Streets of Rage 4 è un sogno esaudito dopo 26 anni di rabbia e nostalgia

La paura che Streets of Rage 4 fosse una banale operazione nostalgia, sin dal primo giorno in cui Lizardcube e DotEmu lo hanno presentato al pubblico, è sempre stata tanta. Sono passati 26 anni dall’ultimo capitolo della saga di Streets of Rage, uscito ancora su quel gioiellino tutto nero chiamato Sega Mega Drive. In questi 26 anni di acqua sotto i ponti ne è passata davvero tanta e sono cambiate tante cose: abbiamo dimenticato le sale giochi, i nostri tubi catodici hanno ceduto il passo a schermi sempre più imponenti e sottili, il calore delle luci al neon ha lasciato spazio al freddo di led sempre più posticci e, soprattutto, abbiamo cominciato a pretendere sempre di più dai videogiochi.

In questo marasma tecnologico da terzo millennio abbiamo cominciato a riempirci la bocca di termini astrusi tipo TeraFLOPS, High Dynamic Range o Raytracing, dimenticandoci troppo spesso per strada la cosa più importante di tutte: il divertimento. C’è una nicchia di retrogamer che prova a resistere, ma troppo spesso quella nicchia si auto-cannibalizza crogiolandosi nella nostalgia becera e fine a sé stessa. C’era il rischio concreto che Streets of Rage 4 fosse una gigantesca raccolta di fanservice un po’ troppo sterile. E invece no, Streets of Rage 4 è una figata pazzesca.

Un'orgia di cazzotti, bottigliate e spranghe sul grugno

Quando il gaming moderno guarda così intensamente al proprio passato c’è sempre il rischio che partorisca figli degeneri e derivativi. Lo abbiamo visto con Mighty N°9 e Bloodstained (tu quoque, IGA) che reinterpretare il videogioco di una volta è un mezzo delirio. Spesso i grandi del passato sembrano i primi ad aver dimenticato come creare videogiochi unici e divertenti, dando alla luce titoli senz’anima che odorano pesantemente di naftalina. Ogni tanto la scena indie riesce a mettere al mondo titoli di spessore, anche se l’ambiente pullula di titoli in pixel art un tanto al chilo. Poi però succede il miracolo e Lizardcube tira fuori dal cilindro Streets of Rage 4, che ammazza di botte quella nostalgia che è stata per troppo tempo l’unica benzina del motore dell’arcade fai-da-te.

Streets of Rage 4 è un miracolo, un’orgia di mazzate capace di essere contemporaneamente moderna nella sua fluidità e retrò nella sua anima di Arcade duro e puro. Un’orchestra sintetica di sporcizia, violenza e sprangate che suona al ritmo dei synth in acido del maestro Yuzo Koshiro. Quello che in origine era timore di trovarsi di fronte ad un gioco senz’anima, una volta preso il pad in mano si trasforma in una scarica d’adrenalina d’altri tempi. Streets of Rage 4 poteva essere un beat ‘em up figlio della nostalgia accumulata negli ultimi 26 anni, invece è un titolo vergognosamente divertente che si pone come degno erede di una saga e di una filosofia che sembravano perdute per sempre.

Streets of Rage 4 è figlio della sua rabbia sopita per 26 anni

Ho gli occhi su Streets of Rage 4 dal giorno del suo annuncio. Lizardcube si era già messa in mostra con l’ottimo Wonder Boy: The Dragon’s Trap, ma c’erano tanti dettagli di questo progetto che mi preoccupavano moltissimo. La verità è che dicevo un sacco di cazzate mi sbagliavo. Streets of Rage 4 racchiude in sé l’anima della serie e si fregia del retaggio dell’arcade, quello vero fatto di leaderboards e monetine divorate da cabinati malandati. Se si chiudono gli occhi e ci si concentra è possibile sentire il ronzio dei vecchi tubi catodici intervallato dal click meraviglioso dei tasti SANWA.

