Recensione No More Heroes 3: recensione di un more of the same

Parlare dei vari No More Heroes è sempre stato difficile per me. Per il semplice fatto che ci sarebbe tantissimo da dire senza però arrivare mai a un risultato finale definitivo. Questo non è un problema da poco visto che poi il “giudizio finale” è quello che spesso conta di più all’interno di un discorso. Tantissimi pregi e tantissimi difetti che rendono veramente difficile arrivare a consigliarlo o meno. Soprattutto perché questa serie come poche può far esprimere pareri estremamente discordanti.

Dopo anni di discussioni sporadiche con i (pochi) fan della saga e con molti casual mi sono convinto che il giudizio finale dipenda dalla persona. O per meglio dire, da cosa ognuno di noi cerca nel momento in cui avvia il gioco sulla console. Potrebbe sembrare un discorso banale, ed in un certo senso lo è. Ma ritengo che per No More Heroes sia elevato all’ennesima potenza visto che può essere amato o odiato senza vie di mezzo.

Alla fine non stiamo parlando del monumentale tripla A che accontenta tutti ma di un prodotto molto più sui generis.

particolare di un intermezzo del gioco
Giusto per ribadire ancora una volta chi è l’autore

No more novice

Poste le basi con cui mi sono sempre approcciato a giudicare i vari capitoli della serie c’è da dire che a questo giro la speranza era tanta. Le premesse erano ottime e persino i trailer mi avevano dato la sensazione che si potesse arrivare all’unanime apprezzamento del prodotto. Purtroppo non è stato così e non è assolutamente un male, almeno per un fan della saga. No More Heroes non ci prova nemmeno a raggiungere quello status di capolavoro apprezzato da tutti. E nemmeno aggiungere nuovi ammiratori a quella nicchia che da sempre segue la serie.

E’ un concetto che si vede sin dai primi minuti di gioco. La storia riparte da basi già narrate in precedenza. Non sono nemmeno spiegate a chi si avvicina per la prima volta a questa serie. Un fan della saga non avrà nessun problema. Al contrario qualsiasi nuovo arrivato si chiederà sicuramente se qualcuno tra l’autore, o il team di sviluppo abbia assunto strane sostanze prima di approcciarsi al gioco.

la sequenza anime introduttiva
“90 minuti di applausi”
Per fortuna che pur essendo indirizzate solo a un numero ristretto di persone le sequenze iniziali del gioco invogliano veramente a giocare e vedere dove va a parare la storia per la loro qualità eccelsa. La sequenza stile anime con cui vengono messe le basi narrative meriterebbe i cosiddetti 90 minuti di applausi. Non mi vergogno a dire che la considero la migliore introduzione vista da un bel po’ a questa parte.

La trama, pur non essendo originalissima, è veramente degna di nota e viene trainata dai vari colpi di scena e dall’ottima direzione artistica che accompagna la narrazione. A differenza dei vecchi capitoli non abbiamo una schiera di psicopatici assassini da battere ma una vera e propria invasione aliena. Un modo come un altro per portare la minaccia a livello “Dio” per dirla come direbbero in One Punch Man.

il nemico principale del gioco
Il Boros di turno se la sente veramente tanto
In questo frangente i nemici sono dei “supereroi” alieni che, guidati dal supercattivo di turno, minacciano di invadere la Terra. Annoiati e confidenti nella loro forza i cattivi di turno decidono di rendere l’invasione un gioco. Dando così agli umani la possibilità di scontrarsi con gli invasori per dimostrare la loro forza.

Con questi presupposti viene instituita una sorta di battaglia a tutto campo dove chiunque può sfidare gli invasori per salvare l’umanità. Ovviamente anche in questo capitolo toccherà a Trevis e alla sua banda di amici disadattati salvare il mondo e dimostrare la potenza degli esseri umani. Il tutto in un pratico formato di classifica da scalare, come tipico della serie.

la classifica dei migliori assassini dell'universo
Certe cose non cambiano mai
Purtroppo i problemi arrivano quando si passa alla parte giocata. Dove i giochi della serie hanno sempre mostrato il fianco a più di una critica. Le basi di gioco sono sempre le stesse che hanno contraddistinto i giochi della serie: una classifica di supernemici da scalare per arrivare al boss finale di turno e salvare baracca e burattini con un contorno di noia ed attività secondarie dimenticabili inserite in mezzo.

Nonostante sia apprezzabile l’impegno per rendere godibile lo spazio di tempo che intercorre tra una battaglia ed un altra purtroppo risulta in uno sforzo inutile. Il tutto si riduce sempre alla solita routine di pessime attività secondarie utili a potenziare Trevis. Il che può portare a chi gioca per la prima volta a No More Heroes alla noia, per chi inizia con questo terzo capitolo.

