Recensione Return to PoPoLoCrois: A Story of Seasons Fairytale

Il 2016 è iniziato alla grande per gli amanti dei JRPG che hanno visto l’arrivo di numerosi titoli che coprono i più svariati generi: dal classicismi di The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel alle avventure nei dungeon misteriosi di Pokémon Super Mystery Dungeon, al più atipico dell’offerta, The Legend of Legacy. Considerando che i grandi calibri da 90 di quest’anno si fanno ancora attendere (da Bravely Second arrivando a Persona 5) quale occasione migliore per scoprire Return to PoPoLoCrois: A Story of Seasons Fairytale in uscita dal 18 Febbraio su Nintendo 3DS, disponibile solamente nel formato digitale tramite l’eShop Nintendo.

Previously on PoPoLoCrois
Return to PoPoLoCrois è una sorta di crossover con Story of Seasons
Prima di iniziare a parlarvi di Return to PoPoLoCrois è bene fare una piccola premessa su questa serie che forse molti di voi non conoscono. PoPoLoCrois nasce da un manga firmato da Yohsuke Tamori, che dopo aver ottenuto un discreto seguito in Giappone, come spesso capita, sono stati tratti alcuni anime e diversi adattamenti videoludici. Purtroppo però, nonostante l’apprezzamento, PoPoLoCrois non è mai uscito dalla terra d’origine fino al 2005 quando epics inc, gli autori del videogioco hanno ben pensato di rielaborare i primi capitoli rilasciati sulla prima PlayStation (per la precisione il primo e il terzo) e di ripacchettizzarli in una sorta di grosso remake per PSP (arrivato in lingua comprensibile l’anno successivo) che fra tagli e aggiustamenti permetteva di rivivere le avventure del Principe Pietro Pakapuka e della sua epica epopea per salvare il regno di PoPoLoCrois.

 

 

popolocroisIl titolo che arriva oggi è una sorta di pre-sequel, in quanto si ambienta temporalmente fra i due titoli. Il rilancio della serie avviene anche grazie ad un “escamotage commerciale” convolando a nozze con quella di Bokujo Monogatari, l’ex Harvest Moon, diventato oggi Story of Seasons di cui porta il sottotitolo (per i rimandi alla questione dei diritti su Harvest Moon vi invitiamo a leggere la recensione di Story of Seasons).
Come mai la scelta di questo bizzarro crossover che in qualche modo ai più potrebbe ricordare in qualche modo le variazioni sul tema fantasy alla Rune Factory? È presto detto.

Prendi il mondo e vai
Manca una crescita dei personaggi, tutti già ben delineati e costruiti
Ambientato 3 anni dopo aver riportato la pace a PoPoLoCrois a causa dell’avvento del Demone di Ghiaccio, Pietro è pronto a festeggiare il suo tredicesimo compleanno. Durante il ricevimento della sua festa, riceverà la visita di Lady Marmela, ambasciatrice del regno di Galariland arrivata per chiedere l’aiuto riguardo un’incombente minaccia che ha devastato la sua nazione e che presto arriverà anche a PoPoLoCrois, quella delle bestie nere. Per sconfiggere questa piaga che ha messo in ginocchio Galariland, Pietro si offrirà volontario per intraprendere un viaggio in questa terra lontana e imparare un’arte che solo i puri di cuore possono padroneggiare, con la speranza di fermare l’avanzata di questo letale nemico.
Pronto alla partenza, Pietro finirà vittima di un brutto tiro da parte di Lady Marmela, che calando le sue carte si scoprirà essere l’emissario di un’oscura divinità che sta divorando a macchia d’olio i vari regni. Rimasto bloccato a Galariland, Pietro verrà a conoscenza dell’unico modo per ritornare alla sua amata PoPoLoCrois e salvare così la sua gente: purificare le terre di Galariland e ridonare potere a Lady Galariel, la divinità protettrice del reame e unica speranza per il futuro di PoPoLoCrois.

