Non ve ne potrebbe fregare meno del calcio? Su Gameromancer.com il nostro Avvocato è sulla stessa barca, ma si è recensito Football Drama comunque. E gli è piaciuto, a giudicare dalla rece videoludicamente scorretta che ha tirato fuori.
Rocco Galliano, allenatore francese ed esistenzialista, era sparito dal calcio che conta per troppo tempo. È il destino di chi non vuole scendere a patti col sistema, di chi non abbassa la testa davanti a chi può rovesciarti addosso un quintale di letame, andando incontro a un Football Drama. Ostracizzato da questo mondo – ma mai umiliato e sempre spocchioso –, almeno fin quando il magnate russo (o che almeno cerca di imitare quell’accento) del Calchester Assembled non gli offre una panchina bollente, dalla quale sembra destinato ad alzarsi nel giro di qualche giornata, pochi punti e tantissimi insulti dalle gradinate. Ha inizio così la Divina Commedia del rettangolo verde, ogni partita un girone infernale popolato da personaggi di natura ambigua, persi nella selva oscura dei retroscena, del dietro le quinte intimista, spostando il focus da una squadra de-caratterizzata in 11 semplici pedine. Non più epicentro calcistico ma strumento per muovere le vite che ruotano attorno al circo della Thiefa League.
Un gioco di nervi a turni in cui urlare indicazioni dalla gabbia dell’area tecnica, leggendo il match come farebbe un impiegato dell’ISTAT
Un po’ di info Football Drama sarà disponibile su Steam, iOS e Android a partire dal 18 settembre, ad un costo di 5.50€.
C’è distacco fisico, ma totale partecipazione mentale. Le opzioni sono poche, atteggiamenti aggressivi che aumentano la fatica (e oltre il 50% bisognerà aspettare, prima di contrastare duramente o rischiare la giocata a centrocampo) o passivi che la abbassano e permettono, coi numeri dalla nostra parte, di mantenere il pallino del gioco. Il talento di Galliano lo si vede però nella maestria con cui gioca letteralmente le sue carte, disegnate con il tagliente sarcasmo di chi il calcio lo detesta (scoprirete tutti i retroscena nella prossima puntata di Gameromancer). Idee, indicazioni, urla dalla panchina verso giocatori che potrebbero seguirle come ignorarle. Cambiare modulo oppure sacrificare l’individualismo sull’altare del Tiki-Taka, tuffarsi in area di rigore o simulare infortuni. Pensieri che Rocco elaborerà nel corso del suo viaggio filosofico, da usare a cinque a cinque nell’infernale catino dello stadio. Fosse però solo una questione algebrica si tradirebbe la bellezza di un calcio certamente grottescom ma sempre carico di pathos, come una tormentata storia d’amore. Il pubblico diventa realmente il dodicesimo uomo, spingendo le squadre, ignorandone i parametri. L’esaltazione dello sfavorito, dell’underdog che può ribaltare una contesa grazie al grido curva, della torcida. Trance collettiva, rituale preistorico che trasforma uomini in eroi. Quando si sentono i tamburi rimbombare per gli spalti è il momento giusto per osare, affondare, anche se fino a un minuto prima erano piovuti cori denigratori al nostro indirizzo. Poi la partita si conclude, il fuoco del tifo si spegne e si affronta la penitenza per i nostri peccati sotto forma di conferenza stampa. Domande sempre uguali cui dare risposte sempre uguali, il che sarebbe un difetto per un titolo che fa del dialogo il suo punto forte, se non fosse che in effetti anche nella realtà sembra di assistere ad un loop post-partita di domande e risposte preconfezionate, poi rimodellate dai quotidiani.Un noir sportivo capace di raccontare il calcio attraverso il videogioco come nessuno era mai riuscito a fare
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