SNES (Super Nintendo Entertainment System) è probabilmente una delle console più importanti della storia del brand Nintendo. Non di certo la più venduta, ma quella che ha combattuto la prima vera console war contro SEGA e Genesis/Mega Drive. In Giappone si parla invece di Super Famicom, che sarebbe la versione originale della console con le dovute differenze, come la differente forma delle cartucce e il region lock.

Conseguenze? Un catalogo software pieno di classici. Forse poco per riuscire a far breccia all’epoca in un Vecchio Continente ancora troppo ammaliato dagli Home Computer, ma abbastanza per creare 27 anni dopo una vera e propria psicosi di massa attorno a SNES mini.

Ma quali sono davvero i migliori giochi per SNES e Super Famicom, quei titoli da giocare almeno una volta nella vita senza dover necessariamente leggere l’ennesimo listone che ne elenca 100 e più per far contenti tutti?

The Legend of Zelda: A Link to the Past (1991)

La vera leggenda di Zelda inizia qui. È con A Link to the Past che la serie diventa nell’immaginario collettivo lo Stato dell’Arte, quanto di meglio si può giocare generazione dopo generazione sulle console Nintendo.

Ancora oggi presenza costante nelle classifiche dei migliori videogiochi di sempre – assieme, non a caso, a Ocarina of Time e Breath of the Wild – A Link to the Past introduce diversi elementi che poi diventeranno un classico nella serie.

La Spada Suprema (o Master Sword in originale), ma anche l’Arpione e l’attacco rotante con la spada fanno qui il loro debutto.

Il capitolo SNES è in buona sostanza il punto d’arrivo di quanto iniziato con lo Zelda originale, accantonando la deriva sidescroller di Adventure of Link. Il risultato è quello di ispirare negli anni a venire un sacco di produzioni a due e tre dimensioni, in cui ancora oggi si sente l’eco di A Link to The Past.

Dove recuperarlo: oltre ad essere disponibile sulle Virtual Console di Wii U e 3DS, A Link to the Past è anche tra i titoli inclusi nel catalogo di SNES Classic Edition.

Super Mario All-Stars (1993)

Uno dei primi remake della storia, Super Mario All-Stars include al suo interno i primi quattro titoli del fu-idraulico di Nintendo.

Non poteva mancare il primo Super Mario Bros, ma la raccolta ne include anche i due “capitoli due”.

Quello arrivato in Occidente come The Lost Levels e uscito invece in Giappone come Super Mario Bros 2, che ne riprende praticamente in toto il gameplay sviluppandolo però in livelli inediti. E il Super mario Bros 2 originale, che è in realtà un reskin di un gioco uscito in patria come Yume Kojo: Doki Doki Panic.

Il perché di questa situazione è da imputare a Nintendo of America, convinta che The Lost Levels negli Stati Uniti non avrebbe avuto abbastanza appeal per fare da sequel al primo Mario Bros.

La sede giapponese, non volendo produrre un secondo capitolo ad hoc per il mercato estero, prese per questo Doki Doki Panic e ne cambiò i protagonisti nei personaggi del mondo di Mario.

Copertina di Super Mario All Stars
Ne risultò il debutto nel franchise di Struzi, Tipo Timido e diversi altri nemici ricorrenti dei Fratelli Mario.

Super Mario All-Stars non si fa mancare nemmeno Super Mario Bros. 3, primo gioco della serie ad includere la world map e – questa volta anche in Occidente – ritenuto all’altezza del numero 3 sulla copertina.

Insomma, un corso d’introduzione a Super Mario a cui manca soltanto il capitolo per SNES, Super Mario World, per essere definito antologico. C’è comunque da dire che in una riedizione del 1994 di questo remake venne incluso anche quest’ultimo, subendo quindi un cambio di titolo in Super Mario All-Stars + Super Mario World, ma nell’originale release era del tutto assente.

Dove recuperarlo: oltre all’edizione originale, la raccolta è stata ripubblicata su Wii in occasione del 25esimo anniversario di Mario.

Super Mario World (1990)

Sette mondi divisi in altrettanti livelli diversi. Per ogni mondo, uno Scagnozzo di Bowser – o se preferite la definizione vintage, Bowserotto – come Boss Finale.

Super Mario World non si limita ad introdurre per la prima volta i figli di Bowser (dettaglio poi retconnato nel 2012, lasciando Bowser Jr. come unico suo erede), ma segna anche il debutto di Yoshi.