A tratti questo sforzo risulta addirittura controproducente. Esempio palese è l’ambientazione di gioco, che pur essendo totalmente esplorabile si mostra quasi totalmente priva di cose interessanti. Il che rende il lavoro per realizzarla inutile.

particolare di un ambientazione del gioco
Graficamente non siamo messi benissimo…
E’ veramente un peccato perché quando le varie aree vengono utilizzate per ospitare i vari combattimenti di maggior spessore funzionano, pur nella loro semplicità. Il fatto che le attività secondarie siano necessarie nonostante la loro bruttezza rende addirittura preferibile un passo indietro. Ed avrei preferito un ritorno dei viaggi rapidi simili a quelli di “No More Heroes 2”.

Battaglia per il destino della Terra

Dopo aver constatato con amarezza che la progettazione delle varie attività secondarie non rientra propriamente nelle corde degli sviluppatori andiamo a quello che è il fulcro del gioco: i combattimenti contro i vari boss. Qui per fortuna il team di sviluppo da il meglio di sé, creando bossfight piacevoli ed estremamente diversificate tra di loro. I vari boss sono tutti estremamente caratterizzati. Anche nel piccolo spazio di tempo a loro dedicato riescono ad esprimere molto della loro personalità, con intermezzi a dir poco geniali. I vari siparietti tra Trevis e il cattivo di turno sono sempre ben riusciti e riescono a pieno a divertire grazie alla loro varietà e stravaganza. La direzione artistica e gli effetti sfolgoranti che accompagnano ogni combattimento sono talmente apprezzabili che riescono in parte a coprire la semplicità del combat system. Combat basilare data dall’ alternanza tra colpi leggeri, pesanti e mosse speciali.

Per fortuna anche in questo senso sono stati fatti dei -piccoli- passi in avanti. Soprattutto nella spettacolarità delle combo che rendono i combattimenti tutto sommato godibili. Purtroppo quando non abbiamo davanti il boss di turno le cose peggiorano. Tutto si riduce al distruggere le varie ondate di alieni minori che si parano davanti a noi. Anche qui lo sforzo creativo risulta tangibile e i vari nemici minori appaiono ben caratterizzati. Ogni nuovo avversario verrà inoltre presentato da delle brevi schede introduttive veramente divertenti e ben riuscite, oltre che utili a prepararci al meglio all’imminente combattimento.

Presentazione di un boss attraverso la schede pre boss fight
Le schede di presentazione dei nemici sono veramente una bella chicca.

Due piani qualitativi ben diversi

La differenza qualitativa tra il livello artistico e il gameplay offerto dal gioco è veramente assurda. Tanto da farmi arrivare talvolta a pensare che Suda51 abbia sbagliato lavoro. E che avrebbe sicuramente riscosso più successo a creare opere visive come film e serie tv. I personaggi, gli intermezzi, la regia e tutto quello che non riguarda la parte giocata è di qualità assoluta. Con un sacco di citazioni che sapranno cogliere l’attenzione di varie fette di appassionati di pop culture.

Il problema di No More Heroes 3, ed in parte pure dei suoi predecessori, è proprio questo. Risultare eccellente nella parte visiva e narrativa ma carente nel gameplay, cosa non da poco visto che stiamo parlando di un videogioco. E’ veramente assurdo constatare come di capitolo in capitolo la direzione artistica faccia cento passi avanti mentre il gameplay ne fa al massimo uno, abbastanza stentato per altro.

Travis insieme al gatto
I personaggi sono così divertenti che arriverete a desiderare uno spinoff pure sul gatto
A quanto pare è questo quello che Suda 51 e Grasshopper Manufacture vogliono proporci quando si parla di No More Heroes, ed in un certo senso ci riescono benissimo. In definitiva questo No More Heroes 3 non è altro che un No More Heroes all’ennesima potenza. Che esalta ancora di più i suoi pregi e i suoi difetti. Senza porsi limiti in piena coerenza con la sregolatezza del suo universo narrativo.

Dopo averlo giocato i problemi ad arrivare a un giudizio definitivo almeno vicino all’essere in larga parte oggettivo e condivisibile restano. In questo caso penso che la soluzione migliore sia di comprarlo nel caso siate fan della saga e di dargli una possibilità nel caso non lo siate. Casomai non a prezzo pieno, e dopo aver recuperato i capitoli precedenti per capire al 100% gli eventi narrati. Anzi, la possibilità dategliela assolutamente anche solo per la direzione artistica del gioco, che farebbe sicuramente invidia a qualche titolo molto più blasonato.

Voto e Prezzo
8 / 10
30€ /60€
Commento
No More Heroes 3 è un gioco che farà felici i fan della serie e un po' meno i casual gamer. I pregi della serie sono portati a livelli estremi mentre ben poco lavoro è stato fatto per limare i difetti.
Pro e Contro
Direzione artistica magistrale
Risate assicurate

x Gameplay povero
x Pochi passi avanti rispetto quanto proposto dai capitoli precedenti

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