Neon Genesis Evangelion è una serie che non ha bisogno di presentazioni. Classico intramontabile dell’animazione giapponese, nel corso della sua storia è approdato al cinema più volte.

Quello che forse non tutti sanno, però, è che Evangelion non ha debuttato al cinema con il Rebuild nel 2006, e neanche con The End of Evangelion. Il primo vero è proprio film di Evangelion è Neon Genesis Evangelion: Death & Rebirth, uscito nelle sale giapponesi il 15 marzo del 1997.

Andiamo dunque ad analizzare la storia di questa affascinante pellicola.

Informazioni generali

Data di rilascio giapponese15 marzo 1997
Durata1 ora e 40 minuti
Studi d’animazioneStudio Gainax, Project EVA, SEGA, Toei, TV Tokyo, Production I.G.
RegiaHideaki Anno
SceneggiaturaHideaki Anno
MontaggioSachiko Miki
Colonna sonoraShiro Sagisu
Direzione artisticaHiroshi Kato
Design personaggiYoshiyuki Sadamoto

Produzione

Come alcuni di voi già sapranno, la fine dell’anime di Evangelion fu piuttosto controversa. Lo studio Gainax aveva finito i fondi per il progetto, e per questo gli episodi 25 e 26 furono realizzati utilizzando primariamente sequenze già esistenti o animazioni ridotte all’osso.

Gli episodi in questione riuscivano comunque a dare un finale degno alla serie dal punto di vista psicologico, ma molte questioni narrative erano rimaste irrisolte. Per questo il regista Hideaki Anno iniziò immediatamente a lavorare su un film che desse una vera chiusura alla serie.

Una delle maggiori spinte per il regista fu l’estrema delusione dei fan per il finale della serie. Alcuni di loro arrivarono persino a spedirgli delle lettere contenenti minacce di morte. Tuttavia, il regista non si fece scoraggiare, e alcune di queste lettere furono persino inserite all’interno di The End of Evangelion.

Il team al lavoro sul progetto cinematografico era essenzialmente lo stesso della serie animata. Troviamo quindi Shiro Sagisu alle musiche, Sachiko Miki al montaggio, Hiroshi Kato alla direzione artistica con character design di Yoshiyuki Sadamoto e, ovviamente, Anno alla regia. Anche i doppiatori ripresero tutti i loro ruoli originali.

Hideaki Anno assieme ai protagonisti di Neon Genesis Evangelion
Sappiamo che i lavori su un film di Evangelion erano in corso già nell’aprile del 1996, un mese dopo la conclusione della serie. Inizialmente si pensava ad un’uscita direttamente in formato home video, ma il successo accumulato dalla serie spinse Gainax ad optare per il grande schermo.

Quello che all’epoca i dirigenti Gainax non sapevano era che i film sarebbero stati due, Death & Rebirth, uscito nella primavera del 1997, e The End of Evangelion qualche mese dopo. Il secondo è il vero e proprio finale di Evangelion, mentre il primo è un film riassuntivo con una piccola anticpazione di The End of Evangelion.

Death & Rebirth: la trama

Death

Come già accennato, Death è un film riassuntivo, quindi non c’è molto di trama vera e propria. Ci sono però diversi dettagli interessanti che vale la pena approfondire.

Innanzitutto, a fare da da filo conduttore del riassunto c’è la famosa sequenza del quartetto d’archi, una raccolta di scene in cui Shinji (violoncello), Asuka (violino), Rei (viola) e Kaworu (violino) si ritrovano in una palestra di una scuola di Neo-Tokyo 2 per suonare il Canone di Pachelbel.

Il quartetto d'archi di Shinji, Asuka, Rei e Kaworu
La scena è ambientata diciotto mesi prima della morte di Kaworu, quindi prima dell’inizio della serie. In realtà, è molto improbabile che questa scena abbia una vera ubicazione nella timeline della serie, in quanto all’epoca i personaggi in questione neanche si conoscevano.

Stando a quanto riportato da alcune fonti, come ad esempio il booklet allegato all’album Refrain of Evangelion, i personaggi in questione non sarebbero nemmeno i veri piloti, ma solo dei ragazzi a loro somiglianti. È evidente dunque che questa sequenza vada interpretata in maniera simbolica.

