Recensione Cloudpunk – Cyberpunk in mattoncini e neon

Cloudpunk è un gioco senza troppe pretese calato in un’ambientazione cyberpunk. Scopriamo inseme la notte folle di Rania.

La notte in cloudpunk

L’intera “trama” di Cloudpunk è sviluppata in una sola notte: la prima notte di servizio di Rania. Ambientato in un epoca futuristica molto lontana dai giorni d’oggi nella quale l’integrazione delle macchine nei vari strati sociali è ormai realtà. Rania approda a Nivalis, cercando di sopravvivere alla metropoli trova lavoro nella società Cloudpunk. Un’azienda di consegne con una bussola etica e legale molto spesso confusa. Nessuna domanda sul contenuto della spedizione ma paga molto buona. Premesse che faranno trascorrere una lunga notte all’insegna di diversi dilemmi morali, etici e sopratutto effettuare tante tante consegne.

Rania si ritrova in un ambiente sconosciuto e senza nessun legame, tranne il suo fedele cagnolino sotto forma di Intelligenza Artificiale: Camus. Il fedele amico trova nuova forma fisica nell’HOVA ( veiocolo a propulsione utilizzato per le consegne ) affibiato a Rania. Tali consegne sono di fatto le missioni che ci porteranno a cercare di sopravvivere alla notte e costruire una nuova vita.

Rania interagisce con Cloudpunk solo tramite un simpatico individuo chiamato solo Control, che ha il compito di affidare le varie consegne e dare le direttive. La trama è molto semplice anche se non sempre lineare, che scopriremo semplicemente guidando Rania da un angolo all’altro della città. Durante questi tragitti avremo sempre più indizi sulla storia della protagonista, tramite l’iterazione con Camus. Indizi sulla storia della città e sulla mega corporazione che ne al comando. Ed informazioni sulla CORA, elemento che sembra essere molto importate per Rania. Non solo scoperte di trama, ma diverse volte ci saranno delle scelti morali da fare. Alcune volte sarà necessario scegliere tra etica e buonsenso o addirittura tra vita o morte ma anche tra morte e morte.

Piattaforme in cloudpunk

Cyberpunk o Blade Runner?

Il nome del titolo ovviamente vuole subito dirci che gli sviluppatori vorrebbero cavalcare l’onda mediatica che Cyberpunk 2077 ha creato intorno a se e attorno all’ambientazione cyberpunk. Cercando di proporre il tema così come la massa lo identifica: lo stile grafico. Sicuramente questo aspetto è molto riuscito, l’atmosfera di Nivalis è eclettica, piena di neon e insegne luminose. Una città costruita sulle nuvole, dove la vita sociale si fa sui tetti di altissime strutture. La presenza di una corporazione domina il territorio fino a diventare asfissiante. Peccato che questo, insieme all’atmosfera soffusa, ricordi più Blade Runner che non il vero e proprio cyberpunk.

Fortunatamente Cloudpunk non è solo un rimando al film ma è riuscito ad essere ben più profondo. La vita che pullula sui tetti ci fa scoprire l’anima cyberpunk del titolo portando alla luce tantissimi temi molto cari al movimento. Sicuramente il punto di forza di questo titolo è proprio la scrittura dei personaggi e delle loro storie alquanto “particolari”. Si trovano delle linee di dialogo e dei plot veramente curati che trattano molto bene tematiche forti come il gender, razzismo, povertà, dipendenza e sicuramente il delicato conflitto etico del rapporto tra essere umani e macchine, un pò come succede in Detroit Become Humans. Ovviamente tutti temi legati al contesto cyberpunk, nulla di troppo orginale ma trattato in un modo che anche chi è alle prime armi possa comprenderli ed empatizzarli.

Non vorrei sconvolgere la vita di nessuno ma mi spiace dirvi che Blade Runner non è cyberpunk, mettere un pò di fumo e riempire di neon ogni angolo non è assolutamente essere cyberpunk. Fortunatamente Cloudpunk riesce a capire questa differenza e ripropone le tematiche molto care al movimento.

