Activision Blizzard ha annunciato una nuova e gigantesca campagna di assunzioni, ma non c’è nulla da festeggiare. Anzi, siamo di fronte all’ennesima ipocrisia di un industria che non ha nessun riguardo per i suoi dipendenti. Perché sì, è bello che un’azienda importante come Activision Blizzard stia aprendo 2000 posizioni lavorative, ma che fine faranno quei 2000 dipendenti tra un anno? Activision ha guadagnato circa 2 miliardi di Dollari nel Q3 del 2020, poco meno del doppio rispetto all’anno scorso. Di recente ha anche annunciato che porterà tutte le sue IP su mobile per massimizzare gli introiti. A prima vista, quindi, sembra si parli di un’azienda in ottima salute (e, credetemi, lo è), dove sta il problema?

Il problema è che solo un anno fa Activision Blizzard ha licenziato in tronco quasi 800 persone.

Un taglio dell’8% sul totale del personale, che i dipendenti hanno scoperto su Twitter e non dall’azienda, che li contattò solo dopo aver reso pubblica la notizia. Inoltre neanche un mese fa l’azienda ha chiuso l’ufficio di Versailles, dove nel 2019 lavoravano ben 400 persone. Il motivo? Inizialmente l’azienda voleva spostarne una parte a Londra, ma tra Brexit e COVID è diventato impossibile. I team al suo interno sono stati prima sfoltiti e poi sparpagliati, portando alla chiusura della sede francese. Ah, tanto per cambiare, quest’anno è stato chiuso anche l’ufficio de L’Aia in Olanda. Cosa si nasconde, quindi, dietro a queste nuove 2000 assunzioni di Activision?

Activision Blizzard è un’azienda miope

Quando l’azienda tagliò 800 dipendenti l’anno scorso, i report interni raccontavano di persone in lacrime nei parcheggi degli uffici in attesa di sapere chi di loro sarebbe stato fatto fuori. Nessuno li aveva avvisati, sono arrivati a lavoro e aprendo Twitter hanno letto che Activision Blizzard avrebbe licenziato 800 di loro. La parte peggiore di tutta questa storia è che questo licenziamento di massa è arrivato in coda a quello che Bobby Kotick definì testualmente “l’anno coi migliori risultati della storia dell’azienda. Parole sue, non mie.

In seguito ad anni di fatturato record Bobby Kotick è arrivato a guadagnare 30 Milioni di Dollari l’anno. Certo, parliamo di un CEO che possiede Call of Duty, Crash Bandicoot, Diablo, World of Warcraft e Candy Crush, ma Kotick guadagna più di 300 volte quello che guadagnano mediamente le persone che hanno creato e che sviluppano attivamente quei giochi. Gli stessi dipendenti che vengono licenziati in massa da anni perché “hanno performato sotto le aspettative”. Sempre parole sue, non mie. Parole sue, ricordiamolo, pronunciate nel’anno di fatturato record dell’azienda.

Che futuro aspetta chi rientrerà in quelle 2000 adesioni di Activision Blizzard?

Dove saranno queste persone tra un anno? Probabilmente saranno in cerca di un nuovo lavoro. Activision, dopotutto, ha chiuso due grandi uffici durante una pandemia mondiale che ha messo in ginocchio migliaia di famiglie nel mondo, ci si potrebbe davvero aspettare di meglio? Il problema è che il modus operandi di Activision Blizzard è chiaro da anni. I suoi studi interni vengono costantemente spezzettati e messi al servizio dei progetti più profittevoli per poi chiudere. Neversoft è stata costretta a pubblicare un Tony Hawk all’anno. In seguito si è spostata su Guitar Hero con le stesse richieste e, una volta che il management ha distrutto il franchise, sono stati messi a lavorare su Call of Duty, per poi venire smmantellati. Raven ha fatto praticamente la stessa fine, e così tantissimi altri studi di valore.

Le 2000 assunzioni per Activision si tradurranno in quasi altrettanti licenziamenti. E non ci si può fare nulla.

L’industria funziona così. I CEO guadagnano cifre da capogiro, i dipendenti vengono pagati 300 volte meno. I CEO possono permettersi di donare soldi alla campagna elettorale di un determinato partito americano mentre gli utenti non possono partecipare ai tornei se supportano pubblicamente Hong Kong. Quasi la totalità di quelle 2000 assunzioni saranno tradotte in contratti a progetto. Senza alcuna protezione legale o sindacale, che vengono negate con forza perché intaccano la produttività. Questo permetterà ancora una volta che quelle stesse persone che contribuiscono a quei due miliardi guadagnati da Activision in un trimestre di trovarsi a piangere in un parcheggio perché l’azienda deve fare dei tagli per garantirsi introiti record.

È un ciclo senza fine che vede come al solito schiacciate le persone che più di tutte sono indispensabili all’azienda. I talenti di chi lavora nel mondo dei videogiochi non sono all’ordine del giorno, ma sono intercambiabili. Oggi lavori per Activision, domani ti licenziano e sei in Polonia a farti 100 ore a settimana per far uscire The Witcher 4 e garantire uno stipendio annuale di 30 Milioni ad un CEO che non sa manco come ti chiami e che alla prima occasione ti lascerà ancora per strada.

Chissà, magari a quel punto Activision avrà licenziato tutti i 2000 assunti oggi e avrà fatto partire una nuova campagna di assunzioni.

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