La mappa inoltre diventa completamente connessa, lasciando al giocatore anche la possibilità di giocare più volte gli stessi livelli nella stessa partita per la prima volta.

C’è spazio anche per un’evoluzione della forma più fortunata forma Tanuki introdotta dal terzo capitolo: Mario Cappa, in grado di spiccare il volo dopo aver preso la rincorsa. È una trasformazione che poi di fatto comparirà solo in altri capitoli della serie World e nei due Mario Maker.

Mario in uno dei vari livelli di Super Mario World
Oltre, nemmeno a dirlo, a miglioramenti grafici e sonori che i capitoli per NES (e i loro rifacimenti su SNES) non potevano vantare. Il risultato è quello di trovarsi su cartuccia uno dei Mario classici più quadrati della serie. Solo che la serie sembra aver detto tutto quello aveva da dire.

Dove recuperarlo: Disponibile sulle Virtual Console di Wii U e New 3DS, il gioco è anche scaricabile su Switch dagli abbonati Nintendo Switch Online. È stato inoltre ripubblicato per Game Boy Advance (Super Mario Advance 2) e non poteva mancare nel catalogo di SNES Classic Edition.

Super Mario World 2: Yoshi’s Island (1995)

Yoshi’s Island funge da prequel per tutta la serie, raccontando la storia di come Yoshi e i Fratelli Mario si incontrano.

Un tipico livello di Yoshi's Island
Una cicogna sta portando infatti Baby Mario e Baby Luigi alla loro famiglia, ma viene intercettata da Kamek, che rapisce il volatile e il fratello minore. Mario cade invece su un’isola, l’isola dove vivono gli Yoshi. Il sequel di Super Mario World cambia decisamente le carte in tavola. Yoshi non ha a disposizione funghi che lo fanno crescere, fiori che gli permettono di sputare fuoco o altre forme.

Al primo colpo subito da un nemico però non è game over: Baby Mario si separa dal dinosauro e inizia a fluttuare dentro una bolla. Se questa viene rotta prima che Kamek rapisca il bambino, l’avventura può riprendere. Cambia anche il sistema d’attacco, basato sulla capacità di Yoshi di mangiare nemici e sputarli. Oppure di “metabolizzarli” facendoli diventare delle uova da lanciare poi in seguito.

Dove recuperarlo: Yoshi’s Island è presente nel catalogo di SNES Classic Edition e in quello Nintendo Switch Online. Il gioco è stato ripubblicato anche su GBA, e questa versione è quella che è poi stata distribuita su Virtual Console.

Super Metroid (1994)

Terzo capitolo della serie, Super Metroid è il capitolo che consacra definitivamente l’etichetta Metroidvania. Non una hit commerciale incredibile – Metroid, a conti fatti, è sempre stata una delle IP più di nicchia in seno a Nintendo – ma a livello di influenze una delle produzioni più importanti della storia del medium.

Per diverso tempo Super Metroid è stato il titolo più “grande” per SNES, tanto da richiedere una cartuccia da 24 megabit in luogo dei “classici” 12.

Il taglio dell’avventura si fa più dark e drammatico anche rispetto ai precedenti, portando il prodotto ad essere qualcosa di molto diverso dalla tipica produzione pop firmata Nintendo.

Niente paletta cromatica accesa alla Super Mario, e più in generale pochissime mano tese verso il giocatore. Chi sta davanti allo schermo, come Samus, è abbandonato sulla superfice di Zebes e deve cavarsela esplorando, combattendo e orientandosi.

Samus combatte contro Kraid
Dove recuperarlo: è uno dei titoli di SNES Classic Edition, oltre ad essere disponibile gratuitamente per gli abbonati a Nintendo Switch Online.

EarthBound (1994)

EarthBound è in realtà il secondo capitolo di Mother, pur essendo di fatto il primo titolo della serie arrivato anche in Occidente. EarthBound è anche un RPG, ma in aperta controtendenza con l’immaginario classico del genere.

L’ambientazione non è un passato remoto più o meno medievaleggiante con draghi e cavalieri, ma l’anno 199X. Niente spade, ma più comuni mazze da baseball, yo-yo e fionde.

I personaggi principali di Earthbound
A fare le veci della magia ci sono i poteri psichici dei personaggi e, soprattutto, si respira un’ironia e una sensazione di assurdo che con Dragon Quest e Final Fantasy non c’entra in pratica nulla.