Cloupunk

Cloudpunk: Fed Ex Simulator

Vi ricordate le polemiche su Death Stranding e FedEx simulator? Bene non avete giocato a cloudpunk. Il gameplay di Cloudpunk è molto semplice e lineare, vai da punto A a punto B. La maggior parte del percorso viene fatto con il mezzo a propulsione, attraverso autostrade che aumentano la velocità, per poi fare la consegna di persona atterrando su una delle piattaforme. Uno dei punti che mi sento di mettere nel gameplay è l’esplorazione, difatto l’unica altra attività fattibile in Cloudpunk.

A questa semplice meccanica si aggiunge la raccolta collezionabili, come attività secondaria, e un minimo di personalizzazione. Gli oggetti per l’appartamento sono esclusivamente estetici. Per l’HOVA è possibile acquistare sia dei veri e proprio upgrade, come il boost, che oggetti puramente estetici, come il cambio del colore della scia.

Purtroppo devo ammettere che il continuare a svolazzare per la città mi ha annoiato ben presto. Nonostante ad un certo punto si possa cambiare l’HOVA e ci siano delle missioni a tempo, il gameplay è troppo semplice e la scelta artistica intrapresa non induce alla voglia di esplorazione. L’unico motivo per cui si accetta di continuare sono le storie che gli sviluppatori hanno creato.

Cloudpunk

Pixel Art?

La veste grafica di Cloupunk è sicuramente particolare. Sebbene possa sembrare pixelart, molto comune nei progetto low budget, in realtà non lo è. Difatti sembra un mondo costruito con i lego totalente in contrasto con gli effetti visivi che sono molto definiti. Ad esempio la scia delle auto, i “muri” delle autostrade oppure gli avatar dei personaggi. Una scelta che può piacere o meno. Sinceramente avrei preferito più definizione per una città costruita cosi bene che mi stimolasse a scoprire i panorama che Nivalis ha da offire.

Un reparto molto curato in cloudpunk è il reparto sonoro. Gli effetti sonori di sottofondo rendono la città sempre viva, un compagno costante in ogni viaggio. Le musiche aiutano a creare l’atmosfera cyberpunk, molto apprezzata l’idea di inserire anche dei brani anni 80′ oppure musica classica. Purtroppo il doppiaggio non è all’altezza ne del comparto audio, ne da merito alle ottime scritture. Di sicuro ci sarebbe molto lavoro da fare sotto questo punto di vista.

Il punto di maggiore forza è sicuramente la scrittura e i personaggi ben caratterizzati. Tratta temi non banali in modo tale che anche i neofiti del movimento possano comprenderli. Riesce a creare un’ambientazione credibile grazie a piccole chicche che rimandano al passato (i girni odierni ndr. ). Purtoppo il gamplay banale e ripetitivo insieme alla scelta artistica, rendono questo viaggio a tratti snervante e noioso. Sicuramente un buon titolo per approciare il tema cyberpunk oppure per sapere cosa si prova a lavorare come pony express

Verdetto
6 / 10
Un vero peccato aver scelto un gameplay cosi semplice, vanifica tutto l'ottimo lavoro di scrittura
Commento
Cloudpunk è un titolo con molti buoni propositi e potenzialità. Una scrittura degna di nota con storie sfaccettate che traggono a piene mani dall'immaginario Cyberpunk. I personaggi sono sempre caratterizzati e riconoscibili. Purtroppo però un gameplay troppo ripetitivo e la poca longevità non permettono di godere a pieno dell'ottimo lavoro fatto in fase di scrittura. Sicuramente merita un posto tra i giochi che riescono a trattare il tema e non cadere nel solito clique del confondere lo stile artistico cyberpunk dal vero e proprio movimento cyberpunk.
Pro e Contro
Scrittura
Personaggi
Temi
Sonoro

x Doppiaggio
x Ripetitività
x Scelta grafica
x Gameplay

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