Andrea Sorichetti

News+ L’arcade ha ancora senso? Il futuro di Taito

L’Arcade ha futuro? Risponde Taito.

Taito è una delle compagnie che ha fatto la storia dell’arcade tra gli anni ’80 e i ’90. In una recente intervista rilasciata a Siliconera, Hiroshi Uemura – executive officer della compagnia – ha discusso il ritorno di Taito sul mercato dopo ben nove anni di silenzio. Uemura ha parlato delle nuove sfide che attendono il futuro dei creatori di alcuni tra i giochi arcade più famosi di sempre, con un occhio di riguardo anche per quella che è l’eredità dei creatori di Bubble Bobble e Space Invaders.

La doppia vita di Taito, divisa tra arcade e console casalinghe, ha sicuramente portato ad un profondo rinnovamento della compagnia. Uemura, infatti, spiega come lo sviluppo dei nuovi titoli debba trovare il giusto bilanciamento tra gli interessi delle sale gioco e quelli delle console. I titoli Taito, ad oggi, vengono ancora sviluppati prima per le sale gioco e solo successivamente introdotti sul mercato consumer. Fa quasi strano sentirlo, dal momento che le sale gioco, almeno in occidente, sono praticamente scomparse.

Tra passato e innovazione
Il ritorno di Bubble Bobble è stata sicuramente una notizia inaspettata. Taito sembrava essere totalmente scomparsa dai radar, mentre in realtà nell’ultimo anno ha rilasciato una manciata di nuovi titoli legati al proprio passato. Ad essere tornati non sono solo i draghetti sputabolle più famosi del panorama videoludico, ma anche la saga di Darius, rilanciata grazie alla Cozmic Collection. Uemura parla del fatto che vorrebbe poter tributare il giusto rispetto ad ogni grande IP del passato, dal momento che la storia della compagnia è enorme. Tra gli anni ’80 e i ’90, Taito significava giochi arcade di qualità, e questo la compagnia lo sa benissimo.

Interrogato sulla possibilità di vedere nuove IP lanciate sul mercato, Uemura non si sbottona, ma dichiara di voler creare dei titoli che uniscano i migliori aspetti del gaming da sala giochi, di quelli per console, e anche di quelli mobile. È difficile fare previsioni, ma tante grandi case del passato come SEGA ed SNK si stanno riaffacciando sul mercato. L’approccio che stanno mantenendo è lo stesso: puntare forte sul mantenimento del prestigio delle vecchie IP con qualche (timido) tentativo di rinnovamento. Per ora, a quanto sembra, la scelta sta pagando, ma quando si guarda agli sviluppi futuri ognuna di queste compagnie sembra tenere un comportamento molto ambiguo e poco chiaro.

Arcade: il futuro secondo taito
Le sale giochi hanno davvero futuro?
In Europa, purtroppo, le sale giochi hanno perso appeal da decenni. C’è chi ancora resiste stoicamente e a fatica, ma quei posti in cui un tempo si andava a giocare a Metal Slug si stanno inesorabilmente trasformando in tristi sale slot.
Le sale giochi, fino ad oggi, hanno visto nel Giappone l’ultima roccaforte. Per quanto si siano ibridate con altre forme d’intrattenimento (principalmente Crane Game, Bowling e giochi d’azzardo), le arcade in Giappone hanno mantenuto una forma simile a quella di qualche decennio fa.

Quei posti in cui un tempo si andava a giocare a Metal Slug si stanno inesorabilmente trasformando in tristi sale slot

Quando Uemura parla dell’arcade del futuro, però, lo fa conscio del fatto che anche le sale giochi del Giappone stanno andando incontro ad un avvenire incerto. È recente, infatti, la nuova legge sulla tassazione che sta mettendo in ginocchio gli esercenti. In Giappone si pagano da sempre delle imposte sulla giocata in sala giochi. Da Ottobre questa piccola tassa è aumentata dall’8% al 10%. L’aumento è minimo, ma impone agli esercenti di aumentare il costo di una singola partita a cifre che supererebbero i 100 Yen.

È la fine delle sale giochi del Giappone?
Il problema principale di questo aumento, infatti, è che una partita non è più acquistabile con una singola moneta da 50 o 100 Yen. Le due strade possibili per i gestori delle sale sono quella di aggiornare tutti i cabinati a sistemi di pagamento cashless, oppure di assorbire l’aumento, minando così i già scarsi guadagni. Alcuni hanno già capitolato, come è stato per quel gioiello che era Anata no Warehouse a Kawasaki. Una delle sale giochi più grandi e famose di tutto il Giappone, di fronte ad un futuro così incerto, ha preferito chiudere i battenti per sempre. Il rischio è che tante realtà più piccole facciano la stessa fine, e sarebbe un problema.

Certo, esistono nuove realtà interessanti come le VR Zone, ma hanno pocho a che vedere con le care e vecchie sale buie in cui ci si sfidava a Street Fighter 2 o ad Aero Fighters.
Taito questo lo sa, ed è per questo che al momento sembra essere così incerta sulla strategia da adottare per il futuro. Tra un mercato che, soprattutto in patria, si sta spostando sempre più sul fronte del mobile gaming, una politica economica che sembra non interessarsi del futuro delle sale giochi e la forte spinta di console come Nintendo Switch e Playstation, non è chiaro come si evolverà la software house, schiacciata oggi più che mai tra tradizione e novità.

Ci stiamo volutamente dimenticando di quelle realtà che ci hanno cresciuto come giocatori e come esseri umani, ed è triste rendersene conto.

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