Se per caso vi state chiedendo da nove nasce Undertale, o finanche un’esperienza come quella di Everhood, beh, la risposta è datata 1994 ed è uscita su SNES in formato cartuccia.

Dove recuperarlo: l’unica riproposizione del titolo è quella per la Virtual Console di Wii U.

Final Fantasy VI (1994)

Final Fantasy VI è per molti versi l’ultimo Final Fantasy. L’ultimo capitolo in due dimensioni, tanto per iniziare. Ma anche l’ultimo ad uscire su una macchina firmata Nintendo per quasi venticinque anni.

Dopo SNES è infatti Switch la prossima console Nintendo ad accogliere la serie, saltando quattro generazioni piene e, comunque, tornando “a casa” soltanto con riproposizioni dei vecchi capitoli.

Final Fantasy VI è anche uno dei capitoli della serie universalmente riconosciuti come migliori. Un cast corale dove manca un vero e proprio protagonista, un antagonista folle come Kefka Palazzo, un’immaginario dove la magia è ormai merce rara.

Copertina di Final Fantasy VI
Diciamo che c’è un motivo se alcuni considerano le copertine dell’era SNES come alcune tra le migliori mai create nel medium
Tematiche estremamente complesse, estremamente mature, estremamente politiche. Uno degli esempi più fulgidi di cos’era il JRPG durante l’era classica del videogioco, e di quanto davvero fosse sinonimo di Tripla-A e in generale il modo migliore di raccontare una storia complessa.

Dove recuperarlo: negli anni la serie è diventata multi-piattaforma e i vari capitoli sono stati rimasterizzati diverse volte e sostanzialmente per tutte le piattaforme.

F-Zero (1990)

F-Zero è un altro esempio di quella che poi negli anni sarebbe diventata la Nintendo Difference. Per SEGA, la concorrenza, il concetto di gioco di corse era Out Run. Il sogno americano, l’esperienza di guida coast to coast ai giorni nostri.

F-Zero
F-Zero ci porta nel 2560, chiedendosi cosa succederebbe alla Formula 1 se la Terra venisse a contatto con civiltà aliene estremamente più avanzate di noi. E la risposta apparentemente è gare su hovercraft in assenza di gravità, feeling dannatamente arcade e tanta, tantissima velocità sullo schermo.

Dove recuperarlo: SNES Classic Edition o Nintendo Switch Online.

Secret of Mana (1993)

Secret of Mana è il sequel di un gioco uscito per Game Boy un paio di anni prima e arrivato in Europa come Mystic Quest e in America come Final Fantasy Adventure.

La serie Mana, in effetti, nasce come spin-off di Final Fantasy, ma già con questo secondo capitolo diventa indipendente, complice un gameplay meno legato al concetto di turno e per certi versi più simile a quello di uno Zelda.

La particolarità di Secret of Mana è quella di permettere il multiplayer co-op: il gioco ha tre protagonisti, e normalmente il giocatore ne controlla solo uno lasciando gli altri alla CPU.

I protagonisti di Secret of Mana
Collegando un Super Multitap alla console diventa possibile giocare con altri due giocatori, facendo in modo che ogni protagonista sia controllato tramite il controller.

Dove recuperarlo: la versione SNES è parte del catalogo di SNES Classic Edition. Il titolo è poi stato rimasterizzato e riproposto su Windows, iOS, Android, PS4 e Vita.

Super Castlevania IV (1991)

Primo Castlevania per SNES nonché rifacimento del primo Castlevania in assoluto, Super Castlevania IV è ancora oggi considerato uno dei capitoli classici migliori della serie.

Vuoi perché le migliorie rispetto all’originale 8-bit lo hanno consacrato alla storia, vuoi perché non mancano delle aggiunte come alcune funzioni extra della frusta di Simon Belmont che su NES non sarebbero state semplicemente possibili.

L'inizio di Super Castlevania IV
Super Castlevania IV è un monito, un messaggio chiarissimo a tutti quei giocatori convinti che la potenza di calcolo di una console non faccia la differenza. Livelli extra e controlli più precisi hanno fatto il resto, consegnando alla storia uno dei capitoli più solidi dell’epoca Avanti Igarashi.

Dove recuperarlo: SNES Classic Edition include nel catalogo anche Super Castlevania IV.

