Recensione Day of the Tentacle Remastered

Per molti giocatori, la storia delle avventure grafiche è fatta principalmente di titoli recenti, dal pluripremiato Life is Strange dello scorso anno, alla marea di titoli episodici che TellTale sembra sfornare a ciclo continuo con alti e bassi. Ma se da una parte i nuovi arrivati sulla scena della narrativa punta&clicca sembrano farla da padrone, in questi ultimi anni stanno piano piano tornando alla ribalta anche due dei vecchi protagonisti del settore: mostri sacri come Tim Schafer e Sierra, non sembrano disposti a cedere il testimone tanto facilmente, e se da un lato abbiamo visto nei mesi scorsi il ritorno di Re Graham di Daventry, nella nuova saga di King’s Quest, dall’altra il buon Tim alterna novità a remastered delle vecchie glorie.

Dopo aver avuto a che fare con le atmosfere messicane dell’eccellente Grim Fandango, Double Fine ci riporta alla scoperta di uno dei giorni più neri (e al contempo più piacevolmente colorati) della storia dell’umanità: il giorno del tentacolo!

VERSIONE TESTATA: PC

Braccia rubate all’agricoltura alla conquista del mondo

E’ malvagio, assetato di potere, e privo di pollici opponibili. E va fermato. Ieri.

Se la premessa vi sembra decisamente bizzarra, avete centrato in pieno lo spirito di Day of the Tentacle. Noto anche come Maniac Mansion 2, il titolo è un sequel diretto del classico LucasArts del 1987, e l’ultimo nella storia della compagnia a sfruttare l’interfaccia a comandi verbali. Riprendendo da dove la storia si era interrotta sei anni prima, troviamo nuovamente alla base di tutti i problemi la strampalata famiglia Edison, assieme ai due tentacoli creati artificialmente, Verde e Viola.

Proprio quest’ultimo, dopo aver ingerito uno scarto chimico prodotto dai macchinari del Dr. Fred, diventa il principale antagonista del gioco (complice anche la crescita di due minuscole braccia e un cervello criminale), e nei panni del nerd Bernard, del metallaro Hoagie e della psicotica Laverne saremo chiamati a viaggiare nel tempo fino al giorno precedente per fermare la macchina inquinante. Inutile a dirsi, la macchina del Dr. Fred, dopo un malfunzionamento, sparpaglia il trio per la storia, costringendo il giocatore a fare uso dei famigerati Cron-o-binetti (dei bagni chimici in grado di viaggiare nel tempo) per poter tornare al piano originale.

Da questa sorta di lungo antefatto, prende il via uno dei titoli più assurdi anche per gli standard della ex LucasArts, che nasconde tuttavia una serie di puzzle decisamente intelligenti, elaborati, e ad alto tasso di comicità, che spingono il giocatore a pensare fuori dagli schemi (anche temporali) per arrivare ad una soluzione.

DOTTremastered7

E questo lo chiami indizio?!

Da questo punto di vista, la remastered edition non aggiunge molto alla già vincente formula originale, limitandosi a inserire il supporto per controller, uno switch in grado di alternare tra la grafica 1993 e quella in alta definizione, e una ruota di comandi più rapida dell’interfaccia verbale (comunque ancora presente nella visuale 1993). A questo si aggiungono gli ormai immancabili commenti del team di sviluppo, che, guidato da Schafer, di tanto in tanto interviene durante il gioco con retroscena e piccoli siparietti comici riguardo alla produzione originale.

Tale è la fedeltà all’originale, inoltre, che ne permangono addirittura alcuni piccoli bug, come lo sfasamento dei tempi tra i sottotitoli e il parlato in certe sequenze animate. Allo stesso modo gli enigmi sono rimasti pressochè invariati, tra cui uno particolarmente memorabile e poco chiaro, frutto di un’incomprensione del designer originale. Questa fedeltà assoluta, tuttavia, è volontaria, come dimostrano sia i commenti audio (nei quali gli stessi sviluppatori ne prendono atto e si scusano per le sviste dell’originale), sia gli obiettivi Steam.

dott-se-playstation-005

Il difficile è sparare senza dita…

Pur non discostandosi molto da quanto già visto in Grim Fandango Remasterd, Day of the Tentacle Remastered purtroppo soffre maggiormente in termini di “invecchiamento”: pur mediato dalla ruota di comandi, l’originale macchinosità e scomodità dell’interfaccia verbale si fa ancora sentire, costringendo il giocatore a navigare attraverso molti comandi inutili e selezioni multiple ridondanti (ex: apri/chiudi->porta, equivalente a usa->porta, combinare due strumenti nell’inventario equivalente a selezionare usa->oggetto->con, e via dicendo).

