Final Fantasy 7 Remake è stato sommerso di critiche a causa della sua traduzione italiana. E se il problema fosse la versione originale?

La Demo di Final Fantasy 7 Remake ha portato con sé una lunga serie di critiche da parte della community legate alla sua traduzione. Abbiamo già discusso in varie occasioni delle proteste sollevate verso il remake, ma questa volta la questione è diversa. Dopo il lancio della demo sullo store, infatti, moltissimi utenti si sono lamentati della traduzione italiana del titolo. Sono piovute critiche sul team dei traduttori, che sono stati accusati di aver scelto un approccio superficiale e scorretto nei confronti dell’opera originale. Al punto da rendere un potenziale intento di ricerca “come cambiare lingua in Final Fantasy 7 Remake“.

Il problema è evidente a tutti: Final Fantasy 7 Remake accoppia il doppiaggio inglese ad una traduzione italiana che non combacia con quanto detto da Cloud e compagni.
Per chi non conosce l’inglese in alcun modo il problema non si pone, ma il problema è evidentissimo al resto della community di Final Fantasy. Il dualismo è marcatissimo, fastidioso e fuorviante. Porta davvero i giocatori a perdersi tra le linee di dialogo.
Il problema, però, è che come al solito ci siamo lamentati con le persone sbagliate. Non è la traduzione italiana ad essere sbagliata. Anzi, i traduttori hanno fatto un ottimo lavoro.

Il problema della community di Final Fantasy è il suo elitarismo

Su I Love Videogames sono stati scritti diversi articoli sul tema Final Fantasy 7 Remake. La demo ci ha convinto, e abbiamo cercato in tutti i modi di mettere ordine tra le critiche piovute sulla nuova fatica di Square Enix, anche grazie ai bei ricordi che conserviamo in relazione all’originale.
Cosa succede quando si rimette mano ad un titolo amatissimo? Succede che internet si popola di integralisti, ed emerge il problema della community di Final Fantasy. Di una parte, almeno. Criticare un remake perché diverso è una mossa insensata.

Il problema è che parte della community occidentale di Final Fantasy non sa di aver giocato ad un gioco tradotto male dal giapponese. Gli attacchi ai traduttori sono sbagliati e dannosi, perché basati sul nulla o su una scarsa conoscenza della storia di Final Fantasy 7 e della sua traduzione inglese. Partire dal presupposto che la traduzione inglese sia quella giusta mette in cattiva luce l’ottimo lavoro fatto dal team di localizzazione italiano, che per stessa ammissione di Square Enix è fedele all’originale.

La prima traduzione inglese ha commesso tanti errori

Uno su tutti? Il nome di Aerith.
Non mi riferisco al fatto che da noi si chiamasse Aeris, ma che in origine il suo nome nasconde un significato sottile ma importantissimo. Aerith in realtà dovrebbe chiamarsi Earith (Earisu in Giapponese). Il suo nome richiama il termine Earth, che in inglese significa Terra, e che rimanda al suo essere l’ultima dei Cetra, la razza che ha generato e custodito la vita sul pianeta Gaia. Final Fantasy 7 è pieno di errori di traduzione simili che ne hanno appiattito le sottigliezze dello script originale, ma le critiche sono piovute solo sulla sua nuova edizione.

Tradurre un capolavoro
la serie di Kotaku è uno dei contenuti più interessanti relativi a Final Fantasy 7. La visione è consigliata, per conoscere a fondo l’opera.

Final Fantasy 7 Remake evidenzia questa stessa tendenza già dalla demo tempestata di critiche. Il doppiaggio inglese dei personaggi è sicuramente più colorito. Lo si nota particolarmente in Barret.
La traduzione italiana, e quindi l’originale giapponese, sono però più dense di dettagli che la versione inglese omette. Basti pensare al fatto che il doppiaggio inglese stravolge un dialogo tra Cloud e Barret. I sottotitoli riportano un dettaglio molto interessante, dal momento che quando Barret chiede a Cloud quanti anni ha, Cloud risponde che i SOLDIER contano gli anni in base agli anni di servizio. Un dettaglio da poco, che però va ad espandere il background del protagonista.

Se l’argomento vi interessa, vi rimando ad una serie di video molto interessanti fatti da Tim Rogers per conto di Kotaku.
La serie esplora a fondo buona parte delle differenze linguistiche tra Final Fantasy 7 in lingua originale e in inglese.

A Square Enix è mancato il coraggio

Square Enix ha sbagliato, in questo caso.
Ha rilasciato il gioco dando troppo ascolto ai fan, ben sapendo che la community di appassionati di Final Fantasy 7 è rumorosa e molto suscettibile al cambiamento. Questo ha portato all’inserimento postumo della modalità classica che vorrebbe in qualche modo scimmiottare il combattimento a turni dell’originale. L’azienda ha dichiarato di averlo fatto dopo aver letto le critiche dei fan al trailer d’annuncio in ci veniva svelato il nuovo combat sytem. Square Enix ha avuto il fegato di rivoluzionare Final Fantasy 7 ma le è mancato il coraggio di mettere mano a quella traduzione che aveva alterato il carattere dei personaggi e aveva omesso dettagli importanti.

Dopotutto è Square Enix che ha rilasciato Final Fantasy 7 in lingua inglese. È una lingua ufficiale, così come lo è il giapponese da cui derivano i sottotitoli delle varie lingue. Se il risultato finale è così confusionario la colpa è dell’azienda che ha avuto troppa paura di ritoccare l’adattamento inglese, diventato oramai iconico. Ed è un gran peccato, perché Square ha dimostrato di tenere più ai capricci del pubblico che all’opera. Anche perché diciamocelo: cambiare idea è una figata pazzesca.

In ogni caso, vanno fatti i complimenti ai traduttori italiani, che hanno svolto un ottimo lavoro.

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