Anno 2600, in seguito ad una guerra nucleare il pianeta Terra è notevolmente cambiato, tanto da guadagnarsi l’appellativo Aqua. I pochi sopravvissuti vivono all’interno di basi subacquee e grandi sommergibili, lottando per la sopravvivenza e le limitate risorse rimaste. Dov’è che l’ho già sentita? Ah, già, in ogni film prodotto durante il ventennio 80-90.
Non che sia un male, in fondo
AquaNox Deep Descent è il
reboot di una (s)fortunata saga videoludica nata per mano di
Massive Development nel 1996, con il titolo
Archimedean Dynasty. Nonostante la partenza fulminea, la saga ha visto la sua fine durante lo sviluppo del remake del secondo capitolo,
AquaNox: The Angel’s Tears, per ripresentarsi a sorpresa alla
Gamescom del 2014. Dopo una fruttuosa campagna Kickstarter sotto l’egida di
THQ Nordic, l’ultima fatica dello studio serbo
Digital Arrow è pronta ad attraccare nelle nostre case.
Vediamo insieme com’è andata.
In un mare lontano lontano…
Come già detto l’incipit di AquaNox Deep Descent non è dei più originali: i protagonisti sono dei
Cryo, quattro persone risvegliatesi da un lungo sogno criogenico. Nonostante l’iniziale amnesia ben presto scoprono la loro missione, il completamento del misterioso
progetto Nammu. L’atmosfera del mondo di gioco è così anni novanta da farmi aspettare di vedere
Mel Gibson apparire fino ai titoli di coda. La storia si dipanerà nella successiva decina di ore attraverso dialoghi in game tra personaggi e filmati realizzati con una tecnica mista di animazione semovente.
Cutscene che ho trovato uno degli aspetti meglio realizzati, senza contare la trama che, pur essendo degna di un
B movie della domenica pomeriggio, saprà farsi apprezzare in alcuni frangenti. Immagino solo quanto questa possa essere diretta ai fan sfegatati dei primi capitoli, capaci come saranno di cogliere citazioni e riferimenti che sicuramente mi sono perso.
Quando si gioca?
Arriviamo al sodo.
Il core del gameplay ha un’impostazione molto arcade, figlia dei già citati anni novanta che hanno influenzato lo sviluppo del titolo.
Passeremo tutto il tempo all’interno del nostro sottomarino, disponibile in vari modelli, attraverso il quale ci sposteremo all’interno di macroaree esplorabili dove potremo attraccare nei vari porti. Ogni porto lascia la possibilità al giocatore di investire le risorse accumulate in potenziamenti, munizioni ed interagire con gli NPC attraverso dialoghi a
risposta multipla, sia per proseguire nella campagna che per accettare missioni secondarie.
Risposte multiple fini a sé stesse, in quanto non cambieranno in alcun modo l’intreccio narrativo. Devo dire di aver apprezzato le missioni secondarie, non tanto per la loro struttura ma per i
premi, visto che portarle a compimento vi darà un discreto vantaggio durante l’avventura. Qui però iniziano a sorgere i primi problemi:
le missioni. La varietà di gioco è poca, quasi tutte si somigliano tra loro in quanto non dovrete far altro che muovervi da un punto A ad un punto B, eliminare eventuali nemici, scannerizzare un relitto, tornare indietro e riscuotere la taglia.
Rinse & Repeat. Ed è un peccato, perché in alcuni frangenti il gioco sembra voler osare per puntualmente fare dietrofront. Per esempio con una
boss fight sulla carta spettacolare, da ripetere varie volte durante l’avventura, che però segue lo stesso schema in ogni occasione non variando di una virgola. Ah, senza dimenticarsi della maledetta missione di scorta, da sempre motivo d’odio portato all’estremo in questa occasione.
La varietà di gioco è poca. Rinse & Repeat
Il vero nemico sei tu
Tra squali mutanti e robot assassini, non immaginerete mai quale sarà il nemico più ostico che incontrerete.
I comandi.
Dio santissimo i comandi. Com’è giusto che sia, il batiscafo che vi ritroverete a pilotare ha la possibilità di girarsi in ogni direzione, per muoversi a 360 gradi.
Il problema sopraggiunge quando proveranno ad accerchiarvi, data l’impossibilità di girarsi rapidamente alle proprie spalle.
Impensabile in un gioco dove il movimento è tutto ed i nemici possono apparire da ogni angolo
Sarà l’
IA dei nemici in questo caso ad aiutarvi, piuttosto povera con fila e fila di sottomarini che marceranno imperterriti verso la vostra posizione. I movimenti,
goffi e lenti, spesso vi porteranno ad abusare dello scatto anche solo per avanzare nello spazio a voi circostante. Non raramente la pressione sbagliata di un tasto vi porterà a schizzare in alto o in basso, danneggiandovi con gli elementi dello scenario o con il plancton che funge da barriera invisibile. Un gran peccato, personalmente
ho impiegato la prima metà dell’avventura solo per abituarmi ai controlli.
C’è una vista fantastica quaggiù
Il primo paragone che mi è venuto in mente quando ho iniziato il gioco è stato con
Subnautica. A differenza del lavoro dei ragazzi di
Unknown Worlds Entertainment AquaNox mostra il fianco anche dal punto di vista degli ambienti. Graficamente il gioco sembra appartenere ad una generazione fa. Qualcuno potrebbe far notare che il budget ottenuto su
Kickstarter dal team non sia proprio da progetto AAA; ciononostante quella che in game si respira è una costante aria da “
vorrei ma non posso“.
Molti scenari sono
fin troppo simili tra loro, se non fosse stato per gli indicatori sulla mappa mi sarei perso più e più volte. Non che il gioco ti invogli ad esplorare, dato che l’unica cosa che potrete fare sarà scannerizzare relitti al fine di ottenere risorse;
operazione tediosa già dopo i primi 5 minuti. La situazione migliora con le musiche, niente di eccessivamente memorabile ma un chiaro omaggio ai videogiochi dei tempi che furono.
Tutti insieme appassionatamente
Prima ho detto che i protagonisti di AquaNox Deep Descent sono quattro, mentre voi ne utilizzerete solo uno non meglio specificato. Questo perché
il gioco prevede che voi possiate completare la campagna in compagnia di altri giocatori, fino a 4 totali. Non ho sperimentato questa possibilità ma credo che possa essere piacevole, soprattutto nella modalità
PVP.
Quello che traspare da
AquaNox Deep Descent è infatti il volere quasi essere un
FPS Arena. Le possibilità di personalizzazione del proprio mezzo, assieme alle armi (equipaggiabili a coppia in modo indipendente) e i
perk per migliorare corazza, scudi, agilità ed altre statistiche dimostrano quanto questo gioco possa rendere al meglio con giocatori umani. Senza considerare che nonostante i comandi siano goffi non raggiungono la macchinosità che ci si aspetterebbe da un gioco simulativo.
Si spara tanto e si schiva ancora di più. Non aspettatevi quindi orde di
streamer giocarlo come successo a
Fall Guys, nella sua nicchia di appassionati potrebbe però riscuotere un certo successo.
Verdetto
6.5 / 10
Too Much Water è tornato.
Commento
Pro e Contro
✓ La trama sa farsi apprezzare
✓ Non li fanno più giochi così
x Comandi goffi
x Non li fanno più giochi così
x Struttura delle missioni banale e ripetitiva
#LiveTheRebellion