 

 

popolocroisInizierà così il nostro viaggio, in compagnia di nuovi amici, Rue e Nino, due giovani ragazzi che lo aiuteranno nella sua missione, o i vecchi compari d’avventura tra cui la dolce Narcia, una strega della foresta, l’inarrestabile Cavaliere Bianco e lo strampalato GamiGami, il Re Demone dal cuore d’oro. Return to PoPoLoCrois è proprio per chi ha giocato il precedente capitolo su PSP come un ritorno dai propri amici. Il gioco, fin dalle prime battute, non si impegna molto a ricordare cosa è successo in passato, dimenticando di riassumere gli eventi antecedenti e dando per scontati molti degli eventi successi, penalizzando così i nuovi giocatori che si troveranno spiazzati non capendo certi legami o determinate situazioni. Manca anche una crescita dei personaggi, tutti già ben delineati in questo sequel, trovandoci di fronte a figure dal carattere già formato e privi di sviluppi: ad esempio Pietro è l’eroe di PoPoLoCrois e rimarrà tale dall’inizio alla fine del gioco, così come il rapporto fra lui e Narcia, non subirà evoluzioni di alcun tipo pur sapendo quello che li unisce. Nonostante questo il gioco riesce comunque a risultare anche abbastanza godibile anche a chi si avvicina alla serie per la prima volta, un titolo stand alone anche grazie alla trama molto semplice ma al tempo stesso godibile e che, come in passato, richiama alla memoria (soprattutto nello stile) qualche racconto dello Studio Ghibli.

Ne ferisce più la parola che la spada…forse
Return to PoPoLoCrois ripropone il battle system del precedessore
Come PoPoLoCrois, anche Return to PoPoLoCrois ritroviamo lo stesso sistema a turni con incontri casuali. Non sono state apportate grandi modifiche al battle system che ancora una volta è molto semplice e adatto a chi si avvicina al genere per la prima volta. Ogni membro del party (per un massimo di 4) potrà compiere alcune azioni base, come attaccare, usare skill, ricorrere alla borsa degli oggetti o fuggire dal combattimento. Attaccando il nemico, prima di sferrare il colpo potremo posizionarci su una griglia in base alla nostra capacità di movimento, influenzando così la percentuale di danno inflitta. Si perdono i colpi caricati (ottenibili saltando un turno) ma si guadagnano le magie di coppia, che differiscono da quelle base dal fatto che due personaggi potranno collaborare per lanciare un potente attacco magico. Le skill avranno la possibilità di essere potenziate (in maniera automatica) semplicemente con l’uso intenso e con la salita di livello, beneficiandone in potenza e raggio d’azione.

 

 

popolocroisLo svolgimento del gioco avviene in maniera piuttosto lineare, seguendo un iter ben preciso: Pietro dovrà liberare i terreni dalla Nebbia Oscura e per farlo dovremo accedere ai Field Dungeon, labirinti dove risiede una bestia oscura che corrompe il terreno, ed eliminarla per ripristinarne il potere; una volta liberati 5 di questi dungeon potremo visitare il Santuario necessario per donare potere Lady Galariel.

La vita, l’amore e le vacche
la coltivazione ai fini del gioco e della storia appare un elemento del tutto slegato
Una delle novità di Return to PoPoLoCrois, legata a doppio filo con la storia è l’introduzione delle meccaniche agricole alla “Harvest Moon”. Questa scelta è dettata dai doveri di Pietro che, presosi carico nel ripristinare i terreni di tutta Galariland si improvviserà contadino, occupandosi di coltivare e rendere rigogliose le terre del regno. Si partirà dalla fattoria base, che diventerà il quartier generale del principe. Qua potremo coltivare il nostro fazzoletto di terra, arando prima i campi, per poi piantare le sementi e successivamente annaffiarle, e infine passare alla mietitura del raccolto. I semi potranno essere comprati nei diversi negozi che visiteremo o trovati nel corso dell’avventura, mentre i frutti del nostro lavoro possono essere impiegati per la creazione di piatti prelibati (tramite l’apposito mixer presente nella fattoria) o venduti per racimolare qualche soldo in più. Nella fattoria trova spazio anche un fienile dove accogliere degli animali, come le Cuckotte che ci forniranno uova, i Sumoo da mungere per il latte o le Pacapaca, teneri e soffici da cui ricavare lana da vendere o sintetizzare.

 

 

popolocroisOltre alla fattoria principale Pietro potrà coltivare anche i terreni presenti in tutta Galariland man mano che le libereremo dalla nebbia oscura, e ogni nuova area avrà caratteristiche speciali che permetteranno la coltivazione di semi “particolari” che non possono essere usati altrove (il fast travel permetterà di spostarsi da una fattoria all’altra con semplicità).
Sempre legato alle nostre attività saremo chiamati a catturare insetti, tramite un retino, o picconare le rocce alla ricerca di minerali. I primi potranno essere scambiati con un collezionista, che vi darà una scheda a punti e ogni tot timbri raccolti riceveremo un premio, mentre i metalli potranno nuovamente essere venduti o sintetizzati. Durante il nostro viaggio sarà possibile fare la conoscenza di 5 ragazze “benedette” dalla benevolenza di Lady Galariel. Stringendo un legame con queste ragazze, fermandoci a parlare spesso con loro e facendole regali, crescerà l’affinità ottenendo dei vantaggi per la nostra missione: ad esempio il martello diventerà più efficiente e otterrà metalli migliori, così come il retino permetterà di catturare più insetti e via dicendo.

