Recensione Hyperdimension Neptunia Re;Birth3: V Generation

Hyperdimension Neptunia è una delle serie più prolifere degli ultimi cinque anni: da quando il primo capitolo approdò su PlayStation 3 nel 2011 ( 2010 in terra natia) abbiamo assistito ad una prima trilogia, uno spin-off musicale, uno dedicato solo a Noire, uno musou e al rifacimento, su PlayStation Vita e PC, di quella prima trilogia che ai tempi si ritagliò una discreta fetta di fan.
Mentre in Giappone la serie ha esordito anche su PlayStation 4, e si appresta a proporre due nuovi spin-off, lo scorso 3 Luglio (l’8 in download digitale) è finalmente uscito anche in Europa Hyperdimension Neptunia Re;Birth3: V Generation (da ora solo V Generation) riproposizione del terzo capitolo per PS3, ma con tutte le aggiunte del remake portatile.

Le dimensioni contano
V Generation ripropone la trama di Hyperdimension Neptunia Victory, ambientata qualche anno dopo il salvataggio delle CPU da parte di Nepgear e delle altre CPU Candidate. GamIndustri è in pace e la minaccia di ArFoire e dei CFW sembra ormai un lontano ricordo, tanto che le dee passano i pomeriggi attaccate ai videogiochi. Nel mentre, nelle quattro nazioni nasce un movimento anti-cpu, che proclama la libertà di giocare a quel che si vuole senza una preferenza o una divinità scelta. Mentre , costretta da

Plutia conquista fin dalla prima apparizione
Histoire, Neptune indaga su questo gruppo di rivoltosi, la nostra eroina viene risucchiata da uno strano portale, e finisce in un’altra dimensione dove apparentemente non è mai esistita. Qui fa la conoscenza di Plutia, nuova aggiunta nel cast, e CPU di Planeptune in questo nuovo mondo, e di un’altra Noire, non ancora diventata dea e alla ricerca di un modo per fondare la propria nazione. Per cercare di tornare nel suo mondo Neptune dovrà sconfiggere i Sette Saggi (tra cui milita anche Arfoire) e fare nuovamente amicizia con le altre CPU, in un susseguirsi di eventi e scontri all’ultima mossa speciale e trasformazione HDD.

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V Generation riesce a staccarsi nettamente dal secondo capitolo, che soffriva di una trama un po’ insipida e di una protagonista non all’altezza (scusaci Nepgear m.d. Guido) tornando a mettervi nei panni di Neptune e introducendo Plutia, vero e proprio fiore all’occhiello di questo capitolo, sia nella sua forma “umana” sia nellla sua forma HDD Iris Heart, sadica e irresistibile. Restano comunque tutte le caratteristiche della serie, dai dialoghi a volte infiniti, alle immancabili citazioni videoludiche a qualsiasi evento (ad esempio Lastation verrà hackerata in maniera analoga al PSN) o gioco e console (il lancio sul mercato della prima Xbox, o la nascita di PlayStation), senza contare il fan service sulle forme delle Dee, e le rotture della quarta parete da parte di Neptune.

La rinascita conclusa
Questa è ormai la terza volta in cui parliamo del gameplay della serie Re;Birth, anche V Generation sfrutta tutte le migliorie apportate al capitolo dello scorso anno: dal sistema a turni ed aree, fino alle mosse EXE sbloccabili proseguendo nella trama, nelle fasi di combattimento non ci sono grandi novità, avremo un’altra volta quattro eroine a schermo e quattro di supporto, che potranno potenziarsi a vicenda grazieall’immancabile Lily Rank, che aumenterà lentamente ad ogni battaglia affrontata insieme dalla stessa coppia. Per la prima volta nella serie Idea Factory ha rilasciato quasi tutti i DLC dedicati al gioco gratuitamente (l’unico a pagamento al momento è quello per guadagnare il doppio dell’Exp e per facilitare il Dungeon di Stella) tra cui spiccano quelli dei personaggi in più come MAGES., Cave, Hystoire e molte delle altre presenze femminili della serie. Un’ottima aggiunta che migliora i ranghi del party, unita all’imancabile Colosseo (utile per il farming) e al level cap aumentato. Tutti contenuti che negli scorsi capitoli venivano rilasciati a pagamento.