Per quanto riguarda il riassunto della trama, esso avviene non in maniera cronologica, ma in ordine di temi, a seconda del punto di vista del personaggio che stiamo seguendo. Sono inoltre presenti alcune scene all’epoca inedite nella serie animata.

Adam fuso con la mano di Gendo Hikari
Un esempio lampante di questo è la famosa scena di Adam fuso con la mano di Gendo. Stiamo parlando di una sequenza di appena pochi fotogrammi, ma la cui importanza è fondamentale per capire alcuni passaggi di The End of Evangelion.

Rebirth

L’intenzione originaria era di far finire Evangelion con Rebirth, ma per problemi di tempo Anno e il suo staff riuscirono a produrre solo minima parte della storia che volevano creare.

Per non deludere i fan presentando un film quasi completamente privo di nuovo materiale, decisero di rilasciare parte di quello che poi sarebbe diventato The End of Evangelion insieme a Death.

Infatti, Rebirth è semplicemente la parte iniziale di The End of Evangelion. Nello specifico, sono i primi 20 minuti del nuovo episodio 25, intitolato Air/Love is Destructive.

Questa sequenza, che si interrompe poco prima dell’inizio dello scontro tra l’Eva-02 e gli Eva Series, fu inserita per dare agli spettatori un assaggio di quello che sarebbe stato il vero film evento di Evangelion, che sarebbe debuttato nelle sale pochi mesi dopo.

Neon Genesis Evangelion: The feature film e Death(true)²

Neon Genesis Evangelion: The Feature Film, conosciuto in Giappone come Revival of Evangelion, è la versione combinata di Death e The End of Evangelion. La versione di Death presente in questo film è diversa dall’originale, in quanto molte scene inedite sono state incorporate nella versione director’s cut della serie. Questa nuova versione di Death è stata rinominata Death(true)².

Il film uscì nelle sale giapponesi a marzo del 1998, mentre in italia Dynit lo ha pubblicato nel 2009 in un’edizione DVD ormai diventata storica.

La prima tiratura di questa versione è inoltre ricordata per i famigerati sottotitoli blu, che rendevano la visione alquanto problematica. Molte delle copie furono dunque sostituite, rendendo la versione originale alquanto rara.

Lo scorso 28 giugno il film è stato riproposto per un breve periodo nelle sale italiane. Nonostante la corrente pandemia, l’evento è andato piuttosto bene, incassando più di 165.000 euro in tre giorni.

Questi numeri, per una pellicola che il fan medio ha già visto più volte, provano quanto Evangelion mantenga tutt’oggi la sua importanza culturale.

Perché guardarlo?

Data la sua natura, Death è senza dubbio la parte meno necessaria di Neon Genesis Evangelion. Nonostante questo, la visione rimane comunque consigliata. Hideaki Anno sarà una persona bizzarra, ma ogni suo opera ha un senso ed uno scopo ben precisi.

Essendo Death un riassunto della serie, il suo scopo pratico è chiarissimo. Tuttavia, il suo senso risiede nella peculiare struttura, che si presta a diverse interpretazioni. Death è, da questo punto di vista, una rilettura della serie in chiave più intima ed introspettiva, in linea con quella che è la conclusione di The End of Evangelion.

C’è poi il discorso relativo al quartetto d’archi e le sue molteplici chiavi di lettura. La musica in Evangelion ha un ruolo fondamentale, e sul preciso senso di quelle scene i fan si interrogano ancora oggi. Una delle interpretazioni più gettonate è che questo sia uno dei primi riferimenti alla teoria dei “loop”.

Ci sono diversi elementi che fanno pensare che la storia di Evangelion sia un ciclo che si ripete. Abbiamo, per esempio, alcuni dialoghi di Kaworu Nagisa in Evangelion 2.0 e 3.0, da cui si può intuire che lui abbia vissuto gli eventi dell’Evangelion originale. Persino il manga di Evangelion contiene elementi che andrebbero a confermare tali teorie.

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