Fortunatamente non si tratta di problemi così gravi da minare completamente l’esperienza di gioco, e in alcuni casi addirittura contribuiscono a generare dei piccoli intermezzi comici dovuti all’uso di comandi insensati per il contesto. Resta tuttavia un’esperienza più adatta a giocatori cresciuti durante l’era d’oro delle avventure grafiche, piuttosto che ai più abituati all’interazione contestuale automatica introdotta negli anni 2000.

2975262-day_of_the_tentacle_hd_repaint_full_by_bvigec-d73islr

Che succede amico?

Anche il comparto grafico può risultare piuttosto atipico all’occhio di un giocatore moderno: composto di paesaggi dalla prospettiva impossibile, estremamente caricaturale e colorato, Day of the Tentacle non fa mistero di ispirarsi ai corti animati Warner Bros. Tra i ringraziamenti finali, quindi, compare anche il nome di Chuck Jones, storico regista e animatore dei Looney Tunes, da cui Day of the Tentacle prende ispirazione anche per quanto riguarda il comparto musicale, mescolando temi originali con classici musicali (ad esempio, in un segmento con Hoagie durante la stesura della dichiarazione d’indipendenza americana, è possibile ascoltare il tema principale sovrapposto a Yankee Doodle).

Il doppiaggio, pur a distanza di anni, resta di alta qualità, contribuendo sia alla caratterizzazione dei personaggi che all’atmosfera “cartoonesca” del gioco. A differenza della colonna sonora remixata, infatti, le tracce vocali sono quelle di 23 anni fa, opportunamente ripulite; le stesse che resero noto Day of the Tentacle come uno dei primi titoli a fare uso di un doppiaggio integrale.

Verdetto
7.5 / 10
Per fortuna non è un anime giapponese....
Commento
Day of the Tentacle Remastered è il quarto nella recente serie di trasposizioni HD dei grandi classici LucasArts, ad opera di Double Fine, e dopo i primi due Monkey Island e Grim Fandango, la formula di Tim Schafer sembra essersi ormai consolidata. Tuttavia, e a maggior ragione in casi come questo, dove l'originale era una sorta di "esperimento di transizione" per svariati aspetti (da quello audio, alle meccaniche dei puzzle che impedivano il totale fallimento, allo stesso formato di distribuzione a metà tra l'era floppy e quella CD-Rom), sarebbe consigliabile una cura più "mirata". Un modello universale di conversione, che faccia della fedeltà al materiale base il suo punto di forza è certamente apprezzabile, ma in Day of the Tentacle le stesse meccaniche base erano in certi casi particolarmente macchinose, e in un titolo che richiede spesso e volentieri di pensare quadridimensionalmente (molti enigmi sono basati su paradossi e cambiamenti temporali), sarebbe stato sicuramente gradito un maggior lavoro di cesellatura e limatura degli aspetti superflui. Tolto questo piccolo sassolino dalla scarpa, tuttavia, il gioco fila che è una meraviglia, e oltre a far leva sull'aspetto nostalgico (cosa maggiormente evidente in Monkey Island e Grim Fandango), Day of the Tentacle ha alle spalle una sana dose di comicità e nonsense che riesce a strappare una risata anche dopo la centesima volta. Un po' come i cartoon a cui è ispirato, e da cui dimostra di aver imparato alla perfezione la lezione. Con ancora una cartuccia già annunciata da sparare (Full Throttle Remastered, presentato alla PlayStation Experience dello scorso dicembre e previsto in arrivo per il 2017), Double Fine dimostra ancora una volta che l'era delle avventure classiche è tutt'altro che morta.
Pro e Contro
Puzzle creativi e impegnativi
Supporto controller anche su PC
Soundtrack remixata di qualità

x Commento audio talvolta sovrapposto a sequenze animate
x Elementi d'interfaccia ridondanti
x Scarsa longevità

#LiveTheRebellion