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Alla base della formula di Re;Birth ci sono i Plan, in grado di modificare i dungeon, rafforzare o indebolire i nemici creare strumenti e armi, e in V Generation, anche i costumi speciali per le eroine. Inoltre sono state migliorate anche le challenge, obiettivi interni del gioco per ogni protagonista, che vanno dal correre, al saltare al subire determinati quantitativi di danni in cambio di incrementi di statistiche e di Plan più o meno utili (come una combo in più o il poter guardare sotto la gonna nello schermo dell’inventario) e il Dungeon di Stella, che ora permetterà alla ragazzina di portarsi uno dei tanti png deformed come aiutante nell’esplorazione dell’infinita torre.

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Purtroppo anche V Generation casca nel punto debole della serie: i  dungeon ripetitivi. Come nei due predecessori, anche questa volta vi troverete di fronte la stessa decina di ambientazioni che si ripeterà negli oltre quaranta labirinti disponibili, causando una certa noia visiva. Durante l’esplorazione sono stati aggiunti dei blocchi stile Super Mario ai classici oggetti da raccogliere, che potrebbero celare qualche oggetto extra per le nostre CPU e che basta attivare con un semplice salto sotto di essi.

Divine visioni
Se il comparto visivo è ineccepibile, grazie agli ormai noti sprite in 2D e ai modelli poligonali delle ragazze, e al character design impeccabile di ogni singolo membro del cast, lo stesso non si può dire della colonna sonora: eccezion fatta per il theme principale, l’ost di V Generation ripropone praticamente tutti brani già sentiti nei primi due capitoli per PSVita. Fortunatamente grazie ai Plan è possibile sbloccare qualche tema inedito, ma nulla di rivoluzionario o in grado di far chiudere un occhio (orecchio) sul resto del comparto musicale.

doppiaggio originale  impeccabile
Nulla da dire neanche sulle voci originali, con un doppiaggio giapponese che fa invidia agli anime di successo, e che ricopre praticamente ogni scena parlata (e chi conosce la serie sa quanta mole di dialoghi può esserci in un Hyperdimension Neptunia). Doppiaggio originale che è anche il motivo del ritardo di questa recensione, fornito solamente il 3 Luglio (in concomitanza con l’uscita fisica) via DLC gratuito, va a sostituire l’inascoltabile e privo di pathos cast inglese, e abbiamo preferito affrontare quest’ultima avventura di Neptune con le voci di cui ci siamo innamorati nel corso degli anni.

Verdetto
8 / 10
La grandezza del cuore è direttamente proporzionale a quella delle tette
Commento
Hyperdimension Neptunia Re;Birth3: V Generation è l'ultimo capitolo della riproposizione della trilogia originale delle avventure di Neptunia e co, e riesce ad espiare i peccati del predecessore, fornendo non un mero porting del capitolo PS3, ma regalando nuovi dialoghi e interazioni tra le protagoniste, con tanto di citazioni agli spin-off della serie e al mondo reale. Una degna conclusione di questa "Scorpacciata Neptuniana" cominciata lo scorso Febbraio, in attesa di una data per l'esordio delle CPU su PlayStation 4, e per i due nuovi capitoli secondari in uscita quest'autunno in Giappone. V Generation è consigliato a chi ha amato il primo Re;Birth e a chi vuole investire molte ore in un grinding necessario, venendo ripagato da battute sul mondo videoludico e da un gameplay fresco che da il meglio di se nelle fasi di combattimento.
Pro e Contro
Eroine ben caratterizzate
Gameplay migliorato ulteriormente
DLC Gratuiti
Doppiaggio originale ottimo

x Dungeon monotoni
x OST invariata rispetto ai primi due
x Grinding necessario

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