Chrono Trigger (1995)

Quando si parla dei migliori rappresentanti del JRPG Chrono Trigger è una presenza costante.

Il perché si potrebbe spiegare semplicemente facendo i nomi del Dream Team di designer che ha preso parte al progetto: Square riesce a mettere nella stessa stanza Hironobu Sakaguchi, il papà di Final Fantasy, Yūji Horii, che è invece colui che ha inventato Dragon Quest, e Akira Toriyama. Sì, lo stesso Toriyama dietro Dragon Ball.

Tredici finali, tanti viaggi nel tempo e una storia scritta magistralmente: Chrono Trigger è diventato una pietra miliare del genere pur non inventando di fatto nulla di eclatante. Il perfetto gioco di genere, che non reinventa la ruota ma porta ai massimi termini il JRPG.

Dove recuperarlo: anche in questo caso negli anni il titolo è stato portato su diverse piattaforme, incluso mobile e Steam.

Super Mario RPG: Legend of the Seven Stars (1996)

Sostanzialmente, il capostipite di quelle che poi diventeranno le serie Mario&Luigi e Paper Mario. L’idea è quella di mescolare il gameplay classico della serie dell’idraulico a meccaniche da gioco di ruolo, dando la licenza in mano a gente che i giochi di ruolo sapeva farli eccome: Squaresoft.

Se escludiamo Super Mario Kart, di fatto questo è il primo titolo dove Mario e Bowser non sono direttamente nemici. Anzi, Bowser è a tutti gli effetti un personaggio giocabile e collabora con la sua nemesi per poter riconquistare il proprio castello, da cui è stato bandito quando una gigantesca spada cade dal cielo e lo colpisce.

Copertina giapponese di Super Mario RPG
Il successo di critica e pubblico è incredibile, tant’è che come detto Nintendo riproporrà l’idea di accostare Mario al JRPG con altre due serie dedicate e attive ancora oggi. Un sequel diretto di Super Mario RPG, ad ogni modo, non è in effetti mai uscito. Quasi fisiologico, visto che Nintendo storicamente non ama affidare a team esterni le sue Proprietà Intellettuali e Super Mario RPG è una delle poche eccezioni alla regola (assieme a Mario+Rabbids e allo sciagurato Hotel Mario).

Dove recuperarlo: disponibile per la Virtual Console di Wii U, il titolo è anche parte del catalogo di SNES Classic Edition.

Shin Megami Tensei (1992)

Il primo capitolo di Shin Megami Tensei è in realtà il terzo della serie Megami Tensei. Se si considera che poi da Shin Megami Tensei nasceranno svariate saghe spinoff, tra cui la più famosa è Persona, è veramente facile perdere il filo.

Ambientato in una Tokyo contemporanea, Shin Megami Tensei mette il giocatore nei panni di un protagonista senza nome a cui verrà donata l’abilità di evocare demoni e comunicarci assieme attraverso un software per computer. Uno scienziato ha infatti aperto un portale che ha permesso alle creature di invadere Tokyo, e di conseguenza gli Stati Uniti hanno deciso di intervenire con l’esercito.

I nazionalisti giapponesi ovviamente non sono d’accordissimo con la manovra, e considerano i demoni antichi spiriti della loro terra. Per questo, accoglieranno a braccia aperte la loro apparizione, sfruttandone appieno le loro capacità per riprendere il controllo della situazione.

È proprio da queste fazioni che prendono forma i primi veri e propri allineamenti, in cui si potrà incappare a seconda delle proprie scelte e che modificheranno radicalmente l’epilogo del gioco. Questi saranno fondamentali specialmente per i capitoli successivi, venendo ampliati e spesso messi in discussione col tempo.

Mido nella Cattedrale delle Ombre sul primo Shin Megami Tensei
Se sapete il giapponese, su Nintendo Switch Online sono presenti i primi 3 capitoli della serie principale. Altrimenti, dovrete ricorrere alle traduzioni fanmade
Il titolo, ad ogni modo, si guadagna un ottimo successo diventando velocemente il più venduto della serie Megami Tensei, nonostante alcune lamentele dovute ad un tasso troppo alto di random encounter e ad alcune difficoltà nella lettura della mappa in-game.

Resta inoltre il vero punto di rottura con l’originale serie di novel di Aya Nishitani, creando un’ambientazione originale e portando alla creazione di sequel e spinoff, esplosi già a partire dalla stessa epoca SNES.

