Konami potrebbe riaffacciarsi nel videogioco che conta – in quello che ossessivamente pensiamo essere il videogioco che conta – lasciando le sue Proprietà Intellettuali in mano ad altri studi.

Outsourcing
Sostantivo

L’appalto a una società esterna di determinate funzioni o servizi, o anche di interi processi produttivi.
Der. di (to) outsource, ‘appaltare’

Konami manca dagli scaffali e dagli eStore da eFootball PES 2021. Che era tecnicamente un upgrade per PES 2020, non un vero e proprio capitolo pacchettizzato e venduto a la Electronic Arts. Non sono mancate dei recuperi più o meno sensati, più o meno giustificati, ma che la zaibatsu nipponica abbia tirato i remi in barca è un fatto. Non vediamo un Metal Gear Solid dall’esilio di Hideo Kojima e uno spin-off dai tempi di Survive. La cosa più vicina a Silent Hill che abbiamo avuto negli ultimi anni è The Medium, e dobbiamo mettere a tacere il dolore fantasma per P.T.

L'idea di una Konami in outsourcing non è il rumor più improbabile della scena. Sicuramente più credibile di vederla acquistata da Sony o Microsoft

Parte tutto da Reddit, ormai candidato a erede universale per gli addetti ai lavori di quello che era NeoGAF. Jeremy Penter del canale ACG definisce la fonte abbastanza attendibile. La stessa voce gli aveva in passato anticipato dei lavori su Far Cry Primal, sulla politica di Bethesda di rinunciare alle recensioni al day-one e di Dragon’s Dogma 2. Insomma, qualcuno che spesso e volentieri ci prende, una Gola Profonda in stile Gray Fox.

L’idea di per sé non è né innovativa né suicida. Konami ha i diritti per un sacco di serie di grido all’interno dell’industria. Al di là di Metal Gear e Silent Hill, parliamo dei proprietari di Castlevania, Bomberman, Contra – solo per limitarci alle vecchie glorie più mainstream. Sono capitali immobilizzati, che al momento vengono al massimo sfruttati per prodotti collaterali (per quanto remunerativi) come i Pachinko. Concedere l’utilizzo di queste IP su licenza permetterebbe alla casa di fare ulteriormente cassa, facendosi pagare per i diritti e/o percependo una percentuale sulle vendite. Il tutto senza sobbarcarsi i costi di sviluppo e mantenendo il controllo creativo delle serie.

Non sarebbe la prima volta che viene tentata una strada del genere. La stessa Konami ha già concesso le sue IP su licenza a studi esterni. È il caso del dimenticabile Silent Hill: Downpour o del più celebrato Metal Gear Rising. Ma la stessa strada è già stata tentata da aziende del videoludo giapponesi in crisi di identità. Capcom per DmC Devil May Cry si era rivolta ai gaijin europei di Ninja Theory, capitanati dall’italiano Alessandro Taini.

Ma chi sarebbero i candidati ideali per l'outsourcing di Konami?

È difficile non pensare a Bluepoint. Il team è stato più volte accostato all’idea di un restauro del primo Metal Gear Solid. Considerato anche il forte sodalizio con Sony, che dal 2015 ha pubblicato in esclusiva tutti i titoli della casa, la suggestione è innegabile. Silent Hill rimane comunque la serie più chiacchierata in questi casi. L’horror di Konami è stato accostato a diversi autori in cerca di personaggi, da Bloober Team – che con l’horror psicologico ha una certa familiarità – fino a Kojima Production. L’ultimo è uno scenario assolutamente surreale, considerati i trascorsi tra Konami e Kojima. Per quanto sarebbe romantico vedere questo amore fare un giro immenso e poi ritornare ci sono troppe ruggini. E parliamo comunque di due protagonisti giapponesi, non esattamente tra le persone più morbide sul pianeta.

D’altra parte è Penter stesso a suggerire un collegamento tra questa indiscrezione e l’altro grosso rumor di queste ore. Un matrimonio proprio tra Hideo Kojima e Microsoft. Microsoft potrebbe fungere da “broker” per l’affare, portando a casa un altro smacco nei confronti della storia di PlayStation. Specie a dar credito alle voci che hanno visto Jim Ryan rifiutare proprio l’ultimo Kojima costringendolo nei fatti a bussare alla porta della casa di Redmon. Penter ha ammesso che si tratta di voci comunque più legate a Metal Gear che a Hideo Kojima, ma in ogni caso una manovra del genere potrebbe colpire veramente duro la controparte.

Ad ora l’unico capitolo canonico davvero in esclusiva di Metal Gear Solid rimane il quarto, giocabile solo su PlayStation 3 (e PlayStation Now). Il futuro della serie potrebbe vedere un capitolo dall’altra parte della barricata, concretizzando finalmente lo spettro di quel Metal Gear Solid: Rising (annata 2009) che avrebbe dovuto essere un’esclusiva Xbox 360. Dopo il passaggio sotto l’ala di Platinum Games e il cambio di titolo non se ne fece più niente, dirottando l’idea verso l’uscita multipiattaforma.

Ma la Storia dei Videogiochi sa essere beffarda,
e a chi sceglie di studiarla può spoilerare il suo stesso futuro.

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