Bastano pochi minuti per rendersi conto di trovarsi di fronte ad un videogioco semplice, diretto e senza fronzoli. Lizardcube è riuscita ad inserire qualche ammodernamento senza snaturare lo spirito della serie: il gioco è fluido e i moveset sono leggermente più articolati del passato, ma la difficoltà è rimasta comunque piuttosto alta se confrontata con le nostre abitudini di oggi. Già dal primo stage sembra che gli sviluppatori stiano lì a dirti “beh? per caso ti sei incartapecorito coi giochini family-friendly?” e giù botte da orbi che ci ricordano, schiaffo dopo schiaffo, che l’arcade si fa così. Ciò che conta è che Streets of Rage 4 non è e non vuole essere frustrante, in nessun modo. Anzi, la curva d’apprendimento è coerente e ben bilanciata per tutta la durata del gioco.

Streets of Rage 4 Fanservice

Botte da orbi, sì, ma con metodo

Il feeling di Streets of Rage 4, pad alla mano, è incredibilmente soddisfacente. Ogni personaggio ha uno stile ben preciso, unico e distinguibile, e ognuno ha un moveset dedicato. Axel è, al solito, quello più bilanciato di tutti, Blaze è più rapida nei movimenti ma meno potente dei compagni, Floyd è massiccio e molto lento, ma quando c’è da menare le mani è quello capace di fare più male di tutti, mentre Cherry vanta un’agilità senza pari e un moveset ibrido basato, tra le altre cose, sull’utilizzo della sua chitarra elettrica usata sia come arma contundente che come dispensatore di danni ad area. Menzione speciale per il graditissimo ritorno di Adam, sbloccabile dopo pochi stage, che è stato il mio personaggio di riferimento per tutta la campagna.

Streets of Rage 4 Nostalgia
Chi non muore si rivede, vero Adam?
Tra le aggiunte più azzeccate di questo quarto capitolo della serie c’è il colpo pesante. La meccanica è piuttosto semplice e ricorda in qualche modo il secondo capitolo della serie: in aggiunta alle combo semplici è presente una mossa più potente delle altre capace di donare qualche frame di invincibilità (vitale in certe situazioni), al costo di una piccola quantità della propria energia. Quella quantità di energia però non è persa per sempre, anzi, proprio come visto in Bloodborne è possibile recuperarla massacrando di botte i nemici a schermo. Attenzione però: al primo colpo ricevuto si perde automaticamente la possibilità di recuperare l’energia persa con gli attacchi pesanti, quindi vanno sfruttati in situazioni tatticamente vantaggiose.

Streets of Rage 4, tra retro nostalgia e fanservice fatto bene

C’è un dettaglio in particolare che rende chiaro quanto Lizardcube avesse a cuore la saga di Streets of Rage e quanto ci tenesse a creare un capitolo che avesse un’identità ben precisa. Basta guardare il design dei nemici e della UI, che riprendono quello di Streets of Rage 3. Non è un dettaglio da poco: il terzo è il capitolo meno amato della saga, oltre che quello meno diffuso e, di riflesso, quello meno commercializzabile. Ripartire da Streets of Rage 3 è una dichiarazione d’intenti: l’interesse principale non era quello di capitalizzare sui fan nostalgici, ma quello di riprendere il discorso interrotto 26 anni fa per creare un titolo che potesse finalmente rilanciare la serie in tutto il suo splendore.

Lo si diceva poco fa, sarebbe stato molto facile ammassare qualche pixel alla rinfusa e schiaffare in copertina il titolo della serie per acchiappare l’interesse dei fan assetati di vintage. Lizardcube, DotEmu e Guard Crush hanno voluto invece che Streets of Rage 4 non fosse una banale operazione nostalgia. Il design e l’estetica dei personaggi interamente disegnati a mano, inizialmente, aveva fatto storcere il naso a tantissimi appassionati, me compreso. La scelta però si è rivelata azzeccatissima, merito di una realizzazione tecnica davvero sopraffina, di una cura maniacale dei dettagli e di un’animazione fluida e fumettosa che è anche dannatamente convincente.

