Sega Dreamcast: Collected Works racconta la nascita e la morte dell’ultima console di SEGA

Read-Only Memor: libri che parlano di videogiochi

Se ti interessa Sega Dreamcast: Collected Works e vuoi scoprire la storia di chi ha fatto la storia dei videogiochi qui trovi tutti i libri editi da Read Only Memory

Sega Dreamcast: Collected Works è il libro pubblicato da Read Only Memory sulla storia dell’ultima console di SEGA. Ne racconta la nascita, la rivalità con Sony e le sensazioni degli sviluppatori di punta di SEGA di quel periodo.
Il libro, anche questo in inglese, si basa sulle interviste fatte da Simon Parkin agli sviluppatori dell’azienda che ha dato i natali a Sonic .
La morte di Dreamcast, vera e propria macchina delle meraviglie, viene raccontata da chi la vide nascere, da chi la finanziò e da chi si arrese all’idea di vederla morire. Le interviste contenute nel libro sono spesso toccanti, oltre che incredibilmente interessanti.

Come già visto con Japansoft: An Oral History, Read-Only Memory si dedica alla pubblicazione di libri che parlano non di videogiochi ma di chi i videogiochi li crea. Sega Dreamcast: Collected Works, ovviamente, non fa eccezione e racconta la storia dell’ultima console di SEGA attraverso le parole di chi mise tutta la propria passione nella sua realizzazione, passando per la fase conclusiva della Console War che vide SEGA sconfitta.
Non solo: ad una prima parte dedicata quasi per intero alle parole degli sviluppatori, il libro di Read-Only Memory ne affianca una seconda piena zeppa di immagini. Si va dai bozzetti preparatori di titoli storici come Shenmue o Sonic Adventure a materiali esclusivi recuperati dagli archivi dell’azienda che mostrano anche i vecchi prototipi del design della console e delle sue periferiche.

SEGA e la più difficile delle Console War

Per capire la storia di Dreamcast bisogna necessariamente conoscere la situazione del mercato dell’epoca. SEGA non ha mai avuto un vero ruolo di spicco nelle Console War, almeno non a livello globale. L’unica console che riuscì davvero a competere con Nintendo fu l’indimenticato Mega Drive/Genesis. Vendette così bene da portare SEGA a spremerne le capacità all’inverosimile, lanciando degli Add-On come il 32X o Sega Mega CD che ne espandevano il potenziale, ma che costavano troppo e rallentarono lo sviluppo di una nuova console che fosse all’altezza del suo successo.
Lo sviluppo delle costose periferiche del Mega Drive fu la causa scatenante della morte di Dreamcast. Dopo Mega Drive, SEGA si trovò a fare i conti con dei costi di sviluppo esorbitanti e, mentre Super Nintendo fatturava ancora milioni di dollari, sul mercato internazionale si affacciò Sony.

Playstation era incredibilmente potente e faceva parlare tanto di sé.
SEGA, impaurita dal nuovo rivale commerciale, lanciò sul mercato americano Saturn, la sua nuova console, senza pubblicizzarla in nessun modo.
Per quanto io stesso sia totalmente innamorato di SEGA Saturn non posso non riconoscere che sia una console nata vecchia. Inutile ricordarlo: Playstation polverizzò il povero Saturn e si impose sul mercato con la sua formula rivoluzionaria.
Dreamcast era diventato l’ultima ancora di salvezza per SEGA, sempre più al verde e sempre più in difficoltà nel tenere il passo con la concorrenza.
Doveva essere l’arma definitiva con cui riequilibrare le sorti della Console War che SEGA stava combattendo con Sony.

Dreamcast vs. Ps2 – la nascita di un sogno

Sega Dreamcast: Collected Works fotografa alla perfezione quella che era la situazione interna all’azienda dopo il suicidio commerciale di Saturn.
SEGA doveva rimettersi in piedi e doveva farlo contando sull’esperienza maturata negli anni passati. Tutti gli sviluppatori intervistati raccontano a cuore aperto le difficoltà di quel periodo, ma anche le aspettative enormi che suscitava il nuovo progetto in cantiere.
Dreamcast doveva essere una console rivoluzionaria, potente e avanguardistica, che permettesse a SEGA di sfruttare appieno il talento dei propri studi. In una parola? Dreamcast doveva essere diverso.

Nel periodo in cui tutti gli occhi del mondo erano puntati sulla next-gen, lo scontro di cartello era per tutti Dreamcast vs. Ps2. Il monolite nero contro il quadratino bianco.
SEGA sapeva di non poter contrastare la diffusione di Playstation 2 quindi puntò tutto sulla propria unicità. Tenetelo a mente quando parlate di Dreamcast e della sua morte:

l'eredità che ha lasciato al mondo del gaming è forse più importante di quanto fatto dal monolite nero di Sony

Il libro di Read-Only Memory restituisce alla perfezione tutte quelle sensazioni di speranza, attesa e amore che accompagnarono gli sviluppatori durante le fasi di progettazione della macchina. Alcune delle loro testimonianze sono importantissime. Da Tetsuya Mizuguchi che ricorda la libertà estrema che gli venne concessa durante la lavorazione di Rez e Space Channel 5 a Yu Suzuki che parla della creazione di Shenmue. Tutto questo doveva garantire a Dreamcast un’unicità che potesse in qualche modo arginare l’assalto di Playstation 2.

La nascita e la morte di SEGA Dreamcast raccontate da chi c’era

Come avevamo già scritto in occasione del rilascio di Japansoft: An Oral History ciò che rende davvero impareggiabili i libri di Read-Only Memory è l’amore che traspare da ogni singola pagina.
Andando a colmare un vuoto ingombrante dell’editoria del settore, Sega Dreamcast: Collected Works è un libro che parla di un pezzo di storia dei videogiochi in maniera onesta, senza nascondere le emozioni di chi ha dedicato la propria vita alla creazione di titoli e console che ci facessero appassionare e divertire a casa. Vi sfido a non farvi stringere il cuore di fronte alle testimonianze di chi su Dreamcast ci aveva scommesso tutto.
Come Isao Okawa, primo presidente di SEGA, che in punto di morte donò tutto il proprio enorme patrimonio (695 milioni di dollari in azioni) per aiutare l’azienda nel momento difficile che stava attraversando.

Non può non emozionarvi leggere la storia di interi team di creativi che volevano rialzare la testa dopo la sconfitta cocente subita con Saturn. Le loro parole trasudano amore e una gran voglia di rivalsa, ma non riescono a nascondere l’orgoglio ferito di chi nonostante tutti i tentativi fatti ha dovuto assistere alla morte di Dreamcast, la macchina dei sogni di SEGA che non riuscì nel proprio intento.
Al solito, uno degli insegnamenti più importanti che questo tipo di libri sui videogiochi ci lascia è che conoscendo il passato del medium possiamo comprenderne meglio il presente. Conoscere la campagna marketing fallimentare di Saturn e Dreamcast può darci nuovi spunti per comprendere l’evoluzione dei confronti tra console o l’annuncio a sorpresa di Series X.

Dreamcast fu un sogno, ma ci siamo voluti svegliare troppo in fretta.

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