Tra i più importanti e di qualità va ricordato soprattutto Shin Megami Tensei II, assieme a Shin Megami Tensei If… principalmente per il suo ruolo di precursore spiriturale della serie Persona.

Se comunque voleste sapere di più sulla serie e su altri capitoli non eccellenti ma comunque estremamente validi rilasciati anche su SNES, vi rimando al nostro articolo sui MegaTen che meriterebbero una riedizione.

Super Street Fighter II Turbo (1994)

La versione migliore di quello che per molti è il picchiaduro migliore della storia. Non solo per il debutto di Akuma come personaggio segreto o per il redesign di grafiche e animazioni, ma per le novità a livello di gameplay come le Super Combo e per la possibilità di modificare la velocità del gioco dal menu delle opzioni.

In un’epoca dove solitamente le conversioni domestiche dei giochi da sala lasciavano a desiderare (e questo quando andava bene), Super Street Fighter II Turbo forse per la prima volta poteva seriamente mettere in discussione l’arcade.

Super Street Fighter II Turbo
Un mondo che sarebbe comunque morto di lì a poco – Giappone a parte – per colpa del fenomeno PlayStation, ma che ha iniziato a mostrare le prime evidenti crepe qui.

Dove recuperarlo: Street Fighter II è stato pubblicato e ripubblicato ovunque e in diverse versioni. Non ultima, Ultra Street Fighter II The Final Challengers, in esclusiva per Switch.

Mega Man X (1993)

Primo titolo a 16-bit del Blue Bomber, Mega Man X è ambientato circa cent’anni dopo la serie Mega Man. Un anziano archeologo rinviene una capsula contenente X, un robot dotato di intelligenza e libero arbitrio in modo molto simile agli umani.

Le cose chiaramente peggiorano di lì a poco, in modo da creare un contesto narrativo in cui il giocatore può vestire i panni di X per dare la caccia ai Maverick, robot prodotti in serie partendo da X andati fuori controllo.

La struttura è quella classica della serie: otto livelli affrontabili in qualunque ordine, ciascuno con alla fine una Boss Fight che poi sblocca una nuova arma per il protagonista.

Il gameplay è un ibrido tra il run and gun ed il platforming classico, ma rispetto ai Mega Man per NES ci sono diverse nuove meccaniche di gioco non presenti nei prequel a 8-bit.

Mega Man X
Da Mega Man X negli anni riuscirà ad avere ben sette sequel diretti e a dar vita a due serie spin off, Mega Man XTreme e Mega Man Zero.

Dove recuperarlo: un altro di quei titoli che poi sull’onda del suo successo ha esondato ovunque. Capcom pubblica regolarmente anche delle raccolte legate al Blue Bomber sulle varie piattaforme, per cui recuperare Mega Man X è estremamente semplice.

Teenage Mutant Ninja Turtles IV: Turtles in Time (1992)

Altro giro, altro classico. Teenage Mutant Ninja Turtles IV: Turtles in Time è un picchiaduro a scorrimento prodotto da Konami, che porta prima la licenza delle Tartarughe più malate di pizza al mondo in sala giochi e poi su SNES con una conversione dal cabinato.

Sulla console N mancano alcune animazioni ed effetti grafici, e per renderizzare alcune delle scene si fa un uso estensivo della Mode-7 della macchina, che permetteva di ingrandire e ruotare via hardware gli elementi a schermo.

Gameplay di Teenage Mutant Ninja Turtles IV: Turtles in Time
Il risultato finale, ad ogni modo, è convincente e consacra il titolo anche nella sua versione SNES, che rispetto alla versione da sala vanta livelli extra e una modalità versus per due giocatori.

Dove recuperarlo: su cabinato, se siete molto fortunati. In alternativa esiste una versione rimasterizzata uscita su Xbox 360 e PS3.

Super Mario Kart (1992)

SNES è anche la console che ha lanciato Mario Kart. Considerando che stiamo parlando di quello che è diventato uno dei system seller più importanti delle macchine di Kyoto, è un record di tutto rispetto.

È di nuovo quella Nintendo Difference di cui si parlava prima, che prende un genere che nell’immaginario ha un significato preciso e lo travolge. Questa volta non cambiando le coordiante temporali, ma quelle spaziali e portandoci tutti nel Regno dei Funghi.