 

Ma passiamo ora alla nota dolente sull’introduzione della fattoria. Sebbene tutto funzioni alla perfezione, diventando un passatempo rilassante, specialmente in fase di post game (di cui parleremo dopo) ai fini del gioco e della storia appare un elemento del tutto slegato e a tratti forzato. Durante l’avventura principale si contano sulle dita di una mano i momenti in cui saremo “obbligati” a rimboccarci le maniche per faticare nei campi, mentre alcune richieste per verdure o altro arriverà da qualche quest secondaria. Tutto questo fa riflettere sulla necessità di dover introdurrepopolocrois così forzatamente questa nuova dinamica, evidenziando quindi una scelta pensata più per attirare i fan di Harvest Moon/Story of Seasons.
Scremato dalla parte bucolica, quello che ne resta è un titolo godibile per la sua durata, che tirandola per le lunghe e concedendosi qualche momento di svago vi porterà via 30/35 ore per arrivare ai titoli di coda, cifra che tenderà ad aumentare nel post game, nel caso si decida di continuare completando le sub quest e i vari dungeon ottenibili anche sfruttando lo StreetPass.

 

Vado a vivere in campagna
Lo stile grafico di popolocrois riprende quello della versione PSP adattandolo in chiave 3D
Lo stile grafico del gioco riprende quello della versione PSP adattandolo in chiave tridimensionale. Sarà quindi un piacere rivisitare alcuni dei luoghi storici di PoPoLoCrois per poi passare alle nuove location di Galariland. Il comparto grafico si attesta su buoni livelli, con particolare attenzione alla realizzazione delle città e di alcuni dungeon, mentre appaiono meno convincenti le sezioni di combattimento, spoglie e approssimative. Fra le opzioni di gioco potremo scegliere se attivare o meno i bordi ai modelli 3D dei personaggi (in maniera del tutto simile a Super Smash Bros. per 3DS), principali e non, realizzati con un piacevole cell-shading che permette di sorvolare sulla loro semplicità. Apprezzabile anche l’effetto stereoscopico, che aggiunge un tocco in più all’avventura, specialmente ai filmati animati, nei quali la tridimensionalità fa apprezzare maggiormente la qualità dei disegni.

 

 

popolocroisOpzioni personalizzabili anche nel comparto audio che presenta la possibilità di scegliere fra doppiaggio inglese e giapponese, non con 1 ma con ben 2 tracce audio. In tema con le ambientazioni anche l’accompagnamento musicale, che si lascia ascoltare con i suoi temi briosi e le sue fanfare di fine combattimento, ma non riescono a spiccare come ci si aspetterebbe. Come era lecito supporre, Return to PoPoLoCrois arriva localizzato solamente in inglese, ma visto il target del gioco, quello di un pubblico abbastanza giovane anche la qualità dei dialoghi è tarata verso il basso, risultando facilmente abbordabile anche a chi possiede una padronanza della lingua basilare.

Verdetto
7.5 / 10
Si lavora e si fatica...
Commento
Return to PoPoLoCrois farà la gioia di chi ha amato e apprezzato il capitolo uscito su PSP, che a distanza di anni potrà vivere una nuova avventura fantasy in compagnia di Pietro e dei suoi inseparabili amici. Il titolo resta abbastanza fedele alle sue origini, con una storia semplice ma godibile che purtroppo trova nelle nuove meccaniche legate alla gestione della fattoria un'aggiunta del tutto superflua. Anche il gameplay resta ancorato al passato e la facilità generale che aleggia su questo nuovo episodio non aiuta chi è in cerca di una sfida maggiore. Tolti i giocatori "nostalgici" Return to PoPoLoCrois è un titolo perfetto per chi si affaccia al genere per la prima volta o cerca un titolo non troppo impegnativo e che sappia intrattenere per un buon quantitativo di ore.
Pro e Contro
Cast di personaggi ben assortito e caratterizzato
Battle System a turni molto classico
Tutto il fascino della serie di PoPoLoCrois...

x ...che si perde per i nuovi giocatori
x Battle System fin troppo basilare
x Livello di difficoltà tendente al basso
x Meccaniche della fattoria troppo slegate

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