Recensione Hue

Abbiamo parlato, più di una volta, di come il mercato indipendente spesso fornisca una valida alternativa ai titoli più blasonati, e di come dia maggior risalto a generi “sottovalutati” dai grandi publisher. È il caso di Hue, puzzle game pluricromatico sviluppato da Fiddlesticks e pubblicato da Curve Digital, disponibile dallo scorso 30 Agosto su PlayStation 4 , PC e Xbox One, a 14,99€ (esclusi eventuali sconti) ed in futuro su PlayStation Vita. Hue cerca di unire meccaniche platform a quelle puzzle, sfruttando per l’appunto la proprietà del colore da cui prende il nome, raccontando nel frattempo una storia molto semplice. Obiettivo centrato?

Versione Testata: PlayStation 4

Dove è la mia mamma?
La trama del titolo di Fiddlesticks si basa sulla ricerca della Mamma di Hue, scomparsa misteriosamente dal grigio mondo che circonda il loro paese. Il ragazzo seguendo una scia di lettere scoprirà che la madre ha sviluppato un anello particolare, in grado di creare  una gamma di colori e di utilizzarli a piacimento per scoprire i segreti del mondo. Durante la ricerca, Hue non solo imparerà a dominare ogni colore, ma imparerà anche il significato nascosto dietro ognuno di essi, oltre ad incontrare più volte una misteriosa figura incappucciata. La storia di Hue si completa in meno di sei ore, che andranno ad aumentare leggermente nel caso si vogliano raccogliere le 28 ampolle sparse per  la grigia terra del titolo. Il messaggio della trama è semplice ma efficace e riesce a convincere in poco tempo pur non concentrandosi troppo sulle personalità dei personaggi coinvolti nelle vicende. Nulla di innovativo da questo punto di vista, ma non per questo irrisoria, la storia di Hue fa il suo dovere di collante  spingendo il ragazzino a collezionare i colori necessari per riabbracciare la madre scomparsa.

Scale di grigi
un po’ limbo, un po’ runbow
Come detto in apertura, Hue basa le proprie meccaniche su un miscuglio tra  platform e puzzle, dividendo in due sezioni nette il titolo di Fiddlesticks: nella prima metà di gioco Hue  dovrà raccogliere gli otto colori che andrà viavia ad utilizzare per superare i riuscitissimi enigmi sparsi per i diversi labiinti. In maniera simile a quanto successo in Runbow lo scorso anno, potrete colorare lo sfondo di gioco della tonalità scelta, andando a nascondere tutti gli elementi della stessa e rivelandone altri come casse o ostacoli mortali. A differenza del frenetico titolo di 13AM Games avrete il controllo diretto sui colori tramite l’analogico destro, potendo scegliere quasi sempre con calma come colorare lo sfondo della zona. Tutti gli enigmi del titolo si basano ovviamente sulla giusta combinazione di tempistiche e colori: se si effettua un cambio in salto il tempo rallenterà, andando a fornire al giocatore qualche istante in più per cambiare tonalità, la morte come in Limbo (più e più volte il richiamo al titolo di PlayDead è palese) è dietro ogni angolo e ostacolo, sia esso un masso, una cassa o un raggio laser perforante.
L’altra metà delle meccaniche di Hue prevedono salti e arrampicate, come nei più semplici platform: sono proprio queste fasi, spesso accompagnate dalla voce della mamma  dopo aver raccolto una lettera, a risultare le meno riuscite e scialbe della produzione di FiddleStick. Se non fosse appunto per le parole della madre, l’assoluta mancanza di sfida in queste zone affosserebbe completamente il progetto.

Hue offre situazioni diverse a seconda della zona esplorata: avrete a che fare con massi, spuntoni, laser o semplici enigmi basati su leve ed interruttori, tutti con un minimo comun denominatore: il colore. Ogni enigma  ideato da Fiddlesticks riesce a stimolare l’ingegno senza tediare mai il giocatore: non vi sono momenti impossibili e Hue tocca solo rare volte una difficoltà sopra la media. La totale assenza di nemici inoltre abbassa ulteriormente il livello di sfida generale. Hue parla principalmente del viaggio di un ragazzino alla ricerca della propria madre, mettendolo di fronte solo ad ostacoli ambientali e mentali.

Semplice ma efficace
Veniamo all’altro grande punto di forza di HUE: il comparto artistico. Anche qui il titolo ricorda per molti versi Limbo, anche se  se ne distingue per la possibilità di accentuare gli sfondi grazie ai colori accesi ottenuti man mano che si prosegue l’avventura. La produzione di Fiddlesticks sfrutta una grafica  in due dimensioni stilizzata e apparentemente semplicistica, ma capace di ammaliare senza troppe remore il giocatore e tenerlo incollato al joypad fino al termine dell’avventura. Con una colonna sonora  orchestrale e, anche in questo caso, in grado di fornire la giusta enfasi ad ogni nuova location esplorata, Hue non ha nulla da invidiare ad altri titoli indipendenti. Il titolo di Fiddlesticks è solamente in inglese  sia nelle voci che nel testo, sebbene non presenti termini troppo difficili e grazie alla complessiva facilità del titolo non risulti impegnativo neanche per i giocatori più giovani.

Verdetto
7.5 / 10
Voglio vivere a colori, Colorare il mio destino
Commento
Hue è semplice in praticamente tutti i suoi aspetti: non per questo è meno efficace e sebbene la sua breve durata è in grado di intrattenere il giocatore grazie a degli enigmi ben riusciti e rispettosi dello spirito della produzione. Fiddlesticks poteva concentrarsi leggermente di più sulle fasi platform, vere e proprie spine nel fianco di Hue, per confezionare un titolo che si sarebbe stagliato senza problemi tr ai migliori giochi indipendenti dell'anno. Fortunatamente il comparto artistico, la colonna sonora e la semplice trama cercano di mettere tutto al loro posto spesso riuscendoci senza problemi.
Pro e Contro
Enigmi ben riusciti
Storia semplice ma efficace
Ottimo comparto artistico e sonoro

x A volte troppo facile
x Fasi platform sotto tono

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