Mario e Bowser seppelliscono l’ascia per dare vita ad un torneo su pista che mette in griglia un sacco di volti noti del franchise, da Luigi fino a Donkey Kong, con l’idea di rendere i giochi di corse qualcosa per tutta la famiglia.

Super Mario Kart su SNES
Via la simulazione, via tutti i tecnicismi: introduciamo il caso e la possibilità di dar fastidio agli avversari in pista a colpi di gusci, banane e fulmini. L’automotive diventa party game, la mission aziendale è ancora una volta raggiunta. E il suono, inevitabilmente, è quello degli Yen per gli anni a venire.

Dove recuperarlo: parte di SNES Classic Edition, il titolo è disponibile anche tramite la Virtual Console di Wii U.

Donkey Kong Country (1994)

L’Europa forse non era ancora innamorato di Nintendo, ma di certo Nintendo amava il Vecchio Continente. O quantomeno uno degli sviluppatori del Vecchio Continente: nel 1994 a Kyoto decidono di rilevare il 25% delle quote di Rare.

Negli anni la percentuale sarebbe salita fino al 49% e lo sviluppatore inglese avrebbe regalato un sacco di soddisfazioni ai fan della Grande N. Tutto inizia, ovviamente, da Donkey Kong Country.

L’IP di Donkey Kong era dormiente dall’83, anno del flop del terzo capitolo della serie. Undici anni dopo e diverse miglia più in là, la serie rinasce e in un certo senso stravolge quello che era stato SNES fino a questo momento, riuscendo a diventare il terzo titolo più venduto della macchina – dietro a Super Mario World e All-Stars.

Donkey Kong contro uno dei boss di Donkey Kong Country
Sfruttando modelli 3D pre-renderizzati, Rare riesce a confezionare un prodotto che visivamente stacca di anni luce il resto della softeca della macchina, giocandosela quasi alla pari con le nuove console a 32 bit.

Un gameplay veramente hardcore e una colonna sonora ancora oggi iconica fanno il resto, rendendo Donkey Kong Country il titolo dedicato all’ex arcinemico di Mario più diffuso.

Dove recuperarlo: SNES Classic Edition o in una delle riproposizioni per Game Boy Color o Advance.

Star Fox (1993)

La grafica 3D che in quegli anni era novità assoluta, un gameplay dai ritmi serratissimi – con tanto di possibilità di cambiare la velocità della navicella durante le fasi di shooting – e personaggi fortemente caratterizzati. Il cocktail Star Fox ha tutti questi ingredienti, e li gioca all’insegna della rigiocabilità.

In Star Fox manca una scelta esplicita del livello di difficoltà, a differenza di quanto visto in altri sparatutto su rotaia. Invece, il gioco offre tre diversi percorsi per arrivare dal pianeta iniziale (Corneria) fino a Venom, teatro della Boss Fight finale.

Star Fox su SNES
Sì, i percorsi di fatto offrono livelli di sfida diversi, ma ognuno di questi ha dei contenuti esclusivi e pianeti visitabili solo su quella rotta. Il risultato è quello di aggiungere replay value a tutta l’esperienza.

Dove recuperarlo: disponibile su SNES Classic Edition (assieme al sequel diretto mai ufficialmente rilasciato), Star Fox è anche parte della lineup riservata agli abbonati Nintendo Switch Online.

Tetris & Dr. Mario (1994)

Tetris non ha certo bisogno di presentazioni. È probabilmente il videogioco quintessenziale, quello più iconico e famoso al mondo. E quello che ha fatto la fortuna di Game Boy, con cui era venduto in bundle fin praticamente dall’esordio della portatile.

Dr. Mario ha davvero poco da invidiargli: altro titolo che si è imposto su Game Boy (pur essendo disponibile anche su NES), l’idraulico di casa lascia la cassetta degli attrezzi e prende camice e pillole.

Tetris & Dr. Mario
La meccanica di gioco è liberamente tratta da Tetris, vista la necessità di impilare pillole dello stesso colore sopra i tre virus colorati da distruggere a schermo. Le pillole sono “spezzate” a metà, ciascuna delle quali può essere colorata diversamente.

Tetris & Dr. Mario però va oltre l’almanacco e non si limita a riproporre i due giochi così come sono. No, è anche possibile giocarli contemporaneamente: fai fuori qualche tetramino e poi “cambi canale” per impilare le pillole di vitamine e far fuori i virus.

#LiveTheRebellion