Streets of Rage 4 fanservice

Non di soli pixel vive l’arcade

Non giriamoci attorno: eravamo in tantissimi a non credere nel progetto dopo i clamorosi fallimenti del passato. Tra l’altro la storia del brand è costellata di promesse mai mantenute e conta più capitoli cancellati rispetto a quelli pubblicati. Streets of Rage sembrava maledetto e i fan avevano perso le speranze. Ciò che però apprezzo di più di questo quarto capitolo è la sua ferrea volontà di essere degno. Anziché puntare ad una pioggia di ricordi in salsa synthwave si è voluto riprendere un discorso interrotto ormai troppi anni fa. Certo, Streets of Rage 4 non rinuncia al fanservice e le strizzatine d’occhio non mancano, ma l’impressione è che siano un tributo d’amore alla serie e al beat ‘em up tutto.

La colonna sonora richiama spesso le tracce del passato ma le reinterpreta in chiave moderna, vale lo stesso per il design dei protagonisti e di tutti i nemici. Durante la campagna faranno capolino alcuni personaggi storici della serie, accompagnati da una buona quantità di segreti e di personaggi sbloccabili. C’è un momento in particolare che mi ha stampato un sorriso ebete in faccia: durante la bossfight contro Estelle fa il suo ritorno il lanciarazzi della polizia, ma ci viene rivoltato contro. Quella che nel primo capitolo era la smart bomb che permetteva di ripulire lo schermo nei momenti difficoltà ora spara contro di noi. Basterebbe questo per evidenziare il perfetto equilibrio tra l’omaggio al passato e la personalità di Streets of Rage 4.

C’è solo una cosa in cui fallisce, e ironicamente si tratta della feature pensata per accontentare i puristi del vintage: i filtri grafici. Sia il filtro retro che quello CRT snaturano l’estetica del gioco, e sono realizzati in maniera grossolana.

SOR4 arcade
Splendide anche le interazioni con l’ambiente

Streets of Rage 4 è la prova che l’Arcade ha futuro

Negli ultimi anni stiamo assistendo ad una lenta ma costante rinascita dell’Arcade. Dopo aver chiesto al videogioco di assomigliare sempre di più al cinema e sempre meno a sé stesso stiamo lentamente tornando indietro verso un modo di intendere il divertimento che abbiamo scordato a causa di un paio di decenni di progresso tecnologico. Streets of Rage 4 rappresenta l’anima stessa dell’arcade ed è un omaggio sincero e sentito all’epoca d’oro del videogioco. Un’epoca in cui per giustificare la spesa bastava avere in cambio la possibilità di divertirsi, magari anche in compagnia di un amico. Oggi quel prodigio tecnologico chiamato internet ci permette di rivivere quelle stesse identiche sensazioni anche grazie alla Co-Op online oltre che in locale. Che cosa si può volere di più?

Lo dico senza nessuna vergogna: Streets of Rage 4 è il mio GOTY fino a questo momento. E dopo aver giocato quei piccoli grandi capolavori di River City Girls, The Ninja Saviours e Blazing Chrome sento di poter finalmente dire che l’Arcade è vivo e vegeto, e può ancora fare la differenza. Ora sotto con Windjammers 2, visto che le mie aspettative sono decollate in maniera esponenziale. Quindi giocate Streets of Rage 4, fatelo per il vostro bene e fidatevi che non ve ne pentirete.

Anche perché per 25€ difficilmente troverete di meglio
Verdetto
9 / 10
Un'orgia arcade di mazzate sintetiche.
Commento
Ma che gli vuoi dire a Streets of Rage 4? Il mio personalissimo GOTY 2020 parla la lingua dell'Arcade duro e puro, picchia forte e lo fa con uno stile ed una freschezza davvero invidiabili. Quella di Lizardcube, DotEmu e Guard Crush è una sprangata in faccia a tutti quei publisher che hanno tentato di ingurgitare più soldi possibili nutrendosi della nostalgia dei fan. Bravi, bravi davvero. Ce n'era davvero un sacco bisogno.
Pro e Contro
Animazioni meravigliose
Altissimo tasso di rigiocabilità
OST mozzafiato

x Alcuni boss poco ispirati
x Filtri retro bruttini

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