox permette, a fronte di un prezzo budget (29,99€) di accedere a tutti i contenuti presenti nel gioco originario e a buona parte di quelli aggiunti dai DLC del Season Pass. Questo aggiunge quindi all’offerta di base due nuove classi (Gaige la Mechromante e Krieg lo Psycho), due campagne extra (Capitan Scarlett e il suo bottino dei pirati e Campagna del Massacro di Mr. Torgue) ed il Pacchetto Miglioramento Cacciatore della Cripta Definitivo 1 che aumenta di 11 livelli il level cap ed introduce nuove armi. Se per quanto riguarda i contenuti presenti su disco (pardon, cartuccia) non si è quindi lesinato d’altra parte però Iron Galaxy Studios è andata a “colpire” invece uno dei punti cardine dell’esperienza, dimezzando di fatto il numero di giocatori che possono affrontare la campagna assieme portandolo a due. L’effetto è quello di offuscare in qualche modo un po’ del divertimento che l’originale, godibilissimo anche in solitaria ma capace di dare il suo meglio in multigiocatore, garantiva.

Il fascino delle Badlands

Altra questione ricorrente quando si parla di adattamenti di questo tipo riguarda il “colpo d’occhio” della produzione: dal punto di vista visivo gli ambienti in questa versione per PS Vita non differiscono molto da quelli osservabili in salotto davanti a schermi più generosi nelle dimensioni, conferendo al tutto un aspetto in linea con quello del prodotto originale. A guastare la festa ci pensa invece la resa dal punto di vista tecnico, con un motore che sulla carta dovrebbe essere ancorato a 30 frame al secondo ma che riesce a mantenere la promessa solo nelle situazioni di calma e mostra invece qualche incertezza di troppo quando iniziano a comparire a schermo i nemici (i cui cadaveri piuttosto che rimanere sullo scenario esplodono in modo da alleggerire il carico dal punto di vista delle risorse) facendo risultare il tutto “scattoso”. Per quanto riguarda invece l’integrazione con la versione Playstation 3 un aggiornamento postumo ha introdotto la funzionalità Cross-Save, permettendo quindi il trasferimento dei salvataggi da PS Vita verso la sorella maggiore ormai sulla via del pensionamento.

Verdetto
7 / 10
Peccato, tutto petto
Commento
Senza i problemi tecnici per quanto riguarda il numero di fotogrammi al secondo staremmo probabilmente parlando di un’offerta a cui è difficile dire di no, considerati contenuti, prezzo e la possibilità di “rimbalzare” i propri salvataggi da una versione all’altra (occasione ghiotta soprattutto alla luce dell’arrivo di Borderlands 2 nell’Instant Game Collection di qualche mese fa). Così come stanno le cose ora si può solo parlare invece di una bella speranza che alterna scelte e risvolti decisamente positivi a problematiche meno felici (nonostante rimanga comunque la possibilità di un aggiornamento che sistemi le cose e “metta una pezza” al problema). Tirando le somme questa riedizione portatile di Bordelands 2 è giocoforza da consigliare solo agli irriducibili del titolo Gearbox o ai giocatori con particolari esigenze in fatto di mobilità, diversamente è (quantomeno per ora) più opportuno rivolgere le proprie attenzioni alla controparte domestica
Pro e Contro
Longevo e divertente
Prezzo budget e gran parte dei DLC inclusi
Cross-Save con la versione PS3
Adattamento dei controlli riuscito e fortemente personalizzabile

x Qualche problema tecnico di troppo
x La modalità cooperativa è “dimezzata” e portata a 2 giocatori

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