Quando si sente il titolo “God of War” difficilmente si pensa alla religione nel senso classico del termine, forse sbagliando. Dopotutto qual è il filo conduttore di tutti i capitoli della saga? Proprio la religione (se escludiamo le mazzate). Ma se proviamo a rifletterci, non è forse vero che ogni capitolo della saga è impregnato di nozioni religiose e pantheon differenti? E sbaglio o, nel corso delle sue avventure, il protagonista Kratos ha a che fare con un gran numero di divinità? Molto spesso ci facciamo ingannare dalle apparenze e, un’opera apparentemente profana, può avere legami profondi e radicati con la religione. O almeno alcune di esse. Per chiarire questo concetto forse dovremmo però prima riflettere su cosa sia una “religione” oggi. Va bene per quelle ancora praticate, qui non ci sono dubbi; ma considereresti tali quelle fedi che ormai sono scomparse?

God of War religione

Mito o fede?

Per contestualizzare va precisato che quella che chiamiamo “mitologia” spesso non è altro che una fede ormai abbandonata (o quasi). Basti pensare agli dei norreni, presenti in God of War del 2018: noi li vediamo come entità fighe ed epiche (e storpiate dalla Marvel), ma sono anche una reale fede per alcuni popoli del nord Europa.

Un discorso simile può anche essere fatto per i primi giochi di questa serie. Essi ponevano il potente protagonista Kratos contro gli dei greci; sebbene ora non siano più apertamente venerati, sono (ovviamente) stati una religione.

Prendendo un attimo di respiro dalla frenetica azione proposta da questi videogiochi, possiamo farci alcune domande. Cosa comprende l’ambientazione nella sua totalità? Ovvero, se in God of War sono state presentate la fede greca e quella norrena, sarà presente anche qualche altra religione? E il cristianesimo?

La religione cristiana in God of War

Come è ben noto, il cristianesimo ha un ruolo centrale nella società moderna e questa curiosità potrebbe interessare a molte persone. Già ai tempi di God of War 2 si era parlato di una possibile esistenza della religione cristiana all’interno di questo universo narrativo, ma di recente ci sono stati degli sviluppi.

Il 7 aprile 2020 Cory Barlog, direttore creativo del Santa Monica Studio, ha risposto ad un tweet di un fan, lasciando intendere nuovamente che il cristianesimo è presente nei videogiochi sviluppati dal suo team.

https://twitter.com/corybarlog/status/1247289763335294976?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1247289763335294976&ref_url=https%3A%2F%2Fwww.playstationlifestyle.net%2F2020%2F04%2F06%2Fgod-of-war-christianity%2F
A essere onesti Cory non ha mai specificato però in quale modo questo avvenga.

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Le possibili interpretazioni

Da un lato questo fa pensare alla prospettiva di un prossimo capitolo incentrato su questo tema, magari con Kratos che scende nell’Inferno dantesco. Dall’altro, per essere realisti, sembra solo un’elegante risposta per lasciarsi aperto uno spiraglio, senza dover promettere nulla. Bisogna però specificare che il cristianesimo non ha un pantheon numeroso o guerriero. Questo potrebbe lasciar presagire una presenza “pacifica”, volta solo alla presentazione delle sue figure storiche. Un altro indizio che avvalora questa tesi è direttamente legato al marketing; vista l’importanza della religione cristiana nel mondo moderno, avrebbe senso rischiare di attaccarla apertamente e creare dissenso nei confronti dell’intera saga di God of War?

Prima di tutto però non bisogna partire con la convinzione che gli autori abbiano già pensato alla lore e all’ambientazione nella loto totalità. La mia personalissima e fantasiosa idea (e speranza) è quella di un universo narrativo che rappresenti il piano d’esistenza di tutte le entità divine venerate dagli uomini. Quanto sarebbe bello se si scoprisse che tutte le divinità abitino un mondo e che Kratos li stia sfidando per qualche motivo superiore?

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Nemmeno la religione dovrebbe far guerra a God of War

Un’ulteriore riflessione è doverosa: la religione è un argomento molto spinoso (soprattutto in questo periodo storico) e God of War lo sa bene. La “prudenza” di Cory Barlog non è da biasimare: attorno alla religione aleggia sempre un’aura di “intoccabilità”; il fanatismo di molti fedeli è davvero ingiustificato, quasi paragonabile a quelle frange di tifosi da stadio che ammazzerebbero per qualcuno che idolatrano senza troppe ragioni.

Dal punto di vista di uno sviluppatore questo è un limite e pure brutto. Spesso significa dover castrare le proprie opere per evitare di suscitare casi mediatici. Una reazione spropositata di questo tipo però lascia intendere anche un’insicurezza di base e una mancanza di razionalità. Non voglio dire che la religione andrebbe accantonata a prescindere per tutti, forzatamente; ma se ogni fedele vedesse la fede come qualcosa di intimo e personale forse non ci sarebbero questi polveroni. E forse si potrebbe anche parlare, criticare e citare argomenti senza dover per forza sentirsi sbagliati.

Ah e comunque, anche se in ritardo, Buona Pasqua!

